ASIA/INDONESIA - Gli studenti davanti al Parlamento; i rettori cattolici: promuovere il dialogo e tutelare libertà e democrazia

giovedì, 4 settembre 2025 manifestazioni   società civile   studenti   libertà   politica  

Wiki Commons - JahlilMA

Jakarta (Agenzia Fides) - Guidate da movimenti studenteschi, lavoratori e gruppi della società civile le manifestazioni di protesta sono oggi davanti al palazzo del Parlamento nella capitale Giacarta. La  coalizione di associazioni studentesche, nota localmente come "Bem Si", ha dichiarato che la protesta si focalizza "sulla corruzione e sulla politicizzazione della legge". Dal canto suo, dopo una settimana di proteste in diverse città - prima per i sussidi ai parlamentari e poi contro la violenza della polizia (dieci i morti, oltre mille i feriti, tremila gli arresti, in tutto l'arcipelago) - il presidente Prabowo Subianto ha dichiarato che l'esercito e la polizia hanno resistito alla violenza delle folle, all'interno delle quali si annidano "traditori e terroristi".
Una lettera aperta dei rettori e presidenti delle Università cattoliche indonesiane, tutti membri dell'Associazione delle Università Cattoliche (APTIK), offre un'analisi dello scenario politico e sociale e paventa il rischio di una seria spaccatura tra la politica e la società civile.
Nella missiva,  pervenuta all'Agenzia Fides,  28 tra rettori e presidenti di istituzioni accademiche cattoliche scrivono: "Siamo consapevoli che l'Indonesia si trova attualmente in un'ondata di incertezza dovuta alle turbolenze geopolitiche ed economiche globali. Questa situazione ha avuto un impatto sull'economia nazionale, con conseguente aumento della precarietà, dei lavoratori vulnerabili e della disoccupazione. Allo stesso modo, la popolazione sta vivendo crescenti difficoltà a causa dell'aumento dei prezzi dei beni essenziali". 
"In questa situazione, le élite politiche dei rami esecutivo e legislativo - argomentano -  anziché dimostrare empatia e una leadership visionaria a fianco del popolo, hanno invece dato prova di arroganza e indifferenza, ben lontane da empatia e compassione. I funzionari pubblici hanno anche fatto ricorso alla corruzione nell'ambito di politiche che dovrebbero garantire la sicurezza pubblica e un maggiore accesso ai bisogni dei cittadini. Tutto ciò mina ulteriormente il senso di giustizia dei cittadini".
Gli esponenti cattolici ritengono che "i programmi di sviluppo nazionale, che dovrebbero essere strumenti per realizzare la giustizia sociale e il benessere pubblico, siano invece diventati progetti che favoriscono gli interessi di oligarchi ed élite". Molte politiche, affermano "sono in realtà dannose per la popolazione, come l'aumento delle tasse fondiarie e edilizia in diverse regioni, le indennità economiche altissime per i membri della Camera dei Rappresentanti, le cariche ministeriali e di viceministro concomitanti, le continue difficoltà di accesso all'assistenza sanitaria e l'uso delle forze dell'ordine come strumento politico".
Un tasto dolente è , poi, il sistema di istruzione: "Le politiche educative, che dovrebbero essere un diritto fondamentale dei cittadini, sono state ampiamente lasciate ai meccanismi di mercato, con conseguente neo-liberalizzazione e commercializzazione dell'istruzione", si legge nel testo, che tocca anche il mondo delle forze armate: "Il  governo favorisce nettamente le Forze Armate Nazionali Indonesiane (TNI) e la Polizia Nazionale Indonesiana (Polri), che ricevono la quota maggiore del bilancio statale, tra ministeri e istituzioni".
Queste sono, secondo i rettori, le radici della protesta: "Oltre all'arroganza dei funzionari e alle azioni violente della polizia che hanno causato la perdita di vite umane, crediamo che la rabbia pubblica odierna sia alimentata anche dall'ingiustizia, dalla disuguaglianza sociale e dal pesante peso economico che grava sulla comunità. L'ingiustizia porta sempre ferite profonde e rabbia nella popolazione, che esplodono quando i limiti dell'umanità vengono superati dall'arroganza, dalla mancanza di empatia da parte dei funzionari e dalla repressione delle forze dell'ordine".
In tale scenario, l'associazione cattolica invita "quanti detengono il potere nell'esecutivo, nel legislativo, nelle forze dell'ordine  rispettare sempre la moralità e il mandato costituzionale della nazione", chiedendo: "Il governo e la Camera dei Rappresentanti devono schierarsi con il popolo, migliorando o le loro politiche per difendere  gli interessi del popolo, per il bene della giustizia sociale per tutto il popolo indonesiano, in conformità con la Pancasila e il mandato del Preambolo della Costituzione del 1945". Anche "il potere esecutivo e legislativo - si ricorda - devono essere al servizio del popolo e della dignità umana, non delle élite di partito o delle oligarchie". "Una leadership autentica, onesta e incentrata sul bene del. oggi e in futuro, può  ripristinare la fiducia del pubblico e l'ordine della convivenza", aggiungono.
E' urgente poi, asseriscono "proteggere la democrazia deve essere da pratiche violente e intimidazioni". L'APTIK chiede che "la libertà di opinione, associazione ed espressione siano rispettate come pilastri fondamentali della democrazia". "Qualsiasi tentativo di mettere a tacere le voci critiche attraverso misure autoritarie, censura dei media, intimidazioni o altre forme di violenza è un affronto e un tradimento della democrazia. La risoluzione dei conflitti dovrebbe sempre avvenire entro i confini democratici, nel rispetto della sovranità popolare", nota la missiva.
Altro punto cruciale: "La polizia e le Forze Armate Nazionali indonesiane devono porre fine alla repressione, dando  priorità a un approccio più umano, comprendendo la volontà e lo stato emotivo dei cittadini, indignati per l'ingiustizia e la violenza che hanno causato vittime. La repressione e l'incitamento non faranno che esacerbare la rabbia e la sofferenza delle persone, che già sopportano il pesante fardello dell'ingiustizia economica e strutturale, che si fa sentire quotidianamente".
La lettera invoca il dialogo": "La Camera dei Rappresentanti e il governo, incluso il Presidente, devono avviare immediatamente un dialogo trasparente e di impatto con gli elementi della società civile che manifestano .L' APTIK sostiene l'ondata di manifestazioni come forma di espressione e partecipazione a una democrazia sana e dignitosa, purché non diventino anarchiche, distruttive o illegali".
Si invitano poi  "tutti gli intellettuali, gli studenti e la società civile a unirsi e a parlare a voce alta, proclamando la autentica verità". "La verità va espressa con integrità intellettuale e coraggio morale per la giustizia sociale e per il  bene comune. Come cittadini, abbiamo tutti la responsabilità etica e storica di garantire che questo Paese sostenga sempre i valori dell'umanità e della giustizia".
"La pace - conclude il testo - è frutto della giustizia, come ha affermato Papa Francesco nel suo discorso al Palazzo di Stato. Dovremmo sempre ricordare che la pace e la prosperità si raggiungono quando ci impegniamo non solo per i nostri interessi e le nostre visioni, ma per il bene comune, abbracciandoci a vicenda, rafforzando accordi e sinergie e unendo le forze per superare ogni forma di sofferenza morale, economica e sociale e promuovere la pace e l'armonia".
(PA) (Agenzia Fides 4/9/2025) 


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