Fides News - Italianhttp://fides.org/Le notizie dell'Agenzia FidesitI contenuti del sito sono pubblicati con Licenza Creative Commons.ASIA/COREA DEL SUD - Verso gli altari tre storiche figure della comunità cattolica di Seoulhttp://fides.org/it/news/73618-ASIA_COREA_DEL_SUD_Verso_gli_altari_tre_storiche_figure_della_comunita_cattolica_di_Seoulhttp://fides.org/it/news/73618-ASIA_COREA_DEL_SUD_Verso_gli_altari_tre_storiche_figure_della_comunita_cattolica_di_SeoulSeoul - L'Arcidiocesi di Seoul ha dichiarato ufficialmente l'apertura del processo di beatificazione per tre storiche figure di sacerdoti che hanno prestato servizio pastorale nell'Arcidiocesi: il Vescovo Barthelemy Bruguiere, sacerdote delle Misisoni Estere di Parigi , primo Vicario apostolico della Corea; il Cardinale Stephen Kim Sou-hwan , Arcivescovo di Seoul dal 1968 al 1998; padre Andrew Moo Bang Ah Yoo Ryong , fondatore dell'ordine religioso locale dei Beati Martiri coreani. Come ha affermato la Commissione per la beatificazione e la canonizzazione dell'Arcidiocesi di Seoul, per la prima volta in Corea la causa di beatificazione è promossa una singola diocesi: le tre figure sono "esempio di fede per tutti" e "la Chiesa intende esaltarle come persone che si sono distinte in virtù e santità tra i credenti", ha rimarcato il Vescovo ausiliare Job Koo Yobi, presidente della Commissione. Il processo avviato richiederà "lunghi sforzi e preghiere", come ha osservato mons. Peter Chung Soon-taek, Arcivescovo di Seoul, esprimendo le sue felicitazioni e la gioia di tutto il Popolo di Dio per il cammino ora ufficialmente intrapreso. <br />Dopo il "nihil obstat" ricevuto dalla Santa Sede, i tre candidati vengono ora chiamati con l'appellativo di "Servi di Dio". Parte allora il processo con l'esame delle prove e delle testimonianze, nella prima fase davanti a un tribunale costituito a livello diocesano; la seconda fase dell'indagine si svolgerà poi presso la Congregazione per le Causa dei Santi, nella Santa Sede. <br />Mons. Bruguiere è stato il primo Vicario apostolico della Corea e il primo vescovo coadiutore del Siam . Morì in Cina e i suoi resti mortali furono traslati in un cimitero a Seoul nel 1931.<br />Padre Andrew Moo Bang Ah Yoo Ryong dedicò la vita intera alla diffusione della fede cattolica in Corea, promuovendo un nuovo stile di vita religiosa coreano, pienamente inculturato e ispirato alle figure dei martiri coreani, durante il doloroso periodo in cui il paese era sotto l'occupazione giapponese e quando alla guida della Chiesa c'erano soprattutto missionari stranieri.<br />Il Cardinale Stephen Kim è universalmente considerato "un eroe nazionale": Vescovo di Seoul dal 1968, creato Cardinale da Paolo VI nel 1969, operò per attuare lo spirito del Concilio Vaticano II in Corea. Presidente della Conferenza episcopale cattolica della Corea , ha guidato la Chiesa coreana tra prove e tribolazioni, in periodi e momenti difficili, segnati da disordini politici e sociali , come quando Chun Doo-hwan prese il potere in Sud Corea con un colpo di stato militare nel 1979. Fu attento e coraggioso promotore della dignità umana, dei diritti umani e della democrazia, sempre in nome del Vangelo, nella delicata e complessa transizione del paese dal governo militare alla democrazia, e questo lo ha reso una figura apprezzata e rispettata da tutti, cattolici e non.<br />Attualmente nella Chiesa coreana vi sono 103 santi e 124 beati, tra cui Andrea Kim Dae-geon, il primo e sacerdote e martire coreano. Per la beatificazione del secondo sacerdote coreano, padre Thomas Choi Yang-eop, il processo è nella fase dell'esame del miracolo. La Chiesa coreana sta attualmente promuovendo altre cause di beatificazione: quella dei Servi di Dio Giovanni Battista Lee Byeok e dei suoi 132 compagni; quella del Servo di Dio Hong Yong-ho, del Vescovo Francesco Borgia e dei suoi 80 compagni; quella del Servo di Dio Shin Sang-Won, del Vescovo Bonifacio Sauer dei suoi 37 compagni.<br /> Sat, 01 Apr 2023 12:51:31 +0200AFRICA/BURUNDI - Dimissioni del Vescovo di Bubanzahttp://fides.org/it/news/73617-AFRICA_BURUNDI_Dimissioni_del_Vescovo_di_Bubanzahttp://fides.org/it/news/73617-AFRICA_BURUNDI_Dimissioni_del_Vescovo_di_BubanzaCittà del Vaticano – Il Santo Padre Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Bubanza , presentata da S.E. Mons. Jean Ntagwarara.<br /> <br />Sat, 01 Apr 2023 12:07:15 +0200ASIA/CINA - Domenica di Palme: comunità cattoliche promuovono la settima Giornata della colletta nazionalehttp://fides.org/it/news/73615-ASIA_CINA_Domenica_di_Palme_comunita_cattoliche_promuovono_la_settima_Giornata_della_colletta_nazionalehttp://fides.org/it/news/73615-ASIA_CINA_Domenica_di_Palme_comunita_cattoliche_promuovono_la_settima_Giornata_della_colletta_nazionaleShijiazhuang – Nella Domenica delle Palme, per il settimo anno consecutivo, la comunità cattolica cinese celebra domani, 2 aprile, la Giornata della colletta nazionale. L’iniziativa è promossa da Jinde Charites, l’organismo che da quasi 26 anni coordina opere caritative sostenute da comunità cattoliche nella Cina continentale e donazioni internazionali.<br />La colletta indetta per la domenica delle Palme è stata sempre accolta con grande disponibilità da vescovi, sacerdoti e laici, che la vivono come occasione per unire tutta la Chiesa, e insieme testimoniare la fede e la carità. Quest'anno, la raccolta viene effettuata dopo giorni in cui le comunità cattoliche cinesi, nelle parrocchie e nelle case, hanno pregato per Papa Francesco e condiviso sulle loro reti sociali le informazioni che arrivavano da Roma in merito alla sua salute dopo il ricovero al Policlinico Gemelli, condividendo anche la gioia per la sua pronta guarigione. <br />Le statistiche sulle offerte raccolte sono incoraggianti. Le risorse raccolte vengono utilizzare da Jinde Charites per sostenere iniziative nel campo sanitario e del sostegno psicologico, campagne di ricostruzione in aree colpite da disastri naturali in Cina e all’estero. <br />Secondo le informazioni pervenute all’Agenzia Fides, fino al 22 marzo 2022, quindi nei primi 5 anni dall’inizio della colletta promossa in occasione della domenica delle Palme, l’iniziativa ha finanziato progetti per 4 milioni e 700mila Yuan, equivalenti a oltre 690 mila Euro.<br /> Tra i progetti finanziati figurano anche le iniziative di soccorso sostenute dopo alluvioni e terremoti in varie zone della Cina, e anche quelle promosse dopo il terremoto di Hualien a Taiwan, l’eruzione del vulcano in Guatemala e lo tsunami in Indonesia nel 2018.<br />Da quando è scoppiata la pandemia, e fino al 3 marzo 2021, la Giornata della colletta ha potuto raccogliere oltre 30 milioni di Yuan, equivalenti a oltre 4 milioni e mezzo di Euro, per aiutare aree più colpite dal virus pandemico, in Cina e in altri Paesi, con mascherine, macchinari, materiale sanitario. Diocesi, parrocchie, congregazioni e istituti religiosi, associazioni e movimenti ecclesiali hanno sempre aderito con grande entusiasmo alla colletta della Domenica delle Palme, avendo sempre modo si verificare la massima trasparenza nell'uso delle offerte raccolte in questi anni di impegno. <br /><br />I responsabili di Jinde Charities rivolgono sempre i loro appelli a tutti i battezzati cattolici e a tutte le persone di buona volontà: “Continueremo a promuovere opere di carità, e a camminare insieme per costruire una società armoniosa”, perché “Gesù ha detto: ‘ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me’ ”. Così si legge nel messaggio con cui anche quest’anno Jinde Charities invita tutti a essere generosi nell’aderire alla “Giornata della Colletta nazionale”. Sat, 01 Apr 2023 10:16:34 +0200AFRICA/BURKINA FASO - Ucciso per errore un religioso dei Missionari d’Africahttp://fides.org/it/news/73614-AFRICA_BURKINA_FASO_Ucciso_per_errore_un_religioso_dei_Missionari_d_Africahttp://fides.org/it/news/73614-AFRICA_BURKINA_FASO_Ucciso_per_errore_un_religioso_dei_Missionari_d_AfricaOuagadougou – “Si è trattato di un tragico incidente” dice all’Agenzia Fides un responsabile della Casa Generalizza dei Missionari d’Africa , confermando l’uccisione accidentale di un loro confratello avvenuta a Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso. Fratel Moses Simukonde Sens, di 35 anni, originario dello Zambia, è stato ucciso da un proiettile vagante la sera del 29 marzo nei pressi di un posto di blocco militare. <br />“La tragedia è avvenuta verso le 9 della sera del 29 marzo, quando il nostro fratello stava passando nei pressi del posto di blocco stabilito dalla polizia militare” dicono le fonti della Casa Generalizza. “I militari hanno esploso alcuni colpi verso delle persone che a loro dire costituivano una minaccia. Purtroppo un colpo esploso ha colpito Fratel Moses uccidendolo. La polizia militare si è scusata con una lettera ufficiale con la nostra congregazione e con la famiglia del fratello missionario”.<br />Il Burkina Faso vive dal 2015 una fase di forte instabilità politica a causa delle violenze arrecate da gruppi jihadisti presenti in diverse aree che ha causato almeno 10.000 morti - civili e militari - e circa due milioni di sfollati. Il 30 marzo è stato decretato lo stato d’emergenza in 8 regione del Paese, comprendenti 22 dipartimenti corrispondenti a circa la metà del territorio nazionale. <br />Inoltre organizzazioni della società civile del Burkina Faso hanno espresso la loro preoccupazione per i casi di "sequestro" e "arruolamento forzato" di cittadini come ausiliari dell'esercito nella lotta al jihadismo, e hanno denunciato la "negazione ricorrente e sistematica delle libertà di opinione". <br />Sat, 01 Apr 2023 09:58:59 +0200AMERICA/PARAGUAY - Laici: samaritani del nostro tempo e della nostra cultura, per la trasformazione sociale ed ecclesialehttp://fides.org/it/news/73616-AMERICA_PARAGUAY_Laici_samaritani_del_nostro_tempo_e_della_nostra_cultura_per_la_trasformazione_sociale_ed_ecclesialehttp://fides.org/it/news/73616-AMERICA_PARAGUAY_Laici_samaritani_del_nostro_tempo_e_della_nostra_cultura_per_la_trasformazione_sociale_ed_ecclesialeCaacupé – "Secondo l'identità battesimale, i laici assumono l'impegno di essere cristiani autentici, affinché in ogni realtà sociale, politica, economica, ecclesiale ... possano incarnare valori ed evidenziare virtù che contribuiscono alla comunione, al dialogo, alla partecipazione". Allo stesso modo, è impegno di tutti i laici, l'instaurazione del "Regno di Dio e della sua giustizia" nella nostra società, essendo "sale e luce" della terra, "testimoni del Vangelo", essere samaritani compassionevoli nel nostro tempo e nella nostra cultura, per la trasformazione ecclesiale e sociale. I laici infine sono chiamati a contribuire alla santificazione del mondo.<br />Sono alcune considerazioni emerse dall’incontro che, nel segno dell'Anno del Laicato che la Chiesa del Paraguay ha appena vissuto , ha visto riunito il Coordinamento Nazionale dei Laici del Paraguay, il 25 e 26 marzo, a Caacupé. Nel Santuario nazionale erano presenti laici rappresentanti di diocesi, movimenti, gruppi e comunità ecclesiali, accompagnati dal Vescovo di Caacupé, Mons. Ricardo Valenzuela, dal Vescovo responsabile della Pastorale dei Laici, Mons. Celestino Ocampo, e dal consigliere diocesano p. Heriberto Fernandez.<br />Temi centrali dell’incontro erano "Identità, spiritualità, missione e apostolato dei laici" e il messaggio di Papa Francesco su "La corresponsabilità dei laici nella missione", approfonditi con la riflessione guidata dei laici Genaro Fernández e Eudelio Cardozo e da Mons. Celestino Ocampo. Secondo le informazioni diffuse dalla Conferenza Episcopale, poiché i laici sono chiamati a contribuire alla santificazione del mondo, si è riflettuto sulle opere dei laici nell'ordine temporale. Tra gli altri elementi, la promozione della persona e della dignità umana, l'uguaglianza tra di loro; la difesa e la promozione della libertà religiosa, della libertà di coscienza e della libertà di culto; l’impegno nella vita politica e nello sviluppo economico e sociale; l’unione degli sforzi per riportare la pace nel mondo e contribuire allo sviluppo della cultura umana.<br />Seguendo la metodologia utilizzata nella fase continentale del Sinodo, si è svolto un dialogo su "Come dare testimonianza della vita nei diversi ambienti che frequentiamo: al lavoro o nell’ambiente lavorativo, educativo, familiare, riguardo a salute, distribuzione e gestione della terra e sistema abitativo". E insieme a questo su "come essere profeta, sacerdote e re nel contesto di oggi e su ciò a cui ci sentiamo chiamati". Dall'ascolto delle esperienze vissute, è emersa la necessità di una vita coerente: “assumere l'impegno e onorarlo, annunciare e denunciare”. Inoltre occorre formarsi per il servizio, mettere a disposizione i nostri talenti.<br />Un terzo aspetto richiama la realtà dell’incorporazione a Cristo attraverso il Battesimo, “per testimoniarlo, essendo sacerdoti, profeti e re in ambienti diversi, a partire dalla propria famiglia, per proiettarsi nella società come bravi cittadini”. A questo proposito è stata evidenziata la solidarietà per fare fronte a situazioni come la pandemia, l’urgenza di smettere di essere tiepidi per impegnarsi in iniziative sociali per aiutare i diseredati , quanti lottano contro il sistema corrotto di distribuzione della terra e altre situazioni che minacciano la vita, come l'aborto e l'eutanasia.<br />L'incontro si è concluso con la santa Messa in cui Monsignor Celestino Ocampo ha invitato i laici a dare testimonianza e coerenza di vita in diversi ambiti, a lasciarsi interpellare dalla Parola di Dio, a non essere complici dell'ingiustizia e della corruzione, ad annunciare Cristo essendo misericordiosi verso i più vulnerabili, a vivere la Settimana Santa santa. Ha poi invitato, quando si guarda la Croce, a pensare che Gesù chiede a ciascuno di noi: “per chi o per cosa vale la pena dare la vita? Come potremmo rendere concreta oggi l'espressione ‘amare fino alla fine?’.”<br /> <br />Sat, 01 Apr 2023 10:56:52 +0200EUROPA/RUSSIA - La comunità cattolica a Mosca commemora don Konstantin Budkiewicz a 100 anni dalla sua esecuzionehttp://fides.org/it/news/73612-EUROPA_RUSSIA_La_comunita_cattolica_a_Mosca_commemora_don_Konstantin_Budkiewicz_a_100_anni_dalla_sua_esecuzionehttp://fides.org/it/news/73612-EUROPA_RUSSIA_La_comunita_cattolica_a_Mosca_commemora_don_Konstantin_Budkiewicz_a_100_anni_dalla_sua_esecuzioneMosca – «La croce non è fonte di amarezza e delusione, ma è già l’inizio della gloria». Così Paolo Pezzi, Arcivescovo metropolita della Madre di Dio a Mosca, ha parlato ieri, venerdì 31 marzo, durante l’omelia della celebrazione eucaristica da lui presieduta in occasione del centenario della fucilazione del sacerdote Konstantin Budkiewicz. Durante la messa, celebrata nella Cattedrale cattolica moscovita, si è pregato anche per la causa di beatificazione in corso, istruita per il sacerdote polacco e altri uomini e donne che hanno testimoniato la fede in Cristo in URSS negli anni Venti e Trenta del secolo scorso. <br />Proprio nel marzo di cento anni fa fu istruito a Mosca dal governo leninista il processo contro la Chiesa cattolica. Agli inizi del 1922, durante le operazioni di requisizione dei beni ecclesiastici, le autorità governative richiesero ai rappresentanti della Chiesa cattolica di fornire l’elenco degli oggetti che sarebbero stati sottoposti a confisca. In risposta, Jan Feliks Cieplak, arcivescovo di Mogilev, inviò ai suoi sacerdoti una circolare con cui si vietava di consegnare gli inventari richiesti, in quanto solamente la Santa Sede poteva disporre dei beni ecclesiastici in uso ai cattolici. Nonostante il ruolo fondamentale di mediazione giocato nel corso delle trattative da padre Edmund Walsh SJ − direttore della missione pontificia di soccorso in Russia durante la carestia degli anni Venti e allora più alto rappresentante diplomatico della Santa Sede in Unione Sovietica −, il conflitto fra la comunità cattolica, a maggioranza polacca, e il governo leninista risultò insanabile. Il 25 novembre 1922 il Presidium del Comitato esecutivo del governatorato di Pietrogrado ordinò la chiusura delle chiese cattoliche fino a che non fosse stato raggiunto l’accordo secondo la formulazione proposta dal Commissariato del popolo per la giustizia e il 5 e 6 dicembre furono posti i sigilli agli edifici di culto. Il 2 marzo 1923 il Vescovo Cieplak e 14 sacerdoti cattolici, tra cui l’esarca Leonid Fëdorov e Budkiewicz, ricevettero l’ordine di convocazione per il 5 