ASIA/COREA DEL SUD - Pellegrinaggio di giovani e messa con i rifugiati del Nord: le iniziative per tenere desta la fiamma della pace

giovedì, 12 settembre 2024 pace   riconciliazione   diritti umani   fede   pellegrinaggi   giovani  

Giovani pellegrini in cammino lungo la Zona demilitarizzata

Seoul (Agenzia Fides) - Il desiderio di riconciliazione e di pace nella penisola coreana va alimentato quotidianamente a livello umano, politico, sociale e spirituale: con questa convinzione il Comitato di riconciliazione dell'Arcidiocesi di Seoul organizza iniziative che mirano a "tenere desta la fiamma della pace" tra Corea del Sud e Corea del Nord, in un stagione in cui le relazioni bilaterali sono molto tese e difficili.
La speranza è sempre affidata ai giovani: nei giorni scorsi la Chiesa di Seoul ha organizzato un pellegrinaggio internazionale di pace nella zona demilitarizzata, la fascia di territorio che divide Corea del nord e Corea del Sud. Titolato "Venti di pace", e realizzato ogni anno a partire dal 2012, il pellegrinaggio, patrocinato dal Ministero della Cultura, dello Sport e del Turismo e dal Ministero dell'Unificazione, ha visto la partecipazione di circa 300 giovani, per la maggior parte coreani, e altri  provenienti da Spagna, Slovacchia e Malaysia e altre  nazioni.
Guidati da sacerdoti e consacrati, i giovani hanno  vissuto l'esperienza di cammino con lo spirito di farsi  "apostoli di pace".
I pellegrini hanno visitato per la prima volta l'Osservatorio dell'Unificazione a Odusan potendo guardare verso il territorio del Nord, e scorgendo la regione di Hwanghae, oltre il fiume Imjin, il corso d'acqua che - convergendo con il fiume Han nel Sud - sfocia nel Mare occidentale.  Successivamente, i giovani  hanno viaggiato sul "Treno dell'unificazione", il KTX, dove sono allestite mostre ed esperienze multimediali, con visori di realtà virtuale, che permettono una sorta di "viaggio nel tempo", tra il passato e il futuro.
Hanno poi ampliato la comprensione della pace e della riconciliazione intercoreana ascoltando la testimonianza di un rifugiato , fuggito dalla Corea del Nord circa dieci anni fa. Nel corso del pellegrinaggio, punteggiato da momenti spirituali,  i giovani hanno pregato per la pace nella penisola coreana recitando la preghiera "Signore, fa' di me uno strumento della tua pace”, attribuita a  San Francesco.
Tra i partecipanti, Raffaella Kim I-soo, 21enne coreana, ha detto: "Questo pellegrinaggio è stata un'opportunità per riflettere profondamente su cos'è la pace”.  Fratel Daniel, che ha guidato l’incontro di preghiera di Taizé durante il pellegrinaggio, ha detto: “Per la riconciliazione e la pace  possiamo fare qualcosa oggi, adesso. E nella  preghiera i giovani possono percepirlo".
Un'altra iniziativa di preghiera  per la pace è la speciale messa  di ringraziamento celebrata presso la Chiesa del pentimento e dell'espiazione a Uijeongbu, località di confine, sabato 7 settembre, cui hanno preso parte i rifugiati nordcoreani che vivono al Sud. L'incontro è stato  co-organizzato da tre Comitati diocesani per la riconciliazione delle diocesi  di Seoul, Suwon e Uijeongbu, che hanno invitato i rifugiati nordcoreani e le loro famiglie, stabilitesi in  Corea del Sud.
"Il dolore della divisione è profondamente avvertito dai nordcoreani che sono separati dalle loro famiglie, tuttora rimaste al Nord", ha detto padre Ignatius Sooyong Jung, vicepresidente del Comitato per la riconciliazione di Seul, che ha presieduto l'Eucaristia. Il  sacerdote ha ricordato una frase spesso usata in riferimento ai fratelli nella fede che hanno vissuto o che vivono tuttora oltre confine". "Finché li ricorderete, vivranno. E i vostri desideri si avvereranno, finché pregherete per loro". "Nella messa odierna, ricordiamo e preghiamo insieme per i nostri amati familiari che sono scomparsi, per i nostri parenti e vicini che vivono lontano da qui, e per la  città natale di ogni di voi: chiediamo a Dio la grazia di poterle un giorno nuovamente visitare", ha detto padre Jung nella sua omelia. 
Anna Han, una rifugiata che attualmente vive a Seoul, ha detto: "Ho incontrato gli amici della mia città natale che vivono nella provincia di Gyeonggi e abbiamo avuto una riunione tanto attesa. Custodisco  con cura i ricordi della mia famiglia al Nord e ho pregato per i miei parenti  durante la messa. Spero  di tornare un giorno nella mia città natale".
"Ogni Capodanno e ogni Giorno del Ringraziamento, porto i miei figli nei luoghi in cui posso vedere da vicino la Corea del Nord e racconto loro storie sui miei parenti al Nord. Il dolore della divisione è profondamente presente nel cuore dei  nordcoreani", ha affermato Francesca Romana Mikyung Kim, cattolica, responsabile del gruppo "North Korean Defectors Team" di Seoul, tra gli organizzatori dell'incontro. Il gruppo intende organizzare altre iniziative di carattere culturale, sociale e spirituale nell'anno pastorale 2024-2025.
Come ha riferito padre Jung, membro del Comitato per la riconciliazione di Seoul, vi sono attualmente circa 34.000 rifugiati nordcoreani al Sud e più del 90% di loro si è ormai inserito stabilmente nel tessuto della società sudcoreana da più di cinque anni. "Se in passato il sostegno  della Chiesa cattolica era utile perlopiù per la fase di inserimento iniziale, ora è necessario l'accompagnamento spirituale e pastorale di queste persone. Questa  messa, che ha coinvolto tre diocesi, è stata un'opportunità, per i credenti e i non credenti, di riunirsi e pregare", ha aggiunto padre Jung.
L'arcidiocesi di Seoul ha istituito il Comitato per la riconciliazione in Corea nel 1995 testimoniando la responsabilità e il ruolo della Chiesa cattolica per la riconciliazione e l'unità della penisola coreana. Il Comitato è impegnato in varie attività pastorali, educative, spirituali,  dedicate alla pace e alla riconciliazione nella penisola. 
(PA) (Agenzia Fides 12/9/2024)

Le messa con i rifugiati nordcoreani

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