Vientiane (Agenzia Fides) - Riattivare il dialogo per puntare alla soluzione della crisi politica in Myanmar e a una pace realistica: è questo l'obiettivo della conferenza internazionale che il Laos, presidente di turno della "Associazione delle nazioni del Sudest asiatico" (ASEAN) - di cui il Myanmar è membro - ha proposto di organizzare e ospitare. Si tratta di un passo per affrontare in chiave regionale la crisi e il conflitto civile che sconvolge il Myanmar dopo il colpo di stato militare del 2021, che sta avendo degli effetti anche sulle nazioni confinanti, a livello sociale ed economico ma anche per il flusso di profughi. La conferenza sarebbe organizzata dalla "troika" dell'ASEAN, composta da Indonesia, Laos e Malaysia, istituita nel settembre 2023 per proseguire gli sforzi diplomatici. L'annuncio è stato dato dal Ministro degli Esteri del Laos, Saleumxay Kommasith, nel corso della riunione dei Ministri degli Esteri dell'ASEAN tenutasi a Vientiane il 3 ottobre, senza specificare la data in cui si dovrebbe tenere la conferenza.
All'indomani del golpe, nel 2021, i leader dell'ASEAN avevano emesso un "piano in cinque punti" sulla situazione in Myanmar chiedendo: la cessazione immediata della violenza; l'avvio di un dialogo costruttivo per cercare una soluzione pacifica; la nomina e l'accoglienza di un inviato speciale dell'ASEAN per facilitare la mediazione del processo di dialogo; la possibilità per l'ASEAN di fornire assistenza umanitaria; visite frequenti dell'invito speciale ASEAN in Myanmar per incontrare tutte le parti interessate. Alcuni Stati membri dell'ASEAN non hanno riconosciuto il governo militare in Myanmar e, a partire dal 2022, il capo del governo e il ministro degli esteri del Myanmar sono esclusi dal vertice dell'ASEAN e dalla riunione dei ministri degli esteri dell'Associazione.
"Non ci sono progressi nel mettere in pratica il piano in cinque punti dell'ASEAN. Per questo la partecipazione del Myanmar alle riunioni e ai vertici dei ministri degli esteri dell'ASEAN resta a un livello non politico", ha affermato Retno Marsudi, Ministro degli esteri indonesiano. Marsudi ha asserito che sia l'esercito sia le forze di resistenza si sono rifiutate di partecipare al dialogo, uno dei punti principali della proposta dell'ASEAN: il "Governo di unità nazionale" (NUG) in esilio, formato da un gruppo di legislatori estromessi dal colpo di stato, ha dichiarato che avvierà un dialogo con l'esercito solo se questo cesserà ogni violenza, rilascerà tutti i prigionieri politici e accetterà di creare una Unione democratica federale. La giunta militare al potere ha dichiarato il 22 agosto che prenderà in considerazione il dialogo solo se le People's Defense Force (PDF) - le milizie della resistenza nate dopo il golpe - rinunceranno alla violenza e agli attacchi contro i militari. Dopo che la situazione di stallo si è protratta per circa due anni, senza alcun progresso significativo, all'inizio del 2024 - quando il Laos ha assunto la presidenza di turno dell'ASEAN - la giunta birmana ha cominciato a inviare un rappresentante non politico per partecipare ai summit dell'organizzazione.
Ora, con la proposta della conferenza internazionale, torna a muoversi qualcosa sul piano della diplomazia regionale. Particolare impegno si registra da parte del Ministero degli esteri indonesiano, che sta organizzando a Giacarta sessioni informali di colloqui sulla guerra civile in Myanmar, coinvolgendo rappresentanti di Indonesia, ASEAN, Unione Europea e Nazioni Unite.
Inoltre, dopo che le forze resistenti della "Brotherhood Alliance" hanno preso il controllo della regione birmana al confine con Cina, anche Pechino - interessata al commercio e alla stabilità dell'area - si è maggiormente coinvolta, mediando un cessate il fuoco tra l'Alleanza e il governo militare birmano, auspicando "massima moderazione".
(PA) (Agenzia Fides 4/10/2024)