Bogotà (Agenzia Fides) – “Nel mio incontro con il presidente Gustavo Petro ho accolto con favore la nuova politica di ‘pace totale’ del suo governo, compreso l'impegno ad attuare pienamente l'accordo di pace del 2016 con le FARC-EP. Ho anche apprezzato la ripresa dei colloqui con l'Esercito di liberazione nazionale (ELN). Il governo può contare sulla competenza specifica del mio ufficio per accompagnare i negoziati e consigliare su questioni relative ai diritti umani, compresi i diritti delle vittime”. Sono le parole dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani (Acnudh), Volker Türk, pronunciate ieri sera in una conferenza stampa a conclusione della sua visita ufficiale di due giorni in Colombia, durante la quale ha firmato un nuovo accordo per la presenza del suo ufficio in Colombia fino al 2032.
Toccando i diversi problemi della nazione riguardo alle questioni dei diritti umani, Türk ha citato la violenza dei gruppi armati che le comunità sperimentano ogni giorno: sfollamenti, reclusioni, violenza di genere e sessuale, massacri… “Dobbiamo tutti sostenere gli sforzi volti a porre fine a questa situazione” ha detto l’Alto Commissario, ricordando come sia importante che le autorità colombiane garantiscano che i negoziati tengano pienamente conto dei diritti umani fin dall'inizio. Raccogliendo le voci della società civile, Turk ha esortato ad avere un'attenzione specifica alle vittime e alle comunità colpite, garantendo la loro partecipazione, come anche garantendo la presenza significativa delle donne ai colloqui. “Sosteniamo totalmente gli attuali negoziati, sappiamo che sono difficili, niente è facile per fare la pace, purtroppo è molto pià facile fare la guerra” ha aggiunto Turk.
L’Alto Commissario ha sottolineato: “Durante i miei incontri ho sentito la speranza dei rappresentanti della società civile – uno ha descritto la sensazione di vedere cieli blu dopo un uragano -. Ma hanno anche segnalato le profonde disuguaglianze della Colombia, soprattutto nelle aree rurali, come le ragioni per cui la pace con i gruppi armati non è sufficiente da sola, e i motivi per cui l'attuazione dell'accordo del 2016 e lo sviluppo rurale sono fondamentali”.
Nel novembre 2022 sono ripresi i colloqui di negoziato per la pace tra i rappresentanti del governo colombiano e quelli dell’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), dopo una interruzione che durava dal 2018, per decisione dell’allora presidente della Colombia, Ivan Duque. Questa prima fase si è svolta a Caracas, in quanto il Venezuela figura tra i paesi garanti degli accordi (vedi Fides 21/11/2022; 28/11/2022;12/12/2022).
L’inizio del secondo ciclo di colloqui è previsto il 13 febbraio in Messico. Intanto a Caracas, dal 17 al 21 gennaio, si è svolta una riunione straordinaria dei rappresentanti del governo e dell’Eln, che è avvenuta “in un'atmosfera di dialogo sincero e propositivo, in un clima di ricerca di comprensione" secondo Monsignor Héctor Fabio Henao Gaviria, che rappresenta la Conferenza Episcopale ai colloqui. "Partiamo con un'atmosfera di speranza – ha aggiunto -, di fiducia che si possano fare progressi nella ricerca per porre fine alle sofferenze di molte comunità a causa degli scontri e creare un clima di pace che assicuri anche la riconciliazione nel paese".
I rappresentanti dei Paesi garanti (Cuba, Cile, Messico, Norvegia e Venezuela) e delle istituzioni di accompagnamento dei negoziati di pace (Conferenza Episcopale Colombiana e Segretariato generale dell’Onu) hanno messo in evidenza con speranza l’impegno del governo e dell’Eln “per rafforzare il tavolo di dialogo e la loro reiterata volontà di pace, espressa in questa riunione straordinaria”.
(SL) (Agenzia Fides 26/1/2023)