Fides News - Italianhttps://fides.org/Le notizie dell'Agenzia FidesitI contenuti del sito sono pubblicati con Licenza Creative Commons.Il Papa al “Giubileo dei poveri”: loro sono la carne di Cristo, non una categoria sociologicahttps://fides.org/it/news/77037-Il_Papa_al_Giubileo_dei_poveri_loro_sono_la_carne_di_Cristo_non_una_categoria_sociologicahttps://fides.org/it/news/77037-Il_Papa_al_Giubileo_dei_poveri_loro_sono_la_carne_di_Cristo_non_una_categoria_sociologicaCittà del Vaticano - La predilezione di Gesù e della Chiesa per i poveri «riconduce all’essenziale della nostra fede», visto che «per noi essi sono la stessa carne di Cristo, e non solo una categoria sociologica». <br />Così Papa Leone XIV, nella penultima domenica dell’anno liturgico, ha ricordato a tutti che la scelta preferenziale per i poveri è inscritta nel misterioso dinamismo della salvezza operata da Cristo. Lo ha riaffermato nell’omelia pronunciata durante la celebrazione eucaristica da lui presieduta nella Basilica di San Pietro, in occasione del “Giubileo dei Poveri”.<br /><br />Le ultime domeniche dell’anno liturgico indirizzano lo sguardo verso il mistero delle ultime cose e della fine del tempo. La prima lettura della liturgia domenicale, tratta dal Libro del Profeta Malachia, prefigura l’arrivo del “giorno del Signore”, l’ingresso in un tempo nuovo «descritto come il tempo di Dio, in cui, come un’alba che fa sorgere un sole di giustizia», proprio «le speranze dei poveri e degli umili riceveranno dal Signore una risposta ultima e definitiva e verrà sradicata, bruciata come paglia, l’opera degli empi e della loro ingiustizia, soprattutto a danno degli indifesi e dei poveri». <br /><br />Il «sole di giustizia che sorge» ha spiegato il Vescovo di Roma «è Gesù stesso». E il «giorno del Signore» non è solo il giorno della fine della storia, ma è «il Regno che si fa vicino a ogni uomo nel Figlio di Dio che viene». Quel Regno del cui annuncio proprio i poveri sono i primi destinatari. Una predilezione che come un “filo rosso” attraversa tutta la storia della Salvezza. <br /><br />«Nelle persecuzioni, nelle sofferenze, nelle fatiche e nelle oppressioni della vita e della società» ha ricordato Papa Prevost «Dio non ci lascia soli. Egli si manifesta come Colui che prende posizione per noi». E tutta la Scrittura è attraversata da questo filo rosso che narra di Dio che è sempre dalla parte del più piccolo, dalla parte dell’orfano, dello straniero e della vedova».<br /><br />La predilezione di Cristo e della Chiesa per i poveri si manifesta e si sperimenta in mezzo alle tribolazioni della storia. Non induce a sognare mondi immaginari sottratti alla fatica del tempo e del cammino. E la Chiesa vuole essere «madre dei poveri, luogo di accoglienza e di giustizia» - ha sottolineato il Vescovo di Roma richiamando l’Esortazione apostolica “Dilexit te” - anche in questo tempo segnato da «vecchie e nuove povertà» che «opprimono il nostro mondo. Sono anzitutto povertà materiali, ma vi sono - ha aggiunto il Pontefice - anche tante situazioni morali e spirituali, che spesso riguardano soprattutto i più giovani. E il dramma che in modo trasversale le attraversa tutte è la solitudine».<br />Il Vangelo - ha insistito Papa Leone XIV - «ci dice che proprio negli sconvolgimenti della storia il Signore viene a salvarci. E noi, comunità cristiana, dobbiamo essere oggi, in mezzo ai poveri, segno vivo di questa salvezza». Riconoscendo sempre che «Non ci potrà essere pace senza giustizia, e i poveri ce lo ricordano in tanti modi, con il loro migrare come pure con il loro grido tante volte soffocato dal mito del benessere e del progresso che non tiene conto di tutti, e anzi dimentica molte creature lasciandole al loro destino».<br /><br />Camminare nella storia con l’attesa del ritorno glorioso del Signore - ha rimarcato il Pontefice - non vuol dire affatto «vivere una vita ripiegata su noi stessi e in un intimismo religioso che si traduce nel disimpegno nei confronti degli altri e della storia». E proprio perseverando nella predilezione di Cristo per i poveri - ha insistito Leone XIV - la Chiesa può proporsi come «spazio di fraternità e di dignità per tutti, nessuno escluso», aiutando il mondo a sfuggire agli illusionismi dei nuovi manipolatori e spacciatori di falsi appagamento, visto che «è sempre dietro l’angolo il pericolo di vivere come dei viaggiatori distratti, noncuranti della meta».<br /><br />Nel giorno del “Giubileo dei poveri”, Papa Leone ha concluso la sua omelia invitando tutti a lasciarsi ispirare dalla testimonianza dei Santi e delle Sante che hanno servito Cristo nei più bisognosi e lo hanno seguito nella via della piccolezza e della spoliazione». In particolare, Papa Prevost ha voluto riproporre la la figura di San Benedetto Giuseppe Labre, il mendicante “Santo dei pidocchi”, sepolto nella chiesa romana di Santa Maria ai Monti, che dormiva sotto gli archi del Colosseo e «con la sua vita di “vagabondo di Dio” ha le caratteristiche per essere patrono di tutti i poveri senzatetto».<br />Dopo la messa, e prima di recitare dalla finestra del suo studio nel Palazzo apostolico la preghiera mariana dell’Angelus, Leone XIV ha ricordato che «lungo tutta la storia della Chiesa, sono soprattutto i martiri a ricordarci che la grazia di Dio è capace di trasfigurare perfino la violenza in segno di redenzione».E dopo la recita della preghiera mariana, ha ribadito che anche oggi, in diverse parti del mondo, i cristiani subiscono discriminazioni e persecuzioni», facendo riferimento, in particolare, «a Bangladesh, Nigeria, Mozambico, Sudan e altri Paesi, dai quali giungono spesso notizie di attacchi a comunità e luoghi di culto. Dio è Padre misericordioso» ha proseguito il Pontefice «e vuole la pace tra tutti i suoi figli! Accompagno nella preghiera» ha aggiunto « le famiglie in Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, dove in questi giorni c’è stato un massacro di civili, almeno venti vittime di un attacco terroristico. Preghiamo che cessi ogni violenza e i credenti collaborino per il bene comune». <br />Dopo la recita dell’Angelus, in occasione del Giubileo dei Poveri, il Pontefice ha partecipato nell’Aula Paolo VI insieme a circa 1300 ospiti al pranzo offerto «dalla Provvidenza e dalla grande generosità della Comunità di San Vincenzo, i Vincenziani che vogliamo ringraziare» ha detto il Pontefice nelle parole rivolte ai commensali prima di iniziare il pasto, ricordando anche che nel 2025 ricorrono 400 anni dalla nascita del Santo fondatore.<br /> Sun, 16 Nov 2025 20:50:02 +0100ASIA/FILIPPINE - Dopo i tifoni, dichiarato lo stato di calamità nazionale; il problema è anche l'urbanizzazione senza regolehttps://fides.org/it/news/77036-ASIA_FILIPPINE_Dopo_i_tifoni_dichiarato_lo_stato_di_calamita_nazionale_il_problema_e_anche_l_urbanizzazione_senza_regolehttps://fides.org/it/news/77036-ASIA_FILIPPINE_Dopo_i_tifoni_dichiarato_lo_stato_di_calamita_nazionale_il_problema_e_anche_l_urbanizzazione_senza_regoleManila - Una rapida successione di tifoni catastrofici ha spinto il presidente Ferdinand Marcos Jr. a dichiarare lo stato di calamità nazionale per un anno. Le Filippine hanno recentemente subito devastanti inondazioni causate dal tifone Tino, che ha colpito le Visayas il 4 novembre 2025. Mentre il paese era ancora in preda alla crisi, un altro super tifone, Uwan, ha colpito Luzon, provocando mareggiate, inondazioni e frane. Il tifone Fung-wong il 9 novembre ha sferzato le isole settentrionali causando vaste inondazioni, con la valle di Cagayan tra le aree più colpite, sommergendo terreni agricoli, infrastrutture e aree urbane . Circa 2 milioni di persone sono sfollate.<br />Gli eventi naturali catastrofici hanno rinvigorito il dibattito pubblico sulle opere di prevenzione della corruzione di funzionari pubblici e imprenditori privati che hanno tradito le popolazioni più vulnerabili, appropriandosi di fondi destinati a progetti di prevenzione dei disastri naturali.<br />Guardando in special modo ai danni occorsi nelle realtà urbane, l'architetto cattolico Felino Palafox, da 50 anni impegnato nel lavoro di pianificazione urbana, intervenendo sui mass media come ANC News Channel, ha sottolineato che la perdita di spazi aperti nei centri urbani come Metro Manila è uno dei principali fattori che contribuisce alle inondazioni. La corsa all'edificazione e la conversione degli spazi aperti in strade e grattacieli seguono il fenomeno dell'urbanizzazione e la crescita demografica, dato che cresce la domanda di alloggi e di sviluppo commerciale. "La conversione degli spazi aperti in aree edificabili, anche se legalizzata, è morale, è etica? La motivazione principale è il profitto", ha detto. Gli spazi aperti sono "i polmoni verdi della città, utilizzati per la raccolta dell'acqua piovana, l'interazione sociale e le aree di evacuazione", ha ricordato.<br />L'architetto urbanista si è rivolto agli amministratori ma anche ai professionisti del settore, ricordando che l'interesse comune nazionale è "tutelare la vita delle persone e l'equità sociale, rispettando l'ambiente. Poi - ha detto - possiamo concentrarci sugli obiettivi economici senza dimenticare la storia, il patrimonio e la spiritualità interreligiosa. Occorre cercare un equilibrio tra tutti questi fattori". Palafox ha ricordato l'etica professionale "che dovrebbe guidare architetti e ingegneri nel dare priorità alla salute e alla sicurezza dei cittadini e nel rifiutare tangenti dai committenti o realizzatori dei progetti", ha affermato.<br /> Sat, 15 Nov 2025 12:31:36 +0100AFRICA/CONGO RD - “La pace nell’est della RDC deve includere anche i civili congolesi”https://fides.org/it/news/77032-AFRICA_CONGO_RD_La_pace_nell_est_della_RDC_deve_includere_anche_i_civili_congolesihttps://fides.org/it/news/77032-AFRICA_CONGO_RD_La_pace_nell_est_della_RDC_deve_includere_anche_i_civili_congolesiKinshasa – “Vogliamo che la voce degli abitanti dell’est della Repubblica Democratica del Congo si faccia sentire nelle trattative di pace” dice all’Agenzia Fides Néné Bintu Iragi, di professione avvocato, Presidente della Società Civile del Sud-Kivu, oltre che coordinatrice del collettivo “Maman Congo” che riunisce le donne sfollate, e membro della Commissione diocesana “Giustizia e Pace” di Bukavu.<br />Bukavu, capoluogo del Sud Kivu, è stata conquistata il 16 febbraio dai ribelli dell’M23 appoggiati da truppe ruandesi . Prima ancora a gennaio era caduta nelle mani dell’M23 Goma, capoluogo del Nord Kivu ). Da allora si sono avuti accordi di pace come quello firmato a Washington il 27 giugno, tra RDC e Ruanda sotto l’egida americana, e l’accordo di principio tra RDC e il movimento M23 siglato a Doha il 19 luglio . Quest’ultimo dovrebbe sfociare in un’intesa definitiva ma al momento si registrano degli intoppi.<br />Sulla situazione nel Nord e Sud Kivu e sulle prospettive della pace nell’est della RDC, Néné Bintu Iragi ha concesso ha accettato un’intervista a Fides.<br /><br />Lei non può rientrare a Bukavu. Perché?<br /><br />Quando i ribelli sono entrati a Bukavu mi trovavo a Dar es- Salaam per un incontro sul processo di pace avviato a Nairobi e Luanda. Ero lì come portavoce della popolazione del Sud Kivu per affermare che questa credeva ancora al percorso di pace avviato in precedenza. Purtroppo le cose sono andate diversamente. Già prima della mia partenza per la Tanzania, il 6 febbraio, erano apparsi sui social media dei messaggi di minaccia contro gli esponenti della società civile locale. Poi lungo il mio viaggio di ritorno in patria, mentre mi trovavo a Bujumbura, in Burundi, ho appreso della caduta di Bukavu. Non potevo rientrarvi perché nel corso dell’assalto dell’M23 le prigioni di Bukavu sono state svuotate dei loro carcerati. Tra questi vi sono delle persone che nel mio lavoro di avvocato difensore della popolazione avevo contribuito a far condannare. Si tratta di banditi pericolosi che taglieggiavano i viaggiatori lungo le strade nazionali n.2 e n.5 spesso uccidendoli. <br /><br />Dove si trova ora e come prosegue la sua opera di sensibilizzazione del dramma dell’est della RDC?<br /><br />Sono stata costretta a fare base a Uvira, ancora sotto il controllo del governo, da dove mi tengo in contatto con le zone in mano all’M23 per documentare le violenze commesse contro i civili sia dai guerriglieri sia dai paramilitari filo governativi, i Wazalendo. Alcuni dei miei colleghi sono minacciati da questi ultimi perché denunciamo le violazioni dei diritti umani di chiunque le commetta.<br />Come società civile siamo presi nella morsa dei diversi contendenti perché rifiutiamo di schierarci da una parte o dall’altra, rivendicando la nostra neutralità.<br />Nei nostri rapporti emerge che la situazione umanitaria è catastrofica. Solo a Goma nei giorni della sua conquista sono state violentate 3.000 donne, mentre circa 10.000 persone sono morte nella settimana seguente alla caduta della città. Questo mentre la MONUSCO è ancora presente nella zona.<br /><br />Quali sono le speranze di pace? <br /><br />La nostra speranza di pace è basata sulla risoluzione 2773 adottata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU il 21 febbraio 2025 che chiede la cessazione dell’ostilità, il ritiro immediato dell’esercito ruandese e dell’M23 e la protezione dei civili.<br />Il processo di pace avviato dal Presidente statunitense Trump parla di tutto tranne che delle vittime congolesi. Inoltre nella firma dell’accordo il 27 giugno a Washington non sono stati coinvolti né il Senato né l’Assemblea Nazionale. Eravamo disposti ad accettare tutto questo pur di avere la pace, ma lo stesso giorno della firma le uccisioni dei civili sono continuate impunemente a 15 km da Bukavu.<br />Per quanto riguarda l’altro mediatore, il Qatar, questo ha investimenti sia nella RDC sia in Ruanda, in particolare la raffineria d’oro ruandese che utilizza il minerale saccheggiato in Congo è stata costruita con finanziamenti qatariani cosi come la compagnia aerea ruandese è nelle mani di Doha. Quindi questo Stato non è un mediatore neutrale perché ha degli interessi da tutelare in entrambi i Paesi.<br />Vogliamo un accordo inclusivo che prenda in considerazione la popolazione congolese ma anche tutte le altre parti coinvolte nel conflitto nell’est della RDC compresi Burundi e Uganda. <br />Sat, 15 Nov 2025 16:36:25 +0100AFRICA/KENYA - Preoccupazione dei Vescovi per gli emendamenti alla legge sul cyber crimine: “Libertà di parola a rischio”https://fides.org/it/news/77035-AFRICA_KENYA_Preoccupazione_dei_Vescovi_per_gli_emendamenti_alla_legge_sul_cyber_crimine_Liberta_di_parola_a_rischiohttps://fides.org/it/news/77035-AFRICA_KENYA_Preoccupazione_dei_Vescovi_per_gli_emendamenti_alla_legge_sul_cyber_crimine_Liberta_di_parola_a_rischioNairobi – “I timori espressi dai keniani riguardo a queste nuove leggi non devono essere ignorati. Meritano di essere ascoltati e, ove necessario, di adottare misure correttive”. Così si sono espressi i Vescovi del Kenya, prendendo posizione sugli emendamenti di due leggi adottati dal parlamento di Nairobi. Si tratta del Computer Misuse and Cybercrimes Act, 2025, un emendamento alla legge sulla cyber sicurezza del 2018, che è stato approvato quest’anno dal Parlamento e promulgato dal Presidente William Ruto il 15 ottobre, e del Land Amendment Act No. 21 of 2025, promulgato lo stesso giorno. Quest’ultimo concerne la creazione di un pubblico registro della proprietà terriere.<br />Nella loro dichiarazione intitolata “Building a Kenya of Hope and Justice: Our Civic Duty”, i Vescovi keniani esprimono il timore “per il modo e la fretta con i quali gli emendamenti delle due leggi sono stati elaborati e promulgati. La Conferenza Episcopale riporta “le preoccupazioni dei keniani sugli emendamenti, che sono stati convertiti in legge".<br />A destare i maggiori timori sono le modifiche della legge sui crimini informatici. In particolare si teme che queste possano limitare la libertà di espressione dei cittadini. La legge così emendata - scrivono i Vescovi- “potrebbe essere utilizzate per mettere a tacere le critiche al governo, per bloccare il diritto di difesa dagli abusi governativi o persino per manipolare il processo elettorale".<br />"Senza un'attenta e significativa partecipazione pubblica, le leggi rischiano di essere controproducenti, erodendo la fiducia del pubblico nel governo” avvertono i Vescovi che chiedono una revisione degli emendamenti.<br />"Lo stesso si può dire del disegno di legge sulle organizzazioni religiose” afferma la dichiarazione. “Sebbene alcune leggi siano necessarie, il governo non dovrebbe mai essere percepito come tentare di regolamentare la religione".<br />Infine la Conferenza Episcopale del Kenya, pur elogiando la creazione di un nuovo organismo per la gestione della sanità , lamentano i ritardi nei pagamenti pubblici per le strutture sanitarie convenzionate con lo Stato, comprese quelle cattoliche. “I benefici del nuovo programma sanitario della SHA sono stati ampiamente noti” affermano. "Diverse persone hanno ricevuto cure con la nuova copertura SHA in molti ospedali, e ne siamo grati; tuttavia il programma sanitario non può sopravvivere se gli ospedali, non vengono pagati tempestivamente e in modo adeguato per i servizi che forniscono ai pazienti".<br />L’SHA ha sostituito nel 2024, il precedente National Health Insurance Fund . Secondo il Ministro della Sanità i vecchi debiti lasciati dal NHIF pesano sugli ospedali keniani. "Diverse strutture sanitarie – private, pubbliche e religiose – sono sull'orlo della chiusura a causa di ingenti parcelle in sospeso ereditate dal NHIF” afferma il Ministro. <br />Fri, 14 Nov 2025 11:22:48 +0100AFRICA/SUD SUDAN - I vescovi di Sudan e Sud Sudan: "Costruire la pace, guarire le ferite e rafforzare l'unità"https://fides.org/it/news/77034-AFRICA_SUD_SUDAN_I_vescovi_di_Sudan_e_Sud_Sudan_Costruire_la_pace_guarire_le_ferite_e_rafforzare_l_unitahttps://fides.org/it/news/77034-AFRICA_SUD_SUDAN_I_vescovi_di_Sudan_e_Sud_Sudan_Costruire_la_pace_guarire_le_ferite_e_rafforzare_l_unitaMalakal – “Dopo aver pregato, riflettuto e condiviso la pastorale dei nostri due Paesi, ci troviamo profondamente turbati dai continui conflitti devastanti e dagli accordi di pace disonorati in entrambi i Paesi, con un ulteriore aggravamento della situazione nel 2025”. E’ quanto dichiara la Conferenza episcopale di Sudan e Sud Sudan riunita a Malakal dal 7 al 14 novembre 2025 in occasione della 51ª assemblea plenaria annuale sulle attuali traiettorie di conflitto e pace nei due paesi, che ha avuto per tema ‘Costruire la pace, guarire le ferite e rafforzare l'unità’.<br /><br />“È allarmante che il dialogo non sia più visto come un veicolo di armonia, guarigione, riconciliazione e unità - insistono i vescovi nella nota pervenuta all’Agenzia Fides. Invece di perseguire il dialogo, gli interessi egoistici hanno preso il sopravvento e hanno scatenato la violenza. Ciò ha aggravato le crisi umanitarie, l'odio tra le comunità, la propaganda divisiva, la destabilizzazione dei mezzi di sussistenza, i ricorrenti sfollamenti, l'appropriazione indebita di risorse pubbliche, la fame diffusa e l'imminente carestia”. <br /><br />Tra le tematiche messe in luce dalla SSSCBC, i conflitti, il rimpatrio forzato, il disarmo e le spedizioni punitive, le inondazioni. “Siamo seriamente preoccupati per l'allarmante rimpatrio forzato di donne e uomini vulnerabili senza la dovuta considerazione per il benessere dei loro figli e degli altri membri delle famiglie che dipendono da loro.” Rivolgendosi alle forze politiche e governative i vescovi sottolineano che essere alla guida significa servire. “Il potere senza servizio è una perdita di direzione e il bene comune deve essere prioritario. Stiamo assistendo a divisioni etniche, tribali e persino intertribali senza precedenti, in nome della politica. L'unità nella diversità tra le tribù, i gruppi etnici e le comunità del Sudan e del Sud Sudan è sempre stata fonte di forza nel contesto delle loro storie, religioni, razze e culture. Questa ricchezza nella diversità non dovrebbe essere rovinata da politiche miopi e divisive.”<br /><br />I vescovi hanno inoltre fatto esplicita richiesta della piena attuazione del Revitalized Agreement on the Resolution of the Conflict in South Sudan , firmato nel 2018, da parte di tutte le parti “per creare fiducia nella popolazione e avviare un dialogo sincero” e invitato le parti coinvolte nel conflitto in Sudan a riprendere il dialogo e ad attuare la Dichiarazione di Jeddah, maggio 2023, che riafferma la necessità di ricorrere al dialogo e all'unità e alleviare le sofferenze del popolo sudanese.<br /><br />Le inondazioni in Sudan e Sud Sudan sono diventate altrettanto distruttive delle guerre civili e dei conflitti tra comunità. “Molti villaggi, fattorie, scuole, strutture sanitarie e fonti di sostentamento della popolazione sono stati sommersi. Chiediamo che venga data particolare attenzione a questo disastro naturale e che vengano individuate le sue cause e i rimedi. Come vostri Pastori vi assicuriamo che condividiamo il vostro dolore e la vostra sofferenza e che siamo determinati a proseguire nella continua advocacy per il dialogo, la riconciliazione, la guarigione, l'unità e la pace.”<br /><br />“In merito alla nostra responsabilità pastorale, abbiamo rilanciato la ‘Piccola Comunità Cristiana’. Che le nostre chiese diventino santuari di speranza, dove tutti possano trovare guarigione, unità e rinnovata forza” concludono.<br /> <br />Fri, 14 Nov 2025 11:12:22 +0100ASIA/PAKISTAN - Assolto un cristiano processato per blasfema sui social mediahttps://fides.org/it/news/77033-ASIA_PAKISTAN_Assolto_un_cristiano_processato_per_blasfema_sui_social_mediahttps://fides.org/it/news/77033-ASIA_PAKISTAN_Assolto_un_cristiano_processato_per_blasfema_sui_social_mediaSargodha - Haroon Shehzad è un uomo libero. Il cristiano pakistano, un 49enne di Sargodha , accusato e processato per blasfemia, è stato assolto da una sentenza pronunciata dalla Corte distrettuale di Sargodha l’8 novembre. Lo riferisce all'Agenzia Fides l’avvocato Aneeqa Maria Anthony, dell'organizzazione "The Voice", che ha seguito il suo caso e ha curato la difesa di Haroon in tribunale per due anni. “The Voice” esprime la sua soddisfazione perché “l’uomo può tornare dalla sua famiglia", ma rileva le gravi sofferenze che l'uomo e la sua famiglia hanno dovuto sopportare solo per aver postato un brano biblico su Facebook.<br />A giugno del 2023 Haroon Shehzad è stato accusato di blasfemia per aver condiviso, senza alcun commento, un brano tratto dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi sui social media come Facebook . Il brano postato senza commenti, così dice: “Guardate l'Israele secondo la carne: quelli che mangiano le vittime sacrificali non sono forse in comunione con l'altare? Che cosa dunque intendo dire? Che la carne sacrificata agli idoli vale qualcosa? O che un idolo vale qualcosa? No, ma dico che quei sacrifici sono offerti ai demòni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni; non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni. O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti di lui?”<br />Il post, che conteneva il brano delle Sacre Scritture, è stato maliziosamente travisato da un musulmano locale, del villaggio di Chak 49 Nord, nei pressi di Sargodha, ed è stato considerato come un insulto alla festa islamica del sacrificio, la "Eid-Ul-Azha". L'uomo ha invocato una reazione collettiva dei musulmani: tensioni e violenze sono scoppiate nella comunità che hanno costretto decine di famiglie cristiane, come quella di Haroon, a fuggire dalle loro case. In queste circostanze il team di “The Voice Society” è intervenuta per salvare Haroon e la sua famiglia, offrendo all'uomo un rifugio in un luogo sicuro. <br />Dopo la registrazione di una denuncia formale alla polizia , "The Voice" ha fornito a Shehzad un supporto legale completo. Sebbene il giudice della Corte distrettuale di Sargodha avesse concesso ad Haroon la libertà su cauzione, l'uomo è stato successivamente preso in custodia quando si è presentato alla stazione di polizia. Il procedimento davanti al tribunale di primo grado è iniziato in circostanze intimidatorie: all'udienza dell'11 luglio 2023, la presenza di circa 150 tra religiosi islamici e manifestanti ha creato un ambiente di forti pressioni tanto che il giudice ha annullato la libertà su cauzione.<br />Dopo che Haroon è stato trasferito in carcere, gli avvocati hanno presentato una nuova richiesta di libertà su cauzione all'Alta Corte di Lahore che, a novembre 2023, l’ha concessa. Nelle successive udienze, nonostante i pericoli, "The Voice" ha proseguito la sua opera: “Siamo rimasti saldi nel nostro dovere, gestendo sia la difesa legale che l'immensa responsabilità per la sicurezza di Haroon. Questo impegno è stato premiato l'8 novembre 2025, quando la Corte ha ascoltato le argomentazioni finali e ha concesso ad Haroon Shehzad l'assoluzione completa”, riferisce oggi l'avvocato Anthony. <br />“Questa vittoria legale rappresenta un significativo momento di giustizia, ottenuto in un contesto di pressioni e intimidazioni. Vorrei sottolineare l'estrema vulnerabilità delle minoranze religiose. Oggi Haroon è libero ma temiamo per la sua vita, potrebbe essere vittima di un attacco extragiudiziale. Sono ancora tante e profonde le sfide che affrontiamo per ottenere in questo paese una vera giustizia e parità di diritti nella società pakistana”, conclude.<br /> <br />Fri, 14 Nov 2025 08:48:21 +0100Santità e mistica, Leone XIV richiama alla “prudenza” davanti ai “fenomeni straordinari”https://fides.org/it/news/77030-Santita_e_mistica_Leone_XIV_richiama_alla_prudenza_davanti_ai_fenomeni_straordinarihttps://fides.org/it/news/77030-Santita_e_mistica_Leone_XIV_richiama_alla_prudenza_davanti_ai_fenomeni_straordinariCittà del Vaticano) - I “fenomeni straordinari” che anche nella Chiesa possono accompagnare particolari esperienze mistiche non rappresentano mai “condizioni indispensabili per riconoscere la santità di un fedele”, E quando sono presenti, non vanno vissuti e presentati come “privilegi individuali”, ma come aspetti “ordinati all’edificazione di tutta la Chiesa, corpo mistico di Cristo”.<br />Lo ha ricordato oggi Papa Leone XIV, tornando a indicare la “via ordinaria”, accessibile a tutti, attraverso cui si può diventare e rimanere cristiani. <br /><br />A fornire occasione per i preziosi richiami del Vescovo di Roma è stato il Convegno su mistica, fenomeni mistici e santità organizzato a Roma dal Dicastero delle Cause dei Santi. Ricevendo questa mattina nell’Aula Paolo VI i partecipanti al Convegno, il Pontefice ha rivolto loro un discorso breve e intenso in cui ha fatto riferimento anche a “manifestazioni che possono essere ingannevoli”, ricordando che “per non cadere nell’illusione superstiziosa, occorre valutare con prudenza simili eventi, attraverso un discernimento umile e conforme all’insegnamento della Chiesa”.<br /><br />Con la riflessione teologica, con la predicazione e con la catechesi – ha sottolineato Papa Prevost all’inizio del suo intervento – “la Chiesa riconosce da secoli che al cuore della vita mistica sta la consapevolezza dell’intima unione d’amore con Dio. Quest’evento di grazia si manifesta nei frutti che produce, secondo la parola del Signore: «Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo»”.<br /><br />Nella comunione ecclesiale, l’esperienza mistica dei singoli, “che supera la mera conoscenza razionale”, quando accade viene sperimentata “non per merito di chi la vive, bensì per un dono spirituale, che può manifestarsi in diversi modi, anche con fenomeni addirittura opposti, come visioni luminose o fitte oscurità, afflizioni o estasi”. E in ogni caso, “questi eventi eccezionali restano secondari e non essenziali rispetto alla mistica e alla santità stessa: possono esserne segni, in quanto carismi singolari, ma la vera meta” ha ribadito il Pontefice, citando Sant’Agostino “è e resta sempre la comunione con Dio, il quale è «interior intimo meo et superior summo meo»”.