Kinshasa (Agenzia Fides)- Il progetto di legge elettorale che sarà sottoposto al vaglio dei congolesi con il referendum di domenica 18 dicembre consacra il principio secondo cui "il popolo è la sorgente esclusiva del potere". Il popolo esprime la propria volontà attraverso il suffragio universale diretto per l'elezione del Presidente della Repubblica, dei deputati nazionali, dei deputati provinciali, dei consiglieri municipali, dei consiglieri di settore e dei consiglieri di località. È previsto inoltre, il suffragio universale indiretto nell’elezione di Senatori, Governatori e vice-governatori di provincia, Consiglieri urbani, Sindaci e vice Sindaci e capi di settore.
Il progetto di legge elettorale propone che il presidente della Repubblica sia eletto con scrutino maggioritario a due turni. Per il secondo turno, resteranno in competizione solo i due candidati meglio piazzati. La spiegazione data è che questo modo di scrutinio permetterà al futuro presidente della Repubblica di essere eletto sempre da una maggioranza assoluta di elettori e di beneficiare, di conseguenza, di una legittimità incontestabile.
Tra i punti che hanno suscitato dibattiti molto appassionati figurano opzioni delle “liste bloccate dei candidati” e del “voto alla proporzionale”. Una lista bloccata è quella che “l'elettore non può modificare". Nella pratica, la lista bloccata affida un grande ruolo ai partiti e soprattutto ai loro presidenti. Nella mentalità congolese, l’elettore è sempre felice di avere dato il suo voto a un candidato di sua scelta. Ma, a causa delle liste bloccate obbligatorie, c'è il rischio che vengano presentati dei candidati sconosciuti dalla gente al posto di altri che disporrebbero, invece, di vere basi popolari. È così che la nozione di “lista bloccata” potrebbe istituzionalizzare la viziosa logica delle Componenti.
In quanto allo scrutino legislativo, il sistema di voto adottato è quello proporzionale che favorisce, certo, la rappresentatività geografica, sociologica e politica, ma non permette la formazione di una maggioranza forte. La preoccupazione è quella della rappresentazione più fedele all'espressione del corpo elettorale per soddisfare l'esigenza di includere tutte le forze politiche anche quelle più piccole e di rispettare la diversità politica del paese.
Alcuni osservatori fanno notare che questo progetto di Legge elettorale porta dei germi di esclusione. L'articolo 96 del Progetto di Legge elettorale stipula che: il candidato all'elezione presidenziale deve riempire le seguenti condizioni: avere la qualità di elettore e detenere il certificato elettorale; presentare un’attestazione di residenza; possedere la nazionalità congolese di origine; avere almeno 30 anni; godere della pienezza dei diritti civili e politici; presentare la propria candidatura presso la Commissione elettorale indipendente; essere residenti nella Repubblica democratica del Congo da almeno un anno prima della data delle elezioni.
Se questo articolo non verrà modificato ma adottato come tale, è un fatto innegabile che certe personalità politiche che non nascondono le loro ambizioni di diventare Presidente della Repubblica saranno di ufficio escluse della competizione. Si tratta, per esempio, del presidente nazionale dell'UDPS, Etienne Tshisekedi, che non ha ancora accettato di entrare nel processo elettorale attuale. Al contrario, l'UDPS ed il suo leader continuano a contestare l'attuale processo elettorale, invocando un nuovo adeguamento politico. A tutt'oggi, Etienne Tshisekedi e parecchie personalità di questo partito non sono ancora state identificate né iscritte nelle liste elettorali. Conformemente al capoverso "a" dell'articolo 96 di questo progetto di Legge elettorale, essi non sono né “elettori” né “eleggibili”. (L.M.) (Agenzia Fides 15/12/2005 righe 46 parole 554)