ASIA/INDONESIA - Tra canoe, boschi e scogliere, il viaggio missionario nei villaggi delle Isole Mentawai 

martedì, 2 gennaio 2024 missione   missionari   evangelizzazione   indigeni  

Padang (Agenzia Fides) - "Ama il tuo prossimo come te stesso, insieme godremo di ciò che Egli ci ha dato": è il canto intonato dai giovani delle comunità indigene nella aree remote delle Mentawai, piccole isole a Ovest di Sumatra, una delle grandi isole dell'arcipelago indonesiano. Al missionario saveriano p. Antonius Wahyudianto SX, parroco della chiesa a Muara Siberut, nelle Mentawai, è affidata la  cura pastorale di piccole comunità nelle varie "stazioni missionarie" sparse sulle isole,"autentiche periferie dove si ritrovano semplicità evangelica, fede, umiltà: sono  poveri dai quali c'è sempre tanto da imparare", dice il parroco.  Il sacerdote si muove per visitare le diverse comunità sparse nel territorio, a volte camminando nella fitta foresta, a volte percorrendo  in canoa il fiume Sila'oinan,  a volte percorrendo pericolosi sentieri rocciosi.
La parrocchia di Santa Maria dell'Assunzione, a South Siberut, nella reggenza di Kepupalaun Mentawai, è parte della diocesi di Padang. Conta  10.802 cattolici ed è affidata ai sacerdoti missionari saveriani (sono quattro, più un saveriano non sacerdote) che organizzano programmi di visite mensili alle 26 stazioni missionarie, cui corrispondono altrettanti villaggi sparsi nel territorio. 
Le difficili condizioni geografiche nella regione di Sagulubbe, vicino alla costa sud-occidentale -  investita da onde alte  circa 4-6 metri durante la stagione dei monsoni -  non scoraggiato i saveriani nel programmare trimestralmente le visite ai parrocchiani.  Il loro motto è "Caritas Christi urget nos" (l'amore di Cristo ci spinge): "Siamo sempre pronti a metterci in gioco per proclamare la Buona Novella e curare la fede dei cattolici delle Mentawai", dice il p. Wahyudianto . Raccontando uno degli ultimi viaggi missionari, dopo 4 ore di viaggio il sacerdote ha raggiunto l'area di Sila'oinan, accolto da Adrianus Sagulu, catechista che guida il consiglio pastorale locale. Il sacerdote è stato atteso con gioia dalla gente che lo attende per celebrare la messa, incontrare i bambini e ragazzi, condividere la Parola di Dio.
Il villaggio di Stasi Bekkeilu, abitato da 26 famiglie cattoliche e 5 famiglie musulmane, è una remota stazione missionaria che non dispone di elettricità. Nella piccola chiesetta costruita dai nativi, c'è una illuminazione grazie a un piccolo pannello ad  energia solare che alcuni parrocchiani sono  riusciti a portare in passato, "ma per la verità non aiuta molto quando si leggono le letture della messa", riferisce. "Naturalmente non esiste Internet, e il nome del villaggio non è stato registrato nell'applicazione Google Earth". Tuttavia, in questo insediamento sperduto, dimenticato dal mondo, "il viaggio missionario-pastorale con quattro giovani che mi hanno accompagnato  è ogni volta un'esperienza entusiasmante e arricchente", dice. 
La stazione missionaria si trova  circa 20 km dal centro della parrocchia di Santa Maria dell'Assunzione, ed è vicina alle altre stazioni di Bekkeilu, Salappa e Magosi."Il popolo delle Mentawai - racconta descrivendo la situazione delle comunità locali - è stato beneficiato da abbondanti risorse naturali donate dal nostro Creatore.  Per questo i nativi, che traggono il necessario dalla natura, non si impegnano molto nella coltivazione della terra, per generare profitti economici. Vivono dei doni gratuiti della Madre terra. Anche a causa di questa mentalità, a livello generale  le leve l’economia nelle Mentawai sono  controllate da imprenditori  provenienti dall'esterno, come Minang, Batak,Nias e Giava, che creano piantagioni, commercio e imprese di altro tipo".
Il profondo contatto  e la simbiosi con la natura , asserisce, si rivelano elementi che favoriscono la presenza  della fede cattolica. In quest'area, rispetto a Sumatra, dove vige un islam generalmente più radicale e tradizionale, tra cristianesimo e islam non vi è alcuna "concorrenza", ma vi è convivenza, comprensione, a volte compenetrazione: "Nel villaggio più a monte di questa regione, vale a dire il villaggio di Matotonan, dagli anni '70 agli anni '80, la maggioranza della popolazione indigena si è convertita all'Islam. In alcune zone come Sarereiket, anche diverse famiglie cattoliche si sono convertite all'Islam ma, durante i “punen”(feste tradizionali), o in altre occasioni, si uniscono ai cristiani e consumano anche carne che l'islam vieta. I nativi Mentawai usano sempre questa carne in quasi tutte le cerimonie tradizionali".
Attualmente ci sono solo circa 65 famiglie cattoliche nella stazione missionaria di Matotonan, accanto a circa 300 famiglie musulmane. Il parroco riferisce un episodio: "Uno studente cattolico di una famiglia locale ha voluto convertirsi all'islam. Questo ha provocato  grande delusione nei suoi genitori, devoti e membri del Consiglio pastorale della stazione di Matotonan. Ho fatto visita al padre del ragazzo  due volte per rassicurarlo e confortarlo. La libertà è il primo dono di Dio, che disporrà  il bene per suo figlio".
"Nella regione delle Mentawai - prosegue - la formazione catechistica è una priorità. In particolare mi sono accorto che è importante parlare e far comprendere in profondità il mistero della croce di Cristo". Per questo il parroco, che ha anche il dono di una vena artistica, ha fatto uno sforzo dipingendo 14 quadri della Via Crucis su tavole di legno costruite dalla gente di Matotonan. "Per completare i 14 dipinti, per quattro giorni ho pernottato e vissuto con la gente in questa stazione. Dipingendo sulla veranda della casa di un parrocchiano, sono accadute molte cose interessanti. I nostri fedeli si fermavano a guardare il quadro e osservare la mia opera.  Anche bambini e adolescenti musulmani si fermavano a 'vedere la figura di Gesù, il Messia'.  Le opere  artistiche, in un villaggio  a maggioranza musulmana, sono un'opportunità per la popolazione locale di essere aperta e fiduciosa nel dialogo con i propri fratelli e sorelle musulmani".
Va detto che, a livello di incontro pastorale e sacramentale, le persone nella regione di Sagulubbe possono essere raggiunte solo  solo 2-4 volte l'anno, tra gennaio e aprile o tra l'inizio di ottobre e dicembre: "Le visite alle stazioni possono essere effettuate solo al di fuori della stagione degli uragani, che di solito va dall'inizio di giugno alla fine di settembre", nota. "La gente ha sete dell'Eucarestia e la attende con grande gioia", riferisce.
Per unire il popolo delle Mentawai in una comunione spirituale, appena possibile il parroco celebra una messa  al Centro pastorale di Sagulubbe, cui partecipano i rappresentanti del consiglio delle altre sei stazioni. Nella regione di Sagulubbe, per raggiungere una tra le sette stazioni missionarie, occorre passare su un irto sentiero, percorribile solo a piedi, sul lato di una parete rocciosa scivolosa. La larghezza del sentiero è di soli 40 cm circa. "Intanto, a sinistra della scogliera, scorre una veloce e bellissima cascata. Se non stiamo attenti,  quando camminiamo sulle scogliere scivolose, possiamo cadere e annegare sotto la cascata. Anche se camminare su e giù per valli e scogliere è piuttosto faticoso, in un'ora si raggiunge  la cappella di Santa Lucia, nella stazione di Mappinang". Il sacerdote abbraccia il popolo che "si raduna per avere il sacramento della Riconciliazione, prima che la messa abbia inizio, alle luci del tramonto", scrive padre Wahyudianto. "Le loro voci che cantano e lodano Dio sono per me dono e la ricompensa più grande".
Questa paziente opera missionaria ha i suoi frutti. Rileva la rivista diocesana di Padang, "Vita": "Si può notare una crescita della comunità  cattolica  nelle Isole Mentawai, all'interno della diocesi di Padang ? La risposta è sì. Il  numero dei fedeli e delle parrocchie continua a crescere nelle isole. Le missioni nelle Isole Mentawai hanno infatti ricevuto grande attenzione da parte della Chiesa locale della diocesi di Padang. Da quando la missione a Mentawai è stata avviata dai primi missionari Saveriani, vi è stata un preziosa cura pastorale per sostenere  le stazioni, parrocchie e istituzioni e scuole". E prosegue: "La Provincia civile di Sumatra Occidentale ha reso la regione delle Mentawai uno dei suoi distretti (la "Reggenza delle Isole Mentawai"); da allora si sono  verificati cambiamenti su tutti i fronti, compreso quello socio-religioso. Oltre alle missioni cattoliche, le isole Mentawai sono anche una destinazione missionaria per protestanti e musulmani.  La modernizzazione è arrivata. La popolazione locale si sta lentamente trasformando da una comunità nomade a una comunità che sviluppa l'agricoltura e si insedia in un'area. I bambini delle famiglie alle Mentawai iniziano a  ricevere o un'istruzione superiore. I giovani proseguono gli studi e vanno alle università di fuori di Sumatra occidentale". "La modernizzazione, però, porta i giovani Mentawai ad abbandonare le proprie radici culturali. Sono più interessati alle culture che arrivano dall'esterno".
La rivista esprime, allora, "una forte preoccupazione sul fatto che la cultura dei nativi Mentawai possa essere sempre più erosa dai cambiamenti". In questo contesto  la Chiesa cattolica "rafforza la comunità Mentawai non solo dal punto di vista culturale e religioso, ma anche nello sviluppo culturale e socio-economico, soprattutto tramite l’istruzione, che amplia gli orizzonti delle giovani generazioni". La Chiesa cattolica, conclude la rivista "Vita", continuerà nell'opera di cura pastorale e per lo sviluppo della comunità Mentawai, in particolare per la crescita di bambini,  adolescenti e giovani, ad esempio fornendo borse di studio per studiare nelle principali università dell'isola di Giava.
La diocesi di Padang, situata nella parte centrale di Sumatra, abbraccia un territorio che nel complesso conta circa 12 milioni di abitanti, tra i quali i fedeli cattolici sono circa 130mila. Tra le 29 parrocchie ve ne sono alcune "isolane": sorgono infatti sulle Mentawai, le isole che stanno nel braccio di Oceano indiano, 150 km a ovest di Sumatra.
(PA) (Agenzia Fides 2/1/2024)


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