<br /><br />Anche nel lavoro compiuto nei processi di Canonizzazione per la proclamazione di nuovi Santi – ha proseguito il Successore di Pietro – “Ciò che più conta e che maggiormente si deve sottolineare nell’esame dei candidati alla santità è la loro piena e costante conformità alla volontà di Dio, rivelata nelle Scritture e nella vivente Tradizione apostolica. È importante perciò avere equilibrio: come non bisogna promuovere le Cause di Canonizzazione solo in presenza di fenomeni eccezionali, così va posta attenzione a non penalizzarle se gli stessi fenomeni connotano la vita dei Servi di Dio”.<br /><br />Anche per questo, “Con impegno costante, il Magistero, la teologia e gli autori spirituali hanno inoltre fornito criteri per distinguere fenomeni spirituali autentici, che possono accadere in un clima di orazione e sincera ricerca di Dio, da manifestazioni che possono essere ingannevoli”. Papa Prevost ha anche citato un brano di Teresa d’Avila, la Santa spagnola la cui vita fu segnata da esperienze mistiche straordinarie: «È chiaro che la somma perfezione non sta nelle dolcezze interiori, nei grandi rapimenti, nelle visioni e nello spirito di profezia, bensì nella perfetta conformità del nostro volere con quello di Dio, in modo da volere, e fermamente, quanto conosciamo essere di sua volontà, accettando con la medesima allegrezza tanto il dolce quanto l’amaro, come Egli vuole». Thu, 13 Nov 2025 13:45:36 +0100AFRICA/SUDAN - Continua la guerra mentre gli Stati Uniti sembrano pronti a sanzionare le RSFhttps://fides.org/it/news/77029-AFRICA_SUDAN_Continua_la_guerra_mentre_gli_Stati_Uniti_sembrano_pronti_a_sanzionare_le_RSFhttps://fides.org/it/news/77029-AFRICA_SUDAN_Continua_la_guerra_mentre_gli_Stati_Uniti_sembrano_pronti_a_sanzionare_le_RSFKhartoum – L’esercito sudanese ha dichiarato di aver respinto un attacco di droni contro la diga di Merowe e l’omonima città, compreso il suo aeroporto. La 19a divisione di fanteria delle SAF ha dichiarato in una nota di aver intercettato nelle prime ore di oggi, 13 novembre, uno sciame di droni suicidi lanciati dalle Forze di Supporto Rapido che cercava di colpire il quartier generale della divisione, l'aeroporto di Merowe e l’omonima diga.<br />Merowe, una delle aree strategiche chiave del Sudan settentrionale, ospita un aeroporto utilizzato sia per scopi militari che civili, nonché l’omonima diga, una delle più grandi del Paese, la cui centrale elettrica è stata colpita più volte, causando interruzioni di corrente in diverse città.<br />Le SAF hanno inoltre affermato di aver respinto un assalto delle RSF contro la base militare di Babanusa, nello stato del Kordofan Occidentale. Le RSF si erano ritirate da Babanusa nei mesi precedenti, pur mantenendo l'assedio di terra imposto alla città dal gennaio 2024.<br /> A seguito della presa da parte delle RSF di El-Fasher, la capitale del Nord Darfur il conflitto si è spostato nel Kordofan e in altre aree del Sudan, con il coinvolgimento di attori esterni che appoggiano chi le SAF chi le RSF .<br />Marco Rubio, Segretario di Stato statunitense nonché Consigliere alla Sicurezza Nazionale facente funzione, ha fatto riferimento agli sponsor stranieri delle RSF parlando con i giornalisti dopo un incontro del G7 in Canada.<br />"Penso che sia necessario fare qualcosa per bloccare il flusso di armi e il sostegno che le RSF stanno ricevendo mentre continuano la loro avanzata", ha detto Rubio, che ha aggiunto che vi sono appoggi provenienti "chiaramente" dall'esterno del Sudan. Rubio ha distinto tra i Paesi che pagano le armi e quelli che "permettono che il loro territorio venga utilizzato per spedirle e trasportarle". Una chiara allusione, senza citarli, agli Emirati Arabi Uniti, che finanziano le RSF, al Puntland e alla Libia di Haftar che permettono il transito di armi, mercenari e rifornimenti destinati ai miliziani sudanesi. Rubio inoltre ha affermato che le RSF si sono resi responsabili di crimini di guerra, compresi massacri e stupri di massa, ed ha lasciato intendere che Washington potrebbe inserirle nella lista delle organizzazioni terroristiche.<br />Alla guerra in Sudan e a quella in Sud Sudan ha fatto riferimento il Cardinale Stephen Ameyu Martin Mulla, Arcivescovo di Juba, nel discorso di apertura dell’Assemblea Plenaria della Sudan’s Catholic Bishops’ Conference il 10 novembre a Malakal in Sud Sudan. "Il popolo del Sudan e del Sud Sudan sta sopportando sofferenze indicibili, sfollamenti, perdite di vite umane, distruzione di chiese e proprietà e una crisi umanitaria di portata senza precedenti", ha affermato il Cardinale che ha elogiato la comunità cattolica e le popolazioni nell’affrontare questo dramma. "In mezzo a queste prove, le diocesi hanno dimostrato resilienza, fornendo rifugi, cibo e assistenza spirituale attraverso enti di beneficenza e altre agenzie" ha sottolineato. <br />Thu, 13 Nov 2025 11:07:19 +0100AFRICA/UGANDA- Al via la “Conferenza panafricana missionaria”, nel segno di “Ecclesia in Africa” e “Evangelii Nuntiandi"https://fides.org/it/news/77028-AFRICA_UGANDA_Al_via_la_Conferenza_panafricana_missionaria_nel_segno_di_Ecclesia_in_Africa_e_Evangelii_Nuntiandihttps://fides.org/it/news/77028-AFRICA_UGANDA_Al_via_la_Conferenza_panafricana_missionaria_nel_segno_di_Ecclesia_in_Africa_e_Evangelii_Nuntiandi<p ><iframe width="560" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/JPSrF8qNR80?si=XafpPV9xw8iyom5F" title="YouTube video player" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture; web-share" referrerpolicy="strict-origin-when-cross-origin" allowfullscreen></iframe></p><br /><br />Kampala – “Ecclesia in Africa e l’annuncio di Cristo ai tempi della sinodalità” è il tema della Conferenza panafricana missionaria" che si è aperta stamane a Kampala, presso il Seminario di St. Mary’s . <br />Promossa dal Segretariato Internazionale della Pontificia Unione Missionaria, che opera nel Dicastero per l'Evangelizzazione , la Conferenza di due giorni è stata organizzata grazie alla stretta collaborazione delle Direzioni Nazionali delle Pontificie Opere Missionarie dell'Africa anglofona e francofona, in particolare quelle di Uganda, Kenya e Costa d'Avorio e grazie alla sinergia con i vescovi locali, i rettori dei due seminari principali di Kampala e i loro collaboratori.<br />Nell’anno del Giubileo, a 30 anni dalla pubblicazione dell’Esortazione apostolica Ecclesia in Africa e a 50 anni da quella dell’Esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi,la Conferenza intende rappresentare uno spazio di confronto e riflessione condivisa intorno alle urgenze attuali della prassi missionaria nelle Chiese locali in Africa, in continuità con analoghi convegni di ispirazione missionaria convocati nel corso degli ultimi decenni.<br />“Grazie per l'interesse e l'impegno, non solo diretti ad approfondire la riflessione sulla missione evangelizzatrice della Chiesa in Africa alla luce dei menzionati documenti ecclesiali, ma anche e soprattutto a rinnovare lo spirito e lo zelo missionario in voi e quindi in tutti per una nuova primavera missionaria della Chiesa, tanto sognata da Papa Francesco, di benedetta memoria, e sottolineata dallo stesso Papa Leone, un nuovo movimento missionario per un nuova primavera missionaria della Chiesa” - ha affermato il Cardinale Luis Antonio Gokim Tagle, Pro-Prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione , in un video messaggio mostrato in apertura di convegno indirizzato ai partecipanti e che l’Agenzia Fides pubblica integralmente. <br />Il Cardinale Tagle ha evidenziato come la Conferenza panafricana si inserisca bene nella serie di conferenze organizzate dalla Pontificia Unione Missionaria , a partire da quella su Ecclesia in Asia dello scorso anno, promossa da padre Dinh Anh Nhue Nguyen OFMConv, Segretario generale dell’Opera, che ha introdotto i lavori della conferenza di stamane.<br />Padre Nguyen ha mostrato anche i video messaggi dei direttori delle POM di altri continenti che hanno voluto dare il loro sostegno a “distanza” alla importante iniziativa. Poi, ha dato inizio alle sessioni della Conferenza con una relazione intitolata “Ecclesia in Africa 30 anni dopo: una panoramica giubilare alla luce della Evangelii Nuntiandi”, dove ha richiamato le origini storiche ed il contesto in cui è nata “Ecclesia in Africa”. Il Segretario generale della PUM ha ha messo in luce i punti di consonanza nell’insegnamento missionario proposto in Ecclesia in Africa e Evangelii Nuntiandi, suggerendo poi alcune delle priorità per la missione evangelizzatrice odierna.<br />La conferenza in corso prosegue con relazioni, panel e dibattiti, che si alterneranno tra oggi e domani, giornata nella quale è atteso anche il video messaggio contenente una riflessione del Segretario del Dicastero missionario, l’Arcivescovo Fortunatus Nwachukwu.<br />Le tematiche al centro della conferenza panafricana missionaria di oggi si colgono nei titoli di relazioni e dibattiti, che spaziano da “La Chiesa di Cristo - Famiglia di Dio: cammino e attualità di una metafora ecclesiologica in prospettiva missionaria” a “Il cambiamento epocale e le sfide culturali nell’evangelizzazione in Africa oggi”, con un focus specifico sull'opera pastorale delle donne consacrate in Uganda. Si approfondiranno anche punti di continuità tra “Ecclesia in Africa" e il Documento finale del Sinodo sulla sinodalità e gli orientamenti di pastorale missionaria in Africa. Particolare attenzione verrà concentrata sul tema "crisi sociopolitiche in Africa oggi: un kairos per la giustizia e la pace?” e sui “progressi tecnologici e i mezzi di comunicazione sociale come areopaghi e strumenti di evangelizzazione in Africa”. <br />Venerdì 14 novembre due interventi collegati saranno dedicati a “Gli Africani e la missio ad gentes oggi” e agli “Africani e la missio ad gentes oggi in Europa”. Altre relazioni e confronti si concentreranno su questioni di forte impatto sul piano politico, sociale, e delle relazioni tra diverse comunità di credenti, come emerge da altri titoli delle sessioni della Conferenza: “Panafricanismo e cristianesimo tra protagonismo ed antagonismo: necessità di dialogo”, e “Il problema della terra in Africa: verso una nuova evangelizzazione della “terra” e “Dialogo e missione: sfide della convivenza interconfessionale e interreligiosa”. <br /> <br /><br/><strong>Link correlati</strong> :<a href="httpS://www.fides.org/it/attachments/view/file/conference_flyer_Final.pdf">FLYER</a>Thu, 13 Nov 2025 09:53:11 +0100ASIA/INDONESIA - Giornata Mondiale per i Poveri: i missionari Camilliani e i piccoli miracoli di carità nell’isola di Floreshttps://fides.org/it/news/77027-ASIA_INDONESIA_Giornata_Mondiale_per_i_Poveri_i_missionari_Camilliani_e_i_piccoli_miracoli_di_carita_nell_isola_di_Floreshttps://fides.org/it/news/77027-ASIA_INDONESIA_Giornata_Mondiale_per_i_Poveri_i_missionari_Camilliani_e_i_piccoli_miracoli_di_carita_nell_isola_di_FloresKupang – “Nell’isola di Flores i piccoli miracoli hanno fattezze molto umane: un pacco di riso, un quaderno per la scuola, una porta e una finestra al posto di una catena, un centro per persone sole e abbandonate, una casa per studenti lontani da casa. Tutto questo permette a noi missionari di trasformare gesti semplici in cambiamenti duraturi: serenità, educazione, sostegno e dignità.” Lo riferisce all’Agenzia Fides padre Luigi Galvani, missionario camilliano, in occasione della giornata mondiale per i poveri che si celebra il prossimo 16 Novembre 2025. “La celebrazione è per noi missionari camilliani in Indonesia il culmine di un anno ricco di piccoli segni di speranza e di carità concreta”.<br /><br />“Sull’isola di Flores i Camilliani vivono il loro carisma là dove la fragilità è più evidente: accanto ai malati, ai poveri e alle famiglie che lottano ogni giorno per la dignità" aggiunge il missionario che, dopo anni di servizio a Flores, da qualche settimana si è trasferito a Kupang, Timor Indonesiano, nel St. Camillus Social Center. "La presenza camilliana unisce assistenza sanitaria di base, ascolto, accompagnamento spirituale e iniziative sociali pensate per chi è escluso dai servizi pubblici o vive in villaggi remoti.” E' lì che anche Il generoso sostegno di tanti benefattori ha contribuito a far accadere, durante l’anno, "tanti piccoli miracoli di carità con la realizzazione di diverse iniziative a favore dei più poveri e abbandonati, grazie al quale 160 bambini indigenti e le loro famiglie hanno ricevuto un aiuto nutrizionale mensile con pacchi di riso, olio, legumi e prodotti di prima necessità. Non è stato solo cibo, ma sicurezza e respiro per arrivare a fine mese con serenità e speranza. Inoltre, diversi malati mentali 'inceppati' e tenuti legati per lungo tempo, hanno ritrovato la loro libertà in casette dignitose con un letto e un servizio igienico finora sconosciuto per loro ; 30 studenti poveri hanno ricevere piccole borse di studio, uniformi, quaderni e tasse d’iscrizione potendo continuare a studiare e sognare un futuro migliore.”<br /><br />“Tra le altre iniziative, - racconta il missionario - è in fase di realizzazione la costruzione della Casa della Carità ‘San Camillo', vicino al nostro Seminario, per accogliere persone abbandonate o senza famiglia che riceveranno gratuitamente vitto, cure di base e accompagnamento sociale. Un centro di accoglienza vicino alla città offrirà ospitalità a giovani studenti dei villaggi lontani dell’isola. A loro sarà offerto un letto pulito, un sostegno per lo studio e una comunità che li aiuta a crescere.”<br /><br />Padre Galvani conclude sottolineando che dietro ogni progetto ci sono volti, storie e sorrisi ritrovati. “Veramente la solidarietà di generosi benefattori ha cambiato non solo la vita di tanti poveri, ma ha pure riacceso in noi missionari un nuovo entusiasmo di servire con cuore più missionario ed evangelico.”<br /><br /> <br />Thu, 13 Nov 2025 08:27:51 +0100ASIA/CINA - A Pechino si celebra il 600° anniversario dell’Università Cattolica di Lovaniohttps://fides.org/it/news/77026-ASIA_CINA_A_Pechino_si_celebra_il_600_anniversario_dell_Universita_Cattolica_di_Lovaniohttps://fides.org/it/news/77026-ASIA_CINA_A_Pechino_si_celebra_il_600_anniversario_dell_Universita_Cattolica_di_LovanioPechino – A Pechino è stata celebrata 600° anniversario della fondazione dell’Università cattolica di Lovanio , istituita in Belgio da Papa Martino V con la Bolla papale "Sapientie immarcessibilis" il 9 dicembre 1425. <br />Circa 150 tra diplomatici, ex alunni e altri ospiti hanno preso parte alla serata ccelebrativa organizzata il 7 novembre presso Ambasciata del Belgio a Pechino. Dodici studiosi laureati a Lovanio e esperti di Intelligenza Artificiale, con il direttore del Leuven Institute, hanno aperto il secondo Salone di AI dedicato al tema “AI e robotica per il mondo”, hanno analizzando l’impatto delle nuove scoperte e strumenti tecnologici sugli studi umanistici, Tre scrittori ex studenti, Xu Feng, Shao Bin e Bao Shu hanno animato la Conferenza di scienze umane sul tema “Storia, presente e futuro” ripercorrendo la vicenda storica dell’Università di Lovanio. <br />Anche laureati ex allievi in architettura si sono confrontati su questioni riguardanti le prospettive degli studi architettonici e urbanistici con otto esperti provenienti da tutta la Cina, Bruno Angelet, Ambasciatore del Belgio a Pechino, il professore Peter Lievens, ex Rettore di KU Leuven, il professor Roel Leus, Presidente del Comitato consultivo della KU Leuven per la regione cinese ecc. hanno all’evento. <br /><br />Dall'inizio del XX secolo, circa 5.000 studenti cinesi hanno studiato a Lovanio. E l’università e la città di Lovanio sono anche mete dei pellegrinaggi di tanti cinesi cattolici in visita in Belgio.<br />Il 9 dicembre 1425, su richiesta della città di Lovanio, Papa Martino V emise la bolla papale “Sapientie immarcessibilis” fondando il prestigioso ateneo che inizialmente comprendeva le facoltà di Scienze Umane, Diritto Canonico, Diritto Civile e Medicina. Nel corso degli anni state fondate anche altre facoltà, compresa quella di Teologia. <br />Dal 1968, l’Università è divisa in due entità: la Katholieke Universiteit Leuven, di lingua fiamminga, e l’Universitè Catholique de Louvain, di lingua francese. <br />Oggi l’Università conta più di 60 mila studenti e 20 dipendenti, tra personale accademico e impiegati. <br />Gli eventi celebrativi per il 600esimo anniversario comprendono mostre, percorsi culturali, attività artistiche e conferenze tematiche, <br />Wed, 12 Nov 2025 12:16:31 +0100AFRICA/MALI - Annullato il pellegrinaggio annuale al santuario mariano di Kita per l’insicurezza ma a Bamako si tiene fiera delle armihttps://fides.org/it/news/77025-AFRICA_MALI_Annullato_il_pellegrinaggio_annuale_al_santuario_mariano_di_Kita_per_l_insicurezza_ma_a_Bamako_si_tiene_fiera_delle_armihttps://fides.org/it/news/77025-AFRICA_MALI_Annullato_il_pellegrinaggio_annuale_al_santuario_mariano_di_Kita_per_l_insicurezza_ma_a_Bamako_si_tiene_fiera_delle_armiBamako – La Conferenza Episcopale del Mali ha annunciato di aver deciso l’annullamento del 54° pellegrinaggio nazionale a Kita a causa delle difficoltà di trasporto e mancanza di carburante, provocate dal blocco imposto dai jihadisti del JNIM attorno alla capitale Bamako,<br />“Cari fratelli e sorelle, come ogni anno la nostra Chiesa si prepara con fervore a vivere il pellegrinaggio nazionale al santuario mariano di Kita, momento privilegiato di fede, di comunione fraterna e di offerta di preghiera per il nostro Paese” si legge nel comunicato firmato da Mons. Jonas Dembélé, Vescovo di Kayes, Presidente della Conferenza Episcopale del Mali. “Tuttavia, di fronte alla circostanze attuali della nostra nazione, in particolare le difficoltà legate agli spostamenti dei pellegrini, provocate dalla mancanza di forniture regolari di carburante, dopo un’attenta riflessione, i Vescovi hanno deciso di annullare il pellegrinaggio nazionale del 2025”. Questa decisione- prosegue Mons. Dembélé - frutto della preghiera e del senso di responsabilità, esprime la preoccupazione pastorale dei Vescovi per il bene di tutto il popolo di Dio”.<br />La Conferenza Episcopale invita comunque i fedeli “a vivere un tempo di preghiera e di comunione spirituale insieme alla Vergine Maria, Nostra Signore del Mali, nel periodo previsto del pellegrinaggio”, auspicando che “la preghiera fervente di ciascuno sia un’intercessione per la pace, la coesione e la prosperità del nostro Paese”.