Accra (Agenzia Fides) - "La distruzione ambientale è una forma silenziosa di violenza contro i vulnerabili e un peccato contro lo stesso creato " ha affermato Mons. Matthew Gyamfi, Vescovo di Sunyani, Presidente della Conferenza Episcopale del Ghana (Ghana Catholic Bishops’ Conference – GCBC) all’apertura ieri, 10 novembre, dell’Assemblea Plenaria dei Vescovi ghaniani a Damongo, sul tema “Una Chiesa sinodale al servizio della giustizia e della pace in Ghana”.
Mons. Gyamfi si riferiva soprattutto al fenomeno delle miniere illegali, (“galamsey”), che provoca danni enormi all’ambiente e alla società. "Questa devastazione non è solo ecologica: è una tragedia morale e sociale" ha rimarcato il Presidente della GCBC che ha ricordato come le attività mineraria illegale ha inquinato oltre il 60 percento dei fiumi del Ghana a causa del mercurio e di altre sostanze tossiche utilizzate per estrarre l’oro, e distrutto migliaia di ettari di foresta.
Negli ultimi cinque anni, il Ghana ha perso ben 11,4 miliardi di dollari a causa del contrabbando illegale di oro. Inoltre, con il 39% dei giovani senza lavoro, molti si dedicano a questa rischiosa attività mineraria solo per sopravvivere.
La Conferenza Episcopale del Ghana è da tempo una delle voci più importanti nel denunciare i danni ambientali e i costi umani delle miniere illegali (vedi Fides 16/11/2022 e 8/5/2024).
Mons. Gyamfi ha poi espresso preoccupazione per il persistere di conflitti etnici in particolare a Bawku (vedi Fides 13/4/2022), Doba-Kandiga, Yendi e Bimbilla, che hanno causato numerose vittime e migliaia di sfollati. "La pace non può esistere senza giustizia, e la sicurezza non può durare senza compassione", ha sottolineato. Il Presidente della GCBC ha rimarcato gli sforzi della Conferenza Episcopale per risolvere questi conflitti attraverso la Sahel Peace Initiative (SPI). “La GCBC continua a collaborare con il Consiglio nazionale per la pace e il Centro nazionale per i meccanismi di allerta precoce e risposta per sviluppare un sistema di mappatura dei conflitti in tempo reale per un intervento tempestivo e un’azione preventiva”, ha aggiunto.
Mons. Gyamfi ha poi ricordato che la reputazione del Ghana come faro di democrazia nell'Africa occidentale è messa a rischio da sfide morali come disuguaglianze, corruzione, degrado ambientale e conflitti ricorrenti. In particolare ha evidenziato come le elezioni generali del 2024 hanno visto un aumento della tensione politica e della violenza, avvertendo che “la democrazia senza coscienza è fragile: senza verità e giustizia, rischia di trasformarsi in un rituale anziché in un rinnovamento". Il Presidente della GCBC ha ricordato che la Chiesa in Ghana ha contribuito al corretto svolgimento del voto con gli oltre 500 osservatori qualificati dispiegati in 174 seggi elettorali in 95 circoscrizioni e 14 regioni, in collaborazione con la Commissione elettorale e le organizzazioni della società civile. (L.M.) (Agenzia Fides 11/11/2025)