ASIA/PAKISTAN - Abusi dei diritti umani, violenza settaria e discriminazione nella società: un nuovo Rapporto

sabato, 25 gennaio 2020 diritti umani   libertà religiosa   minoranze religiose   società civile  

Una manifestazione delle minoranze religiose in Pakistan

Islamabad (Agenzia Fides) - Lo standard del rispetto dei diritti umani in Pakistan è preoccupante, soprattutto per quanti vivono in condizioni di indigenza, sono di status sociale più basso o appartengono a minoranze etniche o religiose: lo afferma un nuovo Rapporto pubblicato dall'organizzazione "Christian Solidarity Worldwide", impegnata a monitorare la condizione dei cristiani e delle minoranze religiose nel mondo. Il nuovo Rapporto inviato al'Agenzia Fides, dal titolo "Pakistan: Religious freedom under attack", rileva "una dimensione di classe e di casta nel fenomeno della discriminazione, su base etnica o religiosa, che è ancora profondamente radicata nella società pakistana".
Inoltre, nota il documento , la situazione della libertà religiosa continua a deteriorarsi: numerose violazioni continuano a verificarsi, anche da quando è al governo il Primo Ministro Imran Khan, a capo del partito "Tehreek-i-Insaf". La morte di Asma Jahangir, uno dei più importanti avvocati e attivisti per i diritti umani del Pakistan, deceduta l'11 febbraio 2018, "ha lasciato un vuoto nella comunità di persone e organizzazioni che si impegnano a promuovere i diritti umani del Paese", dice il testo.
Il documento di CSW riferisce che "casi di blasfemia, violenza settaria e attacchi mirati alle minoranze religiose e ai difensori dei diritti umani continuano a registrasi", mentre si assiste al prosperare di gruppi con un'agenda islamista come il Tehreek-i-Labbaik Pakistan (TLP). Il TLP è guidato da un leder sostenitore della controversia "Legge sulla blasfemia", Khadim Hussain Rizvi, definito "predicatore che diffonde un movimento settario e radicale". "Il paese - si legge nel Rapporto - si è allontanato ulteriormente dalle sue radici secolari e pluraliste, mentre le minoranze religiose affrontano crescente discriminazione, ostilità e ingiustizie".
La Ong CSW è preoccupata per la crescente politicizzazione delle leggi sulla blasfemia, formata dagli articoli 295a, 295b e 295c del Codice Penale del Pakistan, e dalla legislazione ostile alla comunità "Ahmadiyya. Tali leggi, recita il testo, "vengono utilizzate dai gruppi islamisti non solo per contro le minoranze religiose, ma anche per guadagnare consenso politico". Le conversioni date dal governo ai gruppi politico-religiosi come il TLP, in seguito all'assoluzione di Asia Bibi, "continuano a sfidare lo stato e le sue istituzioni, mettendo in evidenza le debolezze di entrambi". Questi sviluppi - si rileva - "hanno messo in dubbio il "Naya Pakistan" (Nuovo Pakistan) di Imran Khan e il suo impegno a promuovere la tolleranza e proteggere le minoranze, poiché il giudizio sui casi di blasfemia si è spostato dai Tribunali alle piazze" .
"Un numero sproporzionato di accuse e denunce di blasfemia - nota il testo pervenuto a Fides - è presentato contro le minoranze religiose: queste accuse hanno un effetto estremamente dannoso sulla vita degli accusati e delle loro famiglie". Si ricorda, poi, "il brutale omicidio di Mashal Khan, studente universitario musulmano ucciso nel 2017, perchè accusato di pubblicare contenuti blasfemi online". "Sebbene il suo omicidio abbia riacceso il dibattito per riformare le leggi sulla blasfemia - nota CSW - lo stato si è dimostrato riluttante a introdurre riforme a causa della forte resistenza della società e della veemente opposizione da parte dei gruppi islamisti, non disposti ad accettarne la revisione".
Esponenti delle minoranze religiose e leader della società civile "continuano a subire attacchi mirati in un contesto di violenza comunitaria, provocata da gruppi islamisti", denuncia il Rapporto, che così continua: "Numerosi fattori hanno contribuito all'aumento dell'intolleranza religiosa: i discorsi di odio dei leader religiosi musulmani radicali, dei gruppi religiosi islamisti, presenti anche sui mass-media, che hanno un'influenza negativa sui giovani pakistani". Questi discorsi, spiega il testo, "ritraggono i membri delle minoranze religiose come 'cittadini di seconda classe' generando intolleranza, pregiudizi e discriminazioni nei confronti delle minoranze religiose". "Le comunità cristiane e indù - prosegue - rimangono particolarmente vulnerabili, in particolare le donne e le ragazze, rapite e costretti a convertire e sposare uomini musulmani", mentre "le loro famiglie subiscono gravi minacce e intimidazioni". Questo fenomeno è aggravato "dalla scarsa volontà della polizia di agire e dalle debolezze del sistema giudiziario".
"Il Pakistan continua a lottare nella morsa del terrorismo. Gli attacchi amplificano il senso di insicurezza e paura", nota in conclusione CSW, mentre lo scenario generale vede un'erosione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, dato il fenomeno della politicizzazione della religione e la diffusione di una cultura di odio.
Il Rapporto chiede che la Commissione nazionale per i diritti umani (NCHR), istituita nel 2017, abbia mandato di indagare e prevenire le violazioni dei diritti umani, nonché di sensibilizzare sul rispetto dei diritti umani nel paese. (PA) (Agenzia Fides 25/1/2020)


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