AFRICA/CIAD - Dopo i 40 soldati morti in un assalto jihadista il governo del Ciad promette una dura risposta

mercoledì, 30 ottobre 2024 jihadisti   militari   massacri  

Il Presidente ciadiano sul luogo dell'attacco

N’Djamena (Agenzia Fides) – Tre giorni di lutto nazionale in Ciad per commemorare le vittime dell’attacco jihadista ad un accampamento militare nei pressi del lago Ciad. Lo ha deciso il Presidente ciadiano Mahamat Idriss Déby, che il 28 ottobre si è recato di persone sul luogo dell’attacco dove ha annunciato l’avvio di una controffensiva, denominata Haskanite, per rintracciare gli autori del massacro.
Nella notte tra il 27 e il 28 ottobre un gruppo armato ha attaccato la guarnigione dell’esercito ciadiano nell’isola di Barkaram, al confine con la Nigeria. Su 200 militari presenti 40 sono rimasti uccisi tra cui il loro comandante. Gli aggressori hanno occupato la base fino all'alba e se ne sono andati portando via un grosso quantitativo di armi e munizioni.
Le autorità ciadiano affermano che l’attacco è stato commesso da Boko Haram, la formazione jihadista nigeriana che da tempo ha subito alcune scissioni, la più importante delle quali ha dato vita allo ISWAP (Provincia dello Stato Islamico nell’Africa Occidentale). Dopo la morte nel 2021 dello storico capo di Boko Haram, Abubakar Shekau, che si sarebbe suicidato per non cadere nelle mani dei rivali dell’ISWAP, la guida della formazione jihadista è stata assunta da Bakura Modu. Il gruppo da lui guidato continua a perdere combattenti tra coloro che integrano le file dell’ISWAP ed altri che decidono di aderire al programma di smobilitazione e reintegrazione dei jihadisti che depongono le armi lanciato dall’esercito nigeriano.
L’azione di Barkaram, se è stata condotta effettivamente dalla fazione di Bakura Modu, viene vista come un tentativo da parte di questi di riaffermare la propria leadership all’interno della sua formazione e per dimostrare all’esterno che questa è vive e vegeta ed è in grado di condurre azioni di ampia portata.
A sua volta il Presidente ciadiano deve dare dimostrazione di fermezza davanti alla sfida lanciatagli, sulla falsariga di quanto fatto dal suo predecessore, Idriss Déby, dopo il massacro di circa 100 soldati nel marzo 2020 nella base di Bohama, sempre nell’area del Lago Ciad ad opera di Boko Haram (vedi Fides 28/3/2020). Il padre dell’attuale Presidente si era recato sul luogo dell’eccidio ed aveva lanciato l’operazione “collera di Bohama” per dare la caccia ai suoi perpetratori.
Il Ciad è ormai l’unico Paese del Sahel ad ospitare truppe occidentali, in particolari francesi e americane. I tre Paesi dove sono giunte al potere tramite dei golpe delle giunte militari (Mali, Burkina Faso e Niger) riuniti nell’ Alleanza degli Stati del Sahel (AES) hanno cacciato le missioni militari straniere dai loro territori (ad eccezione del contingente italiano ancora operativo in Niger). Tutti questi Paesi devono far fronte alle offensive di diversi gruppi jihadisti. Il Ciad cerca di mantenere buoni rapporti sia con l’occidente sia con Paesi come Russia e Cina e pure con i vicini dell’AES. È notizia di oggi che un’importante delegazione ciadiana è in visita in Niger. (L.M.) (Agenzia Fides 30/10/2024)


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