AMERICA/PARAGUAY - I Vescovi per le elezioni del 30 aprile: “un governo pulito inizia con elezioni pulite”

mercoledì, 19 aprile 2023 elezioni   società civile   corruzione   conferenze episcopali  

Asuncion (Agenzia Fides) – In vista delle elezioni generali del 30 aprile, la Conferenza Episcopale del Paraguay ha pubblicato il 18 aprile un messaggio in cui fa appello “alla coscienza di ogni elettore, specialmente dei cristiani", e per questo indica 10 argomenti di riflessione.
In primo luogo invitano ognuno “ad essere responsabile del suo voto, che rappresenta il proprio impegno con il sistema democratico”, quindi l’appello ad adempiere al dovere e al diritto di votare “liberamente e consapevolmente”. Il messaggio raccomanda quindi di non comprare i voti, in quanto “è una pratica illegale, delittuosa e offende la dignità della persona umana”, "un governo pulito inizia con elezioni pulite". Sullo stesso tema, i Vescovi chiedono ai paraguaiani “di non associarsi ad alcuna forma di frode elettorale”, in quanto una democrazia corrotta viene alimentata da imbrogli, macchinazioni, manipolazioni, falsificazioni e dall'avidità del potere senza scrupoli.
Il messaggio invita quindi ad eleggere le persone che ognuno conosce e rispetta per il proprio percorso e la rettitudine di vita (personale, familiare, professionale e politica), e hanno dimostrato impegno per il bene della comunità. “Il tuo voto esprima realmente i valori e le virtù di cui abbiamo bisogno, come società, per realizzare lo sviluppo del Paese al servizio della promozione umana integrale”.
I Vescovi invitano a rispettare le norme elettorali e la pace, contribuendo alla trasparenza, all’integrità, alla sicurezza e ad uno svolgimento ordinato delle elezioni. “Questo contribuirà alla legittimità dei risultati e a porre le basi per il dialogo e la pace sociale". Ricordano poi che “il tuo voto, insieme a quello degli altri elettori, è l'espressione della volontà di un intero popolo, i risultati del voto devono impegnare coloro che li guadagnano a mantenere le promesse che hanno fatto”.
Nella parte conclusiva il messaggio invita i paraguaiani ad essere "cittadini integrali e non meramente elettorali", in quanto le elezioni non portano automaticamente le soluzioni ai problemi, è quindi molto importante che la partecipazione attiva dei cittadini prosegua per il buon funzionamento delle istituzioni democratiche. “Come cristiani siano invitati ad essere cittadini del Regno di Dio, regno di giustizia, di verità, di pace e di amore. Ciò dovrebbe portare a un discernimento per scegliere ed eleggere coloro che dirigeranno i destini del Paraguay nei prossimi anni”. Infine si esortano i paraguaiani a pregare e a collaborare perché la giornata elettorale si svolga in "un clima di rispetto, di fraternità e di festa civica".
Secondo le informazioni raccolte da Fides, i principali candidati alla Presidenza, indicati nelle elezioni primarie del 18 dicembre (vedi Fides 14/12/2022) sono Efraín Alegre, della Coalizione per un Nuovo Paraguay, e Santiago Peña, dell’Associazione Nazionale Repubblicana (nota come Partito Colorado), cui appartiene l’attuale Presidente Mario Abdo Benitez. Il Presidente eletto il 30 aprile si insedierà il 15 agosto. Oltre al Presidente, il 30 aprile i paraguaiani dovranno anche eleggere 45 senatori titolari e 30 senatori supplenti, 80 deputati effettivi e 80 sostituti, 17 governatori, 257 membri titolari e altrettanti membri supplenti dei consigli dipartimentali.
Da tempo i Vescovi del Paraguay stanno lanciando appelli ai cittadini in vista di questo appuntamento elettorale, segnalando i gravi problemi che affliggono la nazione. Nel messaggio finale dell’ultima Assemblea plenaria della Conferenza Episcopale (vedi Fides 5/11/2022) i Vescovi avevano richiamano l’attenzione "sull'importanza e l'urgenza di un'istruzione accessibile e di qualità", considerando “innegabile lo stato critico del sistema educativo nazionale”. Un altro tema urgente da affrontare è l’accumulo di grandi estensioni di terra nelle mani di pochi e gli sfratti continui delle comunità indigene, anche con la violenza. I Vescovi si appellavano quindi a “una cultura del bene comune, ad un esercizio libero e responsabile del diritto e del dovere del voto, a un dibattito sano e costruttivo sul futuro del nostro paese”.
(SL) (Agenzia Fides 19/4/2023)
\\


Condividi: