Padova (Agenzia Fides) – Si è conclusa sabato 25 marzo la fase diocesana della causa di beatificazione del servo di Dio padre Ezechiele Ramin, missionario comboniano (MCCJ), ucciso in Brasile il 24 luglio 1985. L’atto ufficiale si è svolto nella sua parrocchia di origine, la chiesa di San Giuseppe a Padova, alla presenza dei membri del Tribunale ecclesiastico diocesano, dei rappresentanti dei Comboniani, di missionari e missionarie e di numerosi fedeli. Gli atti processuali verranno ora consegnati alla Congregazione delle Cause dei Santi.
Nato a Padona il 9 febbraio 1953, Ezechiele Ramin entra tra i missionari Comboniani nel 1974 ed emette i primi voti il 5 giugno 1976. Prosegue la sua formazione con esperienze in Uganda, Stati Uniti, Messico. Il 15 maggio 1980 emette i voti perpetui, e il 28 settembre dello stesso anno, in Italia, è ordinato sacerdote. Il 20 gennaio 1984 arriva in Brasile, successivamente è destinato a Cacoal in Rondonia, dove prende a cuore la problematica indigena della ripartizione delle terre. Il 24 luglio 1985 viene ucciso in un’imboscata, mentre torna da un’incontro con alcuni contadini che avevano occupato delle terre, a cui aveva chiesto di ritirarsi. Pochi giorni dopo Papa Giovanni Paolo II parlerà di lui come di un “martire della carità”.
Secondo le informazioni perveute all’Agenzia Fides dal Brasile, a distanza di più di trent’anni dall’accaduto “la memoria di padre Ezechiele é ancora molto viva, soprattutto tra le popolazioni indigene, gli agricoltori e le persone piú semplici. La sua figura ancora anima ed illumina la fede e l’impegno delle comunitá cristiane e delle organizzazioni popolari” (vedi Fides 03/09/2015).
(SL) (Agenzia Fides 27/3/2017)