Bangalore (Agenzia Fides) - "Il risultato elettorale in Karnataka potrebbe essere un momento decisivo della recente storia politica dell'India. La sconfitta del Bharatiya Janata party (BJP), partito finora al governo nello stato e anche attualmente nel governo federale, significa che le porte della democrazia sono ancora spalancate nel paese. E' un risultato significativo anche guardando alle elezioni generali prevista nel 2024": è il commento de gesuita indiano p. Cedric Prakash, intellettuale e scrittore, sulle elezioni del 10 maggio in Karnataka, vasto Stato federato dell'India sud-occidentale con circa 70 milioni di abitanti, che ha votato per il rinnovo del Parlamento statale. Secondo risultati ufficiali, il partito nazionalista BJP, del Primo Ministro indiano Narendra Modi, che aveva la maggioranza, esce pesantemente sconfitto dal voto. Come riferito dalla Commissione elettorale dell'India, il Partito del Congresso ha ottenuto in 135 dei 224 seggi dell'assise, mentre il BJP ha ottenuto 66 seggi. In tale situazione, il Partito del Congresso sarebbe in grado di formare un governo statale senza partner di coalizione.
Il 2023 è un anno cruciale per la politica indiana. In cinque stati della Federazione sono previste elezioni: in Karnataka, in Madhya Pradesh (dove è al governo il BJP), in Rajasthan e in Chattisgarh (guidati dal Partito del Congresso), il Telangana (ora governato da un partito regionale).
"Le elezioni del Karnataka - rileva Prakash - sono uno spartiacque. Il BJP ha investito molto negli ultimi giorni della campagna elettorale, con la presenza di politici di alto grado e anche con una campagna porta a porta. Ma la gente guarda in primis alla questione della sopravvivenza: il costo della vita è salito vertiginosamente. E chi ha governato finora ha reso estremamente difficile ai poveri sbarcare il lunario. In particolare non hanno potere d'acquisto: il costo del carburante è alle stelle, sopravvivono alla giornata, mentre la disoccupazione è ai massimi storici".
Secondo il gesuita "la corruzione è un altro problema sistemico che ha afflitto il Karnataka. Diversi ministri sono stati accusati di aver accumulato quantità sbalorditive di ricchezza attraverso pratiche corrotte", ricorda.
Inoltre, nota p. Prakash, la polarizzazione intercomunitaria e interreligiosa, promossa dal BJP, non ha dato gli effetti sperati: "Il Karnataka un tempo era un paradiso di armonia sociale ma, nel corso degli ultimi anni, attraverso una campagna meticolosamente divisiva, denigrando le minoranze religiose, il BJP ha polarizzato le comunità secondo divisioni religiose, fomentando le tensioni. Il BJP ha introdotto una draconiana legge anti-conversione, criminalizzando la conversione religiosa e il cambiamento della fede personale. Inoltre - ricorda il religioso scrittore - migliaia di nomi delle comunità di musulmani e cristiani sono scomparsi dalle liste elettorali e non hanno potuto esercitare il diritto di voto, nonostante le proteste inviate alla Commissione elettorale".
Organizzazioni non governative e comunità cristiane nello stato lamentano il fatto che "la libertà di parola e di espressione hanno subito un duro colpo in Karnataka. Si è cercato di bloccare o tacitare chi prende posizione per la giustizia, la verità e l'uguaglianza, e tra costoro vi sono avvocati, preti, religiosi, intellettuali”.
Ora la popolazione, rileva p. Prakash, ha rifiutato tutto questo. "Il risultato delle elezioni dimostra che in Karnataka esiste una vibrante società civile, una rete di cittadini profondamente preoccupati e impegnati per la democrazia e per la libertà, che hanno voluto promuovere un cambiamento per il bene e il futuro dell'India"
(PA) (Agenzia Fides 15/5/2023)