ASIA/PAKISTAN - Organizzazione della società civile, gestita da cristiani, accusata di attività antistatale

lunedì, 5 settembre 2022 diritti umani   libertà religiosa   minoranze religiose  

CSJ

A sinistra il leader Irfan Muft, a destra il cattolico Peter Jacob del CSJ

Lahore (Agenzia Fides) - I gruppi per i diritti umani, i membri della società civile e le Organizzazioni non governative difendono l'organizzazione gestita dai cristiani "Center for Social Justice" (CSJ) accusata di svolgere attività anti-statale. Il CSJ, Ong guidata dal laico cattolico Peter Jacob, che ha un'esperienza di oltre 30 anni nel campo dei diritti umani e dei diritti delle minoranze, è finita nell'occhio del ciclone quando il "Daily Jang", quotidiano in lingua urdu, ha riferito il 21 agosto che il Ministero dell'Interno ha ordinato un'azione di controllo del CSJ, per presunta "diffusione della propaganda contro il Pakistan alle Nazioni Unite", preparandone l'incriminazione.
Il CSJ, impegnato nella ricerca e nella difesa dei diritti umani, per lo sviluppo democratico e giustizia sociale, pubblica un rapporto annuale, basato su dati documentati, intitolato "Human Rights Observer". Il rapporto pubblicato nel febbraio 2022 (vedi Fides 23/2/2022), inviato al Consiglio ONU per i diritti umani, presenta dati e cifre sullo standard dei diritti umani in Pakistan (vedi Fides 12/8/2022), sui diritti delle minoranze (vedi Fides 10/8/2022). Contiene notizie sull'abuso delle leggi sulla blasfemia, sul fenomeno delle conversioni forzate , sullo status delle minoranze nel censimento nazionale della popolazione (vedi Fides 17/6/2022)e segnala questioni relative alla riforma del sistema educativo (vedi Fides 5/8/2022).
Tali informazioni risultano "scomode" per il governo di Islamabad. Per questo un Comitato d'azione congiunto, composto da oltre 30 organizzazioni della società civile, ha rilasciato una dichiarazione in cui si smentiscono le accuse a carico del CSJ. Il leader musulmano Irfan Mufti, membro del Comitato, in un comunicato pervenuto all'Agenzia Fides afferma: “Il rapporto pubblicato dal CSJ si basa su fatti opportunamente documentati. Le questioni trattate nel rapporto, relative ai diritti umani e alla libertà religiosa, sono ampiamente discusse nei tribunali, negli organi parlamentari e nei media del Paese”. E aggiunge: “La partecipazione delle organizzazioni della società civile aiuta a migliorare la visione del Pakistan e il loro impegno contribuisce migliorare le condizioni della popolazione. Negandola, si ostacolerà la risoluzione di questi problemi”.
Affermando la preoccupazione di tutte le organizzazioni della società civile, il Comitato afferma: “Il suddetto rapporto fornisce anche raccomandazioni concrete e praticabili per il governo, su ogni questione illustrata. Il governo dovrebbe considerare in modo costruttivo queste raccomandazioni per aiutare a risolvere problemi di vecchia data che sono una fonte di imbarazzo per il Paese”. “Il governo può rispondere alle questioni sollevate o agire per risolverle. Tuttavia, se l'incidenza della violenza in nome della religione continua, il governo sarà ritenuto responsabile in tutti i forum competenti”, conclude il Comitato.
Le organizzazioni della società civile, tra le quali il CSJ, prendono parte alle Revisioni periodiche universali (UPR), condotte in sede ONU negli ultimi anni, inclusa l'ultima condotta nel 2017. Il governo del Pakistan si è impegnato a far parte di questo processo di revisione dal 2006, dopo l'insediamento del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. È obbligatorio per ogni paese membro dell'ONU sottoporsi alla revisione periodica . Per il Pakistan la prossima revisione è fissata nel gennaio 2023.
(AG-PA) (Agenzia Fides 5/9/2022)

Una delle conferenze del CSJ sui diritti umani e la giustizia sociale

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