Fides News - Italianhttps://fides.org/Le notizie dell'Agenzia FidesitI contenuti del sito sono pubblicati con Licenza Creative Commons.ASIA/CINA - Verso mese mariano: aperte le prenotazioni online per i pellegrinaggi a Nostra Signora di Sheshanhttps://fides.org/it/news/74939-ASIA_CINA_Verso_mese_mariano_aperte_le_prenotazioni_online_per_i_pellegrinaggi_a_Nostra_Signora_di_Sheshanhttps://fides.org/it/news/74939-ASIA_CINA_Verso_mese_mariano_aperte_le_prenotazioni_online_per_i_pellegrinaggi_a_Nostra_Signora_di_SheshanShanghai – In vista dell’inizio di maggio, mese in cui il popolo di Dio vive e esprime con particolare intensità la sua venerazione alla Vergine Maria, sono aperti i canali di prenotazione online per organizzare pellegrinaggi al Santuario mariano di Nostra Signora di Sheshan, nella diocesi di Shanghai. <br />A Sheshan, nel pomeriggio di martedì 30 aprile viene celebrata una messa solenne per l’apertura del mese mariano e dei pellegrinaggi. Il 24 maggio, festa di Maria Ausilio dei cristiani e Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina, il Santuario ospiterà il pellegrinaggio della diocesi di Shanghai e il Vescovo Giuseppe Shen Bin presiederà la messa solenne nella Basilica. <br />Le prenotazioni sia individuali che comunitarie possono essere effettuate online su sito web della diocesi di Shanghai . Ogni gruppo di pellegrini sarà fornito di un un pass e entrerà con riconoscimento della Carta d’Identità. Le “Note sul pellegrinaggio a Sheshan”, la “Procedura di prenotazione” e il “Programma delle mese” sono stati pubblicati sul Sito web della diocesi. <br />Durante una riunione di coordinamento, rappresentanti della diocesi di Shanghai e delle autorità civili hanno messo a punto un programma dettagliato per accogliere i pellegrini provenienti da ogni parte della Cina continentale. L'Ufficio del pellegrinaggio di Sheshan raccomanda a tutti i pellegrini di prendersi cura dell'ambiente che circonda il Santuario e di riportare via con sé i rifiuti prodotti durante il pellegrinaggio.<br />Il Vescovo Giuseppe Shen Bin ha ringraziato le autorità civili e tutte le persone coinvolte nella gestione organizzativa dei pellegrinaggi mariani . Il Vescovo ha invitato tutti a contribuire a uno svolgimento ordinato dei pellegrinaggi e a un clima di raccoglimento consono alla celebrazione delle liturgie eucaristiche e all’amministrazione del sacramento della confessione, garantendo le condizioni per favorire “un'esperienza di pellegrinaggio bella e preziosa per tutti i pellegrini cattolici”. <br />Sat, 27 Apr 2024 11:43:53 +0200AFRICA/CONGO RD - Wazalendo, “i patrioti” taglieggiatori della popolazione che affermano di difenderehttps://fides.org/it/news/74935-AFRICA_CONGO_RD_Wazalendo_i_patrioti_taglieggiatori_della_popolazione_che_affermano_di_difenderehttps://fides.org/it/news/74935-AFRICA_CONGO_RD_Wazalendo_i_patrioti_taglieggiatori_della_popolazione_che_affermano_di_difendereKinshasa – Nel variegato insieme degli oltre 100 gruppi armati che operano nell’est della Repubblica Democratica del Congo , i Wazalendo hanno assunto una importanza particolare, per via della loro commistione tra movimento armato e gruppo settario/religioso.<br />Il termine Wazalendo significa “patrioti” in Swahili, ma è richiamato anche nella denominazione della setta messianica Agano La Uwezo Wa Neno/Wazalendo il cui leader Éphraïm Bisimwa, è stato condannato a morte lo scorso ottobre per i gravi incidenti a Goma del 30 agosto 2023 scoppiati durante le proteste contro la presenza dei Caschi Blu della MONUSCO che provocò la morte di oltre 50 persone<br />Il termine si presta quindi ad alcune ambiguità ma alla fine è un nome generico per indicare a uno qualsiasi dei numerosi gruppi di vigilantes armati sorti da quando il Presidente Félix Tshisekedi, nel novembre 2022, ha invitato tutti i civili nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo a prendere le armi e combattere contro quelle che ha definito "ambizioni espansionistiche" dell’M23.<br />Da allora, secondo Kinshasa, 40.000 nuove reclute si sono unite ai ranghi delle forze armate della Repubblica Democratica del Congo .<br />Ancora prima del richiamo da parte del Presidente Tshisekedi, l'alleanza tra militari e gruppi armati, che spesso si combattono da anni e i cui leader sono accusati di crimini di guerra, era stata stabilita in segreto a nel maggio 2022, durante un incontro a Pinga, un villaggio isolato situato tra il territorio di Walikalé e quello di Masisi. Ora è divenuta ufficiale e ha una base legale. La promessa di integrazione degli appartenenti a questi gruppi armati non si è concretizzata, ma ha permesso al Presidente Tshisekedi di ricevere l’appoggio di questi nelle elezioni presidenziali che hanno portato alla sua rielezione.<br />Miliziani, guidati da comandanti che non hanno avuto una formazione militare formale si rendono spesso protagonisti di violenze contro quelle stesse popolazioni che dicono di volere difendere. Inoltre si sono registrati scontri sanguinosi tra diverse fazioni dei Wazalendo.<br />Il Cardinale Fridolin Ambongo Besungu, Arcivescovo metropolita di Kinshasa, in un’intervista all’Agenzia Fides ha messo in rilievo che “I gruppi armati alla fine diventano un pericolo per la popolazione, taglieggiando i cittadini, commettendo furti ed omicidi e mettendosi nel business dei commerci illegali dei minerali estratti dalle miniere artigianali dell’area”.. <br />Sat, 27 Apr 2024 13:41:21 +0200AFRICA/BURKINA FASO - Ucciso un catechista nell’est del Paesehttps://fides.org/it/news/74938-AFRICA_BURKINA_FASO_Ucciso_un_catechista_nell_est_del_Paesehttps://fides.org/it/news/74938-AFRICA_BURKINA_FASO_Ucciso_un_catechista_nell_est_del_PaeseOuagadougou – Si chiamava Edouard Zoetyenga Yougbare, il catechista rapito e ucciso nei dintorni di Saatenga, nella diocesi di Fada N'Gourma, nell’est del Burkina Faso.<br />Secondo quanto riferisce un sacerdote della diocesi ad Aci Africa, il 18 aprile il catechista si era recato alla ricerca del suo asino, quando la zona dove si trovava, a circa tre chilometri da Kamona, un quartiere periferico del centro di Saatenga, è stata attaccata da un gruppo armato, forse pastori Peuls. Diverse persone che si trovavano nell’area sono state catturate dalla banda armata, tra questi un altro catechista, “Jean Marie Yougbare, che è stato brevemente trattenuto ma poi rilasciato dopo che gli aggressori lo hanno riconosciuto come benefattore, ricordando che li aveva accolti in casa sua durante un temporale”.<br />I familiari di Edouard Zoetyenga Yougbare non vedendolo tornare e saputo dell’assalto sono andati a cercalo ma hanno trovato solo la sua bicicletta. Le ricerche del catechista sono riprese l’indomani, portando al ritrovamento del suo corpo, nelle prime ore del 19 aprile, a Pouargogê, a circa sette chilometri da Saatenga. L’uomo è stato trovato con la gola squarciata, le mani legate dietro la schiena e con segni di tortura. <br />Secondo il sacerdote come movente dell’omicidio potrebbe esserci stati dei contrasti tra il catechista e un gruppo di Peuls sulla proprietà di un terreno. <br />Nato nel 1964 a Kouriogê, il catechista Edouard era sposato con Eulalie Delma. Padre di otto figli, di cui sei maschi e due femmine, ma ha subito la perdita di tre dei suoi figli, due maschi e una femmina.<br />Il suo impegno per la Chiesa “è stato caratterizzato da una notevole dedizione” secondo quanto afferma la diocesi. <br />Fri, 26 Apr 2024 11:21:58 +0200ASIA/TERRA SANTA - Lara e tutti gli altri. Le giovani vite sacrificate nello scempio della Striscia di Gazahttps://fides.org/it/news/74937-ASIA_TERRA_SANTA_Lara_e_tutti_gli_altri_Le_giovani_vite_sacrificate_nello_scempio_della_Striscia_di_Gazahttps://fides.org/it/news/74937-ASIA_TERRA_SANTA_Lara_e_tutti_gli_altri_Le_giovani_vite_sacrificate_nello_scempio_della_Striscia_di_Gazadi padre Ibrahim Faltas ofm*<br />Gerusalemme - È doveroso ricordare con dolore e rispetto ogni vita umana persa a causa della violenza delle guerre. Sono perdite che si sarebbero potute evitare. Ma l'umanità cerca la possibilità di fare la guerra e non cerca la pace possibile.