Iesus Caritas
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Sabato 20 maggio, il Santo Padre Francesco ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a pubblicare alcuni Decreti, tra cui quelli riguardanti il riconoscimento delle virtù eroiche del sacerdote diocesano del Camerun don Simon Mpeke, nato intorno al 1906 a Batombé e morto il 13 agosto 1975 a Édéa, e del laico catechista Arnaldo Canepa, nato il 24 settembre 1882 a Roma e ivi morto il 2 novembre 1966.
Simon Mpeke, primo camerunese "venerabile", nacque intorno al 1906 a Batombé (Édéa, Camerun), in una famiglia di contadini pagani dell’etnia Bakoko. Terminati gli studi nella scuola della missione cattolica dei Pallottini tedeschi, chiese il Battesimo, che ricevette il 14 agosto 1918, dagli Spiritani francesi. Secondo le note biografiche del Dicastero delle Cause dei Santi, divenne maestro e insegnò per un certo periodo fino a quando avvertì la chiamata al sacerdozio. L’8 dicembre 1935 venne ordinato sacerdote. Lavorò per dodici anni come vicario nella missione di Ngovayang. Nel 1947 fu nominato vicario parrocchiale e, due anni dopo, parroco di una grande parrocchia indigena a New-Bell Douala. Si distinse sempre per la profondità della vita spirituale e la dedizione pastorale. Entrò nell’Istituto Secolare dei Piccoli Fratelli e delle Piccole Sorelle di Gesù, divenendo, nel 1956, uno dei fondatori della stessa Unione in Camerun.
Fu anche il primo missionario “fidei donum” camerunense nel Nord del Paese, abitato da popolazioni di origine sudanese, che si trovava sotto l’influenza dei musulmani e le cui popolazioni della montagna erano legate alle religioni tradizionali. Chiamato dal popolo locale “Baba (papà) Simon”, viaggiando per le montagne, predicava instancabilmente il Vangelo alla gente indigena Kirdi. Sotto la sua guida e il suo esempio, nacque una fervente comunità cristiana. Morì il 13 agosto 1975 a Édéa.
Arnaldo Canepa nacque a Roma il 24 settembre 1882, in una famiglia benestante. Rimase lontano dalla pratica cristiana fino al maggio 1921, quando dopo essersi confessato, iniziò una fervente vita cristiana. Entrò nel Terz’Ordine Francescano e, desideroso di impegnarsi in favore del prossimo, offrì la sua disponibilità come catechista. Aderì anche alla Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli e alla Congregazione Mariana. Nel 1924, insieme ad altri laici, cominciò a frequentare il periferico e disagiato quartiere romano del Quadraro, dove adattò un capannone per facilitare la frequenza del catechismo ai ragazzi della zona. Nel Venerdì Santo del 1928, insieme ad una decina di giovani, decise di consacrare al Signore tutte le domeniche dedicandosi al servizio dei ragazzi del Quadraro, dando inizio ad un oratorio in cui quotidianamente i bambini del quartiere potessero ritrovarsi per crescere spiritualmente, attraverso la catechesi e, materialmente, con l’aiuto, a sue spese, delle persone bisognose. Le iniziative pastorali ispirate alla sua attività cominciarono a moltiplicarsi in tutta Roma, soprattutto nelle periferie.
Nel 1943 diede inizio alla “Federazione Oratori Romani”, poi chiamata “Centro Oratori Romani” (C.O.R.), con alla base quattro pilastri: Messa e catechismo; oratorio quotidiano; attività mensili e apostolato missionario; devozione alla Madonna. Sul suo esempio, agli inizi degli anni ‘50, più della metà delle parrocchie della Diocesi aveva l’oratorio. Negli anni Sessanta cominciarono le critiche contro di lui e la stessa attività dell’oratorio conobbe una crisi, soprattutto a motivo dei movimenti di contestazione sia interni che esterni agli ambienti ecclesiali. Divenuto anziano, si ritirò nella clinica di Santa Maria della Fiducia dove, in una stanza piccola e priva di servizi, trascorse i suoi ultimi anni di vita in spirito di povertà, nella frequente adorazione del Santissimo Sacramento e nell’assidua preghiera del Santo Rosario. Morì a Roma il 2 novembre 1966.
(SL) (Agenzia Fides 22/5/2023)