<br />Il JNIM sta da tempo minacciando i rifornimenti di carburante per la capitale Bamako ed altre città del Mali . Il gruppo jihadista inoltre conduce attacchi contro centri abitati come Kati e Kita e continua a perpetrare molteplici rapimenti di stranieri.<br />Nonostante la grave insicurezza, ieri 11 novembre, si è aperta a Bamako, BAMEX 2025, la prima fiera degli armamenti che si tiene in Mali. L’evento vede la forte partecipazione di industrie militari turche , con la presenza di delegazioni provenienti da Niger, Burkina Faso, Repubblica del Congo, Togo, Ghana, Nigeria, Libia, Marocco Sudan e Iran. <br />Wed, 12 Nov 2025 11:36:26 +0100Roma, Manila, Nairobi: la "lunga marcia" di Nilda Castro, tra diplomazia e missionehttps://fides.org/it/news/77023-Roma_Manila_Nairobi_la_lunga_marcia_di_Nilda_Castro_tra_diplomazia_e_missionehttps://fides.org/it/news/77023-Roma_Manila_Nairobi_la_lunga_marcia_di_Nilda_Castro_tra_diplomazia_e_missione di Victor Gaetan*<br /><br />Nairobi - L'immagine classica del missionario cattolico rimane quella di una persona motivata e mossa dalla fede che lascia la propria casa per recarsi in un luogo lontano, per poi non tornare mai, o tornare raramente, dedicandosi completamente alla fioritura della Chiesa in un luogo straniero. Missionari di questo tipo esistono ancora.<br />In maniera analoga, lo "stereotipo" di una suora che assiste un prelato è spesso legato alla “gestione della casa”.<br />Durante un recente viaggio per realizzare reportage in diversi Paesi africani, ho incontrato meravigliosi esempi di nuove forme di missione tra i membri consacrati del Movimento dei Focolari, e una focolarina consacrata che ribalta l'immagine anonima della suora "senza nome".<br />Si tratta della filippina Nilda Castro, una focolarina la cui carriera tra Roma e Manila attesta la portata missionaria del movimento fondato da Chiara Lubich.<br /><br /> <br />Diplomazia vaticana<br /><br />Nilda Castro ha completato due anni di formazione in Italia, poi è tornata nelle Filippine per "costruire il movimento" per sei anni.<br />È tornata a Roma come traduttrice di lingua inglese per un'organizzazione ecclesiale. Poi Chiara Lubich le chiese di aiutare l'arcivescovo Giovanni Cheli, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a New York, che nel 1986 stava tornando a Roma per assumere la guida del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, assorbito nel 2017 dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Il Cardinale Cheli cercava una persona che potesse aiutarlo e che parlasse correntemente l'inglese.<br />Va ricordato che l’Arcivescovo Cheli è stato un protagonista della diplomazia di Papa Giovanni Paolo II insieme ai Cardinali Agostino Casaroli, Renato Martino, Luigi Poggi e Achille Silvestrini nel lavoro dietro le quinte per ottenere spazio e proteggere i cattolici nei Paesi comunisti durante la Guerra Fredda.<br /><br />Esempi del ruolo svolto da Cheli includono la visita alla fine del 1968 al Vescovo greco-cattolico rumeno Iuliu Hossu, incarcerato dai comunisti dopo che questi avevano vietato la Chiesa da lui guidata, per offrirgli la possibilità di lasciare il Paese, con l'approvazione del governo, e essere creato cardinale. Poiché Hossu non voleva abbandonare la sua lotta decennale per legalizzare la sua Chiesa fuorilegge, Papa Paolo VI lo nominò Cardinale in pectore. Cheli ebbe più successo in Ungheria nel 1971 quando, a nome della Santa Sede , portò a Roma il Cardinale Arcivescovo József Mindszenty, chiudendo così la "questione Mindszenty". In seguito, emerse come il più forte critico della Santa Sede contro l'invasione statunitense dell'Iraq.<br /><br />La collaborazione di Nilda Castro si rivelò particolarmente utile al diplomatico anche a motivo della sua competenza in matematica e informatica: uno degli obiettivi di Cheli era quello di portare in Vaticano la tecnologia che utilizzava a New York. Dopo aver aggiornato le sue competenze, aiutò il Dicastero pontificio a potenziare i sistemi informatici. Lavorò con Cheli fino al suo pensionamento nel 1998, pochi mesi dopo la sua creazione a Cardinale. <br /><br />"L'appartamento del Cardinale Cheli era molto vicino al nostro ufficio e lui ci invitava spesso a pranzo: era una persona molto gentile e cordiale!", ricorda oggi Nilda Castro.<br />Seguì per lei la collaborazione con tre altri Cardinali: Stephen Hamao , Renato Martino e Antonio Vegliò, sotto la cui guida assunse un ruolo di primo piano nella sezione del Pontificio Consiglio che si occupava degli aeroporti e degli spostamenti per via aerea. Non era insolito per Castro rappresentare il Vaticano alle riunioni intergovernative convocate dall'ONU.<br /><br />Nel 2013 "mi è stato chiesto di tornare nelle Filippine perché il Movimento dei Focolari aveva bisogno di aiuto" come parte del centro di coordinamento di una zona che includeva Manila. In quel tempo, Castro ha seguito in particolare questioni relative alla formazione spirituale dei diversi rami dei Focolari.<br />Nonostante il raggiungimento dell’età pensionabile, due Nunzi successivi a Manila hanno chiesto a Castro di continuare il suo servizio presso la Nunziatura: lei ha prestato la sua collaborazione agli arcivescovi Giuseppe Pinto e Gabriele Caccia nella gestione del lavoro, delle riunioni e della comunicazione della Nunziatura.<br />Cosa ha contribuito a realizzare? "di queste cose non parlo", dice con un'alzata di spalle la focolarina, che confessa che la sua dimestichezza coi processi e le procedure romane era apprezzata dai Nunzi.<br /><br />Da quando l’Arcivescovo Caccia si è trasferito a New York nel 2019, Castro si è dedicata al 100% al movimento dei Focolari, vivendo a Mariapoli Pace, una "piccola città dedicata all'amore" dove risiedono oltre 100 persone: 5 comunità di donne, 3 di uomini, giovani adulti, sacerdoti e seminaristi e famiglie.<br />"Chiara [Lubich] aveva nel cuore il desiderio di creare qualcosa che testimoniasse come sarebbe una società se tutti vivessero semplicemente il Vangelo. La sua visione era quella di una città dove l'unica legge fosse l'amore", spiega Nilda Castro. E continua: "Gesù è presente in mezzo a noi. Quindi, chiunque venga alla Mariapoli della Pace dovrebbe percepire la Sua presenza e sapere che le persone che vivono lì si amano".<br /><br /><br />Dialogo interreligioso<br /><br />Chiara Lubich strinse amicizia con Nikkyo Niwano, fondatore del movimento buddista giapponese Rissho Kosei-Kai. Entrambi ricevettero il Premio Templeton per le loro intuizioni in materia di religione. Quando lui la invitò a Tokyo, lei colse l'occasione per visitare Hong Kong, Taiwan, la Corea e le Filippine, dove, secondo Castro, condivise l'impressione che i cristiani dovessero fare di più per conoscere le religioni asiatiche.<br />Così Chiara Lubich fondò una scuola dedicata al buddismo e allo shintoismo. Oggi quella scuola è un centro di formazione che insegna e prepara i membri al dialogo interreligioso.<br />Le piccole città dell'amore, i centri Mariapoli dei Focolari, continuano in tre luoghi: fuori Manila , alla periferia di Nairobi e in Costa d'Avorio .<br /><br /><br />Percorsi “transnazionali”<br /><br />Il percorso di Nilda Castro è piuttosto unico, ma non è raro sentire altre affascinanti storie di missione che, ad esempio, hanno portato una focolarina laureata in infermieristica, Triphonie Barumwete, dal Burundi al Camerun, alla Repubblica Democratica del Congo, all'Italia e al Kenya nel corso di 30 anni.<br />Oppure di incontrare un focolarino nato in Camerun, Marcellus Nkafu Nkeze, la cui formazione è iniziata in Italia e lo ha poi portato in Svizzera, dove è stato istruttore spirituale; in Sud Sudan e Kenya, dove ha gestito l'assistenza umanitaria; in Burundi, dove ha assistito i malati di AIDS; poi di nuovo in Camerun, dove coordina le attività dei Focolari in Africa centrale, gestendo al contempo una famosa libreria religiosa a Douala.<br /><br />Passando da un incarico all'altro, i membri consacrati dei Focolari mantengono il loro impegno a realizzare le parole di Gesù: "Che tutti siano uno" . L'unità e il dialogo sono al centro della ragion d'essere dei Focolari, sin da quando Chiara Lubich fondò il movimento laico durante la Seconda Guerra mondiale a Trento, in Italia. .<br />I membri attraversano i confini per fondare, coltivare e fecondare comunità, e si muovono tra mondi diversi, tra lavori che richiedono competenze estremamente diverse.<br /> <br />*Victor Gaetan è corrispondente senior del National Catholic Register, dove si occupa di questioni internazionali. Scrive anche per la rivista Foreign Affairs e ha collaborato con il Catholic News Service. È autore del libro God's Diplomats: Pope Francis, Vatican Diplomacy, and America's Armageddon , la cui seconda edizione in brossura in edizione nel luglio 2023. Il suo sito web è VictorGaetan.org<br />Wed, 12 Nov 2025 10:36:35 +0100ASIA/INDIA - Attentato a Delhi, arresti in Kashmir; i Vescovi: unità nella lotta al terrorismohttps://fides.org/it/news/77024-ASIA_INDIA_Attentato_a_Delhi_arresti_in_Kashmir_i_Vescovi_unita_nella_lotta_al_terrorismohttps://fides.org/it/news/77024-ASIA_INDIA_Attentato_a_Delhi_arresti_in_Kashmir_i_Vescovi_unita_nella_lotta_al_terrorismoNew Delhi - La polizia indiana ha arrestato in Kashmir diversi sospettati legati all'attentato avvenuto a Nuova Delhi dove un'autobomba è esplosa il 10 novembre vicino allo storico "Forte Rosso", uccidendo otto persone e ferendone altre. Le autorità hanno avviato un'indagine per terrorismo, provvedimento che conferisce alle autorità inquirenti maggiori poteri di arresto o detenzione.