<br />Fra le tante vittime innocenti colpisce la morte evitabile di Lara al-Sayegh, una ragazza di 18 anni rifugiata insieme ad altri 650 cristiani nelle parrocchie di Gaza dal 7 ottobre. Dopo la perdita del padre, deceduto il 21 dicembre scorso per la mancanza di cure vitali, da sette mesi Lara continuava a condividere con la madre e gli altri il rifugio nella Chiesa e negli spazi della parrocchia. Insieme alla madre si era messa in cammino per raggiungere l'Egitto ed è morta a causa del caldo, di un colpo di sole. Così è stato detto. La madre è in coma per lo stesso motivo e per il dolore immenso. <br />Lara, come tanti innocenti, aveva già sofferto dolore e privazioni, ha cercato una vita dignitosa, ha subito l'inganno di chi senza scrupoli le assicurava la speranza della libertà ed è stata sepolta nel luogo dove ha incontrato la morte. Sono in costante contatto con il vice parroco della chiesa cattolica di Gaza, padre Youssef, e percepisco ogni giorno la sua sofferenza di pastore di una comunità così devastata dal dolore. <br />A Gaza da sette mesi si soffre la guerra che causa morte, distruzione, paura. Si muore per le bombe, sotto gli edifici crollati, per la fame, per la sete, per il freddo, per il caldo. <br />A Gaza manca tutto e soprattutto manca la possibilità di ricevere aiuto di ogni genere. Sento la disponibilità di chi vorrebbe dare sollievo ed è impedito. Tanti uomini e tante donne di buona volontà vorrebbero aiutare in ambito sanitario ma non vengono concessi permessi a bambini bisognosi di cure immediate e necessarie. <br />Mi è stata segnalata la possibilità di accogliere a Modena tre bambini affetti da una malattia rara, l'epidermolisi bollosa, la cosiddetta “sindrome dei bambini farfalla”. La malattia rende la loro pelle tanto fragile da infettarsi e riempirsi di piaghe al minimo sfregamento, e può essere alleviata solo con la continua applicazione di bende cremose. Le loro sofferenze stanno aumentando con l'arrivo del caldo e con la mancanza di cure specifiche. Questi bambini sono già a Rafah ma non è facile farli uscire da Gaza per raggiungere l'Italia. Sto incontrando molte difficoltà ma prego e confido nell'aiuto di Dio e di tanti uomini e donne artefici di pace.<br />L'umanità ha affrontato nei tempi passati e recenti pandemie, malattie, catastrofi ambientali, creando e scambiando solidarietà. <br />Le guerre, volute da pochi, invece distruggono e spargono violenza e odio con la complicità di una umanità muta, sorda e cieca ai bisogni essenziali e vitali del prossimo. <br />Papa Francesco chiede la pace giusta per l'umanità ferita. La chiede per tutti, senza distinzione. <br />Chiede di rifiutare la guerra per sempre, chiede di abolire ogni violenza di sopraffazione. Chiede negoziati veri, costruttivi, solidi e risolutori per una pace definitiva. Chiede la dignità per due popoli che hanno sofferto e soffrono. Chiede di dare valore e rispetto alla vita umana, difendendola e assicurando giustizia sociale, garantendo i diritti più essenziali, soprattutto ai deboli e agli indifesi.<br />La morte di Lara e quella di altre giovani vite addolora ed è difficile da comprendere. Non ci sono motivi o giustificazioni per tutte le morti violente ed evitabili. Chiediamo perdono a Dio Onnipotente, nella speranza che l'umanità dimentichi il male della guerra. <br />* Vicario della Custodia di Terra SantaFri, 26 Apr 2024 10:54:53 +0200ASIA/FILIPPINE - Al via il processo di beatificazione per la ragazza filippina Niña Ruiz Abad: "Dio prima di tutto"https://fides.org/it/news/74936-ASIA_FILIPPINE_Al_via_il_processo_di_beatificazione_per_la_ragazza_filippina_Nina_Ruiz_Abad_Dio_prima_di_tuttohttps://fides.org/it/news/74936-ASIA_FILIPPINE_Al_via_il_processo_di_beatificazione_per_la_ragazza_filippina_Nina_Ruiz_Abad_Dio_prima_di_tuttoLaoag - E' una figura che la Chiesa filippina presenta al mondo e che sarà particolarmente valorizzata in occasione della Giornata Mondiale dei Bambini, indetta dal Papa per il 25 e 26 maggio: la diocesi di Laoag, nella provincia di Ilocos Norte, del nord dell'arcipelago delle Filippine, ha ufficialmente aperto la fase diocesana del processo canonico per la beatificazione di Niña Ruiz Abad, ragazza di 13 anni che si ritiene abbia trascorso il suo tempo in questo mondo all'insegna della preghiera, della devozione, santità di vita. <br />Nella solenne celebrazione tenutasi nella cattedrale di San Guglielmo a Laoag - città dove la ragazza è sepolta - il Vescovo Renato Mayugba ha annunciato a una folla entusiasta di fedeli: “Stiamo iniziando la nostra indagine sulla vita di Niña per verificare se davvero possiamo dire che Dio si è degnato di benedirla con la santità”. In questa fase, con l'istituzione di un apposito tribunale diocesano, si raccoglieranno gli scritti e le testimonianze dei fedeli che hanno conosciuto la “Serva di Dio” Niña. "Noi faremo la nostra parte, ma tutto è nelle mani di Dio”, ha sottolineato Marlo Mendoza Peralta, Arcivescovo di Nueva Segovia, nell'omelia della messa di apertura della causa. "Ma - ha detto - una cosa è certa: Niña viene ora donata a noi e ai fedeli di tutto il mondo, specialmente ai bambini e ai ragazzi, come modello di vita cristiana. Nella sua vita ha scelto la strada di santità, ha voluto essere vicina al cuore di Dio, ha accolto ed è stata fedele alla volontà di Dio nel suo cammino”. "Noi in questo tempo continuiamo a chiedere la sua intercessione e continuiamo a lavorare per il processo si causa pregando e sperando che un giorno, se Dio lo vorrà, ci verrà presentata dalla madre Chiesa come Santa Niña Ruiz-Abad”, ha aggiunto mons. Peralta.<br />Niña Ruiz Abad, nata a Quezon City il 31 ottobre 1979, ma vissuta a Sarrat, nella provincia di Ilocos Norte, all'età di 10 anni venne colpita da una cardiomiopatia ipertrofica, malattia incurabile che limita il flusso sanguigno al cuore. Trascorse gli anni della malattia con la pace e la gioia nel cuore, sempre in compagnia di Cristo Gesù: portava sempre il Rosario al collo, venerava la Santissima Trinità e aveva un profondo amore per l'Eucarestia, di cui si cibava ogni giorno, visitava la Cappella di Nostra Signora del Monte Carmelo a Laoag prima e dopo essere andata a scuola. La ragazza era nota anche per dire a tutti il suo motto: “Dio prima di tutto”. Con queste parole - raccontano i suoi ex compagni di scuola - "contagiò" tutti i compagni di classe, e così ben presto quello divenne e un motto comune. Era anche considerata un modello di carità, dato che amava condividere ciò che aveva, aiutava il prossimo, prestava ascolto e mostrava premura verso tutti. Morì il 16 agosto 1993, dopo aver subito un infarto mentre era a scuola, il luogo dove amava stare e dove poteva condividere con compagni e amici l'amore di Dio.<br /> Fri, 26 Apr 2024 10:28:13 +0200AFRICA/CONGO RD - L’M23 riaccende la paura della “balcanizzazione” della Repubblica Democratica del Congohttps://fides.org/it/news/74934-AFRICA_CONGO_RD_L_M23_riaccende_la_paura_della_balcanizzazione_della_Repubblica_Democratica_del_Congohttps://fides.org/it/news/74934-AFRICA_CONGO_RD_L_M23_riaccende_la_paura_della_balcanizzazione_della_Repubblica_Democratica_del_CongoKinshasa – “Balcanizzazione”. È il termine con i quali i congolesi designano il tentativo da parte dei Paesi vicini di dividere la Repubblica Democratica del Congo , segmentandola in tante aree controllate da gruppi armati da loro sponsorizzati. Uno schema che sarebbe all’opera nell’est della RDC soprattutto grazie all’azione del M23, movimento armato legato al Ruanda.<br />Ma sono un po’ tutti gli Stati dell’Africa orientale ad essere interessanti a intervenire nell’est della RDC sia per proteggere la propria sicurezza, impedendo che ribelli e movimenti incontrollati di profughi entrino nel proprio territorio, sia per promuovere i propri interessi economici.