Mascate Agenzia Fides) – Yohanna X Yazigi, Patriarca greco-ortodosso di Antiochia, ha celebrato venerdì 27 maggio la prima divina liturgia nella nuova chiesa dedicata al Santo Martire Areta (in arabo Al-Harith bin Ka'b Al-Najrani) a Muscat, la capitale del Sultanato dell’Oman. La celebrazione liturgica nella nuova chiesa, inaugurata con una cerimonia ufficiale il giorno precedente, costituisce il culmine della visita pastorale compiuta dal Patriarca Yohanna in Oman, visita compiuta alla guida di una delegazione patriarcale comprendente anche l’Arcivescovo Efrem Maalouli, Metropolita greco-ortodosso di Aleppo. "Il Sultanato dell'Oman” ha sottolineato il Patriarca Yohanna in alcune dichiarazioni rilasciate al suo arrivo nel Sultanato “è un Paese tollerante, in cui tutti vivono in armonia e concordia, e dove ogni persona si sente come nella propria terra e in mezzo alla propria famiglia".
Alla cerimonia di inaugurazione ufficiale hanno preso parte anche rappresentanti delle istituzioni del Sultanato, come il dottor Ahmed al Bahri, rappresentante del ministro delle dotazioni religiose dell'Oman e direttore del dipartimento per la concordia religiosa.
La terra su cui sorge il nuovo luogo di culto cristiano era stata concessa alla Chiesa greco ortodossa di Antiochia Quabus bin Said al Said, scomparso nel gennaio 2020 all’età di 79 anni. Durante le cerimonie di inaugurazione, il patriarca i e membri della delegazione patriarcale hanno espresso la proprie gratitudine anche per l’attuale Sultano Haitham bin Tariq bin Taimur Al Said, definendolo “il miglior successore del miglior predecessore” per la saggezza e la tolleranza con cui guida la nazione.
La figura del Santo Martire a cui è dedicata la nuova chiesa richiama in maniera suggestiva la vicenda millenaria delle comunità cristiane nella Penisola arabica delle comunità cristiane nella Penisola arabica, dai primi tempi dell’annuncio del vangelo fino a oggi.
Areta (in arabo Al-Harith bin Ka'b), martirizzato nel 523 dopo Cristo, era un cristiano a capo della città di Najran e dei suoi dintorni, nello Yemen settentrionale (corrispondente secondo alcuni alla moderna città di al Ukhdud, attualmente in Arabia Saudita). Dhū Nuwās, allora Sovrano del regno himyarita convertitosi all’ebraismo, era allora in conflitto con il re dell’Abissinia, il cristiano Caleb. Per prevenire una possibile alleanza tra l’Abissinia e la città yemenita di Najran, guidata da Areta, Dhū Nuwās decise di attaccare la città e di sterminare i cristiani che vi abitavano, imponendo loro di scegliere tra la morte e il rinnegamento di Cristo. Areta, già ultranovantenne, fu trucidato insieme a un numero imprecisato di compagni martiri cristiani (da alcune centinaia a 20mila, a seconda delle fonti). Il loro martirio destò grande scalpore per efferatezza e sistematicità. La persecuzione La persecuzione di Dhu Nuwas è descritta e condannata anche nel Corano stesso (sūra LXXXV:4-8). Gli scampati alla carneficina trovavano ospitalità presso l'Imperatore bizantino Giustino I. Nei martirologi cristiani, Areta a compagni martiri vengono ricordati come i Marthyri Homeriti, ossia "Martiri himyariti". Areta, la moglie Ruma e l'intera comunità di Najran sono celebrati come martiri anche nella Chiesa cattolica, nella data del 24 ottobre. (GV) (Agenzia Fides 28/5/2022)