Fides News - Italianhttps://fides.org/Le notizie dell'Agenzia FidesitI contenuti del sito sono pubblicati con Licenza Creative Commons.AMERICA/VENEZUELA - A Barquisimeto un popolo che non perde la speranza: poveri che aiutano altri poverihttps://fides.org/it/news/75951-AMERICA_VENEZUELA_A_Barquisimeto_un_popolo_che_non_perde_la_speranza_poveri_che_aiutano_altri_poverihttps://fides.org/it/news/75951-AMERICA_VENEZUELA_A_Barquisimeto_un_popolo_che_non_perde_la_speranza_poveri_che_aiutano_altri_poveri Barquisimeto – Dopo le elezioni dello scorso luglio nel paese permane un’aria di tristezza, frustrazione e delusione. Padre Miguel Angel Bombin, in visita nel Paese, racconta le difficoltà alla luce dei problemi politici che sta vivendo la popolazione venezuelana.<br /><br />“A Barquisimeto, dove l’Opera don Orione ha la maggior parte delle sue opere nel paese, l’atmosfera non è dunque delle migliori, anche se l’ambiente è tranquillo e non si registrano particolari tensioni”. E’ quanto riporta il missionario nei media della Congregazione religiosa.<br /><br />“La maggior parte della gente sente che gli è stata tolta la voce, che non è stato rispettato il proprio volere” rimarca p. Bombin che è il direttore della vice provincia Nuestra Señora del Pilar dell'Opera Don Orione che comprende Spagna e Venezuela. “L'unica speranza è che qualcosa cambi. Tanti stanno nuovamente pensando di andarsene dal Paese, siamo adesso a 8 milioni di venezuelani che sono emigrati e si teme che ora riprenderanno le partenze, soprattutto da parte dei giovani che magari finora sono rimasti qui sperando in qualcosa di diverso”.<br /><br />“La situazione difficile - continua - si ripercuote in qualche modo anche sulle opere orionine presenti nel paese. Al momento a Barquisimeto abbiamo il Piccolo Cottolengo, un centro diurno per disabili, e la parrocchia che porta avanti tante attività, tra cui un progetto con Caritas di nutrizione e alimentazione. Nel seminario abbiamo 2 aspiranti e 3 giovani in formazione. Siamo poi presenti a Caraballeda dove abbiamo un prescolare con 100 bambini fino a 6 anni e dove stiamo costruendo da cinque anni una parrocchia nuova, anche se i lavori vanno avanti molto a rilento. Purtroppo, non è facile, viviamo alla giornata e siamo sempre in difficoltà con le risorse. Dal 2012 abbiamo perso ogni appoggio economico del governo e andiamo avanti sfruttando le risorse della provincia e alcuni aiuti esterni, ma economicamente la situazione è grave. Non possiamo più prendere tanti ospiti nel Piccolo Cottolengo perché è anche difficile reperire i medici o garantire loro uno stipendio adeguato. Non ci perdiamo d'animo, però, e vediamo la Provvidenza che si manifesta soprattutto nelle tante persone che vengono qui a fare volontariato”.<br /><br />"Nonostante le difficoltà, quindi, nulla si ferma - conclude p. Bombin - e anzi la Congregazione continua a guardare avanti, seguendo quella Speranza che è il tema centrale del Giubileo 2025. Vedere tante persone, che vivono comunque le loro difficoltà, fare attività di volontariato nei centri psichiatrici, nelle carceri o anche nella discarica, dove tanta gente è costretta a vivere, è sintomo che in queste situazioni difficili viene fuori il meglio delle persone. Sono poveri che aiutano altri poveri, generando vicinanza e solidarietà. È questa la speranza che vogliamo vivere in questo Anno Santo”.<br /><br />Seguendo il carisma del loro Fondatore, lo spirito di carità che anima la Congregazione della Piccola Opera della Divina Provvidenza non si limita ad un solo bisogno umano ma raggiunge orfani, donne e uomini in difficoltà, persone anziane e disabili, giovani in cerca di un futuro migliore, popolazioni povere e sfruttate, e ogni dolore dell’uomo.<br /><br /> <br />Fri, 24 Jan 2025 11:02:09 +0100AFRICA/GABON - Confermata l’intenzione di avviare la fondazione dell’Università cattolica in Gabonhttps://fides.org/it/news/75950-AFRICA_GABON_Confermata_l_intenzione_di_avviare_la_fondazione_dell_Universita_cattolica_in_Gabonhttps://fides.org/it/news/75950-AFRICA_GABON_Confermata_l_intenzione_di_avviare_la_fondazione_dell_Universita_cattolica_in_GabonLibreville – "È nell'interesse della Santa Sede offrire ai giovani gabonesi l'opportunità di un'altra opzione di studi professionali e universitari". Così si è espresso Mons. Javier Herrera Corona, Nunzio Apostolico nella Repubblica del Congo e in Gabon, nel confermare il progetto di costruzione di un’università cattolica in Gabon.<br />La fondazione di un ateneo cattolico nel Paese dell’Africa equatoriale è in discussione da mesi, almeno dall'aprile 2024, quando il progetto era stato esaminato durante i colloqui tra il ministro dell'Istruzione superiore, Hervé Ndoume Essigone, e l'ambasciatore spagnolo in Gabon, Ramón Molina. La questione è stata di nuovo affrontata nel corso dell’incontro a inizio anno tra il Nunzio Apostolico e il Presidente della Transizione Brice Oligui Nguema, nel corso del quale è stata confermata l’intenzione di portare avanti il progetto.<br />La nuova università cattolica si iscrive nella politica delle autorità gabonesi di potenziare il sistema accademico nazionale, compresa la creazione nella capitale, Libreville, di un “tecnopolo” digitale e industriale nell’ambito della strategia digitale "Digital Gabon", lanciata a novembre 2024. Il Paese vuole fare della tecnologia digitale una leva di sviluppo e, per farlo, intende creare un ambiente favorevole alla trasformazione digitale accelerata.<br />Nell’area è presente l'Università Cattolica dell'Africa Centrale , a Yaoundé in Camerun, frutto di un accordo siglato nel 1989 tra la Santa Sede e il governo camerunese. L’UCAC ha in seguito aperto sedi in Centrafrica e nella Repubblica del Congo, oltre che in Ciad. Anche nella Repubblica Democratica del Congo esiste l’Université Catholique du Congo fondata nel 1987. <br />Fri, 24 Jan 2025 10:37:51 +0100ASIA/CINA - Il Vescovo Giuseppe Cai Bingrui trasferito dalla diocesi di Xiamen alla sede episcopale di Fuzhouhttps://fides.org/it/news/75948-ASIA_CINA_Il_Vescovo_Giuseppe_Cai_Bingrui_trasferito_dalla_diocesi_di_Xiamen_alla_sede_episcopale_di_Fuzhouhttps://fides.org/it/news/75948-ASIA_CINA_Il_Vescovo_Giuseppe_Cai_Bingrui_trasferito_dalla_diocesi_di_Xiamen_alla_sede_episcopale_di_Fuzhoudi Gianni Valente e Marta Zhao<br /><br />Fuzhou – La Sede episcopale di Fuzhou ha un nuovo Vescovo: si tratta di Giuseppe Cai Bingrui, finora Vescovo della diocesi di Xiamen. Papa Francesco – ha riferito il Bollettino quotidiano della Sala Stampa della Santa Sede -, “avendone approvata la candidatura nel quadro dell’Accordo Provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese, ha nominato, in data 15 gennaio 2025, Vescovo di Fuzhou” Giuseppe Cai, “trasferendolo dalla sede di Xiamen”. Ambedue le diocesi si trovano nella provincia costiera di Fujian. <br /><br />La presa di possesso canonica del nuovo Vescovo è avvenuta oggi, giovedì 23 gennaio a Fuzhou, in una cerimonia ufficiale a cui hanno preso parte circa 500 persone, compresi 116 sacerdoti e circa 50 suore. Durante la cerimonia, guidata da Vincenzo Zhan Silu, Vescovo di Mindong, è stato dichiarato che il trasferimento avviene con il consenso del Vescovo di Roma e è stata letta la lettera di accettazione del trasferimento predisposta dal “collegio dei Vescovi cinesi”. Altri vescovi hanno preso parte alla cerimonia. Tra loro, il Vescovo di Shaowu Pietro Wu Yishun e il Vescovo di Hangzhou Giuseppe Yang Yongqiang.<br /><br />Nel suo intervento, il Vescovo Cai ha fatto riferimento all’amore per la Patria, prendendo l’impegno di fare tutto in necessario per favorire la riconciliazione nella diocesi e l’unità tra i sacerdoti, seguendo anche i criteri della inculturazione e della “sinicizzazione”. Cai ha ricordato che la Chiesa vive per diffondere il Vangelo, adattando la sua missione al contesto sociale e politico locale. <br /><br /><br />Il percorso del nuovo Vescovo<br /><br />Giuseppe Cai Bingrui è nato il 15 settembre 1966 in una famiglia di lunga tradizione cattolica. Dopo aver compiuto gli studi filosofici e teologici dal 1985 al 1992 nel seminario di Sheshan , ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 15 agosto 1992. <br />Nel 1993 è stato eletto Amministratore diocesano della Diocesi di Xiamen, rimasta sede vacante dopo la morte del Vescovo Giuseppe Huang Ziyu, avvenuta l’8 aprile 1991.<br />Fin dall’inizio, Giuseppe Cai ha dato prova di guidare la diocesi con saggezza pastorale. Il 19 novembre 2007 è stato nominato Vescovo della stessa circoscrizione. L’ordinazione episcopale come Vescovo di Xiamen è avvenuta due anni e mezzo dopo, l’8 maggio 2010, nella chiesa della Madonna del Rosario, coll’approvazione delle autorità politiche cinesi.<br />La celebrazione liturgica per l’ordinazione del nuovo Vescovo – che allora aveva 44 anni - fu presieduta da Giovanni Fang Xingyao, Vescovo di Linyi. La liturgia fu concelebrata da altri cinque Vescovi, compreso Giuseppe Cheng Tsai-fa, allora Arcivescovo emerito di Taipei, venuto apposta da Taiwan insieme a un gruppo di laici e sacerdoti. <br />Come Vescovo di Xiamen, Giuseppe Cai ha promosso iniziative volte a accompagnare tutti i battezzati nel loro cammino e nella loro testimonianza, richiamando la fede degli Apostoli come sorgente di ogni slancio missionario. <br />Il 1° maggio 2023, nella diocesi di Xiamen il Vescovo Cai aveva inaugurato l’Anno speciale dedicato al Catechismo. Quel giorno, come riferito dall’Agenzia Fides tutti i partecipanti alla messa inaugurale celebrata in cattedrale avevano avuto in dono una edizione in cinese Catechismo della Chiesa cattolica, la grande e ricca esposizione ufficiale di tutta la catechesi e la dottrina cattolica, raccolta sotto la supervisione dell’allora Cardinale Joseph Ratzinger e approvata da Giovanni Paolo II nel corso degli anni Novanta. Durante l’anno tutte le parrocchie, i sacerdoti, le suore e i laici hanno partecipato intensamente alle attività del programma predisposto dalla Commissione diocesana per la pastorale e l’evangelizzazione. Tra le altre cose, circa sessanta catechisti di diverse parrocchie e suore di diverse congregazioni parteciparono al primo corso di formazione presso il Centro Provinciale Cattolico di Formazione che si trova nel Santuario di Maria Rosa Mistica di Changle. I partecipanti al Corso, svoltosi nel luglio 2023, approfondirono lo studio del Catechismo della Chiesa cattolica, condividendo esperienze e suggerimenti sui percorsi da sperimentare per aiutare tutti i battezzati a comunicare anche la bellezza dei contenuti della dottrina cristiana tenendo conto dei segni dei tempi, del contesto sociale attuale e della cultura tradizionale cinese.<br /><br />La Diocesi di Fuzhou <br /><br />Il cammino della diocesi di Fuzhou è stato segnato negli ultimi decenni da sofferenze e condizionamenti che hanno alimentato anche divisioni. <br />La Sede episcopale di Fuzhou era vacante dal 14 aprile 2023, giorno in cui si è spento all’età di 88 anni il Vescovo Pietro Lin Jiashan . Arrestato e condotto ai campi di lavoro al tempo della Rivoluzione culturale, Lin era riuscito a diventare sacerdote solo nel 1981, all’età di 46 anni.<br />Nel 1984, Pietro Lin era stato di nuovo privato della libertà per 10 anni. Nel 1997 aveva ricevuto l’ordinazione episcopale da Giovanni Yang Shudao, vescovo di Fuzhou, non riconosciuto dal governo.<br />Nel 1991 a Fuzhou era stato ordinato anche un Vescovo nominato secondo le procedure imposte dalla politica religiosa del governo: era Giuseppe Zheng Changcheng, nato nel 1912 in una famiglia di falegnami.<br />Dopo la morte di Zheng, avvenuta nel 2006, a Fuzhou non sono stati nominati nuovi vescovi “ufficiali”, riconosciuti dal governo. Il 9 giugno 2020, le autorità politiche cinesi avevano riconosciuto ufficialmente il ministero episcopale di Pietro Lin Jiashan. Prima dell’atto di installazione ufficiale, l'Arcivescovo Lin aveva inviato a sacerdoti e consacrate una lettera in cui, tra le altre cose, riferiva di aver accettato il riconoscimento degli organismi che rispondono al governo perché il suo intento era quello di “cercare l’unità” nella diocesi, e dopo l’Accordo Cina-Santa Sede del 2018 e gli “orientamenti pastorali” pubblicati dai Dicasteri vaticani nel 2019 esistevano le “condizioni” per procedere sul cammino della riconciliazione. Lin assicurava che l’atto di ufficializzazione pubblica del suo ministero episcopale era pienamente conforme alla fede confessata dalla Chiesa “una, santa, cattolica e apostolica”. Il Vescovo Lin chiedeva anche a tutti i battezzati di “vivere in spirito di unità e comunione, percorrendo la via della riconciliazione attraverso l’accettazione e la sopportazione vicendevole, evitando attacchi e giudizi che alimentano la discordia, per essere uno in Gesù Cristo”. <br />Thu, 23 Jan 2025 12:46:57 +0100ASIA/COREA DEL SUD - L'Arcidiocesi di Seul arriva al numero di mille preti, ma resta il tema del calo delle vocazioni al sacerdoziohttps://fides.org/it/news/75947-ASIA_COREA_DEL_SUD_L_Arcidiocesi_di_Seul_arriva_al_numero_di_mille_preti_ma_resta_il_tema_del_calo_delle_vocazioni_al_sacerdoziohttps://fides.org/it/news/75947-ASIA_COREA_DEL_SUD_L_Arcidiocesi_di_Seul_arriva_al_numero_di_mille_preti_ma_resta_il_tema_del_calo_delle_vocazioni_al_sacerdozioSeoul - Con la cerimonia di ordinazione sacerdotale di 26 diaconi che si terrà nella cattedrale di Myeongdong a Seoul il 7 febbraio prossimo, l'arcidiocesi di Seoul passerà dagli attuali 974 preti a esattamente mille preti, un numero che include quelli appartenenti agli ordini religiosi. La celebrazione è stata presentata con un tema tratto dalla Sacra Scrittura: "Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù" . Il rito sarà presieduto dall'Arcivescovo Peter Chung Soon-taick e coinvolgerà 25 diaconi dell'Arcidiocesi e uno del Seminario Redemptoris Mater. <br />Tra i nuovi preti c'è anche il secondo sacerdote non udente della Chiesa cattolica coreana: 18 anni dopo padre Park Min-seo, il diacono Kim Dong-jun sarà specificamente impegnato nella pastorale con le persone sorde. Tra le curiosità, come rileva l'Ufficio comunicazioni dell'Arcidiocesi di Seoul, vi sono anche due nuovi preti dello stesso nucleo familiare di altri sacerdoti: i diaconi Ryu Ho-jun e Kim Yong-woo, sono i fratelli minori di don Ryu Ho-young e don Kim Yong-ju, ordinari presbiteri nel 2023.<br />Sebbene il numero di preti a Seoul tocchi quota mille, nella Chiesa cattolica coreana si continua a riflettere sul calo generale delle vocazioni al sacerdozio, un fenomeno che è multidimensionale e ha una serie di concause. Secondo dati in possesso del Dicastero per l'Evangelizzazione, nel 2013 , in tutta la Chiesa coreana, nelle diverse diocesi, vi erano complessivamente 1.264 seminaristi maggiori. Dieci anni dopo, nel 2023, i seminaristi erano 790, con una flessione di circa il 40% in un decennio.<br />Considerando, ancora più a monte, il numero dei battezzati cattolici, nelle statistiche ufficiali della Conferenza Episcopale della Corea si nota che i bambini battezzati tra 0 e 4 anni sono l'1,8% della popolazione coreana; nella fascia 5-9 anni, i bambini battezzati sono il 3,9%; tra i 10-14 anni sono il 5,8% della popolazione coreana totale. Se si confrontano tali dati con il dato generale, che vede i cattolici complessivamente risultare l'11,5% della nazione in Corea, si comprende come, col passare delle generazioni, il numero si vada assottigliando. Qui viene tirato in ballo anche il fenomeno del generale calo demografico, dato che il tasso delle nascite in Corea del Sud è tra i più bassi al mondo . Un altro elemento di analisi parte dalla situazione culturale di una società che risulta competitiva, performante e consumista, per cui i giovani sembrano avere sempre meno tempo da dedicare alla ricerca interiore e alla dimensione trascendente.<br /> Thu, 23 Jan 2025 12:23:35 +0100AFRICA/MOZAMBICO - Erezione della Diocesi di Alto Molócuè e nomina del primo Vescovohttps://fides.org/it/news/75946-AFRICA_MOZAMBICO_Erezione_della_Diocesi_di_Alto_Molocue_e_nomina_del_primo_Vescovohttps://fides.org/it/news/75946-AFRICA_MOZAMBICO_Erezione_della_Diocesi_di_Alto_Molocue_e_nomina_del_primo_VescovoCittà del Vaticano - Il Santo Padre ha eretto la Diocesi di Alto Molócuè, con territorio smembrato dalle Diocesi di Gurúè e di Quelimane, rendendola suffraganea dell’Arcidiocesi Metropolitana di Nampula. Il Santo Padre ha nominato primo Vescovo della Diocesi di Alto Molócuè , il Rev.do Sac. Estêvão Ângelo Fernando, del clero di Quelimane.<br />S.E. Mons. Estêvão Ângelo Fernando è nato il 17 giugno 1974, a Inhassunge, nella Diocesi di Quelimane. Dopo aver frequentato il Seminario Propedeutico Santo Agostinho di Quelimane, è entrato nel Seminario Filosofico Santo Agostinho di Matola e, successivamente, in quello Teologico San Pio X di Maputo, conseguendo il Baccellierato.<br />È stato ordinato sacerdote il 24 giugno 2001.<br />Ha ricoperto i seguenti incarichi e svolto ulteriori studi: Vicario Parrocchiale e poi Parroco di Mocuba ; Membro della Commissione dell’Africa Australe per i Rifugiati ; Direttore Spirituale del Movimento Apostolico Xaveriano ; Rettore del Seminario Propedeutico Santo Agostinho di Quelimane ; Presidente della Commissione della Comunicazione di Quelimane ; Collaboratore nella Parrocchia Santa Maria Maggiore di Cordenons, Diocesi di Concordia- Pordenone ; Licenza in Teologia Pastorale presso la Facoltà Teologica del Triveneto a Padova ; Collaboratore nella Parrocchia di San Francesco d’Assisi di Pordenone, Diocesi di Concordia-Pordenone ; Formatore presso il Seminario Filosofico Santo Agostinho di Matola ; Dottorato in Teologia Pastorale, presso la Pontificia Università Lateranense di Roma.