NEWS ANALYSIS /OMNIS TERRA - Egitto al voto: “l’uomo forte” al Sisi tra islam radicale e libertà religiosa

martedì, 20 marzo 2018 politica   islam   islam politico   cristianesimo   chiese locali   chiese orientali   libertà religiosa   minoranze religiose  

REUTERS

Il Patriarca copto Tawadros con al Sisi

“È meglio scegliere una persona che conosco piuttosto che una sconosciuta. Così recita un proverbio egiziano. Non sono un politologo ma, conoscendo un po’ gli egiziani, dico che, alla fine sceglieranno ancora Abdel Fattah al Sisi". Quella che il frate francescano egiziano p. Mamdouh Chéhab consegna all'Agenzia Fides è un’analisi empirica, basata su sensazioni e non su studi approfonditi. L’impressione è che, sia per mancanza di rivali sia perché è ancora visto come un baluardo contro gli estremismi, il presidente al Sisi trionferà ancora. Il rivale Mousa Mustafa Mousa del partito el Ghad è troppo debole per insidiare l’attuale presidente alle elezioni che si terranno dal 26 al 28 marzo. "D’altra parte – continua p. Chéhab - in Egitto ha sempre vinto chi aveva il sostegno delle forze armate. Pensiamo a Nasser, Sadat, Mubarak. Al Sisi, che viene dalle fila dell’esercito, è in continuità con questa tradizione. Rappresenta l’uomo forte alle cui spalle è presente e solida la presenza dei generali. Difficilmente cambierà qualcosa".
Il sostegno delle forze armate però non è l’unico asso nella manica del presidente. “In questi anni – spiega Giuseppe Dentice, dottorando di ricerca dell’Università cattolica e ricercatore del programma Medio Oriente dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) di Milano - al Sisi è stato in grado di creare un consenso intorno alla sua persona. Ha tessuto una fitta tela di rapporti e appoggi in tutto il paese. Sono al suo fianco magistrati, poliziotti, burocrati, imprenditori, ecc. Questo sistema di amicizie lo aiuterà a mantenersi in sella insieme al sostegno dei militari che, comunque, rimane vitale anche perché gli ufficiali gestiscono una parte importante dell’economia nazionale”.
È d’accordo padre Henri Boulad, gesuita, studioso di dinamiche politiche: “Penso anch’io che al Sisi vincerà queste elezioni. Non ci sono alternative. Il generale non è il candidato ideale, ma attualmente è l’opzione migliore. Da molti elettori, cristiani in testa, al Sisi è visto come l’unica risorsa che possa evitare il ritorno al potere della Fratellanza musulmana, che con Mohammed Morsi ha governato dal 2012 al 2013”. (...)


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