AFRICA/CIAD - Ufficialmente sono 9 le vittime e 46 i feriti dell’esplosione della “Polveriera” ma forse sono di più

giovedì, 20 giugno 2024 militari  

N’Djamena (Agenzia Fides) – “Il bilancio ufficiale dà conto di 9 morti e di 46 feriti, ma probabilmente le vittime sono molte di più” dice all’Agenzia Fides una fonte locale da N’Djamena, la capitale del Ciad, dove la sera del 18 giugno è esploso il più importante arsenale della città (vedi Fides 19/6/2024).
“L’esplosione iniziale è stata fortissima, tanto è vero che sono andati distrutti i vetri degli appartamenti dei piani più alti degli edifici che si trovavano ad alcuni chilometri dalla polveriera. Ad essa sono seguite numerose esplosioni secondarie che hanno proiettato le munizioni tutto intorno finendo contro abitazioni civili. Per questo si teme che il bilancio delle vittime sia più alto di quello presentato dal governo” riferisce la nostra fonte.
Per quanto riguarda le cause dell’esplosione, le autorità hanno aperto un’inchiesta ma, secondo quanto afferma la fonte di Fides “l’orientamento prevalente è quello di un tragico incidente legato all’incuria e alla negligenza da parte di chi doveva custodire l’arsenale”. “Dall’altronde- aggiunge- anche alcuni anni fa nello stesso deposito militare avvenne un incidente simile e anche allora si parlò di negligenza.”.
L'arsenale di Goudji, comunemente chiamato la “Polveriera”, è il principale deposito di armi pesanti e munizioni dell'esercito a N’Djamena Si trova vicino a importanti guarnigioni e al quartier generale dell'esercito, all'aeroporto internazionale Hassan Djamous e alla base militare Adji Kosseï che ospita il contingente francese in Ciad. “Inizialmente quella era un’area relativamente disabitata ma negli anni, con l’espansione della città, la “Polveriera” si è trovata circondata da abitazione civili” afferma la fonte. “La stessa vicinanza dell’aeroporto internazionale rappresenta un problema. Fortunatamente lo scalo è stato chiuso per poche ore dopo l’esplosione ed ora è funzionante, ma sarebbe stato un grosso problema se fosse rimasto inagibile per giorni perché rappresenta la principale via di comunicazione con l’estero”.
La scena dell’esplosione è impressionante: al posto del deposito militare c’è un buco enorme nel terreno, circondato dalle carcasse calcinati di veicoli militari distrutti. Intorno abitazioni civili e persino una clinica riportano i segni delle detonazioni e in molti casi hanno proiettili di artiglieria inesplosi conficcati sui tetti o sui muri.
Il Presidente Mahamat Idriss Déby Itno recatosi in visita sul luogo ha rassicurato: “Vorrei dire ai miei connazionali che la situazione è sotto controllo e di mantenere la calma”. Poi ha aggiunto: “Non è la prima volta che si verificano esplosioni di depositi di munizioni. Questo dovrebbe insegnarci a non costruire più un deposito in mezzo alla città”. (L.M.) (Agenzia Fides 20/6/2024)


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