di Paolo Affatato
Dili (Agenzia Fides) - Un monumento a papa Wojtyla campeggia all'ingresso dell’Università Cattolica intitolata a San Giovanni Paolo II a Dili. L'ateneo è il primo della piccola nazione del Sudest asiatico, che dall'indipendenza del 2002 si è incamminata sulla via dello sviluppo. Inaugurata nel 2021, nella solennità dell’Immacolata Concezione, l'istituto ha voluto ribadire perenne legame con il papa che ha visitato Timor Est nel 1989, quando era ancora sotto il dominio indonesiano e lottava per la libertà e l'indipendenza, portando un messaggio di pace e speranza e di amore e vicinanza alla sofferenza della popolazione. "Quel messaggio oggi riecheggia nei nostri cuori con grande gioia per la venuta di Papa Francesco, che ci invita a far sì che la nostra fede diventi la nostra cultura", rimarca all'Agenzia Fides padre Joel Casimiro Pinto, OFM, frate minore e rettore della Universidade Católica Timorense (UCT) S. João Paulo II Frate Pinto è anche un musicista provetto ed è colui che, nel corso della messa di papa Francesco nella spianata di Tasi tolu, dirigeva la corale di e l'orchestra di oltre mille elementi che, da tutto il paese, si sono riuniti per animare la liturgia, i vari momenti e gli incontri con Papa Francesco.
"L'università rappresenta il contributo della Chiesa cattolica per la formazione integrale dei giovani, perchè crescano come persone di fede e cultura, animate da valori come pace, tolleranza, giustizia, democrazia, inclusività; pronti a mettersi al servizio del prossimo, soprattutto dei poveri e dei più vulnerabili, nella logica del Vangelo. Questo è il tipo di istruzione ispirata ai valori cristiani che qui coltiviamo", spiega il rettore.
L'obiettivo è "fornire un'istruzione di qualità in tutti i settori dell'attività umana e preparare le generazioni future al mercato del lavoro della società di oggi, per formare una classe dirigente della nazione, come ha rimarcato il Papa", nota. L'Università, come altre opere sociali gestite dalla Chiesa, riceve un finanziamento del governo, che ne riconosce il ruolo e l'utilità pubblica.
L'ateneo presenta quattro facoltà: scienze dell’educazione, arti e cultura; scienze sanitarie; scienze umane; ingegneria agraria. "Abbiamo attualmente 1700 studenti. Sono numerosi i giovani che chiedono di essere ammessi: ogni anno oltre 1500 abbiamo candidati e possiamo accoglierne solo 500. Tra i giovani timoresi c'è un grande desiderio di crescere e di contribuire al futuro della nazione".
I giovani sotto i 30 anni a Timor Est, secondo statistiche ufficiali, sono circa il 70% della popolazione. A causa della disoccupazione, molti emigrano verso Corea del Sud, Australia, Europa e poi, una volta inseriti in quelle società, inviano le loro rimesse alle famiglie di origine, per migliorarne le condizioni economiche. Il governo di Timor Est ha messo in campo delle misure per incentivare lo sviluppo e l'imprenditoria giovanile, ad esempio promuovendo nuove tecnologie per l’agricoltura e promuovendo progetti , su tutto il territorio nazionale, per attivare piccole imprese e cercare di frenare il fenomeno dell'emigrazione. Come ha dichiarato a Fides il Primo ministro Xanana Gusmao, il governo intende creare una apposita Banca per lo sviluppo, per concedere ai giovani opportunità di microcredito.
L'Università cattolica si è orientata in tal senso, privilegiando facoltà che possano essere funzionali alla crescita e allo sviluppo della nazione. "Vediamo che i giovani di Timor Est hanno visione, ambizione e speranza. Nella loro vita, in patria o all'estero - nota p. Pinto - laureati o già impegnati nel mondo del lavoro, mantengono e vivono la fede", conclude.
"I giovani credono in Cristo e si appoggiano a Lui. Lo constatiamo anche dalle fiorenti vocazioni al sacerdozio: nel Seminario maggiore interdiocesano nell'area di Fatumeta, a Dili, vi sono quasi 300 giovani. Nel Seminario minore di Dili ci sono sono altrettanti ragazzi, mentre 130 giovani stanno continuando il loro iter di formazione nell'anno propedeutico", rileva don Graciano Santos, Vicario generale di Dili, mostrando la realtà del Seminario maggiore, fonte di grande speranza per l Chiesa locale. "Ho chiesto al Papa di pregare per il nostro seminario", dice Tito, seminarista maggiore di 27 anni. "Anch'io spero possa pregare e portare sempre nel cuore la gente di Timor", aggiunge Tarcisio, 30 anni, dello stesso istituto.
Per accompagnare la crescita culturale dei giovani la Chiesa, di Timor Est ha anche creato a Dili l'Istituto Superiore per la Filosofia e la teologia che "esprime la missione della Chiesa nel campo della formazione umana e spirituale", spiega a Fides padre Giustino Tanec, il Rettore. La struttura accoglie circa 350 studenti dalle tre diocesi di Timor Est, tra seminaristi, consacrati e laici. "La nostra è un missione che unisce 'fides et ratio', cioè approfondimento della fede e lo studio delle scienze per capire e scandagliare quella relazione. E' quello che abbiamo cercato di fare in occasione della visita di Papa Francesco, che è stata un balsamo per i nostri giovani e per la nostra Chiesa", conclude.
(Agenzia Fides 11/9/2024)