AMERICA/EL SALVADOR - Film ricostruisce il massacro dell’UCA: per non dimenticare quanto accadde nel 1989 e quanto sta accadendo ancora oggi

giovedì, 27 gennaio 2022 missionari uccisi   situazione sociale   politica   istituti religiosi  

Madrid (Agenzia Fides) - La mattina del 16 novembre 1989, nel mezzo della guerra civile salvadoregna, sei sacerdoti gesuiti, professori universitari e due impiegate, furono assassinati presso l'Università centroamericana José Simeón Cañas (UCA) di San Salvador. La notizia ebbe un immediato rilievo internazionale, perché oltre alla barbarie, tra i preti assassinati c'era un noto intellettuale, Ignacio Ellacuría. La posizione dei gesuiti dell'UCA era fondamentale per mediare un accordo di pace e porre fine a un decennio di sanguinoso conflitto. Il governo accusò subito i guerriglieri dell'FMLN, ma una testimone oculare sconfessò la versione ufficiale. Si chiama Lucía Barrera de Cerna e lavorava come addetta alle pulizie presso l'UCA. Quella notte vide i veri assassini: l'esercito. La sua testimonianza sarà la chiave per chiarire la verità e fare giustizia, ma cambierà per sempre anche la sua vita e quella della sua famiglia. Trent’anni dopo, nel 2020, l’Audiencia Nacional di Madrid ha condannato a 133 anni e 4 mesi di carcere l’ex colonnello e viceministro Inocente Orlando Montano Morales per essere stato uno dei mandanti ed esecutori del massacro perpetrato dalle Forze armate salvadoregne (vedi Fides 12/9/2020).
“Sono arrivati di notte” è il titolo del nuovo film di Imanol Uribe sul massacro dei Gesuiti, basato sulla testimonianza di Lucia, l'unica testimone del crimine, che uscirà il 25 marzo nei cinema. Girato tra la Spagna e la Colombia, come informa la nota dei Gesuiti inviata a Fides, il film raccoglie gli eventi che hanno sconvolto un'intera generazione, ed è una storia di personaggi, della loro lotta per la verità e la giustizia in un Paese in guerra e del loro desiderio di superare quel momento di orrore.
La sceneggiatura ha l'approvazione della Compagnia di Gesù, che negli ultimi mesi ha seguito i produttori. “Abbiamo accolto l'idea di Uribe di fare questo film con grande entusiasmo - ha sottolineato il Superiore provinciale dei Gesuiti della Spagna, Antonio España -. La cosa importante del progetto è che ci invita a ricordare. Per non dimenticare quanto accaduto nel 1989 e quanto sta accadendo in molti luoghi dell'America Latina e del Centro America, che è l'esperienza persistente dell'ingiustizia e della violenza e a cui ancora oggi la Compagnia di Gesù cerca di rispondere attraverso le istituzioni che ha in quei paesi”.
(SL) (Agenzia Fides 27/01/2022)


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