marzo presso il Tribunale rivoluzionario centrale di Mosca, preludio al processo che si svolse dal 21 al 26 di quel mese, alla cui celebrazione non furono ammessi gli avvocati degli imputati. Erano invece presenti spettatori bolscevichi, invitati di proposito ad assistere agli interrogatori. Il processo si concluse con la condanna di Cieplak e Budkiewicz alla pena capitale, di Fëdorov a 10 anni di carcere in regime di isolamento e degli altri sacerdoti a diversi anni di prigione . Grazie anche alla pressione internazionale, la condanna a morte dell’arcivescovo venne commutata in 10 anni di carcere e, delle due condanne a morte, fu eseguita solamente quella di Budkiewicz, il 31 marzo, appunto, quell’anno sabato santo per la comunità cattolica. Una «salita al Cielo per la definitività della vita», come l’ha definita l’Arcivescovo Pezzi, in attesa che la causa di beatificazione faccia il suo corso. Secondo la riorganizzazione stabilita nel 2021 dal tribunale diocesano dell’arcidiocesi della Madre di Dio, la causa, ancora in fase iniziale, è attualmente istruita per i Servi di Dio Antonij Maleckij − vescovo titolare di Dionisiana e amministratore apostolico di Leningrado − e compagni: il vescovo Karol Śliwowski , mons. Konstantin Budkiewicz , don Jan Trojgo , don Antonij Červinskij , don Antoni Dziemieszkiewicz , don Francisk Budris , don Pavel Homič ; suor Ekaterina Sienskaja OPL ; la laica Kamilla Krušel’nickaja .<br />Questa causa non è l’unica in corso per cattolici che hanno testimoniato la fede in Cristo durante il regime sovietico e nel periodo immediatamente successivo alla fine dell’URSS. Nel 2019, la causa di beatificazione di Eduard Profittlich SJ , Arcivescovo cattolico di Tallinn, condannato a morte, ma deceduto prima dell’esecuzione per le condizioni disumane cui fu sottoposto durante la prigionia, è entrata nella fase romana; e nel 2020 mons. Bernardo Antonini , animatore della rinascita della Chiesa cattolica in Russia e fondatore del seminario cattolico di San Pietroburgo, è stato dichiarato Venerabile.<br />Secondo quanto riportato nel recente comunicato a conclusione della 57esima Assemblea plenaria della Conferenza dei Vescovi cattolici della Russia, tenutasi nei pressi di Novosibirsk dal 28 febbraio al 2 marzo, la comunità cattolica a Mosca farà nuovamente memoria del processo del 1923 dal 7 al 9 novembre. La data di inizio delle celebrazioni coincide con l’anniversario della rivoluzione bolscevica del 1917, avvenuta il 7 novembre, secondo il calendario gregoriano. <br />Sat, 01 Apr 2023 12:57:31 +0200ASIA/KAZAKISTAN - Tre incontri online in lingua russa sul Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale 2023http://fides.org/it/news/73613-ASIA_KAZAKISTAN_Tre_incontri_online_in_lingua_russa_sul_Messaggio_di_Papa_Francesco_per_la_Giornata_Missionaria_Mondiale_2023http://fides.org/it/news/73613-ASIA_KAZAKISTAN_Tre_incontri_online_in_lingua_russa_sul_Messaggio_di_Papa_Francesco_per_la_Giornata_Missionaria_Mondiale_2023Astana – Inizia oggi, venerdì 31 marzo, la serie di tre incontri di formazione on line in lingua russa organizzati dalla Direzione delle Pontificie Opere Missionarie del Kazahkhstan e dal Segretariato internazionale della Pontificia Unione Missionaria. Il tema dei tre webinar, aperti a tutti, è il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale 2023, intitolato “Cuori ardenti, piedi in cammino” .<br />In particolare, nel primo incontro, in programma questo pomeriggio dalle 19:00 alle 21:00 ora locale , l’attenzione si concentrerà sulla prima delle tre sezioni in cui è articolato il messaggio: “Cuori ardenti «quando ci spiegava le Scritture». La Parola di Dio illumina e trasforma il cuore nella missione” .Padre Dinh Anh Nhue Nguyen OFM Conv, segretario generale della Pontificia Unione Missionaria, interverrà in lingua russa con una introduzione alla lettura e un commento, mentre padre Leopold Kropfreiter, SJM, Direttore Nazionale delle POM del Kazahkhstan, parlerà del messaggio calandolo nel più ampio orizzonte della recente visita del Papa in terra kazaka. Al termine di entrambe le relazioni è previsto uno spazio di confronto e dibattito.<br />I prossimi appuntamenti, in programma il 5 maggio ed il 23 giugno, saranno incentrati rispettivamente sulle altre due sezioni del messaggio “Occhi che «si aprirono e lo riconobbero» nello spezzare il pane. Gesù nell’Eucaristia è culmine e fonte della missione”, e “Piedi in cammino, con la gioia di raccontare il Cristo Risorto. L’eterna giovinezza di una Chiesa sempre in uscita”. <br /> <br /><br /><br /><br /><br/><strong>Link correlati</strong> :<a href="https://unibas.zoom.us/j/68230273464?pwd=ak5BQTl3dHZudmtWNjBOalNPYWYyZz09#success">Link Zoom Meeting ID: 682 3027 3464 Passcode: 241070</a>Fri, 31 Mar 2023 13:21:07 +0200ASIA/MALAYSIA - La missione della Chiesa "in viaggio sinodale": verso l'assemblea pastorale in Malaysia peninsularehttp://fides.org/it/news/73611-ASIA_MALAYSIA_La_missione_della_Chiesa_in_viaggio_sinodale_verso_l_assemblea_pastorale_in_Malaysia_peninsularehttp://fides.org/it/news/73611-ASIA_MALAYSIA_La_missione_della_Chiesa_in_viaggio_sinodale_verso_l_assemblea_pastorale_in_Malaysia_peninsulareKuala Lumpur - Nell'Assemblea pastorale diocesana delle realtà ecclesiali della Malaysia peninsulare - che è in corso di preparazione e che si terrà tra l'estate e l'autunno del 2023 - si parlerà di formazione, della necessità di ascoltare il “grido della terra” e il “grido dei poveri”, di inculturazione e dialogo, nella consapevolezza che le comunità cattoliche sono chiamate a "tracciare nuovi percorsi". I filoni principali di riflessione e confronto toccano l'evangelizzazione e la missione della Chiesa, hanno detto i membri della équipe incaricata dei curare la preparazione dell'incontro, formata dai Vescovi e da un ristretto numero di rappresentanti delle tre diocesi della Malaysia peninsulare . Questa assemblea, si è asserito, è parte integrante del "viaggio sinodale" e di una "spiritualità della sinodalità" che è da coltivare a tutti i livelli nella Chiesa. L'Assemblea pastorale di quest'anno recepirà anche temi emersi dalla recente Assemblea dei delegati asiatici per il Sinodo sulla sinodalità , come: inclusività, responsabilità, preghiera, cura per l'ambiente, chiamata a diventare discepoli missionari.<br />“Dobbiamo mantenere l'attenzione su famiglia, comunità, ecologia umana, rapporto con la società alla luce del processo sinodale. Tutto è connesso, nel segno della continuità del cammino della Chiesa malese", ha osservato mons. Julian Leow, Arcivescovo di Kuala Lumpur<br />“Il processo di incontro delle nostre Chiese includerà e farà riferimento al viaggio sinodale, come proposto da Papa Francesco. Abbiamo bisogno di uno 'slancio comune' in questo cammino", ha aggiunto il Vescovo Sebastian Francis, Vescovo di Penang.<br />“L'Assemblea pastorale delle nostre diocesi, in primo luogo, ha il merito di radunare le persone perché possano camminare insieme e vivere una esperienza di comunione e comunità. In secondo luogo, conduciamo i fedeli a riscoprire il sacerdozio comune, partecipazione al sacerdozio di Cristo in virtù del Battesimo, che accomuna tutti noi. L'approccio e il metodo per il confronto in assemblea, potrebbe essere quello della 'conversazione spirituale', che ci fa percepire il movimento generale dello Spirito. Può portare le persone a rendersi conto della necessità di una conversione spirituale a tutti i livelli. L'importante è che ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo”, ha concluso mons. Bernard Paul, Vescovo di Malacca-Johore.<br /> <br /><br />Fri, 31 Mar 2023 12:56:08 +0200AFRICA/KENYA - Venti suore missionarie al servizio dell’evangelizzazione tra le persone in difficoltàhttp://fides.org/it/news/73610-AFRICA_KENYA_Venti_suore_missionarie_al_servizio_dell_evangelizzazione_tra_le_persone_in_difficoltahttp://fides.org/it/news/73610-AFRICA_KENYA_Venti_suore_missionarie_al_servizio_dell_evangelizzazione_tra_le_persone_in_difficoltaNairobi – Carestia, siccità, matrimoni precoci, orfani, anziani, promozione umana, evangelizzazione, sono queste alcune tra le priorità delle suore appartenenti alla Congregazione delle Missionarie Sociali della Chiesa impegnate in Kenya.