Sydney (Agenzia Fides) - L'integrazione degli aborigeni nella società australiana e la riconciliazione sociale, culturale e spirituale nella nazione passano attraverso la scuola: con questa convinzione a Sydney è attivo e opera da 10 anni il Redfern Jarjum College (Jarjum), istituto cattolico gestito dai Gesuiti australiani, che offre un’istruzione ai bambini aborigeni che vivono in città o a quelli delle isole dello Stretto di Torres che non partecipano o non riescono a integrarsi nelle scuole primarie tradizionali a causa della povertà e delle condizioni familiari. La scuola accoglie bambini e bambine di età compresa tra i 4 e i 13 anni, garantendo un'istruzione del tutto gratuita.
"Jarjum" è una parola aborigena locale che significa “giovane/bambino”, mentre Redfern è il quartiere in cui si trova la scuola. Lo stemma del College racconta molto dello spirito che si vive: i colori dello stemma si basano su quelli della bandiera aborigena, sottolineando il legame della scuola con la popolazione aborigena locale. Al centro, c’è una croce cristiana con le lettere IHS (abbreviazione greca del nome di Gesù) che fa parte del monogramma della Compagnia di Gesù, il cui spirito e i cui valori sono alla base del progetto. In un secondo cerchio vi sono raggi di sole, che rappresentano la fiducia del personale nelle speranze e nei sogni degli studenti, aperti verso la comunità più ampia a cui appartiene il Jarjum College. Il motto della scuola è “Gili”, che significa “brillare” nella lingua degli indigeni gadigal.
La direttrice del college, Katherine Zerounian, rimarca che "il Redfern Jarjum College è stato fondato come scuola cattolica nella tradizione dei gesuiti. Qui la spiritualità ignaziana, caratterizzata dal 'trovare Dio in tutte le cose', viene arricchita dal rispetto e dall’esplorazione della spiritualità aborigena". L'istruzione, dice, "è ispirata dalle 'Preferenze apostoliche universali' della Compagnia di Gesù, a partire dal 'Camminare con gli esclusi', dato che ci si occupa di bambini di famiglie povere ed emarginate", seguendo i piccoli ma anche le famiglie stesse nel percorso di integrazione nel tessuto sociale.
L'opera risulta tanto preziosa in quanto il processo di integrazione delle comunità aborigene nella società australiana ha registrato una battuta di arresto nell'autunno 2023, quando gli australiani hanno rifiutato di concedere agli aborigeni il riconoscimento costituzionale e maggiori diritti, bocciando una proposta di referendum. La consultazione popolare - promossa dal partito laburista, al governo dal 2022 - è avvenuta 235 anni dopo l'insediamento britannico, 61 anni dopo che agli aborigeni australiani è stato concesso il diritto di voto (nel 1962) e 15 anni dopo le storiche "scuse" espresse pubblicamente dal governo australiano alle comunità indigene, per i danni causati da decenni di politiche governative, incluso l'allontanamento forzato di bambini dalle famiglie aborigene. Oltre il 60% degli elettori ha votato “no” alla proposta di riconoscere gli abitanti originari del paese nella Costituzione del 1901, e ha respinto la creazione di un consiglio consultivo che, in Parlamento, avrebbe dato voce agli indigeni sulle questioni che li riguardano direttamente.
Secondo una coalizione di associazioni per i diritti degli aborigeni, gli elettori australiani hanno perso un’opportunità importante per la riconciliazione nazionale: i sostenitori del “sì” consideravano il referendum un modo per unire il paese e sanare le ferite inflitte ai popoli indigeni all’epoca della colonizzazione. La campagna elettorale e il voto hanno invece evidenziato le profonde divisioni che ancora attraversano la società australiana.
Allo scopo di contribuire a sanare queste ferite, i Vescovi cattolici australiani hanno pubblicato nel 2023 la dichiarazione intitolata "Listen, Learn, Love: A New Engagement with Aboriginal and Torres Strait Islander Peoples", ispirata dal cammino sinodale in corso nella Chiesa cattolica universale. I Vescovi invitato i cattolici australiani ad un nuovo impegno con i "Primi Popoli", per superare insieme l'ingiustizia attraverso l’amore, al centro del messaggio di Gesù.
Gli aborigeni e gli indigeni dello stretto di Torres sono 984mila, pari al 3,8% della popolazione australiana.
(PA) (Agenzia Fides 8/2/2024)