Esmeraldas (Agenzia Fides) – Sarebbe ora di pensare seriamente a ciò che accade nel paese, in particolare alla situazione di violenza che aumenta nella zona nord, proprio alla frontiera, dove molti giovani sono vittime di questo scontro armato in un territorio di guerra: è l’opinione allarmata del Vescovo della diocesi di Esmeraldas e Presidente della Conferenza Episcopale, Mons. Eugenio Arellano.
"La violenza è un frutto che viene dell'albero dell’ingiustizia - ha detto il Presule domenica 17 giugno -, nessun altro albero dà quel frutto, e la violenza che stiamo raccogliendo alla nostra frontiera nord nasce dall’ingiustizia e dall’abbandono a cui è stato lasciata da molti governi quella parte del nostro popolo chiamato Pueblo Negro, hanno sofferto l'abbandono più terribile!
Quanti giovani di Esmeraldas, di San Lorenzo, di Mataje, vorrebbero avere le possibilità economiche di quanti vivono nella zona del Huacho, per poter aiutare la propria famiglia! Proprio perché non ne hanno, le devono cercare nella violenza della guerriglia offerta loro dal narcotraffico, non abbiamo saputo offrirgli nient’altro! Abbiamo sempre pensato che sono negritos, parte del folklore. Quanti giovani hanno voluto tentare, ma trovano le porte chiuse. Ci sono alcuni che dopo anni e anni di studio e sacrificio, perfino dopo l'università, devono cedere alla corruzione per avere un qualsiasi posto di lavoro! E noi stiamo zitti, lo sappiamo tutti! E questo fa diventare anche noi complici di questa grande ingiustizia sociale! Ci sono bravi ragazzi che forse sono i primi laureati della propria famiglia, e dopo anni senza lavoro, devono pagare cifre alte per poter lavorare in una impresa pubblica a Esmeraldas! E noi continuiamo a rimanere in silenzio. Questa è l'ingiustizia che pesa sul povero popolo di Esmerladas. Tutto questo fa crescere l'impunità, il peccato. Dobbiamo fare qualcosa!” ha concluso Mons. Arellano, secondo il testo pervenuto a Fides.
Ieri, 18 giugno, il Presidente equatoriano Lenin Moreno, ha avvertito che le forze di sicurezza del suo paese "non permetteranno ai gruppi armati irregolari della Colombia di attaccare la sovranità dell'Ecuador con azioni al confine tra le due nazioni, come quelle accadute nelle ultime settimane".
Il Presidente ha fatto riferimento agli attacchi armati e con esplosivi e perfino al rapimento di civili alla frontiera con la Colombia, che hanno causato 7 morti e circa 40 feriti. Secondo una fonte locale, questi azioni sono state attribuite al fronte "Oliver Sinisterra", composto da dissidenti del gruppo di guerriglia ormai estinto delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC).
Il Presidente Moreno ha detto: "nell'Ecuador di oggi, nessun nostro cittadino deve vivere con la paura, solo i criminali devono temere, quelli che spaventano la popolazione, perché li perseguiremo senza tregua, senza riposo, non dubitate di questo". Il Presidente ha fatto queste dichiarazioni durante una cerimonia militare nella provincia di Esmeraldas, dove il governo ha presentato la sua politica di difesa, sicurezza e sviluppo per il confine settentrionale.
(CE) (Agenzia Fides, 19/06/2018)