<br />Dal 2022 è Formatore ed Economo presso il Seminário Filosófico São Carlos Lwanga di Nampula.<br /> <br/><strong>Link correlati</strong> :<a href="httpS://www.fides.org/it/attachments/view/file/Dati_statistici.pdf">DATI STATISTICI</a>Thu, 23 Jan 2025 12:09:50 +0100ASIA/CINA - Nomina del Vescovo di Fuzhouhttps://fides.org/it/news/75945-ASIA_CINA_Nomina_del_Vescovo_di_Fuzhouhttps://fides.org/it/news/75945-ASIA_CINA_Nomina_del_Vescovo_di_FuzhouCittà del Vaticano - Oggi, giovedì 23 gennaio 2025, ha avuto luogo la presa di possesso canonica di S.E. Mons. Giuseppe CAI Bingrui, che il Santo Padre, avendone approvata la candidatura nel quadro dell’Accordo Provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese, ha nominato, in data 15 gennaio 2025, Vescovo di Fuzhou , trasferendolo dalla sede di Xiamen . S.E. Mons. Giuseppe CAI Bingrui è nato il 15 settembre 1966 da una famiglia cattolica. Tra il 1985 e il 1992 ha condotto gli studi filosofici e teologici nel Seminario di Sheshan, Shanghai. Il 15 agosto 1992 ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale. Nel 1993 è stato eletto Amministratore diocesano della Diocesi di Xiamen. Il 19 novembre 2007 è stato nominato Vescovo della medesima circoscrizione.<br /> Thu, 23 Jan 2025 12:01:21 +0100ASIA/MALAYSIA - Nel Giubileo, la pubblicazione di due nuove edizioni della Bibbia in lingua localehttps://fides.org/it/news/75944-ASIA_MALAYSIA_Nel_Giubileo_la_pubblicazione_di_due_nuove_edizioni_della_Bibbia_in_lingua_localehttps://fides.org/it/news/75944-ASIA_MALAYSIA_Nel_Giubileo_la_pubblicazione_di_due_nuove_edizioni_della_Bibbia_in_lingua_localeKuching - Fondare la fede sulla Parola di Dio: con questo spirito la comunità cristiana del Sarawak, la regione sull'isola del Borneo malaysiano, festeggia nell'anno del Giubileo il lancio e la pubblicazione di due nuove edizioni della Bibbia in lingua bahasa Malaysia: la "Alkitab Kudus Malaysia" lae "Alkitab Berita Baik Edisi Studi". La pubblicazione, curata dalla Società Biblica della Malaysia, in collaborazione con l'Associazione delle Chiese del Sarawak, organismo ecumenico, mira a rafforzare e arricchire la vita spirituale dei cristiani in tutta la nazione, specialmente nella regione del Borno, la Malaysia insulare. <br />Annunciando la pubblicazione in un incontro nell'ambito della Settimana per l'Unità dei Cristiani, il 21 gennaio a Kuching, il reverendo Datuk Danald Jute, Segretario generale della Associazione delle Chiese del Sarawak, ha rimarcato: "La cosa bella delle traduzioni della Bibbia è che ricordano a tutti che Dio parla e comprende tutte le lingue. Quindi il Bahasa Malaysia diventa non solo la nostra lingua nazionale, ma anche una lingua sacra attraverso cui Dio ci parla. I cristiani possono usare queste Bibbie come strumenti per avvicinarsi a Dio e condividere il suo messaggio". <br />Per realizzare le nuove traduzioni della Bibbia ci sono voluti anni di studio e dedizione, ha riferito. Infatti “comprendere la lingua, la cultura e la teologia è stato fondamentale per garantire che la Parola di Dio fosse trasmessa in modo accurato". Grazie alle nuove conquiste della tecnologia e a nuovi software che hanno aiutato gli studiosi, l'opera è stata compiuta in un tempo di 13 anni rispetto ai circa 20 preventivati, "ma gli sforzi profusi restano immensi", ha affermato. Per questo tutti hanno espresso la sua gratitudine ai traduttori, ai ricercatori e a quanti si sono impegnati per rendere possibile il lancio. Le traduzioni costituiranno "una pietra angolare per rafforzare la fede dei cristiani di lingua Bahasa Malaysia, preparandoli a vivere e condividere il Vangelo", hanno notato i presenti.<br />L'edizione "Alkitab Kudus Malaysia" è il risultato di un nuovo processo di traduzione avviato dalla Società Biblica già nel 2011, al fine di soddisfare la crescente richiesta da parte delle Chiese di lingua malese di una traduzione formale più vicina ai testi biblici originali. A differenza dell' edizione "Alkitab Berita Baik" - un adattamento della Bibbia che impiega nella traduzione l'approccio di "equivalenza dinamica" - l'Alkitab Kudus Malaysia aderisce a un approccio di "equivalenza formale", rendendolo ideale per la ricerca accademica, per uno studio più approfondito e per il confronto con la terminologia aramaica e greca. <br />"Il progetto ha coinvolto meticolose considerazioni linguistiche, teologiche e culturali per creare quella che oggi è considerata una Bibbia pienamente malese. Con il suo completamento, l'Alkitab Kudus Malaysia si erge a testimonianza dell'impegno della Chiesa malese nel comprendere la Parola di Dio nella sua massima profondità", rimarca la Società Biblica. "Questa Bibbia non è solo una traduzione; è un dono alla Chiesa malese. Permette un impegno più profondo e preciso con le Scritture per lo studio, la preghiera e l'adorazione", ha detto il Segretario generale del Società Biblica, il reverendo Mathew K. Punnoose.<br />D'altro canto, la "Alkitab Berita Baik Edisi Studi" è arricchita da commenti, riferimenti e note esplicative per aiutare i lettori anche non esperti, ovvero tutti i battezzati, ad acquisire una comprensione più profonda delle Scritture. "Questa Bibbia colma un vuoto, offrendo la Parola di Dio in modo comprensibile, e fornendo a tutti gli strumenti per comprenderla ancora meglio". Soprattutto perchè ogni battezzato possa fare, nel suo camino spirituale, il passaggio dalla Parola di Dio alla vita e dalla vita alla Parola.<br /> <br />Thu, 23 Jan 2025 11:16:03 +0100VATICANO/UDIENZA GENERALE - Papa Francesco: Maria, “Kecharitoméne”, è il capolavoro di Diohttps://fides.org/it/news/75942-VATICANO_UDIENZA_GENERALE_Papa_Francesco_Maria_Kecharitomene_e_il_capolavoro_di_Diohttps://fides.org/it/news/75942-VATICANO_UDIENZA_GENERALE_Papa_Francesco_Maria_Kecharitomene_e_il_capolavoro_di_DioCittà del Vaticano - "Capolavoro" della "grazia di Dio", Maria è il modello da imitare "nell'ascolto della Parola". Papa Francesco è tornato nell'Aula Paolo VI e, dopo due settimane di catechesi incentrate sui bambini e la loro tutela , ha ripreso il nuovo ciclo di meditazioni che si snoderà lungo l’intero Anno Santo sul tema “Gesù Cristo nostra speranza”, incentrando la riflessione odierna sull'racconto evangelico dell'Annunciazione, mettendo in risalto "l’ascolto e la disponibilità" che Maria mostra nei confronti della Parola di Dio. Una Parola che arriva "dall'Alto" trasformando ogni cosa. <br /><br />L'evangelista Luca, infatti, all'inizio del suo libro fa vedere "gli effetti della potenza trasformante della Parola di Dio", "che giunge non solo tra gli atrii del Tempio", ma anche "in un villaggio mai menzionato nella Bibbia ebraica: Nazareth", a quel tempo "un paesino della Galilea, alla periferia di Israele, zona di confine con i pagani e le loro contaminazioni".<br /><br />Qui, ha spiegato il Pontefice, l'angelo Gabriele, "che nel suo nome celebra la forza di Dio", "reca un messaggio dalla forma e dal contenuto del tutto inauditi, tanto che il cuore di Maria ne viene scosso". Il motivo sta nel saluto, non il classico “pace a te”, ma “rallegrati!”. Questo, ha sottolineato il Papa, è "un appello caro alla storia sacra, perché i profeti lo usano quando annunciano la venuta del Messia " ma è anche "l’invito alla gioia che Dio rivolge al suo popolo quando finisce l’esilio e il Signore fa sentire la sua presenza viva e operante". <br /><br />L'altro aspetto di questo saluto inusuale è il nome con cui Dio chiama Maria, "un nome d’amore sconosciuto alla storia biblica: kecharitoméne, che significa «riempita dalla grazia divina»", indicandoci, ha continuato il Vescovo di Roma, come "l’amore di Dio" fosse "già da tempo nel cuore di Maria", tanto che "la grazia di Dio" ha "compiuto in lei una cesellatura interiore facendone il suo capolavoro". Al soprannome si accompagna una rassicurazione: “Non temere!”. Parole, ha fatto notare Papa Francesco, che Dio "rivolge a tutti i suoi servi ai quali affida missioni importanti", come Abramo, Isacco, Mosè o Giosuè.<br /><br />"E lo dice anche a noi: Non temere, vai avanti. Ma padre io ho paura, potrebbe dire qualcuno di voi. E cosa fai quando hai paura? Vado dalla strega, mi faccio leggere le mani... Ma per favore. Non temere ci dice Dio, Questo è bello", ha poi aggiunto a braccio il Pontefice.<br /><br />Nell'annuncio dell'angelo, si rivela la missione che Dio ha deciso di affidare a Maria, "facendo riecheggiare nel suo cuore numerosi passi biblici riferiti alla regalità e messianicità del bambino che dovrà nascere da lei, presentato come compimento delle antiche profezie". Il "Messia davidico tanto atteso", un re "non alla maniera umana e carnale ma alla maniera divina, spirituale" che avrà come nome “Gesù”, il cui significato è “Dio salva”, "ricordando a tutti e per sempre che non è l’uomo a salvare, ma solo Dio". <br /><br />Maria, ha concluso il Papa, "rimane sconvolta" ma "da donna intelligente qual è, capace cioè di leggere dentro gli avvenimenti cerca di comprendere, di discernere ciò che le sta capitando" cercando "dentro" di sé. E così "si abbandona, accoglie il Verbo nella propria carne e si lancia nella missione più grande che sia stata mai affidata a una creatura umana. Impariamo da lei a lasciarci aprire l’orecchio dalla divina Parola, ad accoglierla e custodirla, perché trasformi i nostri cuori in tabernacoli della sua presenza, in case ospitali per chi è affaticato e bisognoso di speranza".<br /><br />Nel salutare i tanti pellegrini giunti a Roma, il pensiero del Pontefice è andato all'America: “Voglio che sappiate che il mio cuore è con il popolo di Los Angeles, che ha sofferto così tanto a causa degli incendi che hanno devastato interi quartieri e comunità, e che non sono ancora finiti. Nostra Signora di Guadalupe interceda per tutti gli abitanti, affinché possano essere testimoni di speranza attraverso la forza della diversità e della creatività per cui sono conosciuti in tutto il mondo”.<br /><br />Infine, non è mancato l'ennesimo appello per la pace: “Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, non dimentichiamo la Palestina, Israele, il Myanmar. Preghiamo per la pace. Ieri ho chiamato – lo faccio tutti i giorni – la parrocchia di Gaza. Erano contenti, lì dentro ci sono 600 persone, tra parrocchia e collegio. E mi hanno detto: oggi abbiamo mangiato lenticchie con pollo, una cosa che in questi tempi non erano abituati a fare. Preghiamo per Gaza, per la pace e per tante altre parti del mondo” ha concluso. “La guerra è una sconfitta. E chi guadagna con la guerra? I fabbricanti di armi”. <br />Wed, 22 Jan 2025 11:24:37 +0100ASIA/BANGLADESH - Tra difficoltà economiche e tensioni sociali, la comunità cattolica chiamata a dare speranzahttps://fides.org/it/news/75941-ASIA_BANGLADESH_Tra_difficolta_economiche_e_tensioni_sociali_la_comunita_cattolica_chiamata_a_dare_speranzahttps://fides.org/it/news/75941-ASIA_BANGLADESH_Tra_difficolta_economiche_e_tensioni_sociali_la_comunita_cattolica_chiamata_a_dare_speranzaDaca - "Una crisi generale si avverte nel paese. La nazione attraversa una fase di transizione molto delicata. C'è tensione, c'è incertezza. Siamo piuttosto preoccupati per la situazione complessiva della nazione. In tanti settori, pubblici e privati, c'è uno stato di crisi. Soprattutto a livello economico si ci sono problemi che fanno presagire nuove manifestazioni di protesta": lo dice all'Agenzia Fides p. Redon Robert Hadima, sacerdote bangladese, vice rettore nel Seminario maggiore interdiocesano a Dacca, dove si dedica al servizio di formazione dei giovani bangladesi in cammino verso il sacerdozio. Nell'estate del 2024, quando il movimento studentesco organizzò una veemente e protesta di strada che portò poi alla destituzione e alla fuga dell'allora Primo Ministro Sheikh Hasina, la protesta, anche in forme violente, arrivò a lambire l'area in cui sorge il Seminario, struttura che non registrò attacchi o danni, mentre altri istituti pubblici e privati furono presi di mira e oggetto di atti vandalici.<br />Nota p. Hadima: "La popolazione bangladese ha voluto voltare pagina. Si è data fiducia a un governo ad interim ma ora, dopo alcuni mesi, il momento appare critico: l'economia è in una fase di grave difficoltà. Oltre 200 industrie tessili hanno chiuso, con una pesante ricaduta sull'occupazione. Si registra una inflazione galoppante anche sui beni di prima necessità; c'è stato un rapido deprezzamento del taka bengalese rispetto al dollaro statunitense, e questo fa alzare i costi delle merci importate: tutti fenomeni che alimentano un malcontento popolare. Se la gente non ha di che nutrirsi e stenta a sopravvivere, si crea un situazione a livello sociale potenzialmente esplosiva", nota. <br />Nel settore pubblico, è il sistema scolastico a soffrire: la controversa decisione del governo ad interim del Bangladesh di modificare il contenuto di alcuni libri di testo scolastici, e di ritirare quelli precedenti, ha fatto sì che, nel nuovo anno scolastico, iniziato a gennaio 2025, milioni di studenti si trovassero privi di libri e del materiale didattico necessario. L'obiettivo era riscrivere i libri di testo per modificare i riferimenti storici a Sheikh Mujibur Rahman, padre del primo ministro deposto Sheikh Hasina. Mujibur Rahman era indicato come colui che dichiarò l'indipendenza del Bangladesh dal Pakistan nel febbraio 1971. Nei nuovi libri la dichiarazione di indipendenza è attribuita invece a Ziaur Rahman, ex presidente e fondatore del Bangladesh Nationalist Party , e si cancellano i riferimenti a Mujibur come “Padre della nazione”. Tuttavia – secondo gli storici – Ziaur, all'epoca maggiore dell'esercito, avrebbe rilasciato la dichiarazione per conto di Mujibur, allora incarcerato dalle autorità pakistane.<br />"La mancanza dei libri nelle classi – spiega p. Hadima – ha creato disorientamento nelle scuole pubbliche e private. Negli istituti scolastici si registra anche un fenomeno piuttosto grave: le dimissioni o la cacciata di ottimo docenti che, solo perchè invisi al movimento studentesco, hanno lasciato le cattedre. Il livello dell'istruzione così cala enormemente", rileva. <br />"Quello che si percepisce - dice il sacerdote - è, in qualche modo, la fine della 'luna di miele' del governo ad interim con la popolazione, che non conosce nemmeno la data delle elezioni e che desidera ardentemente si raggiunga una stabilità politica, economica e sociale. Viviamo in una delicata fase di transizione, in un equilibrio precario. Si registra, tra la gente, un senso di insoddisfazione globale e oggi perfino i leader del movimento studentesco subiscono forti critiche, additati come coloro che hanno innescato questa fase instabilità. Si teme che la tensione sociale possa nuovamente degenerare in violenza".<br />"Un altro problema sentito - osserva - è la riorganizzazione e la rinascita di gruppi radicali islamisti che potrebbero creare problemi nella società, alimentando pratiche e atti di discriminazione soprattutto nei confronti delle minoranze religiose come cristiani e indù".<br />Il vicerettore conclude: "Come comunità cattolica, una comunità che è lo 0,03% della popolazione, cerchiamo di dare il nostro contributo alla stabilità, nel calmare gli animi e consolare i cuori afflitti, nel chiedere pazienza alla gente e vivere, soprattutto in quest'anno giubilare, un tempo all'insegna della speranza. La speranza c'è, è il Signore e non crolla. Ci impegniamo, nel nostro piccolo, nel promuovere carità e solidarietà verso tutti, soprattutto verso i più poveri e vulnerabili".<br /> <br />Wed, 22 Jan 2025 10:30:12 +0100AFRICA/CONGO RD - “Pregheremo per tutti anche per i nemici” afferma la CENCO nel rispondere all’invito per una preghiera interconfessionale per i militarihttps://fides.org/it/news/75940-AFRICA_CONGO_RD_Pregheremo_per_tutti_anche_per_i_nemici_afferma_la_CENCO_nel_rispondere_all_invito_per_una_preghiera_interconfessionale_per_i_militarihttps://fides.org/it/news/75940-AFRICA_CONGO_RD_Pregheremo_per_tutti_anche_per_i_nemici_afferma_la_CENCO_nel_rispondere_all_invito_per_una_preghiera_interconfessionale_per_i_militariKinshasa – “Il ministro ha suggerito di riunire le confessioni religiose il 9 febbraio per pregare per le FARDC e organizzare una colletta a loro favore. La Chiesa cattolica non ha problemi a pregare, ma lo fa a modo suo” ha affermato ieri, 21 gennaio, Mons. Donatien Nshole, Segretario Generale della CENCO , dopo aver incontrato Constant Mutamba Tungunga, Ministro della Giustizia per discutere della preghiera interconfessionale a favore delle Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo e delle popolazioni dell’est del Paese. L'iniziativa, che mira a riunire diverse confessioni religiose in una preghiera comune per il ripristino della pace nell'est del Paese, una regione afflitta dalla violenza di centinaia di gruppi armati, è stata presa dal Ministro della Giustizia e Guardasigilli, Constant Mutamba. Con un comunicato stampa pubblicato il 20 gennaio, il Ministro ha reso noto di aver preso contatto con i vari capi delle confessioni religiose al fine di organizzare, il 9 febbraio, dei momenti di preghiera nel territorio nazionale e all'estero per la pace nell’est della RDC, nel corso dei quali verranno raccolte offerte a beneficio delle FARDC e dei Wazalendo, le milizie filogovernative che affiancano i soldati dell’esercito regolare. <br />Di fronte alla richiesta del Ministro, Mons. Nshole ha risposto che “è nostra missione come Chiesa quella di pregare, Siamo consapevoli che la situazione di sicurezza e umanitaria dell’est è catastrofica. Qualche anno prima che la situazione degenerasse ho potuto toccare con mano le condizioni dei nostri militari in quelle aree già allora difficili”.