ASIA/INDONESIA - Stato e religione in Indonesia: il ruolo della fede nella vita pubblica

sabato, 24 agosto 2024 minoranze religiose   libertà religiosa   comunità religiose  

Agenzia Fides

Cattolici indonesiani a messa in una parrocchia di Giacarta

Giacarta (Agenzia Fides) – L’Indonesia non è una teocrazia ma nemmeno uno stato laico: come amano dire gli indonesiani, è “una via di mezzo”, una nazione che riconosce alla religione un ruolo cruciale nella vita pubblica, e lo considera un fattore importante per la vita della comunità civile. Questo non significa che lo stato debba avere il potere religioso, nè che debba esercitare ingerenza, interferenza o controllo ossessivo nella vita delle comunità religiose; ma significa che lo stato si pone e agisce come garante della “moderazione religiosa” e dell’armonia tra le fedi.
Nell'architettura della nazione, l'eventualità di una forma di teocrazia islamica o la scelta di un'unica "religione di stato" vennero considerate e poi accantonate nel 1945, alla vigilia della dichiarazione di indipendenza dell'Indonesia, che poi avrebbe dato vita alla Costituzione, con la liberazione dal dominio coloniale olandese.
Nel gruppo di lavoro che discusse la “Carta dei cinque principi” (Pancasila) e poi nella ristretta “Commissione dei nove rappresentanti” – formata da esponenti del movimento nazionalista e quelli dei movimenti islamici – si osservò che “creare uno stato islamico in Indonesia significherebbe che non creare uno stato unitario (...) allora certamente sorgerà il problema delle minoranze, il problema dei piccoli gruppi religiosi, che non si sentiranno coinvolti nello stato. Pertanto gli ideali di uno stato islamico non concordano con gli ideali di uno stato unitario che tutti noi abbiamo atteso con tanta passione”. Si rimarcava, d'altro canto, che “uno stato nazionale unitario non significa uno stato con un carattere a-religioso” e si pensava di disegnare uno "stato nazionale unitario con una base morale elevata".
Si giunse così all'accordo espresso nella “Carta di Giacarta” che formulò il compromesso della “Pancasila”, includendo anche l'elemento della religione tra i cinque principi alla base dello stato e della convivenza civile: fede nell'unico Dio; umanità; unità; democrazia guidata dalla saggezza; giustizia sociale.
Fin dall'indipendenza del 1947, nell'arcipelago vi è la coscienza diffusa che lo Stato debba occuparsi della religione, elemento fondamentale della vita sociale e culturale. Per questo venne creato, fin dal primo governo post-indipendenza, un Ministero degli Affari religiosi, con dei dipartimenti (oggi Direzioni) dedicati all’Islam, al cattolicesimo, al protestantesimo, all’induismo, al buddismo e al confucianesimo, le sei religioni ufficialmente riconosciute. Queste, come stabilisce l'articolo 29, comma 2 della Costituzione, “ricevono anche aiuto e sicurezza”. Ciò non significa che altre religioni (quella ebraica, zoroastriano, shintoismo, taoismo) siano vietate nel paese: esse godono di garanzie e sono libere di svilupparsi, finchè non violano le leggi e i regolamenti vigenti.
Le sei Direzioni Generali nel Ministero degli Affari Religiosi sono pensate come un servizio del governo ai cittadini e intese per supportare tutte le comunità religiose. Ogni Direzione si occupa anche dell’istruzione religiosa: organizza e sovrintende direttamente a istituti educativi che appaiono come “istituti religiosi statali”, formula che, nella visione indonesiana, non è contraddittoria. Questo impegno, infatti, è considerato cruciale per garantire la visione di moderazione e di armonia tra le fedi. In quest’ambito il Ministero degli Affari religiosi ha un programma strategico di base, per assicurare e promuove in Indonesia la “moderazione religiosa”, un approccio ritenuto fondamentale come atteggiamento e comportamento praticato dalla società indonesiana
In particolare, per la comunità cattolica in Indonesia, lo Stato, attraverso vari Decreti, riconosce la Chiesa Cattolica e le sue realtà come “Enti giuridici religiosi": questo status rappresenta una garanzia per ogni attività.
(PA) (Agenzia Fides 24/8/2024)



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