Damasco (Agenzia Fides) – “Siamo qui a Damasco, sulla Via Dritta da Al-Marymiya, accanto alla Moschea degli Omayyadi, e diciamo al mondo che noi, come cristiani, veniamo dalla terra del Levante e dai cedri del Libano… dagli spazi di Homs e dalla storia autentica di Aleppo, dalle ruote idrauliche di Hama e dal fragore delle sorgenti di Idlib, dal Mare di Latakia e dall’Eufrate di Deir ez-Zor. Non siamo ospiti su questa terra, e non siamo figli di oggi o di ieri.,,Veniamo da Antiochia degli Apostoli, da questa terra che ha impregnato l'Universo del nome di Gesù Cristo”. Sono forti e suggestive le parole scelte da Yohanna X Yazigi, Patriarca greco ortodosso di Antiochia, per rivendicare la natura autoctona delle comunità cristiane siriane, nella nuova e incerta fase storica attraversata dal Paese. Il suo discorso pronunciato a Damasco dopo la messa di domenica 15 dicembre, e diffuso in queste ore sulle reti sociali, rappresenta una sorta di “manifesto” dei sentimenti e delle attese di tanti cristiani siriani sul futuro che attende le loro comunità di fede nella Siria del dopo-Assad.
Ai “fratelli musulmani”, il Patriarca ortodosso di Antiochia ricorda il fatto di condividere “lo stesso destino” in una “storia comune, con tutti i suoi alti e bassi”, Yohanna auspica che la Siria non venga smembrata e rimanga un Paese unito, e poi descrive nel dettaglio quelli che appaiono come “desiderata” rispetto alla conformazione politica e istituzionale che prenderà la “Nuova” Siria.
“La Siria che vogliamo” rimarca tra le altre cose il Patriarca – è “uno Stato civile, in cui tutti hanno uguali diritti e doveri, compreso il mantenimento delle leggi sullo status personale per ciascuna delle sue componenti”, come era stato stabilito sotto il regime di Assad. Uno Stato fondato sul principio di “cittadinanza”, con un tessuto nazionale che respinge “la logica della maggioranza e delle minoranze”, Il Patriarca cita a modello San Giovanni Damasceno, il Dottore della Chiesa che aveva servito come funzionario la corte degli Omayyadi.
“Il primo e ultimo fattore di garanzia per il raggiungimento di tutti questi obiettivi” riconosce Yohanna “è la Costituzione, e quindi il processo di stesura della Costituzione deve essere un processo nazionale globale ed esaustivo”.
Riguardo all’interesse che i media internazionali manifestano in questa fase per la condizioni dei cristiani in Siria, il Patriarca invita a non dare credito “alle tante voci che si diffondono senza alcun senso di responsabilità” sui media e sulle reti sociali. (GV) (Agenzia Fides 16/12/2024).