Kinshasa (Agenzia Fides) - "Non dobbiamo mai perdere la fede, qualunque cosa ci accada. Anche quando tutto sembra buio, Dio non potrà mai abbandonarci" ha esortato Mons. Melchisédech Sikuli Paluku, Vescovo di Butembo-Beni, durante la Messa delle Palme.
Mons. Sikuli ha espresso la sua compassione per le vittime spesso dimenticate della guerra nel Kivu e ha invitato i cristiani a diventare testimoni di speranza, affermando che "il male non avrà l'ultima parola nella storia".
L’area di Butembo e di Beni nel Nord Kivu (est della Repubblica Democratica del Congo) è ancora nella mani del governo congolese, dopo che i ribelli dell’M23 hanno conquistato il capoluogo provinciale, Goma (vedi Fides 27/1/2025).
La guerra nel Nord e Sud Kivu continua seminando morte e distruzione. Almeno 50 persone sono morte a Goma nella notte tra l’11 e il 12 aprile in una serie di combattimenti che hanno interessato alcuni quartieri nella parte occidentale della città.
L’M23 e l’esercito congolese (FARDC) si accusano reciprocamente per la strage di civili. Secondo fonti locali i combattimenti sarebbero esplosi quando un gruppo di Wazalendo (miliziani filo governativi congolesi) avrebbero tentato un’incursione per riprendere il controllo della città.
Il problema del controllo dei miliziani Wazalendo è avvertito anche nella confinante provincia del Sud Kivu, il cui capoluogo, Bukavu è stato conquistato dall’M23 a metà febbraio (vedi Fides 17/2/2025).
Secondo un rapporto inviato all’Agenzia Fides dell’associazione della società civile locale ACMEJ (Associazione contro il Male e per l'inquadramento della Gioventù) nelle aree del Sud Kivu non occupate dall’M23, gli abitanti sono preoccupati dai tiri indiscriminati effettuati dai miliziani Wazalendo e da militari governativi giunti a proteggerli dai ribelli. Il problema è sentito soprattutto nella piana di Ruzizi e di Uvira. “I facilitatori dell'ACMEJ hanno contattato alcune fonti della Pianura del Ruzizi e Uvira: tutte dicono che prima di tutto bisogna vietare gli spari da parte delle forze dell'ordine o di ufficiali di sicurezza, mentre l'M23 e i suoi alleati e i soldati ruandesi non sono ancora arrivati” afferma il rapporto. Le sparatorie sono originate da dispute tra le diverse forze che in teoria dovrebbe essere alleate nel contrastare l’M23. A questo proposito l’ACMEJ fa due osservazioni. La prima è che occorre armonizzare i diversi gruppi di autodifesa accorsi in quest’area da altre zone della provincia. La seconda è che persiste la diffidenza reciproca tra i difensori a causa di casi accertati di defezione soprattutto tra i soldati dell’esercito regolare a favore dell’M23. (L.M.) (Agenzia Fides 14/4/2025)