AFRICA/SUDAN - No alle trattative di pace, mentre la metà dei sudanesi soffre la fame

venerdì, 2 agosto 2024 guerre   fame   sfollati  

Khartoum (Agenzia Fides) - “Non ci ritireremo, non ci arrenderemo e non negozieremo con nessuna entità”. Così il generale Abdel-Fattah Burhan, comandante delle forze armate sudanesi (SAF) e presidente del governo di transizione sudanese, subito dopo essere sfuggito all’attentato del 31 luglio, ha respinto ogni ipotesi di trattativa per mettere fine al conflitto civile.
L’attentato è stato effettuato mediante dei droni che hanno preso di mira la base militare di Gebeit (vedi Fides 31/7/2024). “Non temiamo i droni, moriremo solo quando Dio lo vorrà” ha affermato Burhan.
L’attentato non è stato rivendicato dalle Forze di Supporto Rapido (RSF,) guidate da Mohamed Hamdan “Hemedti” Dagalo. Quest’ultimo è la controparte di Burhan nelle trattative promosse da Stati Uniti e Arabia Saudita per mettere fine al conflitto scoppiato il 15 aprile 2023. Burhan ha dichiarato l’intenzione di proseguire i combattimenti affermando che “"non deporremo le armi finché il Paese non sarà ripulito da ogni ribelle e mercenario. Stiamo continuando a schiacciare ed eliminare la milizia terroristica della famiglia Dagalo”. Un riferimento personalistico che sembra togliere legittimità istituzionale alle RSF, ridotte a una “milizia terroristica” a guida familiare. La dura presa di posizione di Burhan si può inquadrare non solo come risposta al fallito attentato di cui è stato oggetto, ma pure in relazione alle recenti conquiste territoriali da parte delle SAF a Omdurman, importante snodo commerciale, che insieme a Khartoum e Bahri costituisce il cuore dello Stato di Khartoum, uno dei più piccoli ma il più popoloso dei 18 Stati della Federazione Sudanese, e cuore pulsante della nazione.
La guerra dunque continua mentre la popolazione è allo stremo. "Più della metà della popolazione, ovvero 26 milioni di esseri umani in Sudan, soffre oggi la fame acuta, tra cui 755.000 persone in condizioni catastrofiche, e si registrano anche decessi correlati alla fame", ha affermato Stephane Dujarric, portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Secondo il Famine Review Committee (FRC) dell’ONU, una delle situazioni più drammatiche è quella in atto nel campo per sfollati di Zamzam nel Darfur settentrionale, dove si moltiplicano i casi di grave malnutrizione.
Il campo di Zamzam ha una popolazione di 500.000 persone e si trova nei pressi della città di El-Fasher, che ospita 1,8 milioni di persone. La città è da mesi assediata dalle RSF che impediscono l’arrivo di aiuti umanitari. Il Darfur è la roccaforte delle RSF ed El-Fasher è l’ultimo caposaldo della regione ancora nelle mani delle SAF. Gli appelli per l’apertura di corridoi umanitari verso la città sono finora rimasti vani. (L.M.) (Agenzia Fides 2/8/2024)


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