<br />Almeno cinque persone sono state arrestate nel distretto di Pulwama, nel sud del Kashmir. La polizia ha inoltre smantellato "una sospetta cellula terroristica" che operava a Faridabad, alla periferia di New Delhi, arrestando altri setti militanti e sequestrando armi e una grande quantità di materiale per fabbricare ordigni.<br />Secondo i media indiani, gli inquirenti stanno raccogliendo prove per collegare le tensioni in Kashmir all'attentato di Delhi, che ha colpito in un luogo altamente simbolico: il Forte Rosso, infatti, importante attrazione turistica, è un monumento del XVII secolo e il luogo in cui i primi ministri indiani pronunciano i discorsi per il Giorno dell'Indipendenza il 15 agosto di ogni anno.<br />Va notato che un altro attentato si è verificato l'11 novembre, in Pakistan, davanti a un tribunale a Islamabad: la sequenza dei due episodi ha fatto salire nuovamente la tensione politica tra India e Pakistan, con reciproche accuse di un coinvolgimento o complicità nei due diversi attacchi.<br />La Conferenza episcopale dell'India ha diffuso una nota in cui si esprime "profondo sgomento per la morte di persone innocenti e per i feriti", invitando a "vegliare e pregare". "I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con quanti in questo momento vivono un immenso dolore. Preghiamo anche per la pronta guarigione di tutti coloro che sono rimasti feriti", si legge nella dichiarazione.<br />I Vescovi esortano i cittadini di tutto il Paese a "rimanere vigili e a segnalare tempestivamente alla polizia qualsiasi attività sospetta", restando uniti nella lotta al terrorismo. Anche i parroci sono chiamati a "a informare le autorità competenti di qualsiasi attività sospetta o oggetto incustodito all'interno o nei pressi dei locali delle chiese". "Restiamo uniti come un'unica comunità, manteniamo la pace e cooperiamo per garantire la sicurezza e il benessere di tutti i cittadini. Continuiamo a pregare per la pace e la sicurezza nella nostra amata nazione", conclude la Conferenza episcopale.<br /> Wed, 12 Nov 2025 11:16:52 +0100ASIA/CAMBOGIA - Le Figlie di Maria Ausiliatrice prima congregazione religiosa presente nella provincia del Mondulkirihttps://fides.org/it/news/77022-ASIA_CAMBOGIA_Le_Figlie_di_Maria_Ausiliatrice_prima_congregazione_religiosa_presente_nella_provincia_del_Mondulkirihttps://fides.org/it/news/77022-ASIA_CAMBOGIA_Le_Figlie_di_Maria_Ausiliatrice_prima_congregazione_religiosa_presente_nella_provincia_del_MondulkiriSen Monorom – A cinque giorni di distanza dalla Canonizzazione di Maria Troncatti , l’Ispettoria Maria Nostro Aiuto ha inaugurato ufficialmente una nuova presenza delle Figlie di Maria Ausiliatrice che porta il nome della Santa a Sen Monorom, nel Mondulkiri, una provincia nel nord-est della Cambogia al confine con il Vietnam.<br /><br />Attualmente le FMA sono la prima e unica congregazione religiosa presente nella provincia del Mondulkiri. Si tratta di un nuovo capitolo della missione in Cambogia. Secondo quanto diffuso dalle religiose, l’apostolato della nuova Comunità prevede tra l’altro catechesi, educazione alla fede, supporto alle attività parrocchiali, formazione delle maestre di scuola materna e la gestione di un pensionato per giovani donne povere.<br /><br />Il primo “nucleo” della Comunità si è formato il giorno dell’insediamento, lo scorso 24 ottobre, con la nuova Direttrice, suor Maria Thao, missionaria vietnamita, suor Dory Helena Ramirez, missionaria colombiana, e suor Marinella Xinh, vietnamita, a cui si sono unite per la celebrazione dodici FMA provenienti da varie comunità della Cambogia. <br /><br />Ad ufficializzare l’apertura della Comunità una messa celebrata dal primo vescovo di etnia Khmer in Cambogia dall’era dei Khmer Rossi, Pierre Suon Hangly. Attualmente il vescovo ricopre la carica di Vicario Apostolico Coadiutore di Phnom Penh e Amministratore Apostolico della Prefettura di Kompong-Cham, alla quale appartiene la Comunità.<br /> Wed, 12 Nov 2025 09:05:15 +0100ASIA/MYANAMAR - Templi, chiese, scuole, monasteri distrutti: le ferite della guerra sulle comunità di credentihttps://fides.org/it/news/77021-ASIA_MYANAMAR_Templi_chiese_scuole_monasteri_distrutti_le_ferite_della_guerra_sulle_comunita_di_credentihttps://fides.org/it/news/77021-ASIA_MYANAMAR_Templi_chiese_scuole_monasteri_distrutti_le_ferite_della_guerra_sulle_comunita_di_credentiYangon - Oltre 200 tra istituzioni, templi e siti religiosi, come monasteri buddisti, moschee, chiese, sono state danneggiate, distrutte o saccheggiate durante il conflitto civile in corso in Myanmar tra il 2021 e il 2025. I dati diffusi da organizzazioni della società civile con sede o con personale in Myanmar come "Independent Investigative Mechanism for Myanmar", "Centre for Information Resilience", "Myanmar Witness" trovano riscontri di preti, missionari , laici cattolici intenti a stilare un censimento che documenti le ferite della guerra sulle comunità religiose birmane.<br />"I principali responsabili della distruzione - segnala una fonte locale di Fides - sono le forze della giunta militare che, con bombardamenti aerei, di artiglieria o con droni, hanno fatto significativi danni nelle regioni di Sagaing, Magwe, o negli ststai Chin e Kayah".<br />Le ferite che toccano le comunità religiose riguardano anche oltre 400 strutture sanitarie in cui si offriva assistenza sanitaria ai feriti o ai malati, spesso gratuita. Anche le scuole sono state colpite e sono oltre 240 gli istituti educativi distrutti da attacchi aerei, mentre molte altre scuole sono state o occupate e trasformate in basi militari o quartieri generali dell'esercito.<br />A soffrire per la guerra, nelle aree dove sono più intensi i combattimenti, sono le comunità cristiane presenti negli stati con forti movimenti di resistenza, come Chin, Kayah e Kachin.<br />Come appreso da Fides, tra le chiese cattoliche più importanti, colpite o danneggiate e ora chiuse al culto, vi sono: la Chiesa di Cristo Re, Falam, Stato Chin, distrutta da un attacco aereo nell'aprile 2025; la Chiesa del Sacro Cuore e Mindat designata come cattedrale per la nuova diocesi di Mindat, bombardata nel febbraio 2025; la Cattedrale di San Patrizio, a Banmaw, nello Stato Kachin, bruciata insieme agli edifici diocesani, alla casa del vescovo e agli uffici, nel marzo 2025; il Centro Pastorale di San Michele a Nanhlaing, nella diocesi di Banmaw; la Chiesa della Regina della Pace, nello stato di Kayah, danneggiata dai bombardamenti nel giugno 2021; la Chiesa del Sacro Cuore a Loikaw: distrutta dai bombardamenti nel maggio 2021, che hanno ucciso quattro persone che si erano rifugiate al suo interno; la Chiesa di Maria Madre della Misericordia nello Stato di Kayah: danneggiata da un attacco aereo militare nell'agosto 2023; la Cattedrale di Cristo Re e il Centro Pastorale a Loikaw, Stato di Kayah che ha subito bombardamenti militari, profanazioni e occupazione della cattedrale a novembre 2023; la Chiesa dell'Assunzione, nella regione di Sagaing, un'antica chiesa e un convento delle suore incendiati e distrutti.<br />Vescovi e laici nella Chiesa cattolica birmana hanno ricordato che, secondo il diritto internazionale umanitario, i luoghi di culto sono protetti in quanto beni civili, secondo quanto previsto da documenti come la Convenzione di Ginevra e lo Statuto di Roma , che istituì la Corte Penale Internazionale.<br /> Tue, 11 Nov 2025 12:38:52 +0100AMERICA/BRASILE - Tornado devasta lo stato di Paraná, tetti scoperchiati e abitazioni ridotte in maceriehttps://fides.org/it/news/77020-AMERICA_BRASILE_Tornado_devasta_lo_stato_di_Parana_tetti_scoperchiati_e_abitazioni_ridotte_in_maceriehttps://fides.org/it/news/77020-AMERICA_BRASILE_Tornado_devasta_lo_stato_di_Parana_tetti_scoperchiati_e_abitazioni_ridotte_in_macerieBrasilia - Un’ondata di maltempo ha prodotto il più forte tornado degli ultimi 40 anni che ha portato distruzione diffusa con morti e feriti nel Brasile meridionale. Distrutta in particolare la cittadina di Rio Bonito do Iguaçu.<br /><br />Secondo le autorità locali, la tempesta, con venti oltre i 250 km/h, ha raso al suolo case e ha lasciato dispersi, spingendo le autorità a dichiarare lo stato di emergenza. Le squadre di soccorso continuano a cercare tra le macerie, mentre gli ospedali curano decine di residenti gravemente feriti. È uno dei peggiori disastri meteorologici della regione degli ultimi anni.<br /><br />“Ci uniamo in preghiera per le vite perdute e per le innumerevoli famiglie le cui case sono state distrutte”, si legge nel comunicato diffuso dalla presidenza della Conferenza dei vescovi del Brasile che esprime “solidarietà con la diocesi di Guarapuava, nel Paraná, e con gli altri stati colpiti dalle forti piogge”.<br /><br />Case con i tetti completamente divelti, alberi sradicati, pali della luce caduti e colonne di cemento crollate è lo scenario che si presenta, in alcune zone si stima che fino al 90% degli edifici sia stato parzialmente o totalmente distrutto.