Columbans Fiji
Suva (Agenzia Fides) – Salvaguardare la casa comune’ significa tutelare le nuove generazioni e la vita stessa dell’umanità nell’arcipelago delle Fiji: forti di questa convinzione, i missionari di san Colombano, tramite la Commissione “Giustizia, pace e integrità del Creato” dell’istituto, sono impegnati in un movimento culturale che prende principi e convenuti dall'enciclica Laudato si': si tratta di proteggere e promuovere la vita stessa della popolazione delle isole del Pacifico, per garantire la sopravvivenza delle isole stesse, messa rischio da fenomeni come i cambiamenti climatici e l’innalzamento del livello degli oceani. "È un obbligo scientifico complesso, completo, globale e anche morale per tutti noi cercare di lavorare insieme ai nostri governi, Ong, società civile, scienziati, teologi e comunità per affrontare la salvaguardia della vita umana e della 'casa comune' a diversi livelli nelle nostre società come dice Papa Francesco nella Laudato si’ ", affermano i missionari che nei giorni scorsi hanno tenuto un seminario di formazione a Suva per avere un confronto sulle politiche da adottare e per sensibilizzare la comunità locale. "Ci vorranno tempo, impegno e risorse ma dobbiamo farlo adesso per dare alle nuove generazioni una possibilità. Occorre che le istituzioni, gli scienziati le organizzazioni religiose come la nostra lavorino insieme”, afferma la Commissione.
"Conoscere il creato è conoscere il Creatore, affermava San Colombano, e come suoi seguaci siamo chiamati ad ascoltare il grido della terra, il grido dei poveri", affermano i missionari che hanno avviato un percorso e un movimento di sensibilizzazione e azione per applicare l'enciclica Laudato si' al contesto delle Fiji, secondo il motto "un futuro migliore è nelle nostre mani”. "La chiamata alla conversione e al cambiamento è necessaria da parte di tutti noi. Il grido della terra e il grido dei poveri è un riflesso del legame spezzato con i nostri vicini, con la creazione e con Dio. Oggi è il momento di ritessere questo legame", notano.
"Abbiamo una grande opportunità di rinnovamento e crescita attraverso la Laudato si’. In questo ottavo anno della Laudato Si, guardiamo a come l’enciclica sia applicabile alla nostra società delle Fiji: se molti dei cattolici delle Fiji non la conoscono ancora, figuriamoci il pubblico in generale. Al centro della Laudato si’, c’è la chiamata a essere sempre operatori di pace: quindi un’opera di riconciliazione è necessaria a tutti i livelli, tra di noi, nei diversi gruppi della nostra società, nel rapporto con la nostra Casa comune", nota la Commissione “Giustizia e pace e integrità del creato” dei missionari, che agisce in coordinamento con un forum di dialogo interreligioso creato con i giovani di Suva.
L'opera missionaria dei sacerdoti di san Colombano nelle isole Fiji procede, inoltre, sui binari della solidarietà verso le persone colpite dal ciclone, con l'aiuto ai più bisognosi e sofferenti, con l'incontro fecondo tra persone di diverse religioni. I missionari di san Colombani risposero alla chiamata del vescovo Victor Foley nel 1952 e arrivarono 70 anni fa nelle isole Fiji. Si dedicarono al servizio pastorale nelle parrocchie e si sono ramificati nell'arcipelago contribuendo alla missione evangelizzatrice della Chiesa delle Fiji, nel ministero dell’insegnamento, in opere sociali. Le prime ordinazioni sacerdotali di missionari Colombani originari delle Fiji ebbero luogo nel 1994, quando p. Iowane Gukibau fu stato ordinato sacerdote.
La “Società di San Colombano per le missioni estere” è una società di vita apostolica di diritto pontificio intitolata a san Colombano, monaco irlandese del VI secolo, che predicò il Vangelo in Europa. Venne formalmente creata nel 1918 come società missionaria di sacerdoti diocesani. I primi missionari di san Colombani andarono in Cina nl 1920 per condividere la sofferenza dei più poveri. Vi sono attualmente oltre 500 missionari di san Colombano nel mondo, in 15 paesi tra Europa, America del Nord e del Sud, Asia e Oceania.
(PA) (Agenzia Fides 16/6/2023)