AMERICA/BRASILE - Giustizia per l’omicidio di Moïse Kabagambe: “la barbarie diventa normale quando coinvolge i poveri”

sabato, 5 febbraio 2022 diritti umani   razzismo   emigrazione  

Rio de Janeiro (Agenzia Fides) – Giustizia per l'omicidio di Moïse Kabagambe, con l’individuazione dei colpevoli di questo “atto inaccettabile e brutale con cui vigliaccamente hanno tolto la vita a questo 24enne”, viene chiesta dalla Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB), da Red Clamor Brasile e dalla Rete di Solidarietà per Migranti e Rifugiati (RedeMiR) e da altre 119 realtà ecclesiali. Il giovane congolese è stato ucciso la scorsa settimana a Barra da Tijuca, a ovest di Rio de Janeiro, picchiato a morte dopo aver chiesto il pagamento dei giorni di lavoro fatto in un chiosco di una delle spiagge più famose della città.
Secondo la “Nota per la giustizia” pubblicata, giunta a Fides, "la barbarie diventa normale quando coinvolge i poveri, in situazioni vulnerabili, dalla periferia. Gran parte della popolazione migrante e rifugiata fa parte di questo gruppo. Purtroppo vediamo avanzare discorsi di razzismo, xenofobia e odio dei poveri nella società brasiliana”.
Le 122 realtà firmatarie del documento evidenziano che “garantire i diritti di base di migranti e rifugiati è una sfida costante in Brasile” ribadendo che “non sarà mai troppo riaffermare l'importanza di difendere i diritti umani in un paese che purtroppo continua a segnare la sua storia radicandola nella violenza". Esprimono quindi solidarietà alla famiglia di Moïse e alla comunità congolese in Brasile.
Monsignor Zanoni Demetino Castro, Arcivescovo di Feira de Santana e responsabile della Pastorale Afro-Brasiliana della Conferenza Episcopale (CNBB), ha scritto in un articolo che l'omicidio del congolese Moïse “non può essere visto isolato dal contesto in cui vivono e passano migliaia di giovani neri e nere uccisi negli ultimi tempi. Delle 34.918 morti violente di giovani segnalate alla fine del 2021, l'80% erano giovani neri. Lo scenario è desolante per le nostre famiglie e le comunità nere”.
L’Arcivescovo cita quindi il Catechismo della Chiesa Cattolica, dove afferma che a nessuno è lecito togliere la vita di un altro, e ribadisce che “la missione della Chiesa è evangelizzare seguendo i passi e gli atteggiamenti di Gesù, accogliendo i suoi insegnamenti e proclamando il Vangelo”, quindi “la violenza è contraria all’autenticità della nostra fede, all’autenticità della nostra umanità”. Infine conclude: "vogliamo esprimere la nostra indignazione per il genocidio della nostra gioventù nera. Le vite nere contano. Siamo il 56% della popolazione brasiliana totale e quindi chiediamo alle autorità civili e legali competenti di agire a favore della vita, a favore delle vite nere. Chiediamo che gli autori di queste morti siano puniti secondo la legge".
(SL) (Agenzia Fides 5/2/2022)


Condividi: