ASIA/COREA DEL SUD - Dopo l’Africa, la strategia internazionale della Corea del Sud punta all’Asia centrale

martedì, 16 luglio 2024 geopolitica   economia   politica internazionale  

(Astana Times- Akorda)

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Seul (Agenzia Fides) - Dopo il summit con i paesi africani del 5 giugno, nel quale sono state annunciati investimenti nel continente per ventiquattro miliardi di dollari, il presidente della Corea del Sud Yoon Suk Yeol ha effettuato un tour dell’Asia Centrale tra il 10 e il 15 giugno incontrando i Capi di Stato di Turkmenistan, Kazakistan e Uzbekistan. Parallelamente alle visite di Yoon si sono organizzati dai summit economici tra imprese coreane e locali che hanno portato alla firma di vari memorandum: come nel caso del summit con i paesi africani, l’obiettivo era quello di firmare accordi commerciali per poter aver accesso alle materie prime della regione, fondamentali per l’industria dei semiconduttori di Seul.
Quello che la Corea del Sud può offrire anche ai Paesi di quella regione è la sua capacità tecnologica e come nel caso africano una serie di investimenti in altri settori strategici per le economie locali.
Ma la tecnologia e le materie prime non sono gli unici aspetti sui quali si sta focalizzando la Corea del Sud: sanità, istruzione, intercambi “people-to-people” sono presenti nell’agenda diplomatica e si affiancano alle connessioni tra aziende locali e coreane. Presi tutti insieme questi elementi fanno parte della cosiddetta “K-Silk Road Cooperation”, la cooperazione della Via della Seta coreana, un piano per l’azione della Corea con tutti e cinque i Paesi dell’Asia Centrale. Il prossimo passo per lo sviluppo della iniziativa sarà quello di organizzare un summit con il formato “5+1”, formato utilizzato da altri Paesi e organizzazioni che interagiscono con la regione nel suo complesso, nel 2025, come dichiarato dal presidente Yoon.
Per la Corea del Sud si tratta di un rinnovato approccio all’Asia Centrale: già da un decennio infatti si sono susseguiti differenti piani per le relazioni con la regione. Il primo incontro con il format “5+1” si organizzò nel 2007, ma era solo a livello vice ministeriale, per poi diventare un summit di ministri degli Esteri dal 2012. L’anno successivo l’allora presidente coreana Park Geun-hye lanciò la “New Northen Policy” (Nnp) che mirava a ridurre la dipendenza della Corea dalle rotte logistiche marine e cercare di integrarla negli scambi commerciali del Continente eurasiatico attraverso l’economia, l’energia e i trasporti appunti – nelle intenzioni, la Nnp doveva essere abbinata alla New Southern Policy (Nsp) che doveva agire verso il contesto dell’Indo-Pacifico – questa regione rimane di grande interesse per Seul, come testimonia il summit con i paesi del Pacifico che si è tenuto lo scorso anno.
Il successore della Presidente Park, Moon Jae-in, avrebbe poi sviluppato la Nnp a partire dal 2017. Proprio sotto la sua presidenza sarebbe stato creato successivamente il Forum di Cooperazione Corea-Asia Centrale nel 2017 e l’anno 2020 fu dichiarato anno della “Cooperazione Economica Settentrionale” nel quale ricadeva la cooperazione con l’Asia Centrale. In quegli anni il Forum, che agì da piattaforma diplomatica, identificò sei obiettivi a medio-lungo termine: alcuni sono le tematiche affrontate negli incontri di Yoon dello scorso mese, alle quali vanno aggiunti anche il cambiamento climatico, l’istruzione e la medicina. Nel 2023 in contatti politici si sono rafforzati con la creazione di un forum interparlamentari tra i sei paesi.
Un cambiamento importante rispetto al passato è la componente geopolitica dell’azione coreana nella regione. Negli anni scorsi tutte le azioni erano collegate anche con la ripresa dei contatti con la Corea del Nord. Non va dimenticato che il Presidente sudcoreano Moon incontrò Kim Jong-un nel 2018, e allora alcune delle scelte anche in Asia Centrale furono fatte per poter coinvolgere la Russia in questo processo. In particolare erano rilevanti due progetti: la Trans-Korean railway che doveva partire dalla Corea del Sud, attraversare quella del Nord e raggiungere il centro del Continente, e la Greater Tumen Initiative (Gti), un meccanismo di cooperazione regionale che includeva Corea del Sud, Cina, Russia e Mongolia.
Con i grandi cambi geopolitici attualmente in atto alcune di queste strade non possono essere intraprese e la domanda ora è se la Corea del Sud proverà a seguire una strategia regionale staccata da quella dei suoi alleati, in particolare gli Stati Uniti, oppure si allineerà a loro. (CG) (Agenzia Fides 16/7/2024)


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