<br /> “Siamo la Congregazione de Misioneras Sociales de la Iglesia, una fondazione ecuadoriana che opera in Kenya dal 2000” ha raccontato all’Agenzia Fides suor Ligia Giròn che segue, insieme alle consorelle, diversi contesti umanitari nel paese africano.<br />“Siamo arrivate in Kenya per un'esperienza missionaria di 3 anni ma poi abbiamo deciso di rimanere, dopo aver realizzato che la nostra presenza in pieno deserto, e il nostro carisma, hanno fatto sì che tante giovani abbiano sentito il desiderio di servire la chiesa attraverso la nostra Congregazione. In questo momento siamo 20, 17 keniote native e 3 ecuadoriane. Siamo principalmente impegnate con bambini in età prescolare, da 0 a 7 anni, in aree molto remote vicino all'Etiopia. Lavoriamo anche in un centro di accoglienza per ragazze nomadi costrette a sposarsi e con ragazze orfane. Il nostro obiettivo, oltre a quello di evangelizzare, è dare loro cibo, istruzione, alloggio. Sfortunatamente da quando c’è stata la pandemia di Covid19 non abbiamo più collaboratori che ci aiutavano nell’assistenza di 500 anziani e attualmente riusciamo a seguirne solo poche decine.”<br />L’impegno delle missionarie si estende anche nella diocesi di Eldoret, nella Rift Valley, dove si occupano prevalentemente di evangelizzazione e promozione umana, “seguiamo bambini, donne, famiglie, e proprio lì abbiamo ospitato provvisoriamente il nostro noviziato – spiega suor Ligia. Siamo state invitate nella diocesi di Homabay, provincia di Nyanza, per creare un centro di accoglienza per le ragazze che sono costrette a farsi circoncidere anche se è proibito dalla legge. Preghiamo il buon Dio di fornirci i mezzi per avviare questa altra opera che aiuterebbe tante vittime innocenti.”<br />Suor Ligia parla anche dell’emergenza siccità che colpisce la zona . “In Turkana, questa settimana abbiamo avuto pioggia per un paio di ore, anche se è stata devastante, ha spazzato via molti animali e mietuto vittime tra i bambini. Il lato positivo è che questa pioggia favorirà la crescita di erba per i pascoli, anche se non potrà nulla contro la grave carestia che l’intera popolazione sta vivendo. Per l'approvvigionamento idrico qui nel deserto dipendiamo dai pozzi. Il livello dell'acqua è ancora molto basso e nel deserto non ce n’è abbastanza sia per le persone che per il bestiame. La chiesa, le ONG continuano ad aiutarci come possono”.<br /> <br />Fri, 31 Mar 2023 12:02:42 +0200AMERICA/GUATEMALA - I centri provvisori di raccolta dei migranti “finiscono per essere centri di detenzione, dove vengono violati i diritti umani”http://fides.org/it/news/73609-AMERICA_GUATEMALA_I_centri_provvisori_di_raccolta_dei_migranti_finiscono_per_essere_centri_di_detenzione_dove_vengono_violati_i_diritti_umanihttp://fides.org/it/news/73609-AMERICA_GUATEMALA_I_centri_provvisori_di_raccolta_dei_migranti_finiscono_per_essere_centri_di_detenzione_dove_vengono_violati_i_diritti_umaniCittà del Guatemala - “Come abbiamo detto più volte, ‘il Guatemala ha l'obbligo primario di rispettare e far rispettare i diritti dei cittadini, maschi e femmine, perché rimangano nel loro paese in condizioni degne e conformi ai loro diritti’, venendo meno a questa responsabilità, il Guatemala e soprattutto gli ufficiali in servizio, sono corresponsabili degli eventi accaduti nell'incendio della stazione dei migranti in Messico”. Lo scrive la Pastorale della Mobilità Umana della Conferenza Episcopale del Guatemala, in un “pronunciamento pubblico di solidarietà e indignazione” sul tragico incendio avvenuto a Ciudad Juarez, costato la vita a 39 migranti . <br />Delle 39 vittime, secondo quanto hanno comunicato le autorità, 18 erano del Guatemala, 7 di El Salvador, 7 del Venezuela, 6 dell’Honduras e 1 della Colombia. Erano tutti uomini, di età compresa tra 18 e 51 anni. I 28 feriti sono 10 del Guatemala, 8 dell’Honduras, 5 di El Salvador e 5 del Venezuela.<br />La Pastorale della Mobilità Umana esprime condoglianze e solidarietà “alle famiglie di tutte le vittime del tragico incendio, in particolare alle famiglie dei guatemaltechi che sono morti nel deplorevole e condannabile atto”. Invocando il conforto di Dio Padre per i familiari delle vittime, auspica l’aiuto divino per “trasformare l'indignazione e l'impotenza in azioni concrete e permanenti di solidarietà” che rispondano alla richiesta di una vita dignitosa di quanti sono costretti a cercare migliori condizioni di vita, di fronte all'abbandono e all'inerzia degli stati coinvolti, di origine, di transito e di destinazione.<br />Nel testo, pervenuto a Fides, si sottolinea che questi centri provvisori di raccolta per i migranti, “finiscono per essere centri di detenzione, dove vengono violati i diritti umani delle persone in mobilità forzata”. Quindi si ribadisce: “Basta con gli eufemismi, non dobbiamo accettare o tollerare che si usino parole o espressioni addolcite o decorose per descrivere cosa è veramente un centro di detenzione, che non soddisfa condizioni dignitose né di sicurezza”.<br />La Pastorale della Mobilità Umana chiede quindi che venga garantito l’accompagnamento, il sostegno e l’interessamento concreto del consolato per i familiari delle vittime, defunti e feriti, come un rimpatrio dignitoso, veloce e gratuito, dei corpi dei loro cari. “In comunione con tutta la Chiesa e in coerenza con il Vangelo – conclude il pronunciamento -, rinnoviamo il nostro impegno nell'accompagnamento pastorale delle persone in mobilità forzata. Allo stesso modo, gridiamo a Dio, perché illumini i Governi interessati, affinché assumano come Paesi di origine, transito, destinazione e deportazione, la loro responsabilità di creare e attuare politiche pubbliche e di immigrazione che rispondano alle cause strutturali-reali che costringono migliaia di persone a migrare”.<br />Il tema dell’emigrazione e delle leggi applicate dagli Stati nei confronti dei migranti, è da tempo amalizzato e discusso soprattutto dalle Chiese centroamericane. I partecipanti all’VIII incontro dei Vescovi e degli operatori pastorali della frontiera sud del Messico e dei paesi centroamericani, tenutosi nell’agosto 2022 ad Antigua, in Guatemala, avevano chiesto “ai leader sociali e politici dei nostri paesi, di agire con decisione, attuando azioni e politiche locali e regionali che promuovano uno sviluppo inclusivo e armonico, rispettando le leggi e gli accordi vigenti”. <br />Le Chiese locali dei paesi centroamericani “sono chiamate a far crescere la pastorale della mobilità umana, soprattutto dove è più viva la presenza dei nostri fratelli e sorelle migranti, a rafforzare gli spazi di articolazione nazionale e regionale, a condividere le esperienze di servizio a migranti, rifugiati, sfollari vittime della tratta, per promuovere un miglioramento permanente delle nostre azioni, a svolgere un monitoraggio permanente della situazione”. Nel testo finale si rilevava che i governi della regione “continuano a seguire modelli di sviluppo che approfondiscono le disuguaglianze socioeconomiche e accentuano la condizione di precarietà in cui vive la maggioranza della popolazione già impoverita”.<br /> <br />Fri, 31 Mar 2023 11:33:54 +0200AFRICA/SUD SUDAN - Il processo di pace fa fatica ad avanzare dopo l’avvicendamento al Ministero della Difesahttp://fides.org/it/news/73608-AFRICA_SUD_SUDAN_Il_processo_di_pace_fa_fatica_ad_avanzare_dopo_l_avvicendamento_al_Ministero_della_Difesahttp://fides.org/it/news/73608-AFRICA_SUD_SUDAN_Il_processo_di_pace_fa_fatica_ad_avanzare_dopo_l_avvicendamento_al_Ministero_della_DifesaJuba – Iniziare subito le operazioni di disarmo dei civili, a partire dalla capitale Juba. È il compito assegnato al neo Ministro della Difesa del Sud Sudan, Chol Thon Balok, dal Presidente Salva Kiir Maryardit.<br />Il Presidente Kiir ha inoltre incaricato il Ministro di attuare il secondo capitolo dell'accordo di pace che descrive in dettaglio il cessate il fuoco permanente e gli accordi di sicurezza transitori.<br />Kiir e il suo storico rivale Riek Machar hanno firmato l’accordo di pace nel 2018 che ha posto fine a cinque anni di guerra civile che ha ucciso 400.000 persone. Un accordo che in questi anni ha fatto fatica ad essere attuato integralmente nonostante Machar sia stato reintegrato nella carica di Primo Vice Presidente che aveva prima della scoppio del conflitto nel dicembre 2013.