AMERICA/MESSICO - I migranti morti a Ciudad Juarez: “una realtà triste che ci interpella, ci mette in discussione, tutti, profondamente”

giovedì, 30 marzo 2023 emigrazione   diritti umani  

Elpasotimes

Ciudad Juarez (Agenzia Fides) - “Una realtà triste che ci interpella, ci mette in discussione, tutti, profondamente, che non ci lascia tranquilli” ha sottolineato il Vescovo di Ciudad Juarez, Monsignor José Guadalupe Torres Campos, celebrando la messa in suffragio dei 39 migranti rimasti uccisi la sera del 27 marzo, intorno alle ore 22, a causa di un incendio verificatosi in un centro provvisorio dell'Istituto nazionale della Migrazione (INM), nello stato di Chihuahua, al confine tra Messico e Stati Uniti. Il Vescovo ha sottolineato la necessità della conversione, di cambiare, mettendo al centro la persona umana, la sua dignità. “Salvare la persona, vedere la persona, un migrante e un rifugiato sono persona, non sono un numero o una statistica, ma una persona, un figlio di Dio, e dobbiamo trattarlo come persona, con dignità, con rispetto, con amore” ha ribadito. Il Vescovo.
Monsignor Torres Campos ha insistito sulla necessità della conversione: “Devo convertirmi, io in primo luogo, tutti dobbiamo convertirci, cambiare la nostra mentalità, le nostre attitudini … non essere egoisti che cercano solo i propri interessi, di qualsiasi tipo, ideologici, politici, individuali, commerciali, personale… dobbiamo cambiare, convertirci!” Quindi ha esortato a guardare “Gesù che è luce, è vita, è salvezza, dobbiamo contemplarlo, imitarlo, seguirlo”.
Rispondendo alle domande dei giornalisti, il Vescovo di Ciudad Juarez ha sottolineato l’urgente necessità di un progetto congiunto da portare avanti su questo tema, e di un cambiamento della politica migratoria da parte del Governo federale, a cui compete questa materia. Quindi ha affermato la soluzione della regolarizzazione, “sempre rispettando i migranti, che sono persone”. “Tutti siamo corresponsabili di questa situazione – ha aggiunto -, per indifferenza, per omissione, per azione…”
Secondo le notizie raccolte da Fides, i tragici fatti sono ancora al vaglio delle autorità. Per protestare contro il loro trasferimento, alcuni migranti detenuti avrebbero iniziato a provocare una rivolta, bruciando alcune stuoie, ma l'incendio sarebbe andato presto fuori controllo, causando la morte di 39 persone e altri 29 feriti, di cui circa 12 sono in terapia intensiva. La maggior parte dei migranti uccisi erano uomini di nazionalità venezuelana. Nel centro si trovavano 68 migranti di diverse nazionalità, in fase di ricollocazione. I migranti sono morti in seguito all’intossicazione da fumo, in quanto alcuni testimoni affermano che le guardie si sarebbero rifiutate di aprire le porte.
I pubblici ministeri messicani hanno comunicato di aver identificato otto sospettati, ritenuti responsabili di questi tragici eventi. Cinque di loro sarebbero guardie di sicurezza della struttura. Il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha detto che i responsabili saranno puniti "in conformità con la legge", assicurando trasparenza nelle indagini e "nessuna impunità" per i responsabili della "dolorosa tragedia".
I Vescovi del confine tra Texas e Messico si sono rammaricati dell’accaduto, e hanno chiesto "la sicurezza dei fratelli migranti, offrendo loro sempre un trattamento dignitoso e umano". La Rete ecclesiale latinoamericana e caraibica sulle migrazioni, gli sfollati, i rifugiati e la tratta di persone, ha espresso la sua "vicinanza ecclesiale, affinché il diritto di migrare come non migrare, sia rispettato in tutti i suoi estremi e siano raggiunte le condizioni minime per una migrazione in cui prevalga il rispetto della dignità umana, e che cadano le catene che privano della libertà gli uomini e le donne costretti a migrare".
All’udienza generale di ieri, 29 marzo, salutando i pellegrini di lingua spagnola, il Santo Padre Francesco ha invitato alla preghiera con queste parole: “Preghiamo per i migranti morti ieri in un tragico incendio a Ciudad Juárez, in Messico, perché il Signore li accolga nel suo Regno e dia conforto alle loro famiglie. Preghiamo per loro”.
(SL) (Agenzia Fides 30/3/2023)


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