<br /><br />Insieme alla richiesta di preghiera e sostegno, i vescovi del paese hanno chiesto collaborazione per quanto possibile agli sforzi di aiuto umanitario e ricostruzione nelle zone devastate. La CNBB ha espresso inoltre “vicinanza pastorale e il suo sostegno alle comunità e alle parrocchie che si stanno mobilitando in atti concreti di carità e solidarietà per aiutare le persone colpite”.<br /><br />In questo contesto di emergenza, la Caritas di Guarapuava, in collaborazione con la Regione Sud 2 della CNBB, ha lanciato una campagna di solidarietà per raccogliere fondi a favore delle famiglie colpite.<br /> <br />Tue, 11 Nov 2025 11:18:07 +0100AFRICA/GHANA - “La distruzione ambientale è una violenza contro i più deboli e il Creato” afferma il Presidente della Conferenza episcopalehttps://fides.org/it/news/77019-AFRICA_GHANA_La_distruzione_ambientale_e_una_violenza_contro_i_piu_deboli_e_il_Creato_afferma_il_Presidente_della_Conferenza_episcopalehttps://fides.org/it/news/77019-AFRICA_GHANA_La_distruzione_ambientale_e_una_violenza_contro_i_piu_deboli_e_il_Creato_afferma_il_Presidente_della_Conferenza_episcopaleAccra - "La distruzione ambientale è una forma silenziosa di violenza contro i vulnerabili e un peccato contro lo stesso creato " ha affermato Mons. Matthew Gyamfi, Vescovo di Sunyani, Presidente della Conferenza Episcopale del Ghana all’apertura ieri, 10 novembre, dell’Assemblea Plenaria dei Vescovi ghaniani a Damongo, sul tema “Una Chiesa sinodale al servizio della giustizia e della pace in Ghana”.<br />Mons. Gyamfi si riferiva soprattutto al fenomeno delle miniere illegali, , che provoca danni enormi all’ambiente e alla società. "Questa devastazione non è solo ecologica: è una tragedia morale e sociale" ha rimarcato il Presidente della GCBC che ha ricordato come le attività mineraria illegale ha inquinato oltre il 60 percento dei fiumi del Ghana a causa del mercurio e di altre sostanze tossiche utilizzate per estrarre l’oro, e distrutto migliaia di ettari di foresta.<br />Negli ultimi cinque anni, il Ghana ha perso ben 11,4 miliardi di dollari a causa del contrabbando illegale di oro. Inoltre, con il 39% dei giovani senza lavoro, molti si dedicano a questa rischiosa attività mineraria solo per sopravvivere.<br />La Conferenza Episcopale del Ghana è da tempo una delle voci più importanti nel denunciare i danni ambientali e i costi umani delle miniere illegali .<br />Mons. Gyamfi ha poi espresso preoccupazione per il persistere di conflitti etnici in particolare a Bawku , Doba-Kandiga, Yendi e Bimbilla, che hanno causato numerose vittime e migliaia di sfollati. "La pace non può esistere senza giustizia, e la sicurezza non può durare senza compassione", ha sottolineato. Il Presidente della GCBC ha rimarcato gli sforzi della Conferenza Episcopale per risolvere questi conflitti attraverso la Sahel Peace Initiative . “La GCBC continua a collaborare con il Consiglio nazionale per la pace e il Centro nazionale per i meccanismi di allerta precoce e risposta per sviluppare un sistema di mappatura dei conflitti in tempo reale per un intervento tempestivo e un’azione preventiva”, ha aggiunto.<br />Mons. Gyamfi ha poi ricordato che la reputazione del Ghana come faro di democrazia nell'Africa occidentale è messa a rischio da sfide morali come disuguaglianze, corruzione, degrado ambientale e conflitti ricorrenti. In particolare ha evidenziato come le elezioni generali del 2024 hanno visto un aumento della tensione politica e della violenza, avvertendo che “la democrazia senza coscienza è fragile: senza verità e giustizia, rischia di trasformarsi in un rituale anziché in un rinnovamento". Il Presidente della GCBC ha ricordato che la Chiesa in Ghana ha contribuito al corretto svolgimento del voto con gli oltre 500 osservatori qualificati dispiegati in 174 seggi elettorali in 95 circoscrizioni e 14 regioni, in collaborazione con la Commissione elettorale e le organizzazioni della società civile. <br />Tue, 11 Nov 2025 08:56:59 +0100ASIA/CINA - Comunità cattoliche cinesi preparano con creatività la “Giornata mondiale dei poveri”https://fides.org/it/news/77018-ASIA_CINA_Comunita_cattoliche_cinesi_preparano_con_creativita_la_Giornata_mondiale_dei_poverihttps://fides.org/it/news/77018-ASIA_CINA_Comunita_cattoliche_cinesi_preparano_con_creativita_la_Giornata_mondiale_dei_poveriPechino – Riconoscere e sostenere con fede chi è in difficoltà; vivere le opere di carità come segni di speranza; donare se stessi per far crescere l’abbraccio conpassionevole della Chiesa verso chi è nel bisogno. Suno questi alcuni dei punti del consueto appello diffuso dalla diocesi cattolica di Taiyuan in vista della Nona Giornata Mondiale dei Poveri, in programma domenica 16 novembre. <br />Per il nono anno consecutivo, la diocesi di Taiyuan come tante altre comunità cattoliche della Cina continentale si apprestano a vivere la giornata speciale per i poveri istituita da Papa Francesco in comunione con la Chiesa universale. <br /><br />La nona lettera dedicata dalla diocesi di Taiyuan alla Giornata riprende il tema del Messaggio diffuso da Papa Leone XIV in vista della medesima ricorrenza: “Sei tu, mio Signore, la mia speranza ”. Nella lettera della diocesi di ribadisce che i poveri e i vulnerabili, prediletti dal Signore, sono “nel cuore stesso della Chiesa”. “I poveri” si legge nel testo “non sono solo destinatari di aiuti, ma testimoni che ci aiutano a riconoscere la verità del Vangelo”. <br />Negli anni precedenti, oltre alle lettere dedicate alla giornata, il Vescovo Paolo Meng Ningwei ha sempre promosso iniziative colte a mostrare che “la Carità è l’anima dell’evangelizzazione” e che “Senza la carità, non solo la fede e la speranza vengono meno, ma viene anche meno la fiducia dei nostri vicini”. Nei pranzi comunitari organizzati insieme ai poveri il Vescovo ha impartito la sua benedizione mentre sacerdoti diocesani si sono trasformati in cuochi per cucinare pietanze che durante la pandemia si trasformarono in cibo da asporto. <br />Dal 26 ottobre al 2 novembre, le parrocchie di Hangzhou hanno già realizzato una raccolta di vestiti usati tra i parrocchiani, per un totale di 20 grandi colli di indumenti disinfettati, pronti per essere consegnati al Centro di Riabilitazione Aurora per la distribuzione. <br />Il Gruppo giovanile parrocchiale della cattedrale di Wenzhou ha compiuto più di 50 visite alle famiglie bisognose, raccogliendo per loro dal 2021 al 2025 un totale di 75,000 Yuan in aiuti materiali.<br /> <br />Tue, 11 Nov 2025 15:23:30 +0100ASIA/FILIPPINE - Ucciso un insegnante cattolico: la comunità ecclesiale locale chiede verità e giustiziahttps://fides.org/it/news/77017-ASIA_FILIPPINE_Ucciso_un_insegnante_cattolico_la_comunita_ecclesiale_locale_chiede_verita_e_giustiziahttps://fides.org/it/news/77017-ASIA_FILIPPINE_Ucciso_un_insegnante_cattolico_la_comunita_ecclesiale_locale_chiede_verita_e_giustiziaLaur - La comunità cattolica della diocesi di Cabanatuan, nella provincia di Nueva Ecija, nel centro dell'isola di Luzon, chiede "giustizia e verità" dopo l'omicidio di un insegnante di una scuola cattolica, Mark Christian Malaca, docente alla St. Stephen Academy nella città di Laur. Malaca, 39 anni, è stato ucciso il 4 novembre a colpi d'arma da fuoco da ignoti aggressori nel villaggio di San Juan, dove abitava. Secondo le prime indagini, i killer, che indossavano giacche nere, caschi e maschere sul viso, si sono avvicinati e hanno sparato alla vittima diversi colpi d'arma da fuoco. La polizia sta indagando sul possibile movente dell'esecuzione di una persona conosciuta per la sua fede e il suo impegno educativo.<br />Facendosi interprete dei sentimenti di una comunità sconvolta, il Vescovo di Cabanatuan, mons. Prudencio Andaya, in un messaggio pubblico ha esortato le autorità a "condurre un'indagine rapida, imparziale e trasparente per accertare i responsabili", chiedendo che "prevalgano giustizia e verità".<br />La morte del docente, pienamente impegnato nella comunità ecclesiale locale, ha generato "profondo dolore" e rappresenta "una profonda ferita per la sua famiglia, la comunità accademica e la Chiesa locale", afferma il messaggio. "Come insegnante cattolico, Malaca partecipava alla nobile missione di formare menti e cuori nella verità e nella virtù", ha ricordato il Vescovo. "La sua morte non è una perdita per la famiglia, ma anche per il tessuto morale della nostra società". E ha concluso: "La giustizia sia guidata dalla pace, dalla compassione e dalla fede nel Signore che ha detto: "Io sono la via, la verità e la vita". Affidiamo la ricerca della giustizia al Dio della misericordia, che solo può guarire i cuori e riportare la pace nella nostra società ferita".<br />Anche la St. Stephen Academy, la scuola dove Malaca insegnava, ha rilasciato una dichiarazione chiedendo "che si fatta giustizia". "Questo non è stato solo un attacco a una persona, ma anche alla dignità della professione docente e allo spirito stesso dell'educazione" afferma la nota. Ogni cittadino - si legge - è chiamato a "difendere fermamente la giustizia e a promuovere la pace e il rispetto per ogni insegnante che compie fedelmente la sua missione". "Il ricordo di Malaca rimarrà una luce e un'ispirazione nella nostra continua lotta per la verità e il bene", conclude.<br /> <br />Mon, 10 Nov 2025 11:26:22 +0100