AMERICA/EL SALVADOR - La CLAR sui nuovi martiri: “L’impegno e la difesa dei più poveri furono la loro sentenza di morte”

sabato, 22 gennaio 2022 beatificazione   missionari uccisi   vita consacrata   chiese locali  

San Salvador (Agenzia Fides) – “La Vita religiosa del Continente, tutte le sorelle e i fratelli sparsi per il Regno, si uniscono al riconoscimento ecclesiale della testimonianza martiriale di quattro nostri fratelli, che hanno dato la vita per la gente più umile, in un’epoca turbolenta a El Salvador. L’impegno e la difesa dei più poveri furono la loro sentenza di morte. Rutilo, Cosme, Manuel e Nelson hanno vissuto gli anni tesi e violenti prima della guerra civile che ha colpito il paese per 12 anni e ha lasciato più di 80.000 morti". La Confederazione Latinoamericana e caraibica dei religiosi e delle religiose (CLAR) esprime con queste parole la sua gioia per la beaticazione di padre Rutilio Grande, gesuita, del francescano italiano Fray Cosme Spessotto, OFM, e dei laici Manuel Solórzano e Nelson Rutilio Lemus Chávez, evento "atteso da febbraio 2020", che si celebra oggi, alle ore 17, a San Salvador (vedi Fides 01/09/2021; 17/1/2022).
Il martirio di p. Rutilo e di fray Cosme "ci lascia in eredità l'obbligo di verificare e denunciare il dolore dei più poveri e vulnerabili che soffrono il flagello della miseria e delle ingiustizie. Ci obbliga ad ascoltare il grido della distruzione della casa comune e della 'cultura dello scarto' che colpisce soprattutto donne, migranti e rifugiati, anziani, popoli indigeni e afro-discendenti". Inoltre, prosegue il comunicato pervenuto a Fides, ci insegna anche ad affrontare le conseguenze della pandemia, “che aumenta la disuguaglianza sociale, compromettendo la sicurezza alimentare di gran parte della nostra popolazione”, ci invita a combattere le cause che ostacolano la sinodalità e a confrontarci con la nostra mancanza di profetismo e solidarietà effettiva con i più poveri e vulnerabili. Il loro martirio è anche segno di auspicio e di speranza per la Vita religiosa, perché sia segno del Regno di Dio, e “vivendo controcorrente dia testimonianza della buona notizia del Vangelo”.
“L’inculturazione del Vangelo ha nel nostro continente un profumo marcatamente sociale e si caratterizza per una decisa difesa dei diritti umani” sottolinea la CLAR, evidenziando che i laici martiri come Manuel e Nelson e tanti altri, “ci indicano il cammino di una vita impegnata nell’opzione preferenziale per i poveri e nella difesa della dignità umana”. “Oggi la Chiesa dà alla parola martire quattro volti concreti che, insieme ai numerosi religiosi e religiose di diverse Congregazioni in tutta l’America Latina e nei Caraibi, e anche a laici impegnati con la vita e con il Vangelo, hanno sparso il loro sangue martiriale per il Regno di Dio e per la sua giustizia”.
La CLAR sottolinea ancora che “questa vita religiosa martiriale dell'America Latina è iscritta all'interno del numerosissimo martirologio dell'America Latina e dei Caraibi, che comprende Vescovi come Romero e Angelelli, sacerdoti, catechisti, operatori pastorali, leader contadini, indigeni, donne, bambini, anziani, giovani, intere popolazioni massacrate". “Il martirio – ricorda ancora il testo – fa parte della storia attuale della Chiesa dell’America latina e dei Caraibi”. L’esempio di questi fratelli e di tanti altri martiri, interpella tutta la Vita religiosa e tutta la Chiesa: siamo degni compagni e successori di questi martiri? Continuiamo a vivere le loro scelte radicali, la loro testimonianza martiriale? “Impariamo da loro a spendere la vita per gli altri –conclude la CLAR -. Come Gesù e per le stesse ragioni di Gesù".
(SL) (Agenzia Fides 22/01/2022)


Condividi: