Montevideo (Agenzia Fides) – “Nel nuovo beato, monsignor Jacinto Vera, contempliamo la bellezza di una vita santa. È la bellezza della Pasqua di Cristo e della Chiesa che si manifestano con tutta la loro forza salvifica. A chi ha fame non si offre un'ideologia, ma la presenza dell'amore di Cristo; a chi ha sete di Dio si offre la Parola e i sacramenti, a chi ha sete di pace si offre colui che è il Principe della pace: Gesù Cristo”. Sono le parole del Cardinale Paulo Cezar Costa, Arcivescovo di Brasilia, Inviato di Papa Francesco, che nel pomeriggio di sabato 6 maggio, ha presieduto nell'Estádio Centenário di Montevideo, la solenne Concelebrazione eucaristica durante la quale è stato proclamato beato Mons. Jacinto Vera, primo Vescovo dell'Uruguay (vedi Fides 21/12/2022; 31/1/2023). “Il Beato ci testimonia la bellezza di seguire Gesù. Bellezza che unifica la nostra vita, che ci permette di avere una visione della totalità del progetto e del disegno di Dio. Ciò indica un cammino di unità in tempi di frammentazione”.
Commentando le letture bibliche del giorno, il Cardinale ha evidenziato che la secolarizzazione “è una realtà nella vita dei nostri paesi latinoamericani”, dove la gente sta perdendo il senso di Dio, del suo Vangelo. “La secolarizzazione non deve spaventarci, ma deve essere occasione di testimonianza e di annuncio della Fede” ha esortato, invitando a guardare l’impegno di Monsignor Vera perché l’annuncio del Vangelo arrivasse in ogni angolo del paese. “La secolarizzazione è un campo di evangelizzazione” ha sottolineato, ma è necessario “entrare nella logica di chi è senza Dio, attraverso metodi, percorsi nuovi, soprattutto attraverso la cultura. Proporre la buona novella di Gesù Cristo. Questa è la grande sfida”. La fede ha lasciato in Uruguay tanti monumenti, storia, cultura, arte, testimoni viventi, che parlano della fede dei nostri antenati, “ci gridano oggi l'annuncio e la testimonianza della fede. Questa matrice culturale cattolica ha dato solide fondamenta alla cultura nazionale.”
Nel Vangelo Gesù rispondendo a Tommaso, disse: "Io sono la Via, la Verità e la Vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me". “Lui è la verità di Dio per noi – ha sottolineato il Cardinale -. La Verità per l'uomo e la donna di fede non è una filosofia, un'idea, un'ideologia, ma Gesù Cristo stesso. Gesù è la verità che realizza la vita, l'esistenza. Che apre l'esistenza alla comunicazione della verità, alla missione”. “Fu davanti al tabernacolo che monsignor Jacinto Vera scoprì che l'unico modo per pacificare il paese diviso da discordie e lotte politiche era la missione. Non cercò la pacificazione attraverso la politica o altri mezzi, ma piuttosto sulla base della verità della fede. La fede pacifica. Annunciata dalla bocca e dai gesti del beato, contribuì a pacificare il paese”.
Nella sua omelia il Cardinale Paulo Cezar Costa ha messo in risalto che “è la fede che mosse la vita di Monsignor Jacinto Vera e che muove, oggi, la nostra vita. La fede apre la nostra vita a una carità operosa, all'annuncio e alla testimonianza di Gesù Cristo”. Quindi citando Papa Francesco, ha ricordato che “oggi, nella coscienza della Chiesa, la missione coinvolge tutti. Ogni cristiano è missionario nella misura in cui incontra l'amore di Dio in Gesù Cristo”. Nella conclusione dell’omelia ha ribadito ancora: “La Chiesa diventa evangelizzatrice, missionaria quando ogni cattolico assume la sua missione di discepolo missionario di Gesù Cristo nel suo ambiente di lavoro, di studio, di svago, ecc. Ci aiuti oggi, nella testimonianza della fede e nella missione, questo grande beato Monsignor Jacinto Vera. Ognuno di noi rinnovi la nostra missione di discepolo – missionario, Amen”.
Dopo la preghiera mariana del Regina Caeli di domenica 7 maggio, Papa Francesco ha così ricordato la beatificazione del Vescovo Jacinto Vera, vissuto nel secolo XIX: “Pastore che si prese cura del suo popolo, testimoniò il Vangelo con generoso slancio missionario, favorendo la riconciliazione sociale nel clima teso della guerra civile”.
(SL) (Agenzia Fides 10/5/2023)