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Juba (Agenzia Fides) – Coloro che hanno subito violenza sessuale sono le vittime invisibili della guerra civile scoppiata 10 anni fa in Sud Sudan nel dicembre 2013 (vedi Fides 16 e 18 dicembre 2013). Una violenza sessuale come vera e propria arma di guerra, commessa in modo “deliberato e intesa a punire e umiliare le persone e le loro comunità” afferma Thomas Tongun Leone, medico e coordinatore della Commissione sanitaria cattolica del Sud Sudan parlando a un convegno organizzato dal World Council of Churches (WCC) a Ginevra.
Secondo il medico sud sudanese forme di violenza sessuale comprendono “stupro, schiavitù sessuale, prostituzione forzata, gravidanza forzata, aborto forzato, sterilizzazione forzata, matrimonio forzato e molte altre forme".
Violenze che provocano “lesioni fisiche immediate” e conseguenze psicologiche che possono durare tutta la vita alle vittime che oltretutto “corrono il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili".
Il dottor Leone afferma che il Sud Sudan ha bisogno di un centro di guarigione dai traumi per aiutare le persone sopravvissute alla violenza sessuale, "Stiamo uscendo dalla guerra, ma abbiamo molte persone traumatizzate".
Il 21 marzo 2022 la Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani in Sud Sudan ha pubblicato un rapporto dal titolo “Conflict-related sexual violence against women and girls in South Sudan” che descrive gli orrori degli stupri di guerra nel Paese. “Le violenze sessuali vengono perpetrate da tutti i gruppi armati in tutto il Paese” denunciava il rapporto- spesso come parte di tattiche militari di cui sono responsabili i leader governativi e militari”.
Il rapporto è basato su interviste condotte con vittime e testimoni nel corso di diversi anni. I sopravvissuti hanno descritto dettagliatamente stupri di gruppo incredibilmente brutali e prolungati perpetrati contro di loro da più uomini, spesso mentre i loro mariti, genitori o figli sono stati costretti a guardare, incapaci di intervenire. Donne di tutte le età hanno raccontato di essere state violentate più volte mentre anche altre donne venivano violentate intorno a loro.
Il conflitto in Sud Sudan è caratterizzato da una serie estremamente frammentata di gruppi armati, che entrano in un gioco di alleanze politiche incentrate su questioni etniche e regionali. La guerra comporta l'espulsione deliberata delle popolazioni locali dal loro territorio, spesso con l’intento di modificare la composizione etnica e il controllo politico, terrorizzando le popolazioni locali, attraverso massacri, il saccheggio e l’incendio di villaggi, prendendo il controllo delle risorse locali, nonché lo stupro e la violenza sessuale. (L.M.) (Agenzia Fides 18/12/2023)
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