New Delhi (Agenzia Fides) - “Ho incontrato Papa Francesco a margine del vertice del G7. Ammiro il suo impegno nel servire le persone e nel rendere migliore il nostro pianeta. L'ho anche invitato a visitare l'India”, ha dichiarato sui suoi canali di comunicazione ufficiali il Primo ministro dell'India, Narendra Modi, neo eletto per il suo terzo mandato consecutivo. Modi aveva incontrato Papa Francesco già nel 2021 in Vaticano, e ora questo nuovo incontro, immortalato dai mass-media di tutto il mondo, ha avuto un'eco poderosa sui mass-media indiani e nell'opinione pubblica.
Quotidiani e tv indiane hanno riportato il discorso di Papa Francesco al vertice del G7, evidenziando come il pontificia abbia esortato leader delle democrazie e dei paesi più industrializzati a tenere la dignità umana al primo posto nello sviluppo e nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, un tema che interpella fortemente la nazione indiana.
Le reazioni al nuovo incontro personale tra il Papa e Modi, poi, ha suscitato reazioni contrastanti: esponenti della comunità cattolica indiana hanno voluto esprimere ottimismo e la speranza che, dopo l'incontro, crescano le possibilità di una visita del Papa nella nazione, auspicando che l'incontro possa avere un impatto positivo sui rapporti tra India e Santa Sede.
Tuttavia, come riportato da alcuni giornali, alcuni leader politici induisti del Bharatiya Janata Party (BJP), il partito di Modi, non hanno apprezzato che il fatto che Modi abbia stretto la mano e perfino abbracciato il capo della Chiesa cattolica: in undici stati indiani, la maggior parte dei quali governati dal BJP, esistono quelle che vengono definite "legge anti-conversione", normative che sottopongono la possibilità di conversione religiosa di una persona allo scrutinio di un tribunale, incidendo sulla libertà di coscienza. Sono leggi che intendono contrastare, principalmente, le attività dei cristiani, considerate "proselitismo".
Altri esponenti politici dell'opposizione, poi, hanno ricordato che di recente Narendra Modi ha strumentalizzato il fattore religioso, utilizzando una retorica religiosa e presentando se stesso agli elettori come "un inviato di Dio", e hanno dunque messo in dubbio la sincerità di Modi in quell'abbraccio al pontefice.
Argomenta, a tal proposito, il Gesuita indiano p. Cedric Prakash, analista e scrittore: "Bisogna capire e dimostrare con i fatti che non si tratta dell'abbraccio di un ipocrita. Modi e il suo partito in questi anni di governo hanno fatto soffrire le minoranze cristiane musulmane in India. Bisogna dimostrare con politiche concrete che il governo rispetta la Costituzione e i principi di cittadinanza per i cittadini di qualsiasi fede religiosa". Inoltre, prosegue il Gesuita, "l'invito verbale al Papa, che certo è molto gradito - sarebbe per tutti noi un motivo orgoglio la sua presenza - va tradotto in un invito reale e ufficiale: ci aspettiamo che il nostro governo lo presenti alla Santa Sede al più presto, mentre era stato detto (e poi non formalizzato) già nel 2021. Se il Papa verrà in India, sicuramente potrà mettere in luce la condizione dei poveri, dei più vulnerabili e sofferenti, dei pescatori e degli agricoltori, degli indigeni: la sua presenza tra noi sarebbe una benedizione. Esortiamo il Primo Ministro Modi, allora, a compiere ora i passi concreti e reali per l'invito a Papa Francesco".
(PA) (Agenzia Fides 17/6/2024)