ASIA/IRAQ - 55mila rifugiati cristiani espatriati dal Kurdistan iracheno negli ultimi anni

martedì, 22 dicembre 2020 medio oriente   chiese orientali   rifugiati   emigrazione   jihadisti   papa francesco  

kurdistan24.net

Erbil (Agenzia Fides) – Sono almeno 55mila i cristiani iracheni rifugiati nel Kurdistan che negli ultimi anni sono espatriati, trasferendosi in gran parte in nazioni del Nord America, dell’Australia e dell’Europa, oltre che in altri Paesi del Medio Oriente. Il dato quantitativo è stato fornito da Khalid Jamal Albert, direttore generale della sezione che si occupa delle comunità cristiane in seno al Ministero per le dotazioni e gli affari religiosi della Regione autonoma del Kurdistan iracheno.
In un intervento diffuso da Rudaw Media Network (gruppo editoriale con base nel Kurdistan iracheno), il funzionario del governo regionale ha sottolineato che i cristiani espatriati negli ultimi anni rappresentano all’incirca il 40 per cento dei quasi 138mila battezzati che avevano trovato rifugio nel Kurdistan dopo essere fuggiti da Mosul e da città e villaggi della Piana di Ninive, all’arrivo delle milizie jihadiste del sedicente Stato Islamico (Daesh). Khalid Albert ha indicato tra le ragioni dell’esodo dei cristiani dal nord Iraq l’instabilità politica e l’insicurezza delle aree del loro tradizionale radicamento, sottolineando il trattamento di riguardo con cui i rifugiati cristiani sono stati trattati dalle autorità politiche della Regione autonoma del Kurdistan iracheno.
Già nel 2015, in un’analoga intervista rilasciata ai media locali, il funzionario del governo regionale aveva sottolineato la difficoltà di fornire dati precisi sugli spostamenti e i flussi migratori dei cristiani iracheni, in continua oscillazione. Già allora Khalid Albert sottolineava quanto fosse complicato e per certi versi improduttivo tentare di contrastare l’esodo dei cristiani iracheni verso altri Paesi con strumenti, mobilitazioni e strategie di natura esclusivamente politica o economica, comprese le tante operazioni di “fundraising” fatte a nome delle comunità cristiane mediorientali da gruppi e sigle occidentali.
Nella annunciata visita apostolica di Papa Francesco in Iraq (5-8 marzo 2021), il Vescovo di Roma dovrebbe recarsi anche a Mosul, nella Piana di Ninive e a Erbil, per incontrare anche i rifugiati cristiani concentrati nei sobborghi del capoluogo del Kurdistan iracheno. Il 10 dicembre, nel videomessaggio inviato AI partecipanti all’incontro (online) sulla crisi umanitaria siriana e irachena promosso dal Dicastero vaticano per il servizio dello Sviluppo umano integrale, Papa Francesco ha ricordato in particolare “i cristiani costretti ad abbandonare i luoghi dove sono nati e cresciuti, dove si è sviluppata e arricchita la loro fede. Bisogna fare in modo” ha aggiunto il Successore di Pietro “che la presenza cristiana in queste terre, continui ad essere ciò che è sempre stata: un segno di pace, di progresso, di sviluppo e di riconciliazione tra le persone e i popoli”. (GV) (Agenzia Fides 22/12/2020).


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