AMERICA/VENEZUELA - Tonnellate di viveri lasciati scadere, potevano sfamare 500 mila famiglie bisognose

mercoledì, 9 giugno 2010

Caracas (Agenzia Fides) – Lo scandalo legato alle tonnellate di viveri acquistati all’estero per sfamare i venezuelani più poveri e poi lasciati scadere nei container occupa un posto di primo piano nei mass media e nel dibattito pubblico del paese latinoamericano. Dalle diverse informazioni pervenute all’Agenzia Fides si apprende che il sindaco di Caracas, Antonio Ledezma, ha denunciato come “una azione di grave irresponsabilità” il caso degli alimenti scaduti che sono stati trovati in completa decomposizione. Il sindaco ha parlato di 87 milioni di chili di viveri distrutti, che potevano alimentare circa 500 mila famiglie nel paese. Ha lanciato inoltre un appello perché il Capo dello stato intervenga, come un buon padre di famiglia, e controlli questa situazione. Secondo quanto ha dichiarato il sindaco, con questi viveri “si potevano aiutare molti anziani e famiglie bisognose, si potevano assistere molti cittadini che si trovano in estrema povertà. Non siamo un paese ricco, ci sono molti poveri fra noi”.
Secondo quanto pubblicato dalla stampa locale, i viveri erano arrivati ai diversi porti venezuelani già nel 2008, e attualmente non c’è un numero preciso di quante migliaia di tonnellate siano andate perse. Le cifre ufficiali riportano che in Venezuela almeno il 6 per cento della popolazione soffre di malnutrizione, un tasso simile a quello che il governo riconosce come estrema povertà. Lo Stato e il settore privato del Venezuela importano circa 8.000 milioni di dollari in alimenti, tra latte, burro e formaggio, carne di manzo e di pollo, olio, farine, zucchero, mais, fagioli e altri prodotti che durante gli ultimi decenni del ventesimo secolo erano stati esportati, come il caffè, che oggi viene dal Nicaragua. Solo a Puerto Cabello (150 chilometri a nord ovest di Caracas) sono stati abbandonati 1.200 container con circa 35.000 tonnellate di carne di manzo, maiale e pollo, latte e derivati, olio vegetale, farine, zucchero, marmellata e sale. (CE) (Agenzia Fides, 09/06/2010)


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