AFRICA/RD CONGO - Nuovi massacri nell’est del Congo attribuiti ai jihadisti delle ADF

lunedì, 10 giugno 2024

Kinshasa (Agenzia Fides) – Sono 41 le persone uccise secondo il bilancio ufficiale presentato oggi, 10 giugno, dal governo congolese, di una serie di attacchi commessi il 7 giugno dai guerriglieri delle ADF nel Territorio di Beni, nel Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC).
Secondo il governo di Kinshasa, 39 persone sono state uccise nei villaggi di Masala e Mahibi e due in quello di Keme. Altre nove sono rimaste ferite.
Le Forze Democratiche Alleata (ADF nella sigla inglese) sono un gruppo originario dell’Uganda, che da decenni si è installato nell’est della RDC, in particolare nel Nord Kivu. Nel 2019 le ADF hanno fatto atto di adesione allo Stato Islamico (sulla genesi e le trasformazioni di questa formazione vedi Fides 24/6/2023), accentuando il loro profilo “jihadista”.
Gli ultimi massacri compiuti (in precedenza altre 15 persone sono state uccise il 4 giugno a Masau, al confine tra le provincie del Nord Kivu e dell’Ituri, mentre altre uccisione di massa sono avvenute ad aprile e maggio) sembrano essere dovute paradossalmente all’operazione Shujaa, condotta congiuntamente dall’esercito congolese ed ugandese per dare alla caccia ai jihadisti delle ADF.
L’operazione lanciata nel settembre 2021, ha però avuto come conseguenza lo spostamento verso ovest degli appartenenti alle ADF che per sfuggire alle truppe congolesi e ugandesi si stanno dirigendo verso Mangina e il territorio di Mambasa nell’Ituri. In queste aree gli ADF puntano a saccheggiare le risorse locali come il cacao e a sfruttare le miniere artigianali locali per potere riorganizzarsi e continuare le loro azioni mortali. (L.M.) (Agenzia Fides 10/6/2024)


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