Città dl Vaticano (Agenzia Fides) - “Noi missionari siamo chiamati a metterci in cammino per essere artigiani di speranza e «restaurare» le persone che sono state colpite nella loro dignità e libertà”. A parlare è Suor Maria Rosa Venturelli, delle Suore Missionarie Comboniane (SMC), che giovedì 15 maggio ha introdotto il terzo appuntamento del ciclo “Cammini di speranza” nella missione ad gentes dal tema “Il cammino della liberazione dalle antiche e nuove schiavitù”.
L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra la Pontificia Unione Missionaria (PUM) ed il Segretariato Unitario di Animazione Missionaria del Lazio (SUAM LAZIO) è un percorso di spiritualità missionaria nell’Anno Giubilare che culminerà ad ottobre con il Giubileo della Missione (vedi Ag. Fides 24/03/2025). Protagoniste di questo terzo appuntamento, come di tutti quelli in calendario, sono state le testimonianze.
Ad aprire l’incontro nella Basilica romana dei Santi XII Apostoli è stato Padre Marc Nsanzurwimo, DEI Missionari d’Africa (Padri Bianchi), che ha affrontato il tema da un punto di vista storico soffermandosi sulla imponente campagna contro la schiavitù voluta fortemente da Papa Leone XIII e da lui affidata al Cardinale Lavigerie, Arcivescovo di Algeri. “Verso il XIX secolo Papa Leone XIII prese l'iniziativa di porre fine alla schiavitù in Africa. Affidò questo delicato compito al Cardinale Charles Lavigerie, Arcivescovo di Algeri, e lui lanciò un'immensa campagna contro la schiavitù, coinvolgendo influenti leader politici e della Chiesa e altri attori in Europa e su entrambe le sponde del Mar Mediterraneo - ha sottolineato padre Nsanzurwimo nella sua relazione -. La sua strategia fu quella di organizzare un grande tour nelle grandi capitali europee, tenendo conferenze e coinvolgendo i mass media”.
Padre Prosper Harelimana, Coordinatore per i temi riguardanti la Giustizia, la Pace, l'Integrità del Creato, Incontro e Dialogo dei Padri Bianchi ha invece tratteggiato a grandi linee lo stato attuale della schiavitù: “A volte ci viene fatto credere che la schiavitù sia qualcosa del passato. Eppure, oggi in tutto il mondo, circa 50 milioni di persone vivono in schiavitù, specialmente le donne e i bambini“ ha raccontato. “Noi come Padri Bianchi lavoriamo insieme ad organizzazioni governative, non governative e religiose ed altre persone di buona volontà. Ad esempio, in Uganda è stato istituito un progetto per incontrare, dialogare e ascoltare le vittime della tratta di esseri umani”.
La “Tutela e cura delle persone vulnerabili nel contesto missionario” è stato l’altro tema affrontato durante l’incontro, la cui moderazione e riflessioni finali sono state curate da padre Dinh Anh Nhue Nguyen Ofm Conv, segretario generale della Pontificia Unione Missionaria.
Padre Romuald Uzabumwana, SAC, ha condiviso l’esperienza dei Padri Pallottini, presenti in undici Paesi africani. “Quando si va in missione s’incontrano i bambini e le persone in difficoltà, che sono appunto i soggetti più vulnerabili" ha affermato padre Uzabumwana, che nella sua relazione ha anche analizzato le diverse forme di abuso. "La tutela e la cura delle persone vulnerabili" ha aggiunto "sono al centro della missione della Chiesa e noi missionari siamo invitati ad essere “olio” della consolazione e “vino” della speranza con queste persone afflitte nel corpo e nello spirito, proprio come ci ha ricordato Papa Francesco nel messaggio della Giornata Missionaria Mondiale 2025” .
Prossimo appuntamento in programma il 16 settembre sul tema “Il cammino di ridonare dignità divina a ogni persona e creatura”.
(EG) (Agenzia Fides 19/05/2025)