Khartoum (Agenzia Fides) – Mentre la guerra in Sudan continua, sul versante diplomatico si registra un forte attivismo del governo presieduto dal generale Abdel Fattah al-Burhan, capo delle SAF (Sudan Armed Forces). Oggi, 10 aprile, la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) terrà una sessione, per esaminare il ricorso del Sudan contro gli Emirati Arabi Uniti (EAU). Il caso riguarda presunte violazioni degli obblighi previsti dalla Convenzione sul Genocidio, in particolare per quanto riguarda il gruppo etnico Masalit in Sudan nel Darfur Occidentale.
Secondo il governo del al-Burhan, gli Emirati con il loro appoggio ai paramilitari delle Rapid Support Forces (RSF), guidati da Mohamed Hamdan "Hemeti" Dagalo, sarebbero complici dei crimini commessi da questi ultimi contro le popolazioni civili sudanesi.
Per porre fine alla guerra scoppiata il 15 aprile 2023, il 15 aprile si terrà a Londra una conferenza diplomatica organizzata dal Regno Unito alla quale sono stati invitati circa 20 Paesi e organizzazioni internazionali, tra cui Francia, Germania, Kenya ed Emirati Arabi Uniti (EAU), ma non le due parti in conflitto. Un’esclusione che è stata criticata dal ministro degli Esteri sudanese Ali Yusuf che ha inviato una lettera di protesta al suo omologo britannico David Lamy, sostenendo che l'esclusione "indebolisce gli sforzi di pace". Yusuf ha anche criticato l'invito rivolto a paesi come il Ciad e il Kenya, descrivendoli come "parti" del conflitto.
Il generale al-Burhan ha comunque incontrato ieri, 9 aprile, a Port Sudan, l’inviato speciale britannico per il Sudan, Richard Crowder. Questi ha assicurato al capo delle SAF che l'obiettivo della conferenza è arrivare alla pace e porre fine alle sofferenze sudanesi, non "imporre soluzioni esterne".
Ma non si è trattato dell’unico incontro importante per il generale al-Burhan degli ultimi giorni. Ha infatti ricevuto il capo dell’intelligence egiziana e di quella del Mali. Inoltre il ministro degli Esteri sudanese Ali Youssif ha partecipato il 9 aprile al Cairo a una riunione ministeriale del Processo di Khartoum ribadendo l’impegno del Sudan nella lotta all’immigrazione illegale. Il Processo di Khartoum è stato avviato nel 2014 per promuovere la cooperazione internazionale nella lotta alla tratta di esseri umani e al traffico di migranti. Successivamente si è esteso alla cooperazione regionale tra Paesi di origine, transito e destinazione e al sostegno di percorsi di migrazione legale, sviluppo e di pace.
Infine secondo la stampa sudanese il tenente generale Sadiq Ismail, rappresentante speciale di al-Burhan avrebbe compiuto la scorsa settimana una visita segreta in Israele, il cui scopo era quello di presentare in modo positivo il generale al-Burhan, alla nuova amministrazione statunitense e di coordinarsi con i funzionari israeliani per affrontare le crescenti tensioni tra gli Emirati Arabi Uniti, al-Burhan e le SAF.
L'inviato ha sottolineato che Al-Burhan ha dovuto riallacciare le relazioni con l'Iran perché il Paese era isolato sulla scena internazionali e avrebbe chiesto sostegno militare urgente per vincere la guerra civile. (L.M.) (Agenzia Fides 10/4/2025)