<br />La nomina del nuovo Ministro della Difesa è stata fortemente osteggiata da Machar, perché Chol Thon Balok, che appartiene al partito del Presidente, ha preso il posto di Angelina Teny, la moglie dello stesso Machar. Il 3 marzo Kiir lo ha licenziata insieme al Ministro degli Interni. Licenziamenti che sono stati bollati come una “decisione unilaterale da parte di Kiir”, dal partito di Machar.<br />Gli accordi di pace del 2018 prevedono la creazione di un esercito unificato denominato Graduated Unified Forces. “Finora questa forza non ha ricevuto incarichi. Sembra che si è addestrata per niente” afferma al Catholic Radio Network, Oryema Emmanuel, un rappresentante della società civile dello Stato dell’Equatoria Orientale sottolineando che lasciare militari addestrati senza un incarico preciso rischia di creare dei problemi di sicurezza.<br />La situazione più a rischio rimane quella dell’Alto Nilo che, secondo Small Arms Survey, è sull'orlo di una ripresa del conflitto armato, tra alcuni gruppi locali a loro volta collegati al più ampio contesto nazionale. “Di solito gli esperti di Small Arms Survey sono tra i migliori e più accurati nell’analisi del contesto sud sudanese” commentano all’Agenzia Fides fonti della Chiesa locale, che non citiamo per motivi di sicurezza. “Ciò che descrivono del contesto, incluse dinamiche attuali e possibili sviluppi che potrebbero sfociare in una ripresa dei vari conflitti nella regione, è un qualcosa che purtroppo constatiamo di persona”. “Tuttavia- sottolineano le nostre fonti- vi sono dei movimenti tesi a disinnescare la miccia. Preghiamo vivamente che queste tendenze abbiano la meglio”. <br />Fri, 31 Mar 2023 11:32:34 +0200ASIA/CINA - Nuove occasioni di comunione e unità per la diocesi di Baodinghttp://fides.org/it/news/73607-ASIA_CINA_Nuove_occasioni_di_comunione_e_unita_per_la_diocesi_di_Baodinghttp://fides.org/it/news/73607-ASIA_CINA_Nuove_occasioni_di_comunione_e_unita_per_la_diocesi_di_BaodingBaoding – Dopo il tempo difficile della pandemia, quando le chiese erano chiuse per le disposizioni sanitarie, anche nella diocesi di Baoding, nella provincia cinese di Hebei, la quotidianità della comunità cattolica locale è disseminata di segnali di “ripartenza”. Con le riaperture inaugurate in occasione del Capodanno cinese, a fornire opportunità di vivere e manifestare comunione e unità ecclesiale per i battezzati cattolici sono state in particolare le liturgie eucaristiche celebrate in occasione della consacrazione e dedicazione di nuove chiese. Così è avvenuto ad esempio a fine febbraio, mentre il tempo di Quaresima era già iniziato, in occasione della solenne liturgia celebrata per la consacrazione e dedicazione della chiesa di Nanhuqu. Alla concelebrazione liturgica, presieduta del Vescovo Francesco An Shuxin, hanno preso parte anche più di trenta sacerdoti. Nella chiesa nuova, decorata a festa, i canti comunitari sono stati guidati con il contributo delle bande musicali di diverse parrocchie. Le religiose della Congregazione diocesana delle Piccole Sorelle di Santa Teresa di Lisieux e della Congregazione diocesana del Cuore Immacolato di Nostra Signora hanno preso parte alla celebrazione, insieme alla comunità di fedeli. Hanno “pregato tutti insieme affinché la diocesi continui a muoversi sulla strada dell'unità, della comunione e della normalità, cercando di camminare unita nell'amore di Cristo”, secondo quanto riferisce un resoconto dell’ufficio diocesano. “Al primo posto” prosegue il resoconto “mettiamo il bene della Chiesa. Uniamoci intorno al Vescovo. Offriamo a lui i nostri suggerimenti per custodire l'unità e la comunione della nostra comunità ecclesiale di Baoding, secondo l’insegnamento della Chiesa e tenendo conto anche di quanto indica il Codice di Diritto Canonico”. <br />Prima che iniziasse il tempo di Quaresima, il Vescovo An aveva presieduto anche la solenne celebrazione eucaristica in occasione della riapertura della parrocchia di Shaojiazhuang, appena restaurata con la ripresa di elementi tipici dei canoni architettonici cinesi. Il tempo dei lavori di restauro, fino alla prima celebrazione liturgica nella chiesa restaurata, ha rappresentato per la comunità parrocchiale un’occasione propizia per compiere un vero “cammino sinodale” e sperimentare la comunione fraterna nell’affrontare le urgenze pastorali e missionarie. Alla celebrazione liturgica hanno preso parte anche sacerdoti, suore, cori parrocchiali e bande musicali delle comunità cattoliche territorialmente più vicine. Anche le autorità locali hanno contribuito dal punto di vista logistico alla buona riuscita della celebrazione liturgica, mobilitando il servizio di vigilanza dei pompieri e degli agenti addetti a dirigere il traffico. <br />Il Vescovo An, nella sua predicazione, ha sempre ripetuto la preghiera al Signore affinché sia custodita l’unità nella Chiesa. Già dodici anni fa, durante la consacrazione della chiesa del villaggio di Sui Cheng, il Vescovo sottolineava che “non c’è niente di male se una chiesa è piccola e semplice. Basta che possiamo pregarvi e celebrare l’Eucaristia. È importante soprattutto avere un tempio di Dio anche nel nostro cuore, adornato dalla preghiera e delle opere buone, se davvero desideriamo essere figli degni del Suo nome”. <br />Fri, 31 Mar 2023 10:08:24 +0200ASIA/IRAQ - Vescovi del “Consiglio di Ninive”: i cristiani potrebbero boicottare le prossime elezionihttp://fides.org/it/news/73606-ASIA_IRAQ_Vescovi_del_Consiglio_di_Ninive_i_cristiani_potrebbero_boicottare_le_prossime_elezionihttp://fides.org/it/news/73606-ASIA_IRAQ_Vescovi_del_Consiglio_di_Ninive_i_cristiani_potrebbero_boicottare_le_prossime_elezioniMosul - I Vescovi delle Chiese presenti a Mosul e nella Piana di Ninive, con una iniziativa eclatante, hanno annunciato il possibile boicottaggio delle prossime tornate elettorali da parte della componente cristiana della popolazione irachena, se non verranno prese in considerazione le richieste sollevate in seno a tale componente e volte a tutelare gli spazi di rappresentanza politica garantiti a candidati cristiani in Parlamento e nelle istituzioni politiche nazionali e locali dalle stesse leggi elettorali attualmente in vigore. <br />I Vescovi che compongono il cosiddetto “Consiglio di Ninive” hanno espresso le loro preoccupazioni in una dichiarazione lunga e articolata, indirizzata in particolare ai rappresentanti istituzionali del Parlamento iracheno. <br /><br />Al centro dell’iniziativa dell’organismo ecumenico c’è la sempre più controversa questione delle “quote” di seggi parlamentari riservate a componenti minoritarie della popolazione irachena. <br />L’Iraq - si legge nel testo firmato dai Vescovi - si contraddistingue per la sua pluralità etnica e religiosa, che comprende anche la componente cristiana. La legge elettorale in vigore prevede che cinque seggi del Parlamento siano riservati a candidati appartenenti alle comunità cristiane autoctone, affinché le esigenze della componente cristiana trovino espressione nell’esercizio del potere legislativo. Ma il voto per eleggere i candidati destinati a occupare i seggi riservati alla componente cristiana non è esercitato in via esclusiva da elettori cristiani. Anche i non cristiani possono votare per assegnare i 5 seggi che in teoria dovrebbero essere riservati alla componente cristiana. In questo modo, le forze politiche maggioritarie riescono a pilotare anche l’assegnazione delle quote di seggi riservate alle componenti minoritarie, cristiani compresi. Per questo – si legge nella dichiarazione dei Vescovi - i candidati finiscono per non rappresentare davvero a livello politico le istanze e gli interessi legittimi delle comunità cristiane irachene. <br />La proposta concreta delineata nella dichiarazione sottoscritta dai Vescovi del “Consiglio di Ninive”, appartenenti a diverse Chiese, è quella di istituire un Registro di elettrici e elettori cristiani abilitati a esprimere il proprio voto per assegnare i cinque seggi parlamentari riservati alla componente cristiana. L’istituzione di un tale registro – scrivono i Vescovi – sarebbe in piena armonia con la Costituzione irachena e con i pronunciamenti della Corte Suprema riguardo alle procedure elettorali. Se invece le legittime richieste provenienti dalle comunità cristiane autoctone non verranno ascoltate, i figli della componente cristiana si troveranno davanti a due possibili scelte: la prima è “quella di chiedere la cancellazione della quota di seggi loro riservata nell’attuale legge elettorale”, per impedire che anche quei seggi riservati a candidati cristiani vengano di fatto occupati da persone che non rappresentano effettivamente le esigenze delle comunità cristiane irachene. In alternativa, se la richiesta di istituzione di un registro elettorale specifico, non resta che la via del boicottaggio elettorale.