di suor Roobini Chinnappan
Varapuzha (Agenzia Fides) - E' stata una donna che si è impegnata per le altre donne in India, per l'emancipazione sociale e per risollevare la loro condizione e lo status culturale. Guidando una congregazione religiosa femminile, Eliswa della Beata Vergine Maria, al secolo Eliswa Vakayil, è stata una apostola della "Chiesa in uscita". Lei e le sue consorelle hanno ascoltato il Signore nel silenzio e lo hanno trasformato in azione: il suo impegno, nel conteso del Kerala (Indie meridionale), segnato dal sistema delle caste e dall'intoccabilità, si irradiava in una società feudale, che costringeva le donne alla compiacenza domestica e maschile. Le donne erano analfabete e disoccupate, e con i matrimoni precoci, erano condannate al dominio e allo sfruttamento maschile.
Eliswa della Beata Vergine Maria (1831 - 1913) è serva di Dio ed è stata dichiarata Venerabile dalla Santa Sede l'8 novembre scorso. La donna ha dato vita a una congregazione religiosa locale del Kerala, il Terzo Ordine delle Carmelitane Scalze (TODC), divenute poi Suore Carmelitane Teresiane. La vita della nuova famiglia religiosa univa alla contemplazione la vita attiva, con l'impegno nell’istruzione e formazione delle fanciulle povere ed orfane, l’assistenza degli abbandonati e dei più bisognosi. In oltre cento anni di servizio, la congregazione si è diffusa nel mondo e conta oggi 1500 religiose professe, con 209 case, presenti anche in America, Africa, Germania, Italia e Inghilterra.
La scelta di Madre Eliswa è stata quella di immergersi pienamente nelle condizioni umane, scendendo nelle "periferie esistenziali" dei poveri e dei sofferenti, per portare gli esseri umani alla resurrezione. Eliswa ha vissuto tutta l'esperienza femminile di essere donna, sorella, madre e vedova. Nata il 15 ottobre 1831, era la prima di 8 figli dell'illustre famiglia di Thomman e Thanda di Ochanthuruth nel Vicariato di Verapoly. Ricevette l'educazione insieme alla fede cristiana e, fin da giovane, coltivò una speciale devozione all'Eucarestia e alla Beata Vergine.
I suoi genitori la fecero sposare con Vatharu Vakayil all'età di 16 anni e i coniugi ebbero una figlia chiamata Anna. Vatharu si ammalò e morì. Eliswa trovò rifugio nella preghiera silenziosa e nel servizio ai bisognosi. Frequentava il Santissimo Sacramento nutrendo la sua anima e desiderando il piano abbandono al Signore.
Nel 1862, 12 anni dopo la morte del marito, confidò al parroco, il Carmelitano Leopoldo Beccaro O.C.D., il suo desiderio a lungo accarezzato di consacrarsi al Signore. Dopo quattro anni di discernimento, finalmente il suo sogno prese forma con la creazione della prima comunità religiosa, che seguiva una vita fatta di preghiera e di opere di carità. Eliswa, venne seguita in questa esperienza dalla figlia Anna e dalla sorella più giovane, Thresia. Il 13 febbraio 1866 le tre donne di rito latino (Eliswa, Thresia e Anna) ricevettero lo scapolare carmelitano e, il 6 luglio 1868, emisero la professione religiosa. Tra loro unirono donne legate alla Chiesa di rito latino, ed altre di rito siro-malabarese. Per questo, per i primi vent’anni, la Congregazione si sviluppò con il doppio rito. Successivamente nacquero due istituti religiosi femminili indipendenti: la Congregazione della Carmelitane Teresiane (CTC) di rito latino e la Congregazione della Madre del Carmelo (CMC) di rito siro-malabarese.
Eliswa comprese che il problema fondamentale nella società indiana era l'analfabetismo femminile, che portava alla dipendenza economica delle donne: ciò la portò a impegnarsi nell'apostolato dell'istruzione e nella formazione professionale. Avviò le ragazze al cucito, al ricamo e al lavoro autonomo, promuovendo o un'idea rivoluzionaria per quei tempi: quella dell’alfabetizzazione e dell'indipendenza economica delle donne.
La sua eredità è evidente oggi, mentre si parla delle donne e della loro partecipazione alla missione della Chiesa. La sua missione si ritrova nella chiamata di Papa Francesco che, definendo le scuole “luoghi privilegiati di sviluppo personale” (CV 221), auspica un sistema educativo che combini “mente, cuore e mani” armonizzando apprendimento, sentimenti e servizio (Messaggio al 4° Simposio Globale di Università, Manila).
Madre Eliswa ha promosso la condizione delle donne oppresse attraverso un sistema di educazione all'armonia della mente, del cuore e delle mani. Il suo carisma è d’ispirazione per tutti coloro che oggi lavorano per l’elevazione e l'emancipazione delle donne in India e in tutto il mondo, mentre maltrattamenti, abusi, stupri e gli omicidi delle donne sono una triste realtà in molte nazioni.
Madre Eliswa trascorse gli ultimi 23 anni della vita nel convento di San Giuseppe, a Varapuzha, condividendo con le consorelle di rito latino, svolgendo l’incarico di priora, maestra delle novizie, educatrice delle ragazze e delle orfane. Morì nel convento di San Giuseppe a Varapuzha (India) il 18 luglio 1913.
(Agenzia Fides 28/12/2023)
ASIA/INDIA - Presentata l'edizione indiana dell'enciclica "Dilexit nos", che ispira alla compassione