AFRICA/KENYA - C’è chi aspetta suor Ida vicino alla porta del Paradiso

lunedì, 24 giugno 2024 missione   missionari   suore   chiese locali  

di Pascale Rizk

Nairobi (Agenzia Fides) –
“Suor Ida ci ha lasciato improvvisamente domenica 16 giugno poco prima delle 7. Dopo aver pregato i vespri insieme alla comunità di Nairobi, si è sentita male all’improvviso in cucina e ci ha lasciato in meno di 20 minuti. Tutti i soccorsi sono stati vani”, scrive Suor Fulgenzia Biasiotto, delle Suore Dimesse.
Suor Ida Lagonegro aveva 23 anni quando è arrivata in Kenya, nel dicembre 1967. Ha lasciato questo mondo a 82 anni, nella terra che ha tanto amato e dove ha passato oltre 57 anni in missione. Erano arrivate da Padova il 21 aprile 1965 le prime 3 sorelle insieme a due sacerdoti “Fidei Donum" per stabilirsi nella missione cattolica di North Kinangop, nella contea di Nyandarua. Era stato il Vescovo di Padova a dare loro l’incarico di divenire missionari in Kenya, dove le suore Dimesse dovettero, innanzitutto, imparare il Kikuyu, la lingua del gruppo etnico più grande del Paese. Un percorso di studio che prevedeva ben 11 classi.
“Io credo tantissimo al piano che Dio ha per ciascuno di noi, non avevo nessuna preparazione culturale. Dopo aver imparato la lingua, abbiamo cominciato ad assistere le donne nelle piccole cose”. Così mi raccontava esattamente un anno fa, quando la incontrai a Nairobi.
Ed è stato proprio da lì che è iniziata la storia di una lunga vita missionaria, dedicata a annunciare il Vangelo sia nelle piccole cose di ogni giorno che nelle grandi opere.
Durante tutto il tempo vissuto in Kenya suor Ida si era spostata in diversi luoghi remoti dove, una alla volta, venivano fondate piccole missioni per rispondere ai bisogni di tutti: Manunga, North kinangop, Anjabin, South Kinangop, Rumuriti. Fu proprio qui che iniziarono i suoi problemi alla schiena, che l’hanno avccompagnata per tutta la vita. A chiunque le chiedesse: “Suor Ida, come va?” lei rispondeva: “La testa c’è ma le gambe non reggono.”
Dopo un periodo di convalescenza in Italia, venne rimandata a Gangemi, uno degli 8 slums di Nairobi. “Lì, capita di tutto. Tutto quello che puoi pensare, accade”, mi disse.
Dopo i primi tempi, la superiora generale la voleva riportare in Italia per farle finire gli studi, ma all’epoca i preti furono decisi nel dire “non ci interessa proprio la carta, Suor Ida è iattivissima e fa un gran bene. Mandatela solo a Londra per imparare l’inglese”. “E così dopo un periodo a Londra, sono tornata e si era istituita una seconda scuola per le ragazze, c’erano 320 ragazze in piena adolescenza. Andavo a messa la domenica con un motorino italiano, il ‘Ciao’, e poi andavo a leggere il Vangelo ad una cieca, che ha perso la vista per quanto si era addolorata dopo la morte della figlia. Il Signore è grande e lì sono cambiata. Dopo di che, sono andata a Taboril.”
Da un luogo di missione ad un altro, nonostante l’età che avanzava, Suor Ida era molto fiera del laboratorio che aveva fondato e dove lavorano una quindicina di donne di tutte le etnie, un progetto voluto sotto il motto Empowering Women per dare alle donne marginalizzate, violentate, ragazze madri, ex-serve l’indipendenza.
Lo shock culturale più grande era la grande povertà. A darle forza fu anche un incontro con una signora morente, la mamma di una delle studentesse che frequentavano la scuola delle suore Dimesse. La donne le disse “Sai, io non vivrò molto, però, io adesso ti benedico, e tu vivrai a lungo qui. E quando andrò in Paradiso, dirò al Signore: Lasciami vicino alla porta, che aspetto la Mamma Suora”. “Questa” diceva Suor Ida “è stata la chiave dello slancio missionario per me”. E raccontava delle tante urgenze legate anche al modo di vivere tribale, ai problemi di natura sessuale e alle superstizionioni.
Andava per le strade a comprare la frutta. Tutti la salutavano: anglicani, protestanti e musulmani. “Parlo la lingua, La lingua è la strada per arrivare al cuore cuore” , diceva suor Ida.
Nella sua vita, Sr Ida fu operata ben 11 volte, ma tutto questo non la fermava. Tra comunità, ufficio e viaggi da un posto all’altro, Suor Ida era un vulcano sempre attivo, piena di idee, e sempre alla ricerca di svilupparle con l’aiuto di tanti benefattori che avevano fiducia in quello che il Signore realizzava tramite lei.
I funerali si celebrano oggi, lunedì 24 giugno, al Centro di speranza a Gatundia in Laikipia, dove aveva iniziato la costruzione di una casa per gli anziani e dove una parte del terreno è stata riservata sin dall’inizio come cimitero per le Suore Dimesse. “Dopo la santa Messa, celebrata sotto le tende a pochi chilometri dall’Equatore, Suor Ida sarà la terza ad essere sepolta dopo un’italiana e un’africana. Suore Dimesse del primo gruppo. È stata proprio Suor Ida a preparare per le prime due la lapide di granito come si fa in Italia, e a assicurarsi che le piante e i fiori nel piccolo cimitero fossero curati.
Desiderava morire in Africa, il Signore l'ha esaudita. “La zona è lontana da Nairobi circa 230 km, il clima è solare, scelto apposta per una casa di riposo”, riferisce oggi Suor Fulgenzia, anche lei di origine padovana, arrivata in Kenya 49 anni fa perché “c’era un fuoco missionario” come descritto da lei nei nostri incontri lo scorso anno. “Sentiamo un grande vuoto, e allo stesso tempo tutto continua a essere vivo, siamo, in piena attività”, aggiunge suor Fulgenzia.

La missione delle Suore dimesse figlie di Maria Immacolata si è sviluppata in varie diocesi italiane fino al Concilio Vaticano II, quando la loro Congregazione si è aperta alla missione extraeuropea. Fu proprio negli anni Cinquanta del secolo scorso che nella diocesi di Padova fiorì un grande entusiasmo missionario, sostenuto anche dal Vescovo Girolamo Bortignon e da don Moletta, direttore dell'Ufficio missionario di Padova. Quel risveglio missionario aveva preso le mosse anche dall'enciclica di Pio XII "Fidei Donum" (dono della fede) che invitava i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i laici a suscitare lasciarsi contagiare dalla passione per l’opera apostolica, con un'attenzione particolare a sostenere il cammino delle giovani Chiese ìin Africa. (Agenzia Fides 24/6/2024)


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