ASIA/PAKISTAN - Un sacerdote di Karachi: "La gente del Pakistan si sente tradita dagli afghani. Il programma di rimpatrio crea tensione"

mercoledì, 26 novembre 2025 rifugiati   politica   guerre   diritti umani  

Sher Khan - Wikimedia Commons

Karachi (Agenzia Fides) - "C'è tensione nel paese. La gente del Pakistan si sente tradita dagli afghani. In passato, per molti anni abbiamo dato rifugio e ospitalità a migliaia di persone che, dall'Afghanistan, hanno varcato il confine a causa di guerre e persecuzioni. Ora subiamo attacchi terroristici, questo crea frustrazione e animosità perchè la gente considera gli afghani poco riconoscenti", dice all'Agenzia Fides don Mario Angelo Rodrigues, sacerdote dell'arcidiocesi di Karachi, preside dell'Istituto superiore cattolico St. Patrick a Karachi, spiegando l'approccio e la mentalità del popolo pakistano mentre tra Pakistan e Afghanistan continuano le ostilità e si teme lo scoppio di un nuovo confronto bellico.
Nei giorni scorsi, in un attentato compiuto nella città pakistana di Peshawar, due attentatori suicidi e un uomo armato hanno preso d'assalto il quartier generale della polizia federale: tre agenti sono stati uccisi e altri 11 sono rimasti feriti. Nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità dell'attacco, ma i sospetti sono caduti sul gruppo dei talebani pakistani, Tehrik-e-Taliban Pakistan (TTP), alleato con i talebani afghani e si ritiene che molti dei suoi leader si nascondano in Afghanistan
In risposta, l'aviazione pakistana ha lanciato bombardamenti aerei notturni in tre province orientali dell'Afghanistan, uccidendo, secondo quanto reso noto dal governo di Kabul, 10 civili, tra cui nove bambini. Zabihullah Mujahid, portavoce capo del governo afghano, ha descritto gli attacchi come "atrocità" e ha affermato che gli attacchi sono stati "una violazione del territorio afghano". L'Afghanistan, ha aggiunto, "al momento opportuno, darà la risposta necessaria", preannunciando una nuova escalation del conflitto. Il cessate il fuoco bilaterale, raggiunto grazia alla mediazione da Qatar e Turchia a ottobre, è ancora in vigore " ma c'è crescente ostilità verso i cittadini afgani che ancora vivono in Pakistan", racconta don Rodrigues.
"Esiste un programma di rimpatrio di questi profughi, che sta andando avanti, e forse questa è la ragione per cui molti afghani esprimono forte disappunto, rabbia e tensioni verso il governo del Pakistan che li sta respingendo. Molti di loro sono pienamente integrati e molti giovani o bambini sono nati in Pakistan", ricorda.
"Oggi - osserva il sacerdote - per ristabilire un clima di fiducia bilaterale e intraprendere una via di pace, il governo pakistano dovrebbe accettare la situazione e consentire il soggiorno ai rifugiati afghani che vivono pacificamente e non hanno legami col terrorismo, nell'ottica di una società accogliente e pluralistica". D'altro canto "il governo di Kabul dovrebbe collaborare nella lotta al terrorismo, nemico comune", nota. "Come cristiani pakistani, sosteniamo percorsi di accoglienza e fraternità perchè nella nostra società e con le nazioni confinanti si possa vivere una autentica pace", conclude
Il Pakistan ha ripetutamente esortato i talebani dell'Afghanistan a impedire ai militanti del TTP di utilizzare il territorio afghano per lanciare attacchi. Kabul nega l'accusa, ma le relazioni si sono deteriorate. Le persistenti tensioni hanno bloccato gli scambi commerciali bilaterali tra Pakistan e Afghanistan, e tutti i valichi di frontiera restano chiusi dal mese scorso.
(PA) (Agenzia Fides 26/11/2025)


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