<br />Mons. Nshole ha proseguito affermando: “Dunque la Chiesa cattolica non ha problemi a pregare ma nelle sue modalità, ovvero la nostra fede ci chiede di andare più lontano: di pregare pure per i nostri nemici”.<br />“Ci chiedono di pregare per i nostri militari. Non abbiamo problemi a pregare per la pace perché i militari sono vittime della mancanza della pace nell’est del Paese. Ma non ci sono solo i militari: pensiamo ai tanti sfollati; alle famiglie che vivono nella foresta; alle vittime; ai bambini orfani. Tutti hanno bisogno della preghiera di pace. Quindi questa sarà un’occasione per intensificare la preghiera che già facciamo per la pace” ha sottolineato Mons. Nshole.<br />“Un’altra particolarità che riguarda la Chiesa cattolica è il Diritto Canonico che lo Stato congolese si è impegnato a rispettare nell’accordo quadro. Il Canone 1254 precisa che le offerte sono destinate al culto, ai ministri, all’apostolato e alle opere caritative. In questa prospettiva, sicuramente i militari e le loro famiglie hanno bisogno di un supporto caritativo, come tutti. È nel rispetto della nostra dottrina e della nostra fede che potremo rispondere a questa iniziativa”.<br />“Noi non preghiamo per vincere la guerra ma per ottenere la pace” ha concluso il Segretario Generale della CENCO. <br />Wed, 22 Jan 2025 09:40:16 +0100ASIA/TERRA SANTA - Tregua a Gaza: armi ferme e anime in attesahttps://fides.org/it/news/75939-ASIA_TERRA_SANTA_Tregua_a_Gaza_armi_ferme_e_anime_in_attesahttps://fides.org/it/news/75939-ASIA_TERRA_SANTA_Tregua_a_Gaza_armi_ferme_e_anime_in_attesadi padre Ibrahim Faltas ofm*<br /><br />Gerusalemme Sono trascorsi pochi giorni dall'annuncio di una tregua, sono trascorse poche ore dal cessate il fuoco. Dalla mattina di domenica 19 gennaio 2025 le armi si sono fermate a Gaza. Già l'annuncio della possibilità di poter fermare la guerra per sei settimane ha fatto gioire gli abitanti di Gaza. Stavo per scrivere "ha fatto esplodere la gioia" ma ogni termine che ricorda la guerra ha un suono triste e violento. E dopo l'annuncio della possibile tregua, il sentimento di gioia si è mescolato alla tristezza, la speranza è stata offuscata dal dolore. <br /><br />Chi è sopravvissuto a Gaza, gli sfollati vivono una condizione difficile. Hanno perso tutto, hanno perso la sicurezza delle case e degli affetti, hanno perso la normalità della vita. <br />La felicità per il cessate il fuoco è anche la felicità per le vite salvate. Ma il pensiero va subito alle persone care che hanno perso la vita a causa della guerra. E tutto diventa ancora più triste se non si sa dove andare a cercare quei corpi.<br /><br />Ho sentito alcuni bambini, contenti per la tregua, esprimere desideri semplici ed essenziali. Una bambina desidera tornare nella sua cameretta e ritrovare le sue cose nell'armadio: troverà la sua casa o troverà un cumulo di macerie? Un gruppo di ragazzini vuole tornare a correre per le strade del quartiere per giocare a calcio senza la paura dei bombardamenti. Una mamma con un bimbo di pochi anni fra le braccia era contenta perché avevano trascorso la prima notte senza essere svegliati di soprassalto dal rumore delle bombe e dal cielo illuminato dalle esplosioni. Un giovane padre di tre figli ha detto di aver aspettato con ansia l'annuncio del cessate il fuoco perché in ogni momento dei 15 mesi trascorsi ha avuto il terrore di perdere uno dei suoi cari. Alcuni ragazzi universitari parlavano con amarezza del fatto che la guerra che aveva interrotto i loro studi e il loro futuro, ma subito dopo chiedevano quasi scusa, al pensiero dei tanti loro coetanei hanno perso la vita e non avranno più né presente né futuro.<br /><br />Le storie di vita, a Gaza, sono storie di grande sofferenza.<br /><br />Un primo risultato è stato ottenuto dalla mediazione e dal dialogo. Ma, già dopo poche ore, la speranza di un inizio di pacifica convivenza ha lasciato il posto a notizie di violenza che arrivano dalla Cisgiordania. <br />I propositi buoni sono caduti per far posto ancora alla violenza e all'uso delle armi non lontano da dove si sono appena fermate dopo 15 mesi di guerra.<br />Voglio ancora credere a chi parla di pace, voglio fidarmi di chi promette soluzioni. Ma gli ultimi avvenimenti e gli ultimi proclami non promettono niente di buono.<br /><br />Prego perché la politica sia sempre responsabile delle persone e abbia vero interesse per il bene comune. Una politica che percorra la stessa strada della giustizia, abbia lo stesso spessore della verità, abbia lo stesso sapore della pace. Una politica che operi come strumento della vita e nel rispetto della vita.. Che non sia solo ansia di occupare posizioni di potere ma favorisca il benessere e lo sviluppo dei popoli.<br /><br />Papa Francesco ci ricorda spesso che Dio perdona sempre tutto. Che Dio perdoni anche chi usa il potere per uccidere e non per salvare vite. <br /><br />*Vicario della Custodia di Terra SantaWed, 22 Jan 2025 09:02:04 +0100EUROPA/POLONIA- La gioia dei Cantori della Stella arriva in Nunziatura Apostolica e al Palazzo Presidenzialehttps://fides.org/it/news/75938-EUROPA_POLONIA_La_gioia_dei_Cantori_della_Stella_arriva_in_Nunziatura_Apostolica_e_al_Palazzo_Presidenzialehttps://fides.org/it/news/75938-EUROPA_POLONIA_La_gioia_dei_Cantori_della_Stella_arriva_in_Nunziatura_Apostolica_e_al_Palazzo_PresidenzialeVarsavia - Non solo case, strade e scuole tra i luoghi visitati dai Cantori della stella polacchi in questo anno appena iniziato, ma anche la nunziatura apostolica ed il palazzo presidenziale. Due incontri unici e carichi di emozioni per le due delegazioni che rispettivamente l’8 ed il 16 gennaio scorsi sono stati ricevuti dall’Arcivescovo Filippazzi, Nunzio Apostolico in Polonia, e dalla moglie del Presidente polacco, la signora Agata Kornhauser-Duda.<br />L’attività dei Cantori della Stella che qui in Polonia andrà avanti fino al 2 febbraio, festa della presentazione di Gesù al tempio, è radicata in tutte le 42 diocesi polacche e conta circa 1000 gruppi. <br />La Repubblica Democratica del Congo, cui quest’anno è volto l’impegno di questi giovani missionari, è stata rappresentata in entrambe le visite attraverso canti africani ed una recita che ha portato in scena le sfide quotidiane affrontate dai loro coetanei in quella parte di mondo.<br />In entrambe le occasioni era presente una nutrita rappresentanza delle Pontificie Opere Missionarie polacche guidate dal direttore, Don Maciej Będziński, e da suor Monika Juszka RMI, segretaria nazionale della POSI.<br />"Ho iniziato il mio servizio diplomatico in Sri Lanka ed è lì che ho conosciuto la Pontificia Opera della Santa Infanzia - ha raccontato l’Arcivescovo Filippazzi al gruppo dei cantori della stella della parrocchia di St. Stanisław Kostka a Okuniew -. L'attuale arcivescovo di Colombo, il cardinale Albert Malcolm Ranjith, e’ cresciuto nella POSI prima di diventare sacerdote, vescovo e cardinale, ed ha promosso con energia i gruppi missionari dei bambini, che oggi sono tantissimi in quell’isola asiatica. Questa forza evangelizzatrice dei bambini è necessaria, naturalmente, non solo in Asia, ma in tutti i continenti e oggi, forse più qui, in Europa".<br />Il Nunzio apostolico, in un clima di condivisione fraterna, ha esortato i giovani missionari ad essere “evangelizzatori” a partire dalla famiglia e dalla scuola e a continuare nel loro impegno a favore dei coetanei che vivono situazioni di disagio. <br />Il medesimo clima di condivisione gioiosa ha caratterizzato l’incontro nel palazzo presidenziale polacco cui ha preso parte il gruppo dei Cantori della stella giunto da Włocławek e facente parte della scuola cattolica Jan Długosz. <br />La signora Agata Kornhauser-Duda, moglie del Presidente polacco, ha condiviso le sue esperienze vissute durante le visite nei paesi di missione, sottolineando che, grazie al coinvolgimento dei bambini polacchi, molti dei loro coetanei di quei Paesi ricevono un pasto e frequentano la scuola. I ragazzi, molto curiosi di conoscere gli impegni e le attività di una first lady, hanno rivolto lei moltissime domande a cui non solo non si è sottratta ma ha anzi rincarato la dose chiedendo di raccontarle le loro passioni. Con la preghiera per le missioni e per i bambini ed i ragazzi di tutto il mondo, svoltasi nella cappella privata del Presidente, si è concluso l’incontro.