AFRICA/CONGO RD - Almeno 129 morti in una rivolta o tentativo d’evasione nel sovraffollato carcere di Makala

mercoledì, 4 settembre 2024 carcerati   violenza  

Kinshasa (Agenzia Fides) – “Una bomba pronta ad esplodere”. Così viene descritta la prigione centrale di Makala a Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo (RDC), dove in un tentativo di evasione nella notta tra il 1° e il 2 settembre, almeno 129 detenuti sono stati uccisi. “Il bilancio provvisorio delle vittime ammonta a 129 morti, di cui 24 per colpi di arma da fuoco dopo i tiri d’avvertimento", ha dichiarato il ministro degli Interni, Jacquemain Shabani, in un video registrato e inviato alla stampa. “Il resto sono morti calpestati nella fuga, per soffocamento, mentre alcune donne sono state violentate” ha aggiunto Shabani che ha anche riferito di 59 feriti “soccorsi dalle autorità per fornire loro cure adeguate”. Una parte degli edifici carcerari, tra cui l'anagrafe e l'infermeria, sono stati incendiati.
Ci si chiede se si è trattato di un tentativo di evasione di massa oppure di una rivolta interna per le condizioni infernali nelle quali sono costretti a vivere i carcerati.
Makala accoglie 10 volte il numero di detenuti rispetto alla capacità programmata. Vi sono infatti rinchiusi 15.000 reclusi quando è stata costruita per accoglierne 1.500. Di questi 15.000 solo 3.000 circa stanno scontando una condanna definitiva, gli altri sono in attesa di giudizio. Tra questi vi sono giornalisti e oppositori al Presidente in carica, Félix Tshisekedi.
Oltre al sovrappopolamento, il carcere più grande del Paese sconta condizioni igieniche terrificanti, infrastrutture fatiscenti, insicurezza e promiscuità tra i detenuti, non rispetto dei diritti umani fondamentali, cibo scarso e di bassa qualità. La sicurezza interna della prigione è gestita dagli stessi prigionieri, lo Stato controlla solo la cinta esterna del carcere per impedire evasioni o assalti esterni. In ogni padiglione vi sono dei “governi” gestiti dai carcerati, nei quali prevale la legge del più forte.
La prigione aveva già subito danni significativi durante un attacco da parte di uomini armati nel 2017, che permise a più di 4.000 detenuti di fuggire. Un attacco che non è mai stato chiarito dalle autorità congolesi. (L.M.) (Agenzia Fides 4/9/2024)


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