<br />I Paesi dell’Africa orientale stanno cercando di trarre vantaggio dalle risorse naturali della RDC: la concorrenza ruota attorno all’aumento dei guadagni nelle catene esportazione – sotto forma di tasse e valore aggiunto. Ogni Paese cerca di aumentare il volume di risorse naturali della RDC che attraversano il proprio territorio, accordando livelli di tasse di esportazione favorevoli, investendo in capacità di raffinazione dell’oro, ma anche in progetti infrastrutture per i trasporti. <br />Diversi rapporti degli esperti delle Nazioni Unite illustrano come Burundi, Ruanda e Uganda traggono benefici dal commercio di risorse naturali della RDC che attraversano illegalmente il confine della RDC verso questi Paesi, da dove poi sono esportati.<br />Ma, oltre all'attività mineraria, l'est della RDC è anche un mercato importante per i suoi vicini, in particolare per prodotti agricoli, beni di consumi e servizi. <br />La competizione geopolitica tra gli Stati confinanti attorno alle catene di esportazione dei minerali, nonché che altre opportunità economiche come commercio di beni di consumo nell’est della Repubblica Democratica del Congo, dà ai congolesi l'impressione che la loro il Paese sia sfruttato dai vicini che si arricchiscono alle loro spalle. <br />Nel 2021 la ripresa delle armi da parte dell’M23, che nel 2013 le aveva deposte dopo aver raggiunto una serie di intese con il governo di Kinshasa, è avvenuto all’indomani dell’annuncio da parte di Uganda e RDC di un progetto di collaborazione sulla sicurezza e il ripristino delle strade nella RDC, che doveva aumentare significativamente il commercio transfrontaliero tra i due Paesi. Ciò avrebbe preoccupato il governo ruandese perché una di queste strade avrebbe minacciato quella che viene percepita come la sfera d'influenza di Kigali nel Nord Kivu. La nuova strada avrebbe permesso l’arrivo di nuovi agricoltori che avrebbe potuto modificare gli equilibri etnici locali a sfavore delle popolazione ruandofone insediate nell’aria.<br />I congolesi sospettano da tempo che il Ruanda abbia l’obiettivo di annettere parte della RDC. Timori ravvivati dalla riprese delle azioni dell'M23 con il sostegno del Ruanda, il cui Presidente ha inoltre dichiarato che occorrerebbe rivedere i confini dell’area, perché tracciati durante il periodo coloniale. Thu, 25 Apr 2024 10:36:04 +0200ASIA/CINA - Tra fiducia operosa e segnali di crisi. Le comunità cattoliche cinesi celebrano la Giornata di preghiera per le vocazioni sacerdotalihttps://fides.org/it/news/74933-ASIA_CINA_Tra_fiducia_operosa_e_segnali_di_crisi_Le_comunita_cattoliche_cinesi_celebrano_la_Giornata_di_preghiera_per_le_vocazioni_sacerdotalihttps://fides.org/it/news/74933-ASIA_CINA_Tra_fiducia_operosa_e_segnali_di_crisi_Le_comunita_cattoliche_cinesi_celebrano_la_Giornata_di_preghiera_per_le_vocazioni_sacerdotaliPechino – La premura e l’accompagnamento delle vocazioni sacerdotali e religiose sono segni che connotano l’orizzonte quotidiano di ogni battezzato. Sottolineando questo tratto della vita cristiana, le comunità cattoliche cinesi hanno celebrato il 61esima Giornata di Preghiera per le Vocazioni tenendo presente ile parole di Papa Francesco, che nel suo messaggio annuale ha invitato a pregare affinché tutti i sacerdoti seguano i passi di Cristo Buon Pastore, e affinchè le famiglie favoriscano nelle proprie case il fiorire di nuove vocazioni. <br />Nella diocesi di Zhoucun , in occasione della quarta edizione locale della giornata per la promozione delle vocazioni, il Vescovo Giuseppe Yang Yongqiang ha esposto con realismo e onestà i segnali critici che si registrano a livello diocesano riguardo al numero di giovani che intraprendono la via della formazione sacerdotale. Per questo motivo, il Vescovo Yang ha incoraggiato i fedeli “a pregare di più per le vocazioni” invitando tutti a “mantenere un sacro rispetto per il clero e a prendersi cura dei seminaristi in ogni modo”. Nello stesso tempo – ha aggiunto - “i seminaristi imparino chiedano di diventare buoni pastori, ricordando sempre che la vocazione originaria di ogni sacerdote è quella di seguire Gesù Cristo, conformandosi a Lui”.<br />Nella parrocchia della comunità di Tangshan sacerdoti e seminaristi provenienti da quella comunità sono tornati nalla loro chieda d’origine per chiedere a tutti che “ogni famiglia risponda con letizia e coraggio alla chiamata d'amore di Dio”.<br />Nella parrocchia di Jiujiang i laici sono stati invitati a pregare per le vocazioni dei vescovi e dei sacerdoti, e anche a essere generosi nell’offrire risorse materiali necessarie al loro sostentamento.<br />Due nuovi sacerdoti sono stati ordinati nella diocesi di Nanchino nella Giornata della Preghiera per le Vocazioni, il 21 aprile . I due nuovi presbiteri – è stato sottolineato nel corso della liturgia di ordinazione, citando il Messaggio di Papa Francesco per la la 61ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni - “hanno accolto la chiamata al sacerdozio ordinato e si dedicano all’annuncio del Vangelo e spezzano la propria vita, insieme al Pane eucaristico, per i fratelli, seminando speranza e mostrando a tutti la bellezza del Regno di Dio”. <br />Thu, 25 Apr 2024 10:05:15 +0200ASIA/GIAPPONE - I cattolici di Nagasaki, testimoni prediletti della Resurrezionehttps://fides.org/it/news/74932-ASIA_GIAPPONE_I_cattolici_di_Nagasaki_testimoni_prediletti_della_Resurrezionehttps://fides.org/it/news/74932-ASIA_GIAPPONE_I_cattolici_di_Nagasaki_testimoni_prediletti_della_ResurrezioneCittà del Vaticano - "I fedeli di Nagasaki nella loro storia hanno avuto in dono la forza di superare tante gravi difficoltà. Sono stati perseveranti prima nel tempo della persecuzione e poi, nel '900, quando sono stati colpiti dalla bomba atomica è successo la stessa cosa: in un evento tragico sono stati custoditi nella fede e hanno ricominciato a vivere e sperare. Nelle nostre radici, guardando alla nostra storia, troviamo la speranza che ci accompagna", rimarca l'Arcivescovo Peter Michiaki Nakamura, che guida la comunità cattolica di Nagasaki, arcidiocesi dove vi sono 58mila fedeli cattolici su un territorio che accoglie 1,2 milioni di abitanti.<br />Nagasaki è la città simbolo del cattolicesimo giapponese. Era il più importante centro della comunità cattolica nipponica. Nella sua storia, risalente al XVI secolo, in un periodo di forte persecuzione, la comunità, per oltre due secoli, ha conservato la fede nel silenzio, e i genitori battezzavano di nascosto i propri figli anche se non potevano accedere all’Eucarestia per mancanza di sacerdoti. A Nagasaki nel 1597 furono martirizzati 26 cattolici ed è sempre in quella città che altri 52 fedeli vennero martirizzati nel 1622. Nella storia recente, poi, l'esplosione atomica del 9 agosto del 1945 è una ferita che ha lasciato segni profondi e indelebili.<br />Nota l'Arcivescovo: "Questo è la comunità oggi: un comunità che, avendo vissuto momenti così tragici, testimonia la speranza in Cristo risorto: proprio perché noi abbiamo vissuto la morte, le persecuzioni, la morte della bomba atomica, e da questi eventi sconvolgenti siamo risorti, c'è nel nostro cuore la speranza, appunto, la ripresa, la rinascita, grazie all'opera di Dio". <br />E prosegue: "Dai martiri di Nagasaki abbiamo ereditato il dono della fede. Oggi nel nostro territorio l'opera di annuncio del Vangelo è un po' debole perché, quando si esce dalla Chiesa la testimonianza di fede, cioè mostrare alla società, alle persone che si incontrano la propria vita cristiana, risulta oggi un po' debole e arduo, per varie ragioni". Il Vescovo può far risalire questo atteggiamento proprio "al grande periodo delle persecuzioni", in cui i fedeli "avevano necessità di preservarsi e di proteggersi, poichè se qualcuno faceva vedere la sua fede veniva arrestato e anche ucciso". Forse, rileva, "semi di quell'atteggiamento sono ancora presenti oggi; si fa una certa fatica a mostrare e dare ragione pubblicamente della propria fede. C'è nel Dna della gente un senso di protezione, l'approccio a restare nel privato, nel nascondimento. Ma ora bisognerebbe cambiare, uscire dal guscio", auspica.