AMERICA/PARAGUAY - I Vescovi: “Passare da una democrazia meramente formale a una democrazia come stile di vita”

mercoledì, 6 febbraio 2019 conferenze episcopali   situazione sociale   politica   giovani   democrazia  

Asunción (Agenzia Fides) - Il 3 febbraio il Paraguay ha celebrato i 30 anni della transizione dalla ultratrentennale dittatura di Alfredo Stroesssner alla democrazia, e la presidenza della Conferenza episcopale (CEP) ha ricordato l’anniversario con un comunicato intitolato “Verso una democrazia con valori, per il conseguimento del bene comune”.
Nel messaggio, pervenuto all’Agenzia Fides, la CEP celebra l’avvenimento e invita a “una serena valutazione dello stato della democrazia alla luce del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa”, al quale si fa riferimento più volte. I Vescovi si chiedono se “al di là del rispetto formale delle regole, esiste nel Paese un’accettazione convinta dei valori che ispirano i procedimenti democratici”. “Se così non fosse, si perderebbe il significato della democrazia e si comprometterebbe la sua stabilità”.
La presidenza CEP ricorda che l’esercizio della democrazia “non si limita ai periodi elettorali” ma si fonda sulla “libera, rispettosa e responsabile partecipazione” di tutti. “Siamo cresciuti in questo ?” si domandano i Vescovi. “Stiamo partecipando a iniziative ‘di base’ (quartiere, scuola, sindacati, associazioni, etc.) offrendo il nostro contributo per il bene comune e la giustizia sociale ? Rinunciamo a ogni tipo di messianismo e radicalismo” optando per la costruzione di “alleanze e ponti?”.
Seguono altri interrogativi, come un esame di coscienza collettivo. “Perché cala la partecipazione alle elezioni? Si rispetta il principio della divisione dei poteri dello Stato? Le autorità emettono leggi giuste?” I rappresentanti politici “esercitano il potere con spirito di servizio” ed “avendo come fine il bene comune” oppure “il prestigio o i vantaggi personali?”. Qual è il loro atteggiamento davanti alla corruzione, “una delle più gravi deformazioni del sistema democratico?” I Vescovi chiamano i funzionari statali, lo Stato in sé, i partiti e i media a valutare il loro modo di agire. In particolare, ammoniscono sui pericoli della “concentrazione della proprietà” dei media, serio ostacolo a un’informazione libera e obiettiva, per gli “stretti vincoli tra attività governativa, poteri finanziari ed informazione”.
Nella seconda parte del documento ricordano che la democrazia è “uno strumento e non un fine”, il che implica che “il suo carattere morale dipende dalla sua conformità alla legge morale alla quale, come qualsiasi altro comportamento umano, deve sottomettersi”. Richiamano quanto affermato dai Vescovi Latinoamericani ad Aparecida (2007): “è necessario lavorare per costruire una democrazia partecipativa” che generi “politiche pubbliche più giuste”.
Nella parte conclusiva del testo, la presidenza della CEP ricorda quanto i Vescovi del Paraguay hanno scritto nel messaggio per il bicentenario dell’Indipendenza (2011): nella transizione verso la democrazia hanno pesato più le ombre delle luci, portando “ampi settori della popolazione alla disillusione e al pessimismo”. Le nuove generazioni “hanno una speranza diversa” che però – avvertono i Vescovi - “non garantisce di per sé la qualità del processo democratico”, che presenta ancora “un notevole deficit”. Quindi “Occorre passare da una democrazia meramente formale ed elettorale a una democrazia come stile di vita” affermano. Invocano per questo la protezione e il sostegno di Maria Santissima “Tupasy Caacupé” (“Madre di Dio di Caacupé”). Il Governo del Paraguay è stato criticato da più parti per non aver commemorato il trentesimo anniversario del ritorno della democrazia con un atto ufficiale. (SM) (Agenzia Fides 6/2/2019)


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