<br /> <br />Wed, 22 Jan 2025 15:38:22 +0100VATICANO - Raccolti in volume i corsi di formazione organizzati dai Dicasteri della Santa Sede per i nuovi Vescovihttps://fides.org/it/news/75937-VATICANO_Raccolti_in_volume_i_corsi_di_formazione_organizzati_dai_Dicasteri_della_Santa_Sede_per_i_nuovi_Vescovihttps://fides.org/it/news/75937-VATICANO_Raccolti_in_volume_i_corsi_di_formazione_organizzati_dai_Dicasteri_della_Santa_Sede_per_i_nuovi_VescoviCittà del Vaticano – Uno strumento prezioso per aiutare il cammino dei vescovi di tutto il mondo nella guida del proprio gregge. È l’obiettivo che si pone il nuovo volume realizzato dal Dicastero per l’Evangelizzazione – Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari e dal Dicastero per i Vescovi, intitolato “Pastori di Cristo. Per una Chiesa sinodale”. <br /><br />Edito dalla LEV , il libro raccoglie in un unico testo le 25 relazioni e le 8 omelie che si sono susseguite durante le intense giornate di studio, preghiera e riflessione, che i vescovi di recente nomina, , hanno vissuto a Roma dal 15 al 22 settembre durante il “Corso annuale di formazione per i nuovi Vescovi” appartenenti ai territori di competenza di questi due enti curiali. <br /><br />Un appuntamento divenuto ormai consueto nella programmazione delle attività della Curia Romana, e che lo scorso anno ha assunto una connotazione inedita: per la prima volta, buona parte delle sessioni di lavoro sono state condivise e vissute insieme presso la Pontificia Università Urbaniana sia dai Vescovi partecipanti al corso organizzato dal Dicastero per l’Evangelizzazione che da quelli partecipanti all’analogo corso di formazione organizzato dal Dicastero per i Vescovi.<br /><br />I vescovi che hanno preso parte al Corso del Dicastero per l’Evangelizzazione sono 114, mentre i partecipanti al Corso organizzato dal Dicastero dei vescovi sono 153, per un totale di 267. Tra questi ultimi anche 25 vescovi di rito orientale e 5 vescovi di recente ordinazione con incarichi nella Curia Romana.<br /><br />Oltre ai due giorni di sessioni comuni all’Urbaniana, i due gruppi di vescovi hanno ascoltato relazioni e partecipato a dibattiti focalizzati su questioni specifiche in due luoghi distinti: il Corso organizzato dal Dicastero per l’Evangelizzazione, intitolato “Vivere la missione episcopale in una Chiesa sinodale”, si è svolto presso il Pontificio Collegio San Pietro, mentre il Corso organizzato dal Dicastero per i vescovi è stato ospitato presso il Pontificio Collegio San Paolo.<br /><br />Ora, tutto quello che i vescovi hanno ascoltato in quegli incontri, dalle relazioni dei cardinali che guidano i vari enti della Curia Romana, alle omelie pronunciate durante i momenti di preghiera, è racchiuso in un libro, in commercio da pochi giorni e reperibile nelle librerie, che si apre con un’introduzione scritta a quattro mani dai cardinali Tagle e Prevost, rispettivamente Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e Prefetto del Dicastero per i Vescovi. Ai partecipanti del corso di formazione, il volume sarà donato dagli enti curiali. <br /><br />La consuetudine dei “Seminari di studio” riservata ai vescovi di recente ordinazione nelle circoscrizioni ecclesiastiche affidate alla cura del Dicastero dell’Evangelizzazione è iniziata nel 1994, con lo scopo di offrire a tutti i nuovi vescovi un periodo di tempo, agli inizi del loro incarico per soffermarsi sulle tante implicazioni dell’esercizio del ministero episcopale, ascoltando interventi, acquisendo informazioni e vivendo a Roma giornate segnate dal dialogo e dalla preghiera, da condividere con confratelli nell’episcopato provenienti da ogni parte del mondo. <br />Tue, 21 Jan 2025 13:44:15 +0100ASIA/INDONESIA - Nell’isola di Flores un nuovo momento storico della presenza missionaria dei Camillianihttps://fides.org/it/news/75936-ASIA_INDONESIA_Nell_isola_di_Flores_un_nuovo_momento_storico_della_presenza_missionaria_dei_Camillianihttps://fides.org/it/news/75936-ASIA_INDONESIA_Nell_isola_di_Flores_un_nuovo_momento_storico_della_presenza_missionaria_dei_CamillianiMaumere – L’anno Giubilare 2025, da poco iniziato, ha già regalato il dono di nuove speranze ai Camilliani, MI, dell’Indonesia con l’ordinazione di 5 giovani sacerdoti marcando così un nuovo momento storico della loro presenza missionaria.<br /><br />“Domenica 19 gennaio 2025, nel Seminario Camilliano di Maumere, isola di Flores, Ewaldus Sedu, vescovo della diocesi, ha ordinato 5 nuovi sacerdoti facendo arrivare a 19 il numero di sacerdoti locali nel grande paese asiatico in soli 15 anni di presenza” racconta all’Agenzia Fides p. Luigi Galvani, MI, pioniere della missione nell’isola di Flores. Le ultime ordinazioni sacerdotali sull’isola risalgono al mese di luglio 2024 <br /><br />“Indubbiamente – prosegue – i Camilliani come decine e decine di congregazioni maschili e femminili sono giunti nel paese negli ultimi due decenni con grande entusiasmo e desiderio di offrire il loro contributo apostolico alla Chiesa Cattolica indonesiana che vive tutt’ora un incoraggiante momento di grazia in numero di vocazioni sacerdotali e religiose.<br /><br />“L’isola di Flores, in particolare, sembra divenuta la miniera preziosa in questo campo – rimarca p. Luigi. A Maumere, città più popolata dell’isola, si trova il Seminario Teologico più grande della Chiesa cattolica con circa 1500 studenti provenienti da cinque diocesi di varie congregazioni religiose . Il vescovo Sedu nei sei anni di sua presenza in diocesi ha avuto il privilegio di ordinare 450 nuovi sacerdoti. Veramente una straordinaria buona notizia per tutta la Chiesa mondiale. Tra questi alcune decine sono stati inviati come missionari in vari paesi.”<br /><br />Il missionario precisa anche che nel corso di questo anno Giubilare, i Religiosi Camilliani celebrano un altro evento significativo: 450 anni della conversione del loro Fondatore San Camillo de Lellis. “Conquistato dall’amore di Cristo ha trasformato radicalmente la sua vita dedicandosi al servizio totale verso i malati e i poveri. Sicuramente l’esempio del Fondatore darà più coraggio, buona volontà e nuovo entusiasmo ai giovani Camilliani Indonesiani di espanderne la presenza missionaria e così realizzare il sogno di San Camillo di divenire ‘segni di speranza’ per un numero sempre maggiore di malati e di poveri da amare e servire.<br /><br /> <br />Tue, 21 Jan 2025 11:40:47 +0100ASIA/COREA DEL SUD - Un missionario: "C'è inquietudine nella società, ma la gente difenderà la democrazia"https://fides.org/it/news/75935-ASIA_COREA_DEL_SUD_Un_missionario_C_e_inquietudine_nella_societa_ma_la_gente_difendera_la_democraziahttps://fides.org/it/news/75935-ASIA_COREA_DEL_SUD_Un_missionario_C_e_inquietudine_nella_societa_ma_la_gente_difendera_la_democraziaSeoul - "Tra la gente si avverte un'inquietudine generale: dopo l'impeachment e l'arresto del presidente c'è un senso di sospensione e di attesa per la soluzione di una vicenda che potrebbe durare ancora diversi mesi. Ma una cosa è chiara: i coreani intendono difendere a tutti i costi le conquiste della democrazia", dice in un colloquio con l'Agenzia Fides p. Diego Cazzolato, missionario della Consolata da trent'anni presente nella nazione dell'Asia orientale, attualmente residente nella comunità di Dajeon. Il missionario italiano ricorda che "subito dopo l'annuncio della legge marziale c'è stata una mobilitazione generale in tutte le città coreane. Alla gente, in special modo agli adulti e agli anziani, è venuta subito in mente la dolorosa vicenda del 1980". <br />"Allora - ricorda p. Diego - la dittatura di Chun Doo-hwan si era instaurata dopo il colpo di stato del dicembre 1979. Nella primavera del 1980 aumentano le manifestazioni di professori e studenti che chiedevano riforme democratiche. Il governo rispose con una violenta repressione ed estese la legge marziale in tutta la nazione il 17 maggio 1980. L'indomani, il 18 maggio, avvenne il noto massacro di Gwangju, dove era scoppiata una rivolta popolare contro la dittatura. La violenza dell'esercito sudcoreano fece centinaia di vittime: è una pagina buia della storia nazionale". La memoria di quegli eventi - nota p. Diego - "ha ancora un peso ed è riaffiorata proprio in queste ultime vicende. La popolazione ha rivissuto quell'incubo e farà di tutto perchè non accada nuovamente". <br />Intanto nella società coreana, dopo che la Corte Suprema ha approvato un mandato di arresto per il presidente Yoon Suk Yeol, tratto in carcere il 15 gennaio, domenica 19 gennaio una violenta incursione di sostenitori dell'ex presidente ha preso d'assalto la Corte distrettuale di Seul, compiendo atti vandalici nell'edificio. Con l'intervento della polizia, si sono registrati circa 83 feriti e 87 arresti.