Reinhard Jahn
Buenos Aires (Agenzia Fides) – “Molto felice di essere in Argentina, un partner prezioso. Tante opportunità ci aspettano nel commercio, nell'energia o nel digitale” scrive su Twitter la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che si è recata in settimana a Buenos Aires dove ha incontrato il Presidente argentino Alberto Angel Fernandez con il quale ha firmato un protocollo d'intesa sulle catene del valore delle materie prime sostenibili tra l'Unione europea e l'Argentina.
Tra queste c’è il litio, minerale indispensabile per la cosiddetta transizione energetica (è necessario per le moderne batterie), del quale l’Argentina è quarto fornitore globale di litio dopo Australia, Cile e Cina.
L'Argentina comprende una parte significativa del cosiddetto triangolo del litio, che copre l'Argentina nordoccidentale, il Cile e la Bolivia e che ospita oltre la metà delle risorse mondiali di questo minerale. Qui viene prodotto circa la metà del litio mondiale e l’area detiene circa il 60% delle riserve di litio conosciute. La maggior parte del litio in quest'area si trova nelle salamoie del lago salato.
Ora ci sono diverse compagnie minerarie internazionali attive in Argentina che operano in vari punti del ciclo delle risorse, grazie alla politica di Buenos Aires che non impone restrizioni agli investimenti esteri e alle società impegnate nell'esplorazione e nell'estrazione di risorse minerarie. Gli individui e le entità straniere possono quindi acquisire e detenere diritti minerari in Argentina.
L'Argentina prevede che le esportazioni di litio raggiungeranno i 5,6 miliardi di dollari entro il 2025. In base alle previsione entro quella data l’Argentina prevede di produrre 200.000 tonnellate annue di litio grazie allo sviluppo di sei nuovi progetti minerari e all’accrescimento della produzione nelle due miniere di litio esistenti.
La prima è situata nella salina di Olaroz nella provincia nord-occidentale di Jujuy e gestita da Sales de Jujuy, una filiale dell'australiana Allkem, e l'altra situata nella salina di Hombre Muerto nella provincia nord-occidentale di Catamarca e gestito dall’americana Livent.
Sales de Jujuy prevede di aggiungere 25.000 tonnellate alla sua produzione nei prossimi due anni, mentre Livent prevede di aggiungere 20.000 tonnellate. Questi importi saranno integrati entro la metà del decennio dalla miniera di Cauchari Olaroz e Mariana, gestita dalla cinese Ganfeng Lithium; da quella di Centenario-Ratones della francese Eramet; dal sito minerario di Sal de Oro di proprietà della sudcoreana Posco; da quello di Sal de Vida dell'australiana Allkem Lda e infine dalla miniera di Tres Quebradas della cinese Zijin Mining.
Guardando al 2030, le proiezioni ufficiali vedono le esportazioni annuali raggiungere gli 8,7 miliardi di dollari, grazie a un totale di 11 miniere di litio.
Ma l'estrazione con i metodi attuali prevede l’uso di grandi quantità di acqua dolce. Idrologi e ambientalisti avvertono che la corsa al litio in Argentina è destinata a trasformare i delicati ecosistemi della regione in un deserto. Le popolazioni indigene delle alte Ande temono che le scarse riserve d’acqua sulle quali fanno affidamento per uso domestico e per i pascoli vengano sacrificate dalla richiesta globale di veicoli ecologici per combattere il cambiamento climatico. (L.M.) (Agenzia Fides 15/6/2023)