<br />La dichiarazione è stata sottoscritta dal domenicano Najib Mikhael Moussa, Arcivescovo caldeo di Musul, da Mar Nicodemus Daoud Matti Sharaf, Vescovo siro ortodosso di Mosul, da mar Isaac Yousif, Vescovo della Chiesa assira d’Oriente, da Mar Benedictos Younan Hano, Arcivescovo siro cattolico di Mosul, e da Mar Chamoun Daniel, Vescovo della Antica Chiesa d’Oriente. <br />Dopo le elezioni legislative del 10 ottobre 2021, come già riferito dall’Agenzia Fides , polemiche e tensioni erano già emerse intorno alla distribuzione e alla modalità di assegnazione dei seggi riservati a candidati cristiani. Allora, le obiezioni più esplicite ai risultati della tornata elettorale erano arrivate dall’ex parlamentare cristiano Joseph Sliwa, spintosi a dichiarare che i cinque nuovi parlamentari aggiudicatari dei seggi di tale quota non rappresentano i cristiani iracheni, visto che a suo dire il 90% dei voti espressi a loro favore in realtà non erano arrivati da elettori cristiani.<br />L’accusa, emersa già in occasione delle elezioni politiche irachene del 2018, chiama in causa formazioni politiche maggiori, di matrice sciita e curda, che secondo i critici, nelle ultime tornate elettorali, avrebbero dirottato una parte dei propri voti sui candidati in corsa per la conquista dei seggi riservati ai cristiani, in modo da piazzare in quei seggi dei parlamentari totalmente allineati alle proprie strategie politiche. Nel 2021, alle accuse di Sliwa aveva risposto Evan Faeq Yakoub Jabro, ex ministra per i rifugiati e le migrazioni nel governo uscente guidato da Mustafa al Kadhimi, eletta con quasi 11mila preferenze al nuovo Parlamento nelle file del “Movimento Babilonia”, la quale aveva difeso la trasparenza del processo elettorale.<br />Alle elezione del 2021, proprio il “Movimento Babilonia” aveva ottenuto ben 4 dei 5 seggi riservati a candidati cristiani dal sistema elettorale nazionale .<br />Il Movimento Babilonia è nato come proiezione politica delle cosiddette “Brigate Babilonia”, milizia armata formatasi nel contesto delle operazioni militari contro i jihadisti dello Stato Islamico che portarono alla riconquista delle aree nord-irachene cadute nelle mani jihadiste nel 2014. Guidate da Ryan al Kildani , le “Brigate Babilonia” avevano sempre rivendicato la propria etichetta di milizia composta da cristiani, anche se risultava documentato il loro collegamento con milizie sciite filo-iraniane come le Unità di Protezione popolare . Anche la sigla politica del “Movimento Babilonia” viene considerata vicina alla “Organizzazione Badr”, movimento politico che alle elezioni era confluito nella Alleanza Fatah, cartello che raggruppava nove sigle e organizzazioni sciite di orientamento filo-iraniano. <br />Thu, 30 Mar 2023 13:51:50 +0200ASIA/FILIPPINE - Il Vangelo tradotto in lingua cuyonon, per "connettersi con Dio"http://fides.org/it/news/73605-ASIA_FILIPPINE_Il_Vangelo_tradotto_in_lingua_cuyonon_per_connettersi_con_Diohttp://fides.org/it/news/73605-ASIA_FILIPPINE_Il_Vangelo_tradotto_in_lingua_cuyonon_per_connettersi_con_DioPuerto Princesa - Rendere il Vangelo comprensibile e "connettere con Dio" le popolazioni che parlano la lingua indigena cuyonon , stanziate soprattutto sull'isola di Palawan e su altre isole delle Filippine centrali: con questo intento è stata presentata a Puerto Princesa una traduzione del Nuovo Testamento in lingua cuyonon, in coincidenza con il 151° anniversario della prima Messa celebrata a Palawan e mentre i Vicariati apostolici di Puerto Princesa e Taytay celebrano i 400 anni dell'arrivo della fede cristiana nell'area di Palawan, che avvenne nel 1622, quando i missionari Agostiniani Recolletti arrivarono nella città di Cuyo.<br />L'opera, “traduzione fedele” della quinta edizione del Nuovo Testamento greco della United Bible Societies, è un'iniziativa della "Philippine Bible Society" , movimento ecumenico che raduna specialisti e biblisti di diverse confessioni.<br />Intervenendo durante la presentazione, il Vescovo Socrates Mesiona, Vicario Apostolico di Puerto Princesa, ha rimarcato che "la Parola di Dio tradotta in una lingua locale può essere compresa meglio dalla gente. Lo scopo finale di tradurre la Bibbia in una lingua indigena come il cuyonon nasce dal desiderio innato di relazionarci più profondamente con Dio". "Il Signore parla a ciascuno di noi attraverso la sua Parola. Ascoltandola nella nostra lingua madre, sarà più facile per noi ora comprendere la sua volontà, seguirlo ed essere suoi discepoli", ha aggiunto il Vescovo, parlando a nome della comunità locale.<br />La versione del Nuovo testamento in Cuyonon è un'opera durata cinque anni grazie a un team di traduttori ed esperti formato nel 2017. Partendo da una precedente versione parziale, pre-esistente, il Vangelo in cuyonon è stato aggiornato, rivisto, completato. <br />Il cuyonon è una lingua regionale parlata a Palawan, a Cuyo e nelle isole limitrofe. E' classificata dal Summer Institute of Linguistics come appartenente a un sottogruppo del Visayan, il maggiore gruppo etnolinguistico filippino. Anche gente di altri gruppi etnici di Palawan parla correntemente questa lingua perchè per secoli è stata la "lingua franca" nella provincia di Palawan ed è stata usata fino a poco tempo fa, quando il flusso migratorio di persone di Luzon è aumentato rapidamente.<br /> Thu, 30 Mar 2023 12:27:19 +0200AMERICA/COLOMBIA - Nomina del Vicario Apostolico di Puerto Carreñohttp://fides.org/it/news/73604-AMERICA_COLOMBIA_Nomina_del_Vicario_Apostolico_di_Puerto_Carrenohttp://fides.org/it/news/73604-AMERICA_COLOMBIA_Nomina_del_Vicario_Apostolico_di_Puerto_Carreno\Città del Vaticano – Il Santo Padre Francesco ha nominato Vicario Apostolico di Puerto Carreño , il P. Álvaro Mon Pérez, C.Ss.R., finora Cappellano del Colegio Seminario Redentorista San Clemente di Manizales.<br />Il P. Álvaro Mon Peréz, C.Ss.R., è nato il 7 giugno 1962 a Corrales, Colombia. Dopo il noviziato nella Congregazione del Santissimo Redentore, ha emesso i primi Voti il 5 gennaio 1992. Compiuti gli studi di Filosofia e di Teologia ha emesso i Voti Perpetui il 31 luglio 1998 ed è stato ordinato sacerdote il 30 gennaio 1999.<br />Ha ricoperto i seguenti incarichi: Membro del Gruppo Missionario di Bucaramanga ; Parroco, Vicario dei Religiosi e Superiore della Comunità nel Vicariato Apostolico di Reyes, Bolivia ; Membro del Gruppo Missionario di Sogamoso ; Membro del Gruppo Missionario di Cali, Colombia, ed Economo della Comunità ; Consultore Provinciale ; Membro del Gruppo Missionario di Bogotá ; Parroco a Sincelejo ; finora è stato Cappellano del Colegio Seminario Redentorista San Clemente di Manizales.<br /> <br />Thu, 30 Mar 2023 12:13:28 +0200ASIA/INDIA - Nomina del Vescovo Ausiliare di Aizawlhttp://fides.org/it/news/73603-ASIA_INDIA_Nomina_del_Vescovo_Ausiliare_di_Aizawlhttp://fides.org/it/news/73603-ASIA_INDIA_Nomina_del_Vescovo_Ausiliare_di_AizawlCittà del Vaticano – Il Santo Padre Francesco ha nominato Vescovo Ausiliare della Diocesi di Aizawl , il rev. Joachim Walder del clero di Aizawl, finora Vicario Episcopale per la Barak Valley Region, assegnandogli la Sede titolare di Legia.<br />S.E. Mons. Joachim Walder, è nato il 20 aprile 1956 a Nirkan, Bantwal Taluk, Diocesi di Mangalore, nello Stato di Karnataka. Ha compiuto gli studi di Filosofia al Christ the King College, Shillong e quelli di Teologia al Papal Seminary, Pune. È stato ordinato presbitero il 26 aprile 1986 per la Diocesi di Aizawl.<br />Ha ricoperto i seguenti incarichi in Barak Valley: Vice-Parroco della Holy Cross, Silchar, ; Parroco della St. Joseph’s, Badarpur e della Sacred Heart, Kabuganj ; Decano della Barak Valley Deanery, Silchar ; Parroco della St. Joseph’s, Manikbond, e Direttore dell’omonima scuola ; Direttore della Holy Cross School, Kabuganj . Dal 2018 è Vicario Episcopale per la Barak Valley Region.<br /> <br />Thu, 30 Mar 2023 12:09:49 +0200ASIA/CINA - Riprendono le attività di formazione di catechisti e laici dopo tre anni di difficoltà legate alla pandemiahttp://fides.org/it/news/73602-ASIA_CINA_Riprendono_le_attivita_di_formazione_di_catechisti_e_laici_dopo_tre_anni_di_difficolta_legate_alla_pandemiahttp://fides.org/it/news/73602-ASIA_CINA_Riprendono_le_attivita_di_formazione_di_catechisti_e_laici_dopo_tre_anni_di_difficolta_legate_alla_pandemiaLiaoning – Sono trascorsi tre anni da quando la vita della comunità cattolica in Cina ha iniziato a essere condizionata e per così dire “rallentata” a causa della pandemia da Covid 19. Finalmente adesso tante attività ordinarie delle comunità cattoliche cinesi hanno potuto riprendere i loro ritmi normali e la loro vivacità. Ne è un esempio il caso della parrocchia di Chaoyang, nella comunità ecclesiale di Liaoning, dove dal 20 al 22 marzo si è tenuto il corso di formazione sulla missione e il ruolo dei laici nella vita della Chiesa.<br /><br />“Mentre camminate sulla via della santificazione personale, avete il compito di accompagnare e condurre altri fedeli, e aiutare il sacerdote e la Chiesa intera sul cammino sinodale” ha detto il parroco don Zhao Yunlong nella breve esposizione introduttiva da lui tenuta a inizio corso. Il sacerdote ha incoraggiato i laici a cogliere questa opportunità preziosa per camminare insieme nella vita quotidiana della Chiesa.<br /><br />Don Xu Yinchen, il sacerdote che ha guidato il corso, ha spiegato il senso della parola ‘laico’ e la storia esemplare di tanti laici che hanno dato un contributo all’edificazione della Chiesa in Cina. “I laici sono chiamati a essere luce nel mondo e sale della terra, incarnare la vita di fede nella quotidianità con le parole e le azioni, ed essere esempio per gli altri. Soprattutto i laici come voi che avete un ruolo importante nella vita parrocchiale”.<br /><br />La parrocchia di Chaoyang, che fa parte del decanato sud occidentale di Liaoning, è frequentata da una comunità composta in buona da parte da anziani, che comunque sono molto vivaci e intraprendenti nel coinvolgersi in opere pastorali e caritative..<br /><br />Tra le tante attività svolte dalla comunità parrocchiale ci sono anche l’adorazione comunitaria che si tiene tutti i giorni dell’anno, ogni sera, dalle 19 alle 20, le visite alle famiglie, la colletta per la Giornata Mondiale Missionaria, destinata al seminario, alle famiglie disagiate, e agli studenti con difficoltà economiche, oltre a attività ludiche e sportive che coinvolgono famiglie, bambini, giovani, cattolici e non. Inoltre, il dispensario medico della comunità ha sempre offerto un servizio a tutta la popolazione locale.<br /><br />Al corso di formazione sulla missione e il ruolo dei laici nella vita della Chiesa hanno preso parte oltre settanta catechisti, laici attivi nella parrocchia, capi-gruppo delle comunità di base.Durante la solenne liturgia eucaristica celebrata a chiusura del corso, i partecipanti hanno ricevuto il mandato missionario.<br /><br /> Thu, 30 Mar 2023 12:02:27 +0200AMERICA/MESSICO - I migranti morti a Ciudad Juarez: “una realtà triste che ci interpella, ci mette in discussione, tutti, profondamente”http://fides.org/it/news/73601-AMERICA_MESSICO_I_migranti_morti_a_Ciudad_Juarez_una_realta_triste_che_ci_interpella_ci_mette_in_discussione_tutti_profondamentehttp://fides.org/it/news/73601-AMERICA_MESSICO_I_migranti_morti_a_Ciudad_Juarez_una_realta_triste_che_ci_interpella_ci_mette_in_discussione_tutti_profondamenteCiudad Juarez - “Una realtà triste che ci interpella, ci mette in discussione, tutti, profondamente, che non ci lascia tranquilli” ha sottolineato il Vescovo di Ciudad Juarez, Monsignor José Guadalupe Torres Campos, celebrando la messa in suffragio dei 39 migranti rimasti uccisi la sera del 27 marzo, intorno alle ore 22, a causa di un incendio verificatosi in un centro provvisorio dell'Istituto nazionale della Migrazione , nello stato di Chihuahua, al confine tra Messico e Stati Uniti. Il Vescovo ha sottolineato la necessità della conversione, di cambiare, mettendo al centro la persona umana, la sua dignità. “Salvare la persona, vedere la persona, un migrante e un rifugiato sono persona, non sono un numero o una statistica, ma una persona, un figlio di Dio, e dobbiamo trattarlo come persona, con dignità, con rispetto, con amore” ha ribadito. Il Vescovo.<br />Monsignor Torres Campos ha insistito sulla necessità della conversione: “Devo convertirmi, io in primo luogo, tutti dobbiamo convertirci, cambiare la nostra mentalità, le nostre attitudini … non essere egoisti che cercano solo i propri interessi, di qualsiasi tipo, ideologici, politici, individuali, commerciali, personale… dobbiamo cambiare, convertirci!” Quindi ha esortato a guardare “Gesù che è luce, è vita, è salvezza, dobbiamo contemplarlo, imitarlo, seguirlo”.<br />Rispondendo alle domande dei giornalisti, il Vescovo di Ciudad Juarez ha sottolineato l’urgente necessità di un progetto congiunto da portare avanti su questo tema, e di un cambiamento della politica migratoria da parte del Governo federale, a cui compete questa materia. Quindi ha affermato la soluzione della regolarizzazione, “sempre rispettando i migranti, che sono persone”. “Tutti siamo corresponsabili di questa situazione – ha aggiunto -, per indifferenza, per omissione, per azione…”<br />Secondo le notizie raccolte da Fides, i tragici fatti sono ancora al vaglio delle autorità. Per protestare contro il loro trasferimento, alcuni migranti detenuti avrebbero iniziato a provocare una rivolta, bruciando alcune stuoie, ma l'incendio sarebbe andato presto fuori controllo, causando la morte di 39 persone e altri 29 feriti, di cui circa 12 sono in terapia intensiva. La maggior parte dei migranti uccisi erano uomini di nazionalità venezuelana. Nel centro si trovavano 68 migranti di diverse nazionalità, in fase di ricollocazione. I migranti sono morti in seguito all’intossicazione da fumo, in quanto alcuni testimoni affermano che le guardie si sarebbero rifiutate di aprire le porte. <br />I pubblici ministeri messicani hanno comunicato di aver identificato otto sospettati, ritenuti responsabili di questi tragici eventi. Cinque di loro sarebbero guardie di sicurezza della struttura. Il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha detto che i responsabili saranno puniti "in conformità con la legge", assicurando trasparenza nelle indagini e "nessuna impunità" per i responsabili della "dolorosa tragedia".<br />I Vescovi del confine tra Texas e Messico si sono rammaricati dell’accaduto, e hanno chiesto "la sicurezza dei fratelli migranti, offrendo loro sempre un trattamento dignitoso e umano". La Rete ecclesiale latinoamericana e caraibica sulle migrazioni, gli sfollati, i rifugiati e la tratta di persone, ha espresso la sua "vicinanza ecclesiale, affinché il diritto di migrare come non migrare, sia rispettato in tutti i suoi estremi e siano raggiunte le condizioni minime per una migrazione in cui prevalga il rispetto della dignità umana, e che cadano le catene che privano della libertà gli uomini e le donne costretti a migrare".<br />All’udienza generale di ieri, 29 marzo, salutando i pellegrini di lingua spagnola, il Santo Padre Francesco ha invitato alla preghiera con queste parole: “Preghiamo per i migranti morti ieri in un tragico incendio a Ciudad Juárez, in Messico, perché il Signore li accolga nel suo Regno e dia conforto alle loro famiglie. Preghiamo per loro”.