AFRICA/LIBERIA - UNA CRISI LUNGA PIÙ DI 20 ANNI - SCHEDA

venerdì, 27 giugno 2003

Monrovia (Agenzia Fides)- La Liberia è in crisi dagli anni ’80 del secolo scorso, da quando il colpo di stato dell’aprile 1980, guidato dal sergente Samuel K. Doe, ha posto fine al secolare dominio dei cosiddetti “afro-americani”. Si trattava dei discendenti degli ex schiavi statunitensi, liberati nell’Ottocento per fondare un nuovo Stato in Africa, appunto la Liberia dove potevano finalmente vivere liberi. I nuovi arrivati, però, imposero un regime di dominio sugli autoctoni, creando un sistema di ineguaglianza sociale ed economica: il 3% della popolazione (le famiglie di origine “americana”) detenevano la maggior parte della ricchezza del paese.
Il golpe di Doe ha rappresentato una svolta cruciale per il paese perché per la prima volta le etnie locali prendevano in mano il potere politico, ma non ha portato ad una stabilizzazione del paese. Dal 1980 ad oggi, infatti, si sono succeduti una serie di colpi di stato e di crisi politiche che hanno profondamente segnato il paese. Nel 1989 Charles Taylor, appartenente al gruppo dei discendenti degli schiavi americani fondò un movimento di guerriglia. Nel 1990 un ex alleato di Taylor, Prince Johnson uccise il presidente Doe . Seguì un periodo piuttosto turbolento nel corso del quale diverse fazioni liberiane si affrontarono con ferocia. Grazie alla mediazione dei Paesi vicini nel 1997 si tennero le elezioni, vinte da Taylor. La sua azione politica prevedeva interferenze nei paesi vicini, soprattutto in Sierra Leone, dove Taylor appoggiava i ribelli del RUF (Fronte Unito Rivoluzionario). Attraverso la Liberia il RUF esportava diamanti estratti dalla miniere sotto il suo controllo per finanziare le proprie attività belliche.
Nel corso degli anni la crisi liberiana si è dunque intrecciata con quelle dei paesi vicini: Sierra Leone, Guinea e da ultima Costa d’Avorio. Le reti di trafficanti di armi, diamanti, e altre risorse dell’Africa Occidentale hanno base a Monrovia.
Nel 1999, nasce il LURD (Liberiani Uniti per la Riconciliazione e la Democrazia) formato soprattutto da Mandingo, che è appoggiato dai paesi vicini, come ritorsione per il sostegno di Taylor alle guerriglie locali. Qualche mese fa poi è nato un nuovo gruppo, il MODEL (Movimento per la Democrazia in Liberia) che opera lungo il confine con la Costa d’Avorio.
La Liberia è al centro delle iniziative per porre fine ai diversi conflitti che insanguinano l’Africa Occidentale. Nel settembre 2002 è stato creato il Gruppo di Contatto per la Liberia del quale fanno parte Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. Anche Nazioni Unite, Unione Europea, e Comunità Economica dell’Africa Occidentale sono impegnati nel risolvere la crisi. . Il 17 giugno il governo e la guerriglia liberiani, riuniti in Ghana, avevano raggiunto un accordo di tregua che avrebbe dovuto portare entro 30 giorni a un accordo di pace definitivo. Il Presidente Taylor si era impegnato a dimettersi una volta firmata la pace. Ma nel giro di pochi giorni l’intesa era saltata e i combattimenti erano ripresi su larga scala.
L’11 agosto Taylor, pressato dall’avanzata del LURD verso Monrovia e dalla comunità internazionale che vuolo processarlo per i crimini commessi nella vicina Sierra Leone, decidi di dimettersi e di lasciare il paese, rifugiandosi in Nigeria. Il suo posto viene preso dal vicepresidente Moses Blah. Il 18 agosto 2003 ad Accra (Ghana), le diverse formazioni liberiane firmano un accordo di pace tra, che prevede la formazione di un governo di transizione. Il nuovo governo si insedia il 14 ottobre 2003, sotto la guida di Gyude Bryant. Nel paese è stata dispiegata una forza di pace per sorvegliare il rispetto della tregua. (L.M.) (Agenzia Fides 27/6/2003 righe 37 parole 487)


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