ASIA/PAKISTAN - "Pakistan e Afghanistan cerchino ciò che li unisce e non ciò che li divide", dice il Direttore del Peace Center

venerdì, 7 novembre 2025 pace   conflitti armati  

Peace Center Lahore

Lahore (Agenzia Fides) - "Vi sono tensioni, ancora scaramucce e scontri lungo il confine tra Pakistan e Afghanistan, mentre si tentano vie di dialogo e di negoziato. Dovremmo ricordare che sono due paesi della stessa regione, con affinità e comunanza culturale, sono paesi a maggioranza musulmana ed è un altro punto in comune. Dovrebbero cercare ciò che unisce e non ciò che li divide, ed essere alleati nella lotta al nemico comune, il  terrorismo, sviluppando rapporti politici e commerciali reciprocamente favorevoli", dice all'Agenzia Fides il Domenicano p. James Channan, direttore del "Peace Center" a Lahore, impegnato per il dialogo interreligioso e la pace. Dopo lo scontro bellico di un mese fa e la tregua siglata il 19 ottobre in Qatar,  le delegazioni di Pakistan e Afghanistan si sono incontrate in Turchia per confermare la tregua, ma i combattimenti transfrontalieri continuano e complicano il quadro dei colloqui.  
P. Channan aggiunge: "Bisogna ricordare che il Pakistan ha accolto oltre 3 milioni di rifugiati afgani negli anni scorsi, fuggiti dal paese per le guerre e l'instabilità. Per anni il Pakistan ha dato accoglienza e protezione a questi rifugiati, e ora vi sono dei programmi di rimpatrio. La nazione ha teso la mano all'Afghanistan, ora bisogna affrontare il problema di gruppi  o elementi estremisti che creano problemi, hanno attaccato postazioni  militari e civili, generando  sconcerto e indignazione in Pakistan".
Inoltre, spiega il Domenicano,  "da quando a Kabul sono al governo i talebani, si avverte l'impostazione rigida dello stato, ad esempio sulle restrizioni ai diritti delle donne e in tanti altri settori. La cooperazione bilaterale è  divenuta più difficile e, con le violenze, anche l'opinione pubblica in Pakistan è meno incline a tollerare le provocazioni che vengono da oltre confine".
"Quel che è chiaro nella società pakistana è  che  i radicali disturbano la convivenza lacerano il tessuto sociale. Bisogna fermarli, in patria e fuori", dice il religioso. "In tale cornice - prosegue p. Channan -  il lavoro che facciamo al Peace Center di Lahore  si rivolge soprattutto ai giovani, a livello culturale e di sensibilizzazione delle coscienze, perchè possano prendere le distanze da atti e idee estremiste, violente o  terroriste. Bisogna continuare un paziente lavoro nell'educare al dialogo, alla convivenza e alla pace. Le recenti tensioni con l'Afghanistan ci spingono e ci rafforzano nella convinzione di questa missione. La violenza non è mai la soluzione e, come ha detto di recente Papa Leone, solo la pace è sacra".
Il Pakistan accusa Kabul di dare rifugio a formazioni terroristiche come  Tehrik-e-Taliban Pakistan (Ttp), indicato come responsabile degli attacchi. L'Afghanistan nega le accuse. Secondo le Nazioni Unite, cinquanta civili sono stati uccisi e altri 447 sono rimasti feriti  durante una settimana di scontri bellici a ottobre. Almeno cinque persone sono morte in esplosioni a Kabul.
(PA) (Agenzia Fides  7/11/2025)


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