<br /> <br />Thu, 30 Mar 2023 11:38:28 +0200AFRICA/ZAMBIA - Da Chiesa fondata da missionari a Chiesa missionariahttp://fides.org/it/news/73600-AFRICA_ZAMBIA_Da_Chiesa_fondata_da_missionari_a_Chiesa_missionariahttp://fides.org/it/news/73600-AFRICA_ZAMBIA_Da_Chiesa_fondata_da_missionari_a_Chiesa_missionariaLusaka – “Su una popolazione di 19 milioni di abitanti circa il 40 percento è cattolica, con variazioni da una diocesi all’altra, a secondo della storia dell’evangelizzazione nelle singole aree” dice all’Agenzia Fides Mons. Ignatius Chama, Arcivescovo di Kasama e Presidente della Zambia Conference of Catholic Bishops , composta dai Vescovi di 11 diocesi. <br />“Abbiamo come sfida quella della diffusione di chiese pentecostali ed evangeliche e della fede islamica. Quest’ultima dispone di grandi risorse da investire in attività sociali che attirano gli strati più poveri della popolazione. Vi sono due punti d’entrata per la predicazione musulmana: dal lato della Tanzania e da quello del Malawi” afferma Mons. Chama che sottolinea come “la Chiesa cattolica in Zambia è molto apprezzato per le molteplici istituzioni che sono messe a disposizione di tutti gli zambiani: vi sono un buon numero di cliniche e ospedali, di scuole fino all’università.”<br />Sul piano sociale il Presidente della ZCCB afferma che “al momento la preoccupazione maggiore è la forte disoccupazione che colpisce specialmente i giovani”. Il nuovo governo è salito al potere nell’agosto 2021 sulla base di un programma volto ad incrementare i posti di lavoro, suscitando speranze che al momento sono rimaste deluse. La situazione purtroppo non solo non è cambiata ma anzi il livello di povertà cresce di continuo” sottolinea Mons. Chama. “I prezzi dei generi di prima necessità, compreso il cibo, sono alti, in gran parte per il rialzo del costo dei carburanti per via della guerra in Europa. Fortunatamente ancora una buona parte della popolazione vive in zona rurali e può coltivare per avere qualcosa da mangiare. La vita in città è più dura perché se non hai un impiego sei dipendente da qualcuno altro per il tuo sostentamento. La situazione più difficile riguarda gli abitanti delle baraccopoli delle città”.<br />Dal punto di vista ecclesiale la Chiesa in Zambia è guidata in gran parte dal clero locale. “La maggior parte delle nostre parrocchie sono gestite dal clero locale” dice il Presidente della ZCCB. “Anche quando le parrocchie sono in mano a congregazioni religiose, i religiosi che vi servono sono in gran parte zambiani. La percentuale di missionari provenienti dall’estero nel nostro Paese è molto ridotta, rispetto al clero locale”. <br />“La nostra Chiesa è stata fondata da missionari in parte provenienti dall’Europa e in parte dell’America” aggiunge Mons. Charles Joseph Sampa Kasonde, Vescovo di Solwezi e Vice Presidente della ZCCB. “Siamo riconoscenti ai Padri Bianchi provenienti da Francia, Canada, Italia, Svizzera e ai missionari di altre congregazioni provenienti da Irlanda, Gran Bretagna e altri Paesi. Questi missionari ci hanno inculcato lo spirito missionario e ora siamo ora divenuti una Chiesa che invia missionari all’estero, anche in Europa, in America e in altre aree, compreso il nostro stesso Paese. Siamo molto soddisfatti e speranzosi per lo spirito missionario che anima le giovani generazioni grazie anche al lavoro dell’Infanzia Missionaria”.<br />La Chiesa in Zambia ha profondi vincoli fraterni con quella in Malawi, Paese colpito di recente dal ciclone tropicale Freddy . “Come Conferenza Episcopale abbiamo inviato subito aiuti ai nostri fratelli in Malawi, con i quali i legami sono molto forti” dice Mons. Chama. “Lo stesso ha fatto il nostro governo che inviato carichi di cibo, vestiario, coperte e medicine ai nostri fratelli e sorelle del Malawi” aggiunge Mons. Kasonde. “Le popolazioni di Zambia e Malawi sono molto vicine al punto che ci sentiamo quasi uno stesso Paese per via dei legami anche linguistici” conclude il Vescovo di Solwezi. <br />Thu, 30 Mar 2023 11:04:22 +0200AFRICA/KENYA - Emergenza siccità nella contea Turkana: popolazione a rischio per grave crisi umanitariahttp://fides.org/it/news/73599-AFRICA_KENYA_Emergenza_siccita_nella_contea_Turkana_popolazione_a_rischio_per_grave_crisi_umanitariahttp://fides.org/it/news/73599-AFRICA_KENYA_Emergenza_siccita_nella_contea_Turkana_popolazione_a_rischio_per_grave_crisi_umanitariaLodwar – Mentre nell’intero paese continuano le sommosse antigovernative contro il caro vita , la popolazione del Kenya settentrionale, oltre alle conseguenze della pandemia di Covid-19, sta attraversando una grave crisi umanitaria. Cinque stagioni senza una goccia di pioggia, una natura spietata a causa del sole cocente con una siccità che si protrae da più di tre anni, rendono inumane e disperate le condizioni di vita degli abitanti della Turkana, una della 47 contee del Kenya situata nella ex Provincia della Rift Valley. Ne ha parlato all’Agenzia Fides padre Robbin Kamemba, Superiore Provinciale della Società per le Missioni Africane in Kenya.<br />“Qui la vita è dura, le persone camminano fino a più di 45 km in cerca di acqua, rispetto ai soliti 2-3 km. Inoltre, a causa dei raccolti andati persi non sono più in grado di procurarsi cibo in modo autonomo e sono costretti a ricorrere ad aiuti esterni”, racconta p. Kamemba. Secondo alcuni scienziati determinate aree rischiano di non essere più favorevoli al pascolo neanche in futuro. <br />Nello specifico la SMA serve due aree di missione in questa zona del Kenya, quella di Lorugum e Namoruputh, diocesi di Lodwar, che insieme coprono un territorio di circa 80 km2. Come ha spiegato il missionario, si tratta di configurazioni di comunità rurali che sopravvivono nel tipico ambiente desertico del Kenya settentrionale e con lo stile di vita tipico di pastori nomadi. “Le comunità qui dipendono principalmente dall'agricoltura di sussistenza e dalla pastorizia. I vantaggi e il reddito di queste due attività dipendono dalla quantità di pioggia. Con l'attuale situazione di siccità che ha raggiunto un livello critico, si sente dolorosamente l'impatto negativo sulla vita delle persone: bestiame sterminato, nessun reddito, il pasto per una persona è condiviso tra tre o quattro, le malattie dilagano insieme alla disperazione generale tra famiglie che vengono divise mentre ogni membro si disperde per trovare cibo.”<br />Gravi ripercussioni si stanno riversando anche sui bambini che vanno a scuola. “Purtroppo – dice p. Kamemba - sono stati registrati numerosi decessi dovuti principalmente alla fame, a parti prematuri e altre malattie legate alla malnutrizione. Tra queste anemia, arresto della crescita, kwashiorkor e marasmo che sono un tipo di malnutrizione comunemente causata dall'insufficiente apporto di proteine e dalla mancanza di energie.”<br />In risposta a questa emergenza il governo nazionale e le autorità locali, con il sostegno di partner per lo sviluppo, il settore privato, attori non statali e kenioti di buona volontà, hanno intensificato gli interventi a tutela delle persone coinvolte in questa grave emergenza. Anche i Padri SMA nella diocesi di Lodwar, con l'assistenza finanziaria di SMA Solidale Onlus in Italia e della Fondazione Bresillac nei Paesi Bassi, sono in prima linea, non solo nel loro territorio di missione, per rispondere all'appello di soccorso delle comunità. “Distribuiamo generi alimentari, acqua e medicine. Ad oggi sono state raggiunte più di 80 famiglie e l'intervento di soccorso proseguirà fino a quando i fondi disponibili lo consentiranno – ha spiegato p. Kamemba. Questo intervento della SMA, e della Chiesa in generale, è una testimonianza concreta della nostra vicinanza ai più abbandonati, al popolo di Dio a Lorugum e Namoruputh. Sicuramente sperimentano la Divina Provvidenza di Dio anche in mezzo a tanta sofferenza e vuoto”.<br />Di recente, Rebecca Miano, Segretaria di gabinetto presso il Ministero della Comunità dell'Africa orientale, Territori aridi e semi-aridi e dello Sviluppo Regionale , ha affermato che la situazione della siccità rimane critica in 22 delle 23 contee. Ha affermato che in cinque contee sono stati osservati tassi molto elevati di bambini a rischio di malnutrizione, attribuita alla continua diminuzione della produzione e del consumo di latte, nonché alla scarsa diversità alimentare, alle cattive pratiche di alimentazione dei bambini e alla ridotta assunzione di generi alimentari a livello familiare. Miano ha affermato che oltre 4 milioni di kenioti hanno un disperato bisogno di aiuti alimentari e 960.000 bambini sono gravemente malnutriti.<br />Nel frattempo il ministro degli Interni e della Sicurezza Nazionale, Kithure Kindiki, ha annunciato che non saranno più permesse proteste violente in nessuna parte del Kenya. <br /> <br />Thu, 30 Mar 2023 10:41:41 +0200