<br />L'assalto ha causato sconcerto nella repubblica ed è stato descritto dalla stampa come "una delle sfide più significative all'autorità giudiziaria degli ultimi decenni" con danni stimati in 600-700 milioni di won . "Gli atti di terrore che prendono di mira singoli giudici o procedimenti giudiziari non sono solo una completa negazione dello stato di diritto, ma anche un affronto a tutte le istituzioni costituzionali. Questa è una questione estremamente grave", ha detto Cheon Dae-yeop, capo dell'ufficio amministrativo della Corte suprema.<br />Il presidente della Corte suprema Cho Hee-dae ha convocato una riunione di emergenza con i giudici per discutere misure atte a prevenire simili incidenti, mentre è in corso un'indagine per accertare responsabilità e muovere le accuse ai rivoltosi. <br />Intanto, nel procedimento a carico dell'ex presidente Yoon, la Corte costituzionale della Corea è incaricata di confermare o annullare l'impeachment di Yoon entro l'11 giugno.<br /> Tue, 21 Jan 2025 10:36:34 +0100AFRICA/SUDAFRICA - Il dramma dei minatori illegali intrappolati a Stilfontein getta luce su un fenomeno di sfruttamento disumanohttps://fides.org/it/news/75934-AFRICA_SUDAFRICA_Il_dramma_dei_minatori_illegali_intrappolati_a_Stilfontein_getta_luce_su_un_fenomeno_di_sfruttamento_disumanohttps://fides.org/it/news/75934-AFRICA_SUDAFRICA_Il_dramma_dei_minatori_illegali_intrappolati_a_Stilfontein_getta_luce_su_un_fenomeno_di_sfruttamento_disumanoJohannesburg – Sono almeno 78 i minatori illegali che hanno perso la vita nel sito aurifero di Stilfontein, in Sudafrica, dopo che nell’agosto 2024 la polizia ha bloccato l’ingresso della miniera per costringerli a uscire e a consegnarsi alle autorità.<br />Finora sono quasi 2.000 i minatori illegali usciti dalla miniera da agosto dell'anno scorso quando le autorità sudafricane hanno preso la decisione di bloccare il sito minerario per contrastare il fenomeno del diffuso commercio minerario illegale, che secondo il Ministro delle miniere è costato all'economia sudafricana oltre 3 miliardi di dollari solo nel 2024.<br />Chi è emerso dalla miniera ha descritto una situazione infernale. Il sito minerario è costituito da un pozzo verticale che scende sottoterra per circa 2,6 km. Quando la polizia ne ha bloccato l’accesso i minatori si sono trovati privi dei rifornimenti di cibo ed acqua che venivano calati attraverso il pozzo dai loro complici. Decine di persone sono morte di stenti; l’olezzo dei loro cadaveri si mischiava all’odore dei vivi che da mesi erano privi della possibilità di lavarsi.<br />Tra le persone che si sono arrese alla polizia c’è pure il presunto capo della bande di minatori illegali, un cittadino del Lesotho, noto come “Tiger”. Questi però non è stato trovato nella cella di sicurezza del commissariato dove era stato recluso. Una fuga che fa sospettare complicità tra i poliziotti.<br />L’evasione di “Tiger” alimenta i sospetti di un vera e propria rete criminale che da anni saccheggia alcune delle 6.000 miniere abbandonate del Paese, ricche di oro, alla ricerca di giacimenti rimasti. Si tratta di siti che le grandi società hanno abbandonato perché non più profittevoli da sfruttare industrialmente ma che sono ancora in grado di essere “spremute” ricorrendo a manodopera sottopagata da parte di organizzazioni criminali. <br />Sul dramma di Stilfontein era intervenuto a inizio gennaio Mons. Sithembele Anton Sipuka, Vescovo di Mthatha che in una nota affermava come “la saga dell'estrazione illegale di Silfontein è una questione troppo complessa”. “Riguarda il sistema economico che presumibilmente consente alle grandi compagnie minerarie di farla franca per il modo in cui realizzano il massimo profitto, distruggendo l'ambiente e non migliorando la vita delle persone nell'area mineraria, mentre allo stesso tempo, reprime i poveri che cercano di guadagnarsi da vivere”.<br />“Include la questione della legalità quando si tratta di persone che entrano illegalmente nel Paese, poiché si sostiene che la maggior parte dei minatori illegali siano cittadini stranieri. Poi, c'è la questione delle associazioni criminali che usano persone povere per fare enormi profitti. Infine, c'è la questione dei minatori illegali intrappolati che si rifiutano di uscire dalle miniere o sono costretti a rimanere sottoterra”.<br />Secondo il Vescovo di Mthatha mentre l’attenzione mediatica è concentrata sulle azioni del governo “non si dice molto sulle compagnie minerarie che hanno lasciato queste miniere non riabilitate e accessibili a chiunque. La legge dovrebbe ritenerle responsabili. Inoltre, dovrebbe essere esplorata la possibilità di riutilizzare le vecchie miniere per la creazione di nuovi posti di lavoro”.<br />“La polizia, mentre gestisce l'attuale crisi delle persone intrappolate che sono solo soldati semplici, dovrebbe indagare sulla presunta organizzazione dietro tutto questo e farla processare” conclude Mons. Sipuka. <br />Tue, 21 Jan 2025 10:31:59 +0100ASIA/CINA - Consacrazione del primo Vescovo di Lüliang (Cina)https://fides.org/it/news/75933-ASIA_CINA_Consacrazione_del_primo_Vescovo_di_Lueliang_Cinahttps://fides.org/it/news/75933-ASIA_CINA_Consacrazione_del_primo_Vescovo_di_Lueliang_CinaCittà del Vaticano - Oggi, lunedì 20 gennaio 2025, ha avuto luogo l’ordinazione episcopale del Rev. Antonio Ji Weizhong, che il Santo Padre, in data 28 ottobre 2024, ha nominato Vescovo di Lüliang , avendone approvata la candidatura nel quadro dell’Accordo Provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese.<br />Il Rev. Antonio JI Weizhong è originario di Wenshui , dove è nato il 3 agosto 1973. Ha seguito gli studi teologici presso il Seminario Nazionale di Pechino ed è stato ordinato presbitero il 14 ottobre 2001 per la Diocesi di Fenyang. Ha, poi, condotto studi linguistici presso l’Università di Xi’an e ha ottenuto una Licenza in Teologia presso l’Università di Sankt Augustin . Ha servito in Fenyang come Vice-Parroco, come responsabile del Centro Pastorale Diocesano e come Vicario Generale.<br /> Mon, 20 Jan 2025 12:22:35 +0100ASIA/CINA - Soppressione della Diocesi di Fenyang ed erezione della Diocesi di Lüliang (Cina)https://fides.org/it/news/75932-ASIA_CINA_Soppressione_della_Diocesi_di_Fenyang_ed_erezione_della_Diocesi_di_Lueliang_Cinahttps://fides.org/it/news/75932-ASIA_CINA_Soppressione_della_Diocesi_di_Fenyang_ed_erezione_della_Diocesi_di_Lueliang_CinaCittà del Vaticano - Nel desiderio di promuovere la cura pastorale del gregge del Signore e per attendere più efficacemente al suo bene spirituale, in data 28 ottobre 2024, il Sommo Pontefice Francesco ha deciso di sopprimere nella Cina continentale la Diocesi di Fenyang, che fu eretta l’11 aprile 1946 da Papa Pio XII, e in pari tempo di erigere la nuova Diocesi di Lüliang, suffraganea di Taiyuan, Provincia di Shanxi, con sede episcopale nella chiesa cattedrale del Sacro Cuore di Gesù, sita a Fenyang, città di Lüliang. I confini ecclesiastici della nuova Diocesi comprenderanno le seguenti aree: il quartiere di Lishi, le contee di Wenshui, Jiaocheng, Xingxian, Linxian, Liulin, Shilou, Lanxian, Fangshan, Zhongyang, Jiaokou e le città-contee di Xiaoyi e di Fenyang. Invece, le contee di Kelan e di Jingle sono accorpate all’Arcidiocesi di Taiyuan; mentre le contee di Pingyao e di Jiexiu sono accorpate alla Diocesi di Yuci. In questo modo, il territorio della Diocesi di Lüliang è conforme a quello della Città Capoluogo di Lüliang, con una superfice totale di 21.000 km2 e una popolazione totale di 3.346.500 abitanti, di cui circa 20.000 cattolici, serviti da 51 sacerdoti e 26 suore. <br /><br /><br />Mon, 20 Jan 2025 12:18:00 +0100AFRICA/ETIOPIA - Sfollate migliaia di famiglie a causa di continue scosse sismiche in Afar e Oromiahttps://fides.org/it/news/75931-AFRICA_ETIOPIA_Sfollate_migliaia_di_famiglie_a_causa_di_continue_scosse_sismiche_in_Afar_e_Oromiahttps://fides.org/it/news/75931-AFRICA_ETIOPIA_Sfollate_migliaia_di_famiglie_a_causa_di_continue_scosse_sismiche_in_Afar_e_OromiaAddis Abeba – “Alcuni residenti nei distretti di Awash e Dulecha rimangono riluttanti a evacuare, in particolare le comunità di pastori preoccupate per il loro bestiame e le loro proprietà”, la nota dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari fa riferimento ad una serie di attività sismiche che si stanno verificando dalla scorsa settimana in alcune parti di Afar e Oromia.<br /><br />“Nel corso delle ultime settimane sono state registrate in Etiopia numerose scosse di terremoto che originano dalla Great Rift Valley e che hanno interessato soprattutto la regione dell’Afar e il distretto dell’Awash Fentale. Scosse di terremoto sono state avvertite anche in Amhara e Oromia fino alla capitale Addis Abeba” aveva riferito l’Ambasciata italiana ad Addis Abeba in un comunicato diffuso lo scorso 17 gennaio.<br /><br />“La riluttanza a lasciare le località colpite deriva dal fatto che i siti di evacuazione non offrono condizioni adatte per i mezzi di sostentamento dei pastori. Le autorità, tramite l'Incident Command Post , stanno considerando “ricollocazioni obbligatorie nelle aree ad alto rischio” per garantire la sicurezza pubblica. L'OCHA ha riferito che la scorsa settimana sono stati registrati 18 terremoti collegati al complesso vulcanico di Fentale.”<br /><br />Attualmente sono oltre 80.000 le persone evacuate dalle aree che stanno subendo continue scosse, frane ed emissioni di cenere. L’OCHA ha inoltre affermato che “molti sfollati vivono in spazi aperti con ripari di fortuna come tetti in teli di plastica o strutture tradizionali a forma di cupola mal costruite, che li espongono al caldo torrido diurno, alle notti fredde e ai forti venti, lasciandoli esposti alle intemperie”. L'agenzia ha avvertito che “l'assenza di un riparo adeguato aumenta la vulnerabilità, soprattutto per donne, ragazze e bambini”.<br /><br />“Lo spostamento di quasi 400.000 capi di bestiame ha interrotto i mezzi di sostentamento dei pastori, poiché i siti di evacuazione non dispongono di terreni adatti per mantenere questi animali”, si legge in un aggiornamento. In uno precedente, l’Agenzia delle Nazioni Unite aveva dichiarato che 6.780 famiglie tra quelle evacuate dell’Afar, che ospita il numero più elevato di sfollati, avessero ricevuto assistenza alimentare. Tuttavia, 2.250 famiglie rimangono senza alcun supporto.<br /><br /> <br />Mon, 20 Jan 2025 11:27:54 +0100ASIA/CINA - Chi è Antonio Ji Weizhong, ordinato Vescovo della nuova diocesi di Lülianghttps://fides.org/it/news/75930-ASIA_CINA_Chi_e_Antonio_Ji_Weizhong_ordinato_Vescovo_della_nuova_diocesi_di_Luelianghttps://fides.org/it/news/75930-ASIA_CINA_Chi_e_Antonio_Ji_Weizhong_ordinato_Vescovo_della_nuova_diocesi_di_Lueliangdi Gianni Valente<br />Lüliang - La Chiesa cattolica nella Repubblica Popolare cinese ha un nuovo Vescovo: si chiama Antonio Ji Weizhong, ha 51 anni ed è l’undicesimo Vescovo ordinato in Cina continentale secondo le procedure previste nell’Accordo provvisorio in vigore tra governo di Pechino e Santa Sede riguardante le nomine dei nuovi vescovi cinesi. <br />Ji Weizhong ha ricevuto l’ordinazione episcopale stamane, lunedì 20 gennaio 2025, come Vescovo della diocesi di Lüliang, nuova circoscrizione ecclesiastica eretta da Papa Francesco come diocesi suffraganea della sede episcopale di Taiyuan, nella provincia cinese settentrionale di Shanxi. Papa Francesco - riferisce il comunicato diffuso oggi dalla Sala Stampa Vaticana - aveva nominato padre Antonio Ji Vescovo di Lüliang il 28 ottobre 2024. <br />La liturgia di ordinazione del nuovo Vescovo è stata celebrata nella cattedrale del Sacro Cuore di Gesù, a Fenyang, ora compresa nella città-prefettura di Lüliang. Il Vescovo ordinante principale è stato Paolo Meng Ningyou, Vescovo di Taiyuan. Gli altri Vescovi concelebranti sono stati Pietro Liu Genzhu, della diocesi di Hongdong/Linfen, il Vescovo Paolo Ma Cunguo, della diocesi di Shuozhou, e il Vescovo Pietro Ding Lingbin, della diocesi di Changzhi. Alla celebrazione hanno preso parte 130 sacerdoti della provincia di Shanxi e di altre zone della Cina, insieme a suore, seminaristi e laici, per un totale di 450 persone. <br /><br />Chi è il nuovo Vescovo Ji Weizhong<br /><br />Antonio Ji Weizhong è nato il 3 agosto 1973 nella contea di Wenshui, ora compresa nella neo-eretta diocesi di Lüliang. Terzo di tre figli, ha raccontato in un breve scritto sulla sua vocazione sacerdotale di esser cresciuto nella fede cattolica seguendo soprattutto la testimonianza quotidiana di sua madre. <br />Il nuovo Vescovo ha studiato teologia presso il Seminario Nazionale di Pechino dal 1995 al 2001, ed è stato ordinato sacerdote per la diocesi di Fenyang il 14 ottobre 2001. Ha poi condotto studi linguistici presso l’Università di Xi’an. <br />Nel febbraio 2005 padre Antonio Ji si è trasferito in Germania e ha iniziato il suo periodo di studi presso l'Università di Filosofia e Teologia Sankt Augustin, dei missionari della Società del Verbo Divino , sotto la guida spirituale del missionario verbita Anton Weber. Nel marzo 2010 ha concluso gli studi con una tesi di licenza sul modello di Chiesa locale in Cina. Il 30 giugno 2010, presso lo stesso Ateneo, aveva tenuto anche una Conferenza sul tema “la Chiesa in Cina verso l’Autonomia finanziaria?”, evento organizzato dal China Zentrum che aveva visto anche la partecipazione del dottor Wolf Kantelhardt, Responsabile dell’organizzazione caritativa Misereor per i progetti sostenuti in Cina. <br /><br /> Tornato nella diocesi di Fenyang, padre Ji ha svolto le funzioni di vice-parroco, Responsabile del Centro pastorale diocesano e Vicario Generale. Nello scritto già citato, Anton Ji ha ricordato il lavoro svolto per aprire nuovi pozzi nei villaggi della provincia di Shanxi e l’opera pastorale volta a favorire processi di riconciliazione nella comunità ecclesiale locale. <br /><br /><br />L’Erezione della nuova Diocesi di Lüliang<br /><br />La nomina e l’ordinazione del nuovo Vescovo sono state precedute da due disposizioni papali riguardanti la configurazione della rete delle circoscrizioni ecclesiastiche in Cina continentale. Il 28 ottobre scorso, Papa Francesco, in vista della nomina episcopale di Antonio Ji, ha prima soppresso la diocesi di Fenyang e nel contempo ha eretto la nuova diocesi di Lüliang, affidandola alla guida pastorale di Ji Waizhong, nominato Vescovo di Lüliang quello stesso giorno. <br />La soppressione della diocesi di Fenyang e la simultanea erezione canonica della Diocesi di Lüliang rientrano nelle misure volte a adattare la rete delle diocesi cattoliche cinesi alla realtà presente della Cina, accettando di modificare e accomodare almeno in parte la suddivisione delle circoscrizioni ecclesiastiche risalente per lo più ai decenni precedenti la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese. Nell’area in questione, lo sviluppo economico negli ultimi decenni ha modificato il profilo sociale e demografico della zona, provocando cambiamenti anche nella configurazione civile e amministrativa. Lüliang ha acquisito sempre maggior rilevanza rispetto al territorio circostante: nel 1971 è divenuta prefettura e nel 2004 è stata riconosciuta come città-prefettura. E la tendenza a far coincidere la configurazione delle circoscrizioni ecclesiastiche con quella delle divisioni politico- amministrative appare come un orientamento costante e tradizionalmente prevalente nelle scelte della Santa Sede e delle Chiese locali. <br />Conviene anche ricordare che già il Concilio della Chiesa di Cina svoltosi a Shanghai nel 1924 aveva espresso in uno dei suoi “Vota” inviati alla Santa Sede la richiesta di disporre una nuova suddivisione delle regioni e circoscrizioni ecclesiastiche, per adeguarle - fin dove fosse stato possibile - alle suddivisioni delle province civili nella Cina di allora. <br />Il comunicato della Santa Sede relativo alla notizia sulla soppressione della diocesi di Fenyang e l’erezione della diocesi di Lüliang ha sottolineato che tali misure sono state disposte da Papa Francesco «Nel desiderio di promuovere la cura pastorale del gregge del Signore e per attendere più efficacemente al suo bene spirituale». Il comunicato della Santa Sede enuncia che la diocesi di Lüliang è suffraganea di Taiyuan, che la sede episcopale permane «nella chiesa cattedrale del Sacro Cuore di Gesù, sita a Fenyang», e enumera nel dettaglio tutte le contee, le aree urbane e i territori sottoposti alla nuova diocesi, per sottolineare che «il territorio della Diocesi di Lüliang è conforme a quello della Città Capoluogo di Lüliang, con una superficie totale di 21.000 chilometri quadrati e una popolazione totale di 3.346.500 abitanti, di cui circa 20.000 cattolici, serviti da 51 sacerdoti e 26 suore». <br />Negli anni seguiti alla firma dell’Accordo provvisorio tra Pechino e Santa Sede sulle nomine dei Vescovi cinesi , nella Cina continentale sono fino a oggi 11 nuove ordinazioni episcopali cattoliche. Nello stesso arco di tempo, 8 Vescovi cosiddetti “non-ufficiali”, consacrati in passato fuori dai protocolli imposti dagli apparati cinesi, hanno chiesto e ottenuto il riconoscimento pubblico del loro ruolo anche da parte delle autorità politiche di Pechino . Quindi comincia a diminuire progressivamente il numero delle diocesi cinesi vacanti. <br />Mon, 20 Jan 2025 11:24:36 +0100