<br />"La questione su cui stiamo riflettendo, nel guardare al futuro, è proprio quella di essere 'Chiesa in uscita', di non restare nella sacrestia ma di aprirsi all'esterno. Ci sentiamo particolarmente interpellati dalle parole e dagli appelli di Papa Francesco: sentiamo che quelle sue parole sono proprio per noi, proprio per Nagasaki. Il nostro auspicio è: apriamoci all'esterno, non teniamo la fede, il dono di Gesù Cristo, solo come un tesoro da custodire all'interno delle nostre chiese, ma vediamo lo come un dono prezioso per la società e per il mondo. Questo ci interroga molto e ci spinge nel cammino", dice. <br />Nel contesto nipponico, la comunità di Nagasaki non ha - come avviene in altre aree del Giappone - una forte componente di immigrati cattolici che possono offrire un supporto anche per la vita di fede. Tuttavia, Nagasaki - anche se nell'arcipelago nipponico è una "città periferica", molto lontana dalla capitale - è la città che più di tutte, nella nazione, si lega alla storia delle missioni cattoliche ed è stata plasmata da tale storia, ospitando tuttora un numero elevato di chiese, di parrocchie, diversi musei e monumenti cattolici. "In quelle tracce, in quelle radici, in quell’opera del Signore - conclude mons. Nakamura - risiedono la nostra vita e la nostra speranza: oggi camminiamo insieme, come comunità perchè questa possa rifiorire".<br /> <br />Wed, 24 Apr 2024 10:58:17 +0200ASIA/COREA - Nominato il nuovo direttore delle Pontificie Opere Missionariehttps://fides.org/it/news/74931-ASIA_COREA_Nominato_il_nuovo_direttore_delle_Pontificie_Opere_Missionariehttps://fides.org/it/news/74931-ASIA_COREA_Nominato_il_nuovo_direttore_delle_Pontificie_Opere_MissionarieCittà del Vaticano - ll Cardinale Luis Antonio G.Tagle, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, in data 18 aprile 2024, ha nominato Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie della Corea per un quinquennio il Rev.do Don Joseph Cheong Yong-jin del clero di Cheonju. Nato nel 1968 , è stato inviato a Roma in seminario, dove ha conseguito il master in Missiologia alla Gregoriana. Ordinato sacerdote nel 1997 , dopo l'ordinazione ha ricoperto l'incarico di vicario parrocchiale in due parrocchie. <br />Dal 2000 al 2007 ha studiato teologia biblica alla Gregoriana.<br />Rientrato in Diocesi ha lavorato come parroco in tre parrocchie, è stato Presidente del Diocesan Training Institute, Responsabile dell'Istituto Diocesano per Evangelizzazione e l'Apostolato biblico. Dal 2023 è stato Assistente per l'Amministrazione e Segretario della Commissione per la Missione e Cura Pastorale della C.E. Coreana. Oltre al coreano, conosce l'inglese e l'italiano.<br /> <br />Wed, 24 Apr 2024 10:52:32 +0200AFRICA/CONGO RD - La questione fondiaria: fattore decisivo e spesso trascurato delle guerre nell’est della Repubblica Democratica del Congohttps://fides.org/it/news/74930-AFRICA_CONGO_RD_La_questione_fondiaria_fattore_decisivo_e_spesso_trascurato_delle_guerre_nell_est_della_Repubblica_Democratica_del_Congohttps://fides.org/it/news/74930-AFRICA_CONGO_RD_La_questione_fondiaria_fattore_decisivo_e_spesso_trascurato_delle_guerre_nell_est_della_Repubblica_Democratica_del_CongoKinshasa – La guerra nel Nord Kivu che vede come protagonista l’M23 vien subita dai congolesi come una guerra d’aggressione perpetrata dal vicino Ruanda servendosi di questo gruppo armato. <br />L’M23 - va ricordato - dopo la sconfitta nel 2013 aveva avviato colloqui con il governo congolese con la mediazione dell’Uganda, sfociati in negli accordi di Nairobi del 12 novembre 2013. Adducendo il mancato rispetto delle intese, l’M23 ha poi ripreso le ostilità nel 2021.<br />Se i diversi attori del conflitto nell’est della Repubblica Democratica del Congo si disputano il controllo delle risorse minerarie locali, a fondamento dell’instabilità della zona vi sono pure fattori etnici e fondiari. Questi ultimi non sono solo conflitti tra comunità diverse per il controllo di pascoli o terreni agricoli.<br />Vi sono controversie fondiarie tra agricoltori e grandi concessionari, tra comunità rurali e compagnie minerarie, tra allevatori e agricoltori e tra parchi nazionali e le popolazioni della zona.<br />L’accesso alla terra, e in particolare alla terra arabile, è quindi una fonte di conflitto tra etnie diverse, soprattutto nel territorio del Masisi, dove gli Hutu e i Tutsi sono considerati immigrati e il loro accesso alla terra è contestato dalle comunità che considerano se stesse come indigene. <br />L'accesso al potere è essenziale per ottenere e conservare il territorio. Anzi, il godimento della terra è regolato sia dalla legge scritta che da quella consuetudinaria. Per il diritto scritto, vi sono alcune autorità politico-amministrative che hanno competenze per concedere terreni e altre incaricate di accordare, per conto dello Stato, titoli fondiari. Per quanto riguarda il diritto consuetudinario, il capo consuetudinario è considerato il guardiano del terreno che può concederne il godimento ai suoi amministrati, a seguito del pagamento di canoni variabili secondo consuetudini diverse. Questo doppio registro, statale e consuetudinario, genera ulteriore confusione e, nel secondo caso, può creare delle discriminazioni su base etnica. Il leader comunitario è generalmente più propenso a favorire gli appartenenti alla propria comunità a scapito di chi non ne fa parte.<br />L’arrivo dei miliziani dell’M23 su un dato territorio sconvolge questo sistema di registrazione fondiario. I ribelli cacciano sia i funzionari statali sia i leader locali, che spesso a causa dello sfollamento forzato delle popolazioni, si ritrovano senza persone su cui esercitare la propria autorità. In certe altre situazioni, i leader tradizionali sono costretti a convivere con l'M23. Un’altra strategia dei guerriglieri è la destabilizzazione del regno di un leader consuetudinario, creando e alimentando i conflitti tradizionali nelle aree occupate.<br />Dall’aprile 2022 l’M23 ha iniziato a istituire gradualmente un'amministrazione parallela. Il movimento nomina le persone a capo degli enti da esso controllati in base a considerazioni etniche o comunque in base ai legami con l’M23 o a gruppi ad esso affiliati. <br /><br />Wed, 24 Apr 2024 10:19:22 +0200EUROPA/ROMANIA - Benedizione della cappella delle POM romene, dedicata alla beata Pauline Jaricothttps://fides.org/it/news/74929-EUROPA_ROMANIA_Benedizione_della_cappella_delle_POM_romene_dedicata_alla_beata_Pauline_Jaricothttps://fides.org/it/news/74929-EUROPA_ROMANIA_Benedizione_della_cappella_delle_POM_romene_dedicata_alla_beata_Pauline_Jaricotdi Cristina Grigore<br /><br />Bucarest - “Un momento storico”. Così ha definito padre Tadeusz Nowak, Segretario generale della Pontificia Opera della Propagazione della Fede , la dedicazione, sabato 20 aprile, della cappella delle Pontificie Opere Missionarie in Romania, a Bucarest. Si tratta del primo luogo di culto della Romania dedicato alla beata Pauline Jaricot, fondatrice dell'Opera della Propagazione della Fede. <br />Il rito della dedicazione è stato celebrato dopo la messa presieduta, nella chiesa parrocchiale vicina alla sede POM Romania, dall’Arcivescovo metropolita di Bucarestmì, mons. Aurel Perca. Alla celebrazione hanno preso parte anche l’Arcivescovo emerito di Bucarest mons. Ioan Robu, il consigliere della Nunziatura apostolica in Romania mons. Tuomo T. Vimpari, il Segretario generale delle POPF padre Nowak, il Direttore delle POM romene don Eugen Blaj, sacerdoti romano-cattolici e greco-cattolici di Bucarest, bambini della Pontificia Opera dell'Infanzia Missionaria in Romania insieme alla Direttrice Matilda Stefan Andrici, all’artista statunitense di origine messicana Lalo Garcia e a numerosi fedeli. <br />All’inizio della messa, l’Arcivescovo di Bucarest ha benedetto l’immagine della beata Pauline Jaricot, dipinta dall’artista Lalo Garcia, che è stata poi collocata nell’altare centrale della cappella delle POM romene. L’artista ha portato personalmente in Romania il dipinto e si è dichiarato “privilegiato per essere stato scelto per realizzare l’immagine della beata Pauline”. Nel dipinto, Pauline tiene tra le mani un rosario, che è, infatti, la riproduzione di un rosario di legno che l’artista ha portato sempre con sé tutto il periodo della realizzazione dell’opera, e che alla fine della messa ha regalato a don Eugen Blaj per le POM di Romania. <br />Nell’omelia, padre Nowak ha parlato della vita di Pauline Jaricot e del suo carisma. Ricordando che la Chiesa è per sua natura missionaria e che vive per evangelizzare, padre Tadeusz ha spiegato che “tutti siamo chiamati alla missione”. “Certo – ha detto –, non tutti possiamo lasciare i nostri paesi per andare in Cina, Laos o Bangladesh, e in questo senso la beata Pauline Jaricot ha trovato un ruolo e un luogo particolare nella storia della Chiesa. Ma, come suggerisce questo suo carisma, ciascuno di noi può partecipare alla missione della Chiesa”. Così padre Nowak parlato dei mezzi individuati da Pauline per contribuire all’apostolato missionario: in primo luogo la preghiera ; poi, conoscere le necessità dei missionari e sostenere le missioni della Chiesa. “Pauline è morta povera materialmente, ma ricca spiritualmente – ha spiegato il sacerdote alla fine dell’omelia –, perciò dopo duecento anni è stata riconosciuta e proclamata beata dalla Chiesa. Ringraziamo Dio per il carisma che ha dato alla beata Pauline Jaricot e che lei ha lasciato alla Chiesa, e preghiamo perché il cuore di tutti i cristiani sia più fervido e aperto, per condividere con altri la Buona Novella e prendere parte alla missione della Chiesa, dando testimonianza del mistero di Cristo risuscitato dai morti”.<br />La messa è stata celebrata alla presenza della reliquia della beata Pauline Jaricot, che le POM romene hanno ricevuto due settimane fa da mons. Olivier de Germay, arcivescovo di Lione. Prima di dare la benedizione finale con la reliquia della beata francese, l’Arcivescovo di Bucarest, mons. Aurel Perca ha pregato “perché la beata Pauline Jaricot interceda grazie per la Chiesa universale, per le missioni, per tutte le persone che diffondono le opere missionarie”. Dopo la messa, la reliquia della beata Pauline Jaricot e la sua immagine sono state portate in processione alla cappella delle POM romene dove, dopo il rito di dedicazione della cappella, sono state venerate dai fedeli partecipanti alla celebrazione. <br />“Ringraziamo Dio per questo grande dono, di avere la beata Pauline in mezzo a noi, con la dedicazione della prima cappella in Romania in suo onore. Preghiamo la beata Pauline di ispirarci, con il suo servizio e coraggio, a vivere la nostra vita in Cristo e che la celebrazione della sua santità sia per la maggior gloria di Dio e per la salvezza delle anime”, hanno scritto le POM Romania in un comunicato. <br />Mon, 22 Apr 2024 12:31:40 +0200AFRICA/CONGO RD - Chiarimenti dopo le reazioni seguite a una pubblicazione della Agenzia Fides sul Cardinale Ambongohttps://fides.org/it/news/74927-AFRICA_CONGO_RD_Chiarimenti_dopo_le_reazioni_seguite_a_una_pubblicazione_della_Agenzia_Fides_sul_Cardinale_Ambongohttps://fides.org/it/news/74927-AFRICA_CONGO_RD_Chiarimenti_dopo_le_reazioni_seguite_a_una_pubblicazione_della_Agenzia_Fides_sul_Cardinale_AmbongoRoma - L'ultima pubblicazione della nostra Agenzia sul Cardinale Fridolin Ambongo Besungu ha suscitato reazioni accese e in parte negative. In alcuni casi, il Cardinale è stato accusato di incolpare le autorità civili del suo Paese adottando "de facto" tesi e argomenti utilizzati contro di esse dai leader di altre nazioni attualmente in conflitto con la Repubblica Democratica del Congo. <br />In effetti, la sintesi giornalistica pubblicata non ha evidenziato alcune sfumature emerse durante l'intervista. Imprecisioni si sono insinuate nel passaggio dalla versione originale dell'intervista alle traduzioni in altre lingue, lasciando spazio a interpretazioni errate. Queste imprecisioni nella formulazione ci portano a sottolineare che il Cardinale non ha detto quanto segue: "il governo ha distribuito ulteriori armi a diversi gruppi armati come i Wazalendo e anche a alcuni appartenenti alle Forze per la Liberazione del Ruanda ". Ci scusiamo quindi con il Cardinale stesso e con tutti coloro che possono essere rimasti confusi o amareggiati dai contenuti e dalle frasi ad effetto usate nelle reazioni all'articolo. <br /><br />Detto questo, una lettura onesta e corretta della pubblicazione deve basarsi sulle posizioni spesso espresse dal Cardinale Ambongo: 1) la guerra nella Repubblica Democratica del Congo è causata dal saccheggio perpetrato dalla comunità internazionale sulle ricchezze del suo suolo e del suo sottosuolo e dalle intenzioni espansionistiche di alcuni suoi vicini, tra cui il Ruanda; 2) questa guerra beneficia della complicità interna di congolesi; 3) l'insicurezza tende a diffondersi nella Repubblica Democratica del Congo, in particolare a causa della proliferazione dei gruppi armati; 4) la soluzione a questa crisi non sarà militare, ma implicherà necessariamente il dialogo tra i congolesi e con la comunità internazionale, ecc. <br /><br />Nell'articolo del 18/4/2024, come in diverse interviste e discorsi del Cardinale Ambongo pubblicati dall’Agenzia Fides, l'Arcivescovo di Kinshasa ha sempre descritto con realismo e chiarezza le conseguenze negative sofferte dal suo Paese, anche a seguito di iniziative e decisioni internazionali che egli considera forme di "neocolonialismo". Basti ricordare l'intervista esclusiva che il Cardinale Ambongo ha rilasciato all'Agenzia Fides il 21 marzo scorso. In quella intervista, tra l'altro, il Cardinale Ambongo ha denunciato chiaramente l'accordo firmato tra l'Unione Europea e il Ruanda "per lo sfruttamento delle risorse minerarie e di altro tipo che, in realtà, non si trovano in Ruanda ma in Congo RD". Questo - ha sottolineato il Cardinale Arcivescovo di Kinshasa – “è intollerabile e crea molta confusione in una regione, quella dei Grandi Laghi, che sta già vivendo grandi tensioni".<br /><br />Le polemiche generate dall'ultimo articolo rappresentano comunque un ulteriore stimolo per l'Agenzia Fides a documentare con passione e accuratezza la missione delle Chiese locali per la pace e la salvezza dei popoli, tenendo conto dei diversi contesti in cui esse operano.<br /><br />Mon, 22 Apr 2024 10:43:46 +0200AFRICA/ETIOPIA - Nomina del nuovo direttore delle Pontificie Opere Missionarie, Don Gebremariamhttps://fides.org/it/news/74926-AFRICA_ETIOPIA_Nomina_del_nuovo_direttore_delle_Pontificie_Opere_Missionarie_Don_Gebremariamhttps://fides.org/it/news/74926-AFRICA_ETIOPIA_Nomina_del_nuovo_direttore_delle_Pontificie_Opere_Missionarie_Don_GebremariamCittà del Vaticano - Il Cardinale Luis Antonio G.Tagle, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, in data 19 dicembre 2023, ha nominato Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie dell'Etiopia per un quinquennio il Rev.do Don Abraham Gebremariam. Don Gebremariam, 52 anni di età, 20 anni di ordinazione, del Vicariato Apostolico di Hosanna, ha studiato teologia presso l'Istituto Teologico S. Francesco ed ha conseguito il Bachelor Divinity presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma; ha anche studiato diritto civile ed ha conseguito il diploma presso l'Alpha University College di Addis Abeba.<br />E' stato vice parroco in due parrocchie, ha prestato servizio nelle scuole primarie, elementari e medie inferiori.<br />E' stato parroco in diverse parrocchie, e nel Vicariato Apostolico di Hosanna è anche membro del gruppo "Costruttori di pace", che si occupa di risolvere conflitti, ovunque ed in qualsiasi momento vengano creati. Attualmente è parroco a Doyogena. Oltre all'inglese, parla e scrive lingue locali: amarico, kemabata e hadiya,<br /> Mon, 22 Apr 2024 10:04:50 +0200ASIA/SRI LANKA - La Chiesa locale onora le vittime degli attentati di Pasqua e chiede di iniziare il processo per il riconoscimento del loro martiriohttps://fides.org/it/news/74928-ASIA_SRI_LANKA_La_Chiesa_locale_onora_le_vittime_degli_attentati_di_Pasqua_e_chiede_di_iniziare_il_processo_per_il_riconoscimento_del_loro_martiriohttps://fides.org/it/news/74928-ASIA_SRI_LANKA_La_Chiesa_locale_onora_le_vittime_degli_attentati_di_Pasqua_e_chiede_di_iniziare_il_processo_per_il_riconoscimento_del_loro_martirioColombo - Con celebrazioni eucaristiche di commemorazione, suono di campane e due minuti di silenzio, nell'arcidiocesi di Colombo - ma anche nelle altre diocesi dello Sri Lanka - ieri, 21 aprile la comunità cattolica della nazione ha salutato e ricordato, in un'atmosfera di profonda commozione, i suoi "martiri", le vittime degli attentati di Pasqua, avvenuti il 21 aprile del 2019. Allora otto attentatori suicidi presero di mira due chiese cattoliche, una chiesa evangelica, tre hotel di lusso, uccidendo nel complesso 269 persone e ferendone più di 500. Tra costoro, i fedeli cattolici uccisi mentre si trovavano a messa, nelle chiese cattoliche di San Sebastiano e Sant'Antonio, furono 171.<br />A cinque anni da quei tragici eventi, nel giorno dell'anniversario, la Chiesa locale ha annunciato la decisione di avviare la procedura per il riconoscimento del martirio. Nella cerimonia di commemorazione tenutasi a Negombo - dove sorge la "Cappella dei martiri", nel cimitero dove sono sepolte le vittime cattoliche - è stata consegnata nelle mani del Cardinale Albert Malcolm Ranjith, Arcivescovo di Colombo, una petizione con le firme di oltre 50mila firme dei fedeli. Forte di questa devozione e volontà popolare, l'Arcidiocesi di Colombo ora inoltrerà alla Congregazione vaticana per le Cause dei santi la richiesta ufficiale per potere aprire la fase diocesana della causa di beatificazione. <br />"La raccolta di firme e la sensibilizzazione dei fedeli è stata avviata dall'inizio della Quaresima. Tra la gente c'è una piena coscienza del dono di fede di quelle persone innocenti, uccise in chiesa mentre stavano celebrando la resurrezione di Cristo", spiega all'Agenzia Fides p. Jude Chrysantha Fernando, direttore dell'Ufficio per le comunicazioni dell'arcidiocesi di Colombo. "Ieri vi è stata un'ampia partecipazione di fedeli alle celebrazioni: al mattino in tutte le chiese si sono tenute messe di commemorazione, e una speciale cerimonia si è tenuta nella Chiesa di Sant'Antonio a Colombo, con la presenza del Cardinale Ranjith. All'evento commemorativo era presente anche il Nunzio apostolico in Sri Lanka, l'Arcivescovo Brian Udaigwe, oltre a leader religiosi di varie fedi e a rappresentanti civili. L'assemblea di migliaia di persone ha osservato un solenne momento di due minuti di silenzio, rispettato anche nelle chiese di tutto il Paese, per onorare e ricordare quanti hanno perso la vita". <br />Nel pomeriggio i fedeli hanno camminato in processione dal Santuario di Sant'Antonio alla Chiesa di San Sebastiano a Negombo, altro luogo degli attentati e, alla presenza di diversi Vescovi srilankesi, è stata presentata e diffusa ufficialmente l'iniziativa popolare, con le firme e il libretto che sarà inviato alla Santa Sede per ottenere il 'nihil obstat' e poter cominciare il processo diocesano per proclamare martiri i 171 fedeli uccisi. P. Fernando riferisce che "si è trattato di un momento di grande intensità spirituale per la comunità dei cattolici dello Sri Lanka: la memoria di questi 'eroi della fede' è viva e rappresenta una fonte di ispirazione per molti. C'è grande devozione. Il dono di questi martiri è per tutti un incoraggiamento nelle difficoltà del presente, segnato dagli effetti drammatici della crisi economica, ma anche dalla mancanza di giustizia", afferma.<br />Su questi aspetti si è soffermato il Cardinale Ranjith, ricordando che la Chiesa cattolica, da cinque anni, chiede giustizia e verità, un appello ancora inascoltato dalla politica, e ribadendo la richiesta di avviare una indagine internazionale indipendente per accertare i fatti, le responsabilità e le complicità degli attentati del 2019. <br /> Mon, 22 Apr 2024 11:46:00 +0200ASIA/TERRA SANTA - Un teatro, una piscina, un campo di calcio per educare alla pacehttps://fides.org/it/news/74922-ASIA_TERRA_SANTA_Un_teatro_una_piscina_un_campo_di_calcio_per_educare_alla_pacehttps://fides.org/it/news/74922-ASIA_TERRA_SANTA_Un_teatro_una_piscina_un_campo_di_calcio_per_educare_alla_pacedi padre Ibrahim Faltas ofm *<br />Gerusalemme - I Francescani hanno aperto la loro prima scuola in Medio Oriente, a Betlemme, in Terra Santa, nel 1598. <br />Da allora tante altre scuole sono state aperte per offrire ai bambini e ai ragazzi della Terra Santa la possibilità di istruzione e altre opportunità di crescita. <br />Da molti anni sono direttore delle Scuole della Custodia di Terra Santa. <br />A Gerusalemme, in Cisgiordania e in tutte le nostre diciotto scuole abbiamo sempre privilegiato la formazione scolastica e personale, abbiamo favorito l'accoglienza e l'inclusione, abbiamo trasmesso valori di solidarietà e di fratellanza. <br /><br />I ragazzi e i bambini, anche se provengono da realtà e ambienti diversi, hanno tutti la forza della purezza del cuore e con naturalezza hanno comportamenti di pace. L'ho sperimentato ascoltando le loro paure e guardando la loro voglia e il loro desiderio di pace. <br /><br />Al mattino, prima delle lezioni, recitano insieme, cristiani e musulmani, la preghiera di San Francesco: "Signore, fa di me uno strumento della Tua pace!". È un momento forte e bello: un segno di unità e di fraternità. <br /><br />Vederli giocare e correre nei cortili della scuola mi convince che la pace è azione, è movimento, è vita, non è solo assenza della guerra. <br /><br />La scuola, oltre a dare una formazione attraverso il percorso educativo, deve fornire strumenti di formazione personale. <br />In Terra Santa il percorso educativo ha bisogno di più attenzione e di più coinvolgimento di tutte le componenti scolastiche. Alle materie e alle discipline previste in una normale organizzazione scolastica, si deve aggiungere l'educazione alla pace che non ha un orario settimanale stabilito ma è parte essenziale di ogni momento vissuto nella scuola e fuori della scuola. <br />L'educazione alla pace non ha un libro di testo, ma è il comportamento lo strumento che va adoperato continuamente da tutti, insegnanti, genitori, alunni e deve essere rivolto a tutti, specialmente nelle zone colpite e minacciate dalla guerra.<br />Ovunque nel mondo la formazione scolastica dovrebbe evitare la competizione e privilegiare la condivisione e il sostegno reciproco. Dove si vive e si respira la guerra questo è indispensabile. <br />Lo sport, il teatro, la musica sono attività che contribuiscono in modo concreto alla educazione e alla cultura di pace. <br />Abbiamo inaugurato pochi giorni fa un teatro nella Terra Santa School di Gerusalemme, l'anno scorso una piscina sempre a Gerusalemme e pochi anni fa un campo da calcio coperto a Betlemme. Sono ambienti necessari ai nostri bambini e alle nostre bambine per la loro crescita, per costruirsi come uomini e donne di pace del futuro. <br />Imparano così il rispetto e la solidarietà necessari per fare parte di una squadra che ha lo stesso comune obiettivo: vincere l'egoismo e la sopraffazione. <br />Grazie alla generosità di un sacerdote, don Giuseppe Ballia, morto prematuramente, abbiamo potuto completare il teatro. I ragazzi e i bambini si sono esibiti alla presenza del Ministro Generale dell'Ordine Francescano dei Frati Minori, padre Massimo Fusarelli, del Nunzio Apostolico e del Padre Custode, di Ambasciatori, Consoli, Direttori di altre scuole e di tanti Frati. I ragazzi sul palco erano emozionati ma molto preparati nei canti e nelle danze tradizionali. Il loro spettacolo era intitolato "Siamo noi la speranza!" e sono certo che il loro impegno sul palco si concretizzerà nella loro vita. <br />Lo sport, il teatro, la musica aiutano i bambini e i ragazzi della Terra Santa, così provati dalla guerra, a crescere in ambienti sereni, nel rispetto reciproco e condividendo comportamenti di pace. <br /><br />*Vicario della Custodia di Terra Santa<br />Sat, 20 Apr 2024 10:54:37 +0200ASIA/COREA DEL SUD - Il viaggio verso la GMG di Seoul del 2027: un'occasione di ascolto e di sinodalitàhttps://fides.org/it/news/74912-ASIA_COREA_DEL_SUD_Il_viaggio_verso_la_GMG_di_Seoul_del_2027_un_occasione_di_ascolto_e_di_sinodalitahttps://fides.org/it/news/74912-ASIA_COREA_DEL_SUD_Il_viaggio_verso_la_GMG_di_Seoul_del_2027_un_occasione_di_ascolto_e_di_sinodalitaSeoul - La preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù del 2027 coinvolge in pieno la Chiesa in Corea del Sud ed è un'occasione di fruttuosa collaborazione tra Vescovi, sacerdoti, religiosi, laici, in un cammino di comunione e sinodalità. Al Comitato Organizzatore istituito a Seoul è stata assegnata una sede e uno spazio di lavoro specifico negli edifici dove vi sono gli uffici dell'arcidiocesi: vi lavoreranno i giovani del "Preliminary Research Team", composto da circa 40 membri, tra cui sacerdoti, religiosi e giovani, che potranno riunirsi, socializzare e scambiare idee e guardare con creatività alla prossima GMG. "Lavoriamo, come dice l’apostolo Paolo, nel rispetto e nella comunione dei rispettivi carismi e delle responsabilità, all’interno del Corpo di Cristo, in un'esperienza che ci fa Chiesa", ha detto Paul Kyung-sang Lee, Vescovo ausiliare di Seoul, che segue il Comitato, rimarcando che l'importanza di promuovere un ambiente inclusivo e accogliente affinché i giovani possano impegnarsi attivamente, sentendosi protagonisti.<br />L’Arcivescovo di Seoul, Peter Chung Soon-taick, e il Vescovo Paul Kyung-sang Lee, insieme con una delegazione coreana, parteciperanno al prossimo Congresso internazionale di pastorale giovanile organizzato dal Dicastero vaticano per i laici, la famiglia e la vita. Nel Congresso, il team coreano avrà l'opportunità di interagire con i responsabili della pastorale giovanile di tutto il mondo e di collaborare con Comitato organizzatore della GMG di Lisbona 2023. Questo scambio di idee non solo arricchirà il processo di pianificazione della GMG di Seul, ma servirà a promuovere uno spirito di unità e solidarietà in previsione di questo evento di carattere globale.<br />L'Arcivescovo Chung , presidente del Comitato organizzatore della GMG 2027, ha detto ai sacerdoti e ai giovani coinvolti: “Il processo di preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù di Seul è esso stesso un viaggio da fare insieme, è un tratto della Chiesa sinodale”, auspicando che "il viaggio verso la GMG sia pieno di grazia". <br />I giovani coreani coinvolti nel gruppo di ricerca hanno condiviso le loro prime impressioni: Deborah Jang So-hyun si chiedeva “come trasmettere al meglio l’amore di Dio”; la risposta è stata "è importante sperimentare personalmente l’amore di Dio e approfondire il proprio incontro con Cristo, per donarlo al prossimo non da soli ma insieme”. Suor Son Sang-hee ha espresso la sua speranza: “Credo che, con le preghiere, la nostra buona volontà e umiltà, l'opera di Dio possa realizzarsi attraverso di noi”. Il prete Salesiano padre Kim Sang-yoon ha rimarcato: "Partiamo dall'ascolto: ascoltiamo tutti attentamente. Poi mettiamo in comune quanto raccolto e vediamo dove lo Spirito Santo ci conduce. Non dimentichiamo che, in questo viaggio, Dio non ci abbandona, ma è sempre con noi, e ci ama". <br /> Sat, 20 Apr 2024 17:46:21 +0200ASIA/CINA - “La missione è seguire Cristo”. La diocesi di Pechino si prepara alla Giornata di preghiera per le Vocazionihttps://fides.org/it/news/74925-ASIA_CINA_La_missione_e_seguire_Cristo_La_diocesi_di_Pechino_si_prepara_alla_Giornata_di_preghiera_per_le_Vocazionihttps://fides.org/it/news/74925-ASIA_CINA_La_missione_e_seguire_Cristo_La_diocesi_di_Pechino_si_prepara_alla_Giornata_di_preghiera_per_le_VocazioniPechino – Una borsa di stoffa con la preghiera del “Padre Nostro” stampata sopra, e l’invito a tutti a portare sempre con sé la Parola di Dio, “per nutrirsi di essa ogni giorno”. È questo il singolare regalo distribuito nel Seminario di Pechino a tutti in occasione della 61ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che quest’anno cade il 21 aprile, IV domenica di Pasqua. <br />La Parola di Dio - si legge nell’opuscolo contenuto nella borsa - dona la forza per “affrontare le molte urgenze della vita e rispondere alla chiamata di Dio in ogni situazione; con la Parola in mano e la missione nel cuore, ci ai può conformare alla volontà del Signore in ogni circostanza”. Il messaggio rivolto a tutti i giovani che avertono la chiamata al sacerdozio è quello di discernere “con saggezza e coraggio” ciò che li muove a assumere la missione di “diventare seminaristi nella sequela di Cristo”.<br />Al centro delle riflessioni condivise nel Seminario di Pechino in questo tempo pasquale ci sono gli spunti e i suggerimenti riportati nel Messaggio di Papa Francesco per la 61ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni 2024. Il Vescovo di Pechino Giuseppe Li Shan, in un suo messaggio diffuso in vista della Giornata di preghiera, ha a sua volta invitato tutti a partecipare al programma diocesano dedicato alla promozione vocazionale. Il Vescovo Li Shan si è rivolto anche ai genitori delle famiglie cattoliche affinché siano aperti alla possibilità di vedere i propri figli intraprendere il cammino verso il sacerdozio, e li accompagnino nel loro percorso di discernimento vocazionale. “La famiglia” ha ricordato il Vescovo in una sua recente omelia “è il focolare dove fiorisce la fede, e la culla delle vocazioni”. I genitori - ha aggiunto – possono guidare i figli e le figlie sulla via della santità, operando essi stessi da “buoni segnali” lungo il percorso. Così i giovani potranno “discernere con saggezza ciò che è eterno e ciò che è temporaneo”, e abbracciare la missione di diventare seminaristi, seguendo Gesù. <br />Nella giornata di preghiera per le vocazioni, come è consuetudine, le porte dei Seminari saranno aperte a tutti, battezzati e non battezzati, per vivere un tempo di comunione e condivisione fraterna. Le diocesi invieranno anche sacerdoti e seminaristi nelle parrocchia per dare testimonianza delle propria vocazione sacerdotale davanti al popolo di Dio.<br />Lo scorso 11 aprile, nella diocesi di Datong due giovani hanno ricevuto l’ordinazione sacerdotale, mentre nell’arcidiocesi di Xi’An 13 sacerdoti hanno festeggiato insieme 25 anni di sacerdozio. <br />Fri, 19 Apr 2024 13:04:14 +0200EUROPA/LUSSEMBURGO - Nomina del nuovo direttore delle Pontificie Opere Missionarie, Don Claude Bachehttps://fides.org/it/news/74924-EUROPA_LUSSEMBURGO_Nomina_del_nuovo_direttore_delle_Pontificie_Opere_Missionarie_Don_Claude_Bachehttps://fides.org/it/news/74924-EUROPA_LUSSEMBURGO_Nomina_del_nuovo_direttore_delle_Pontificie_Opere_Missionarie_Don_Claude_BacheCittà del Vaticano - Il Cardinale Luis Antonio G.Tagle, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, in data 19 dicembre 2023, ha nominato Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie del Lussemburgo per un quinquennio il Rev.do Don Claude Bache. Don Bache è nato nel 1964 ed ordinato presbitero nel 1990. Del clero del Lussemburgo, è membro del Capitolo della Cattedrale, parroco-decano del Decanato "Est" e parroco mediatore dell'équipe pastorale, in servizio presso la parrocchia "Musel a Syr Saint-Jacques".<br />E' Commendatore dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Luogotenenza del Granducato di Lussemburgo, di cui è anche cerimoniere ecclesiastico.<br /> Fri, 19 Apr 2024 12:50:25 +0200VATICANO - “ ‘La missione è mia, non tua’, diceva il Signore a San Francesco”: il Sottosegretario del Dicastero per l’Evangelizzazione ai direttori diocesani delle Pontificie Opere Missionariehttps://fides.org/it/news/74923-VATICANO_La_missione_e_mia_non_tua_diceva_il_Signore_a_San_Francesco_il_Sottosegretario_del_Dicastero_per_l_Evangelizzazione_ai_direttori_diocesani_delle_Pontificie_Opere_Missionariehttps://fides.org/it/news/74923-VATICANO_La_missione_e_mia_non_tua_diceva_il_Signore_a_San_Francesco_il_Sottosegretario_del_Dicastero_per_l_Evangelizzazione_ai_direttori_diocesani_delle_Pontificie_Opere_MissionarieCittà del Vaticano – “Se non si ha una profonda consapevolezza sul significato e l’importanza della missione nella Chiesa, ridurremmo le Pontificie Opere ad un centro per la raccolta di denaro da distribuire, come fanno ormai in tanti. E’ necessario aiutare la gente a mettersi in ascolto delle proprie ferite e dei propri fallimenti, proprio come ha fatto San Francesco sul monte della Verna.”<br /><br />Mons. Samuele Sangalli, Sottosegretario del Dicastero per l’Evangelizzazione, si è rivolto così ai Direttori diocesani delle Pontificie Opere Missionarie radunati per il Corso di formazione al Centro di Animazione Missionaria , focalizzando il suo intervento sulla preghiera a san Francesco scritta da Papa Francesco e consegnata nei giorni scorsi ai Frati della Verna in occasione delle celebrazioni dell'VIII Centenario della comparsa delle Stimmate ricevute dal Santo . <br /><br />“Questa preghiera ‘all’uomo piagato dall’amore’ – ha proseguito il Sottosegretario - ci porta al vero fulcro della missione. Cosa significa evangelizzare, considerato che il Dicastero per l’Evangelizzazione ricorda a tutta la Chiesa che questo è il nostro scopo, la nostra ragione di esistere? E quando pensiamo alla nostra missione, conviene partire sempre dalle due domande di San Francesco sulla Verna. ‘Signore, chi sei tu e chi sono io?’ Andiamo dunque alle fondamenta. Ritorniamo alle fondamenta del nostro essere credenti e cristiani. Perché siamo qui, perché siamo operatori missionari, chi ci invia e per cosa?”<br /><br />“Ciò che più conta” ha proseguito don Sangalli “è la nostra semplice presenza, prima di qualsiasi azione. Molto spesso ci sentiamo demotivati perché non ci arrivano le risposte che ci saremmo aspettati, e così la tentazione di rallentare e rinchiuderci in noi stessi è forte. Di fronte all’apparente infruttuosità o addirittura al fallimento, va riconosciuta quella voce del Serafino alato che domanda una più intensa conformazione alla consegna di tutto noi stessi al Padre, conformandoci al Crocifisso-Risorto. ‘La tua comunità è mia, la Chiesa è mia. La missione è mia non tua’, diceva il Signore a San Francesco. Noi si è chiamati a seminare il terreno e poi lasciare agire lo Spirito, secondo tempi e modi suoi.”<br /><br />“La preghiera all’uomo piagato dall’amore ci ricorda prima di tutto che siamo tutti persone bisognose e ferite. Ognuno di noi ha la propria storia e questo ci rende solidali con tutti gli altri fratelli e sorelle del mondo. Partiamo dal nostro essere feriti, abbiamo bisogno di misericordia, di amore, cerchiamo tutti di quel grande abbraccio che il Signore non nega a nessuno. Questa è l'evangelizzazione, questo è il messaggio che possiamo portare dentro e fuori le nostre comunità. Siamo feriti, siamo fragili, siamo deboli e cerchiamo consolazione, pace, tenerezza, compassione; quella che scende dall’incondizionato amore di Dio. Se riflettiamo profondamente sulla Passione di Cristo, consideriamo le sue parole, tocchiamo le sue piaghe e, attraverso di esse, il suo amore per noi, la sua compassione per noi. Dobbiamo lasciar guarire le nostre ferite profonde dall’amore, misericordia e compassione di Cristo per diventare come Francesco testimoni della sua misericordia. Questa – ha rimarcato il Sottosegretario del Dicastero missionario “è la buona notizia che ci rende evangelizzatori. Siamo testimoni della sua misericordia ovunque siamo, qualunque sia la situazione che abbiamo di fronte. Se a questo invece si sostituisce un affannoso attivismo, fine a sé stesso, la nostra missione sarà una inutile perdita di tempo. La conversione spirituale risulta al centro della nostra missione. Se non condividiamo questa speranza profonda, segno di risurrezione, come continuare ad essere missionari? E senza questo spirito missionario la Chiesa perde la sua specificità, l’ il suo essere quell’ospedale da campo, che accoglie e favorisce la cura di tutti, come spesso ricorda Papa Francesco. Dobbiamo invitare le persone a tornare a sé stesse, a sentire il bisogno dell'amore di Cristo, ad anelare alla sua consolazione.”<br /><br />“Noi” ha concluso Sangalli “non siamo autosufficienti. Questo è contrario a tutta la cultura che ci dice di essere forti, di essere assertivi, duri a negare o nascondere le nostre debolezze, i nostri bisogni più profondi e veri. Siamo mendicanti di amore e solo trovando solidarietà e compassione posso condividerla con l’altro. Altrimenti porto solo il mio egoismo. Dobbiamo stare molto attenti, l’attivismo molto spesso nasconde una mezza frustrazione. Il sentirsi autosufficienti, non bisognosi di compassione, misericordia e solidarietà, è un'enorme bugia sulla quale sfortunatamente questo mondo è costruito e che finisce per generare conflitto e contrapposizione, non quell’armonia e pace necessaria all’umanità per un presente sereno e un futuro degno”.<br /><br /> <br /> <br /><br /><br/><strong>Link correlati</strong> :<a href="https://www.fides.org/it/attachments/view/file/PREGHIERA.pdf">PREGHIERA</a>Fri, 19 Apr 2024 11:45:01 +0200AFRICA/SUD SUDAN - “Sia fatta piena luce sull’attentato a Mons. Carlassare” chiedono i Vescovi dopo il rilascio del principale indiziatohttps://fides.org/it/news/74921-AFRICA_SUD_SUDAN_Sia_fatta_piena_luce_sull_attentato_a_Mons_Carlassare_chiedono_i_Vescovi_dopo_il_rilascio_del_principale_indiziatohttps://fides.org/it/news/74921-AFRICA_SUD_SUDAN_Sia_fatta_piena_luce_sull_attentato_a_Mons_Carlassare_chiedono_i_Vescovi_dopo_il_rilascio_del_principale_indiziatoJuba – “Chiediamo alle autorità di garantire un'indagine approfondita su questo incidente e di consegnare i responsabili alla giustizia”. Così i vescovi cattolici del Sudan e del Sud Sudan hanno chiesto alle autorità di condurre un'indagine approfondita sul ferimento a colpi di arma da fuoco del Vescovo di Rumbek Christian Carlassare il 25 aprile 2021 .<br />P. John Mathiang Machol, ex coordinatore diocesano della diocesi di Rumbek, è stato condannato a 7 anni di carcere dall'Alta Corte di Juba nel 2023 per aver partecipato all’attentato contro Mons. Carlassare.<br />Ma il mese scorso, la Corte Suprema ha annullato la condanna contro il sacerdote dopo che il suo avvocato difensore Malith Jokthiang ha affermato che la corte non ha trovato prove contro il suo cliente. <br />Il 16 aprile i Vescovi locali hanno annunciato la sospensione a divinis di p. Machol, in conformità al diritto canonico.<br />Parlando alla stampa a Juba, il presidente della Conferenza episcopale, il Cardinale Stephen Ameyu Martin Mulla, Arcivescovo di Juba, ha affermato che la Chiesa è solidale con il Vescovo Carlassare dopo il rilascio del clero Machol. “Esprimiamo la nostra profonda solidarietà al nostro fratello, il Vescovo di Rumbek, Christian Carlassare, in seguito alla recente liberazione di p. John Mathiang Machol, il principale sospettato del tentato omicidio del Vescovo tre anni fa” ha detto.<br /> I Vescovi hanno condannato quello che hanno definito un atroce atto di violenza contro Mons. Carlassare e hanno invitato le autorità a garantire che venga condotta un'indagine approfondita per assicurare i responsabili alla giustizia. “Condanniamo con la massima fermezza l'atroce atto di violenza contro un pastore della Chiesa. Gli attacchi ai leader religiosi non hanno posto in una società giusta e pacifica”. <br />Fri, 19 Apr 2024 10:43:22 +0200