AFRICA/CONGO RD - “Possiamo fermare le violenze etniche a patto che finiscano le influenze straniere in Congo”. Parla Enoch Ruberangabo Sebineza, esponente della comunità Banyamulege, i tutsi dell’est del Congo

mercoledì, 23 giugno 2004

Kinshasa (Agenzia Fides)- “Noi congolesi possiamo risolvere i nostri problemi in modo pacifico, a patto che cessino le influenze straniere nel nostro paese” dice all’Agenzia Fides Enoch Ruberangabo Sebineza, deputato all’Assemblea nazionale congolese, e uno dei massimi rappresentanti della comunità Banyamulege, i tutsi di origine rwandese che vivono da decenni in Kivu nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC). “In Congo abbiamo un problema di governabilità e un’instabilità diffusa in alcune importanti regioni. Mi riferisco all’Ituri, nel nord, al Kivu, nell’est, e al Katanga nel sud” afferma il deputato congolese. “In queste zone vi sono contrasti tra diverse etnie. Si tratta di problemi che risalgono all’epoca di Mobutu, l’ex presidente, morto nel 1997, che ha spesso attizzato le rivalità etniche al fine di conservare il proprio potere. Purtroppo sono adesso potenze straniere che, in combutta con elementi congolesi, sfruttano le tensioni etniche locali al fine di impadronirsi di parti del territorio nazionale”.
“Come congolesi dobbiamo difendere l’integrità del nostro paese e mettere fine alla guerra civile” dice Sebineza.
Uno dei punti critici del Congo è il sud Kivu, dove un gruppo di ribelli Banyamulenge ha conquistato per alcuni giorni il capoluogo, Bukavu, ai primi di giugno. Il leader ribelle il generale Laurent Nkunda, ha affermato di volere fermare il genocidio dei Banyamulenge. “La parola genocidio definisce un ben preciso crimine, riconosciuto dalle Nazioni Unite” dice Enoch Sebineza. “Va quindi usata con attenzione. Non posso negare che nelle scorse settimane vi sono stati massacri contro Banyamulenge nel Kivu. Ma non si può qualificare questi atti esecrabili come genocidio”.
L’ONU ha smentito che nel Kivu sia un atto un genocidio contro i Banyamulenge (vedi Fides 16 giugno 2004)
“Nel Kivu vi è un conflitto che coinvolge diverse etnie, ma che è sfruttato da elementi esterni, con l’appoggio di elementi locali, che per il proprio personale tornaconto non esitano a gettare il paese nel caos e nella guerra. Penso che se queste influenze straniere finiranno, i congolesi sapranno trovare la via della pace”. (L.M.) (Agenzia Fides 23/6/2004 righe 31 parole 364)


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