Roma (Agenzia Fides)- Nelle province orientale della Repubblica Democratica Congo al confine con Uganda e Rwanda, si combatte una guerra dimenticata dal 1998, quando truppe ugandesi e rwandesi hanno occupato il territorio. Al loro fianco vi sono una serie di movimenti di guerriglia congolesi che combattono contro il governo di Kinshasa. Nel corso degli anni si sono create delle spaccature all’interno di queste milizie e molte alleanze si sono capovolte: l’amico di ieri è il nemico di oggi e viceversa.
Il bilancio del conflitto è impressionante: almeno 3 milioni dal 1998 ad oggi. Ovvero 4 volte le vittime del genocidio rwandese, più di seimilacinquecento volte l’attacco dell’11 settembre 2001.
La posta in gioco di questa lotta senza fine per il controllo delle risorse naturali: cobalto, rame, cadmio, petrolio, diamanti, germanio, oro, argento, manganese, uranio, radio, bauxite, ferro, carbone. Multinazionali, organizzazioni criminali, trafficanti di ogni genere sottraggono ogni giorni queste ricchezze al popolo congolese. Prendiamo il caso dei diamanti. Le autorità di Antwerp (Belgio) dove il 90% dei diamanti mondiali vengono venduti, acquistati e tagliati, hanno calcolato che diamanti per circa 600 milioni di dollari sono esportati annualmente dalla RDC: di questi però solo quelli pari ad un valore di 180 milioni di dollari sono esportati legalmente. E questo è valido per il famoso Coltan, dal quale si ricava il tantalio, minerale indispensabile per l’industria elettronica.
In mezzo a così tanta violenza e a tanto sfruttamento delle risorse cosa rimane di queste ricchezze in mano alla maggioranza dei 57 milioni di congolesi? Ben poco se si guardano i seguenti dati. Un milione e 800mila congolesi sono profughi interni nel loro stesso paese, altri 300mila sono rifugiati in altri paesi; la speranza media di vita è di 48,93 anni (46,83 anni per gli uomini e 51 per le donne). Sono 1 milione e 300mila le persone infettate dall’Aids (pari al 4,9 % della popolazione adulta) e i morti causati dall’epidemia sono 120mila. Il reddito medio pro capite è inferiore a 600 dollari l’anno. Il Congo infine ha un debito estero di 11 miliardi e 906 milioni di dollari pari al 302,7 % del Prodotto Interno Lordo (PIL). (L.M.) (Agenzia Fides 7